martedì 14 agosto 2012

Su questa infame storia di Piazza Fontana


Su questa infame storia di Piazza Fontana, non la prima, ma sicuramente la madre di tutte le bombe, io posso solo esprimere considerazioni e valutazioni dedotte dallo studio di quegli avvenimenti, con tutte le limitazioni che questo comporta. Posso comunque aggiungerci la mia modesta esperienza di “ricercatore storico”, ma più di tanto non posso andare.
A intuito, quindi, posso dirti questo:
1 la teoria della “doppia bomba” del Cucchiarelli, affascina, ha quale elemento che la potrebbe anche comprovare, ma manca di prove concrete. Nel suo contendere con Sofri, ovviamente simpatizzo con il Cucchiarelli, che potrà sbagliare, potrà avere qualche interesse a fare questo scoop, ma su l’altro è meglio che stendiamo un velo di pietoso silenzio.
2. Di Valpreda, non posso che rispettare e tenere conto delle tue valutazioni che sono anche forti della conoscenza del personaggio, io però nutro fortissimi dubbi e ne dò questa valutazione, nei limiti prima premessi:
a me sembra un personaggio che nel corso della sua vita ha indossato due diverse “vesti”: quella precedente a piazza Fontana e quella degli anni successivi. Per la prima “veste”, che è poi quella che conta e che inizia con la sua “apparizione” pubblica durante la contestazione al festival di S. Remo, contestazione poi rientrata, ma organizzata da chi ben sappiamo e passa poi per le sue scorribande in mezzo ai gruppi e ai congressi anarchici, assieme a noti elementi di Avanguardia Nazionale e con il sodalizio con Merlino,  non posso non considerare che: o il Valpreda è stato un provocatore o è stato un perfetto imbecille. Considerando la complessità degli esseri umani non è escluso un misto di queste due componenti, tanto che neppure lui stesso saprebbe bene cosa effettivamente sia stato.
Ricordati che soggetti dalla natura così estroversa, idealisti almeno a parole, sempre in bolletta e rosi da rabbia interiore, sono l’ideale per chi ha interesse a strumentalizzarli.
Tutto qui senza alcuna pretesa di aver trovato la “verità”.
MAURIZIO BAROZZI maufil@alice.it