giovedì 29 novembre 2018
mercoledì 28 novembre 2018
martedì 27 novembre 2018
lunedì 26 novembre 2018
domenica 25 novembre 2018
sabato 24 novembre 2018
venerdì 23 novembre 2018
giovedì 22 novembre 2018
rapita in Kenya..prepariamo il riscatto
Ci risiamo..un'altra "volontaria" italiana è stata rapita in Kenya !! E,come al solito,è già riunita la "unità di crisi della Farnesina" ed in piena attività il nostro personale diplomatico in loco.
Nel frattempo giunge notizia dell'arresto di 14 persone che "potrebbero" conoscere i rapitori di Silvia Romano, 23enne marchigiana della Onlus Africa Milele, sequestrata (con uso di violenza) nel sud-est del Kenya,a Chakama.
Mi sono sempre occupato dei rapimenti di connazionali all'estero,impegnati sia in attività di volontariato,sia lavorative (comprese quelle di corrispondenti di guerra). In molti casi,inutile riproporre nomi e situazioni,erano dubbie persino le motivazioni stesse della loro presenza "sul terreno",accanto a gruppi terroristici o fazioni impegnate in atti di guerra,
collocando le vittime non in posizione di quella "neutralità" necessaria per una corretta valutazione del loro operato.
In TUTTI i casi,negato o meno,è stato pagato un consistente riscatto da parte dei vari governi in carica nei singoli momenti temporali.
Non intendo mettere in discussione la veridicità di quanto sopra perché ritengo che nessuno,tra i lettori,sia tanto ingenuo dal credere il contrario.
Ora,nel caso di Silvia Romano,si ripropone il problema : "quanto" e "chi paga" ??
Non sembra neppure da discutersi : Pantalone,ovvero tutti gli italiani !!
Già in azione il consueto "muro del pianto" sulla "bontà" della ragazza, della Onlus,delle Ong,di quanti si rechino in zone difficili per "aiutare gli altri" !!
Ripeto oggi ciò che ho scritto ieri : ho grandissima stima per le persone che si facciano carico "dei mali del mondo",ovunque si trovino ad operare.
Ferma restando la loro sincera buona fede e (soprattutto) imparzialità.
Ma deve ribadirsi questo principio : chi si reca in zone di guerra e/o ad "alto rischio" si deve assumere la responsabilità di quello che fa,sapendo quali e quanti pericoli corre e cosa potrebbe aspettarsi.
Parimenti,e pure di più,deve risultare responsabile la Onlus od Ong di appartenenza per conto della quale la stessa persona operi.
Non sembrano esserci dubbi,secondo prime notizie,che la giovane volontaria si trovasse "davvero" in Kenya spinta dal desiderio di aiutare i bambini locali in difficoltà,meno certa la identità dei sequestratori o la loro appartenenza al terrorismo somalo.
Sicuramente verrà richiesto un consistente riscatto : gli ostaggi italiani valgono molto perché i nostri governanti pagano sempre per riaverli indietro !!
"Paghi la Onlus"..sarebbe giustificato il mio primo post che questo richiedeva !!
Ma non posso ingannare chi legge e me stesso : pagherà il governo,a spese di tutti i contribuenti,e poi negherà di averlo fatto..avanti il prossimo !!
P.s. ..alla solita "Procura di Roma" che già indaga (e che mai poi lo fa fino in fondo per scoprire "come e quanto") chiedo di attivarsi con il CSM per porre in "par condicio" gli italiani in patria con quelli all'estero : si abolisca la norma che impedisce il pagamento del riscatto in Italia da parte dei familiari in caso di sequestro di persona..anzi,si introduca la "abitudine",sperimentata all'estero, di farlo pagare alla collettività !!
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
Il prof. Nino Galloni ha la ricetta per uscire dalla crisi per una italia che cade a pezzi
Ieri si è conclusa l'edizione 2018 del CONVEGNO STORIA dove si sono succeduti molti relatori che hanno esposto le loro riflessioni sul significato del crollo del ponte di Genova, come emblema finale del crollo della economia italiana. Il ponte tra l'altro era il passaggio di un corridoio fondamentale per l'economia italiana ed ingresso delle merci via mare verso l'europa, oltre che il traffico locale della zona. Interrompere "volutamente" o per incuria (non cambia l'effetto finale) significa dare l'ennesima botta alla economia italiana favorendo certamente altri porti europei, per cui il danno e doppio e triplo. Infatti non solo non si ha più l'infrastruttura e quini un servizio fondamentale ma c'è anche il danno economico della economia che ci passa sopra ed il danno di immagine verso il mondo. Tutto è riconducibile purtroppo alla scellerata scelta di una certa classe "politica" italiana degli anni ottanta in poi di voler per forza seguire il neoliberismo dove c'è (direttamente o indirettamente) il ribaltamento del paradigma dove l'economia finanziaria e sopratutto la "politica monetaria" diventa l'unico obbiettivo da sostenere a spese del benessere collettivo. Le pisane filosofie economiche non contaminate dall'usurocrazia speculativa, dicono chiaramente che l'economia deve essere al servizio dell'uomo, oggi siamo arrivati al punto che tutta l'umanità deve servire ed onorare il "debito". L'italia abbandonando la sua sovranità monetaria attraverso diversi passaggi, due tra tutti la famosa lettera di Andreatta a Ciampi (1981) e la privatizzazione indiretta della Banca di Italia per mano di Prodi (1992). Nel momento in cui si perde il "potere" della politica monetaria (sovranità monetaria) e si è costretti ad approvvigionarsi di moneta straniera (euro) di fatto si è soggetti a pagare prima il fornitore di denaro (interessi su interessi circa 10 0mld l'anno) e poi se resta qualcosa ( e non resta mai ansi manca sempre di più) si pensa alle infrastrutture e al sistema paese. In queste condizioni la strada per le privatizzazioni è aperta per cui il privato, come ha giustamente osservato il Prof. Galloni, va solo dove c'è opportunità di guadagno e a breve termine, lasciando scoperte tutto ciò che invece non produce profitto, Lo stato invece dovrebbe svolgere entrambi i servizi, sia dove si guadagna sia dove non si guadagna proprio perché l'obbiettivo è il bene del paese, il privato ha un altro obbiettivo che è il suo margine aziendale e la soddisfazione dei suoi azionisti, per cui meno spende su un opera che tiene in gestione e più aumentano gli utili, non è difficile da capire. Ma il neoliberismo ci ha lavato il cervello per anni (ripeti una bugia cento volte e diventerà una verità) per cui: "Stato" significava disservizio, ruberia, brutto , inefficiente,ecc. mentre privato era sinonimo di bello, sano, perfetto, efficiente. I risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti, di chi vuol vedere, di chi è capace di veder e di chi non ha interessi a vedere cose diverse.
Nel suo ultimo libro il Prof. Nino Galloni supera se stesso, in quanto oltre a fare una disamina storica della crisi dell'economia italiana (e la perduta sovranità monetaria e conseguente politica monetaria) traccia una soluzione con un tono sempre più chiaro e duro anche perché i tempi stringono, se non si cambia la politica monetaria e anche in fretta sara sempre peggio. L'italia ha urgente bisogno di manutenzione ad ogni livello se non si cominciano a fare investimenti statali i" crolli" e le "emergenze" per disastri diventeranno (già lo sono) una normalità. Tutto questo va fatto con la sovranità monetaria (biglietti di stato) senza girarci troppo in torno.
In conclusione non ci si deve stupire, quindi, se cade il ponte (e troppo cose potrebbero ancora cadere) poiché sono il risultato finale di scelte neoliberiste folli. Oggi la macchina europea (che doveva avere altri fini- l'europa dei popoli) ci costringe ad obbedire a queste regole tecnocratiche (utili solo alle lobbie finanziarie) dimenticandosi dei popoli, per cui se si continua cosi il sistema prima o poi salta. Se porti il popolo alla disperazione, non ti meravigliare se poi il popolo fa cose disperate.
Giuseppe Turrisi
UNO STRANO PAESE di Enrico Montermini
L'Italia è davvero uno strano Paese: ogni anno spedisce a Londra migliaia giovani laureati per fare i lavapiatti e mantiene i clandestini a vivere in albergo. E' un Paese che lascia i propri concittadini colpiti dalla tragedia del terremoto a dormire nei container, ma ospita i profughi in centri di accoglienza come quello di Villa Camerata, che ho visitato lo scorso settembre: una villa rinascimentale immersa nel verde a due passi dal centro storico di Firenze. A Rapallo gli immigrati dimorano presso l'Istituto delle Orsoline, una struttura residenziale di lusso, e hanno a disposizione: spiaggia privata, campetto da calcio, palestra, wi-fi e il pocket money per affrontare le spese di tutti i giorni. Poi il Governo non trova i soldi per sistemare gli esodati, lasciati senza lavoro e senza pensione.
L'accoglienza dei clandestini costa alla collettività 4 miliardi di euro all'anno, ma queste sono solo le cifre ufficiali. Quelle reali non le conosce nessuno, ma sono molto più alte. Il Governo provvede alle spese della Marina Militare e della Guardia di Finanza per le operazioni in mare, di cui non è dato conoscere il costo. Sappiamo però che questo stesso governo non trova le risorse per pagare la manutenzione e la benzina per le auto dei carabinieri. Si distaccano migliaia di poliziotti per le operazioni di idenficazione, con costi non irrisori, mentre la Mafia spadroneggia in Sicilia e la 'Ndrangheta nel Nord. Non si conoscono nemmeno i costi aggiuntivi affrontati dal sistema sanitario nazionale per la gestione dell'emergenza migranti: in compenso i pronto soccorsI degli ospedali sono al collasso.
Non c'è più da meravigliarsi di nulla in un Paese dove i padroni sono tenuti a raccogliere gli escrementi dei loro cani, mentre gli stranieri ospiti cagano sui marciapiedi.
Enrico Montermini
mercoledì 21 novembre 2018
Prossimi incontri con Nino Galloni
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martedì 20 novembre 2018
lunedì 19 novembre 2018
Renditi parte attiva: inoltra a conoscenti e amici scritti e programmi AVA
Renditi parte attiva: inoltra a conoscenti e amici scritti e programmi AVA
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I GIOVEDI’ CULTURALI DELL’AVA
Associazione Vegan Animalista Onlus affiliata all’EVU
Le conferenze si tengono dalle ore 18,30 in piazza Asti 5/a Roma
(Metro Re di Roma, uscita Vercelli, trenino staz.ne Tuscolana o bus 85-81-16)
CF 97365030580; C / c: 58343153; Iban: IT38N0760103200000058343153
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Conferenza AVA del 22 novembre 2018
del Dr. Giorgio Vitali, Dottore in Chimica,
Presidente Inforquadri, sul tema:
“IL LATO OSCURO DELL’INDUSTRIA
CHIMICO-FARMACEUTICA”
Il Relatore risponderà alle domande del pubblico
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MASSIME SULLA SALUTE E SULLA MALATTIA
RICORDATI CHE VIVI IN UN MONDO PROGRAMMATO PER FARTI AMMALARE.
SE VUOI STARE SANO E FELICE DEVI DIVENTARE UN PENSATORE AUTONOMO. (Dr. Alan Goldhamer)
SU UN PAPIRO EGIZIANO DEL 3800 A.C. C’E’ SCRITTO:
1/4 DI CIO’ CHE MANGIAMO CI SERVE PER VIVERE,
GLI ALTRI 3/4 SERVE A FAR VIVERE I MEDICI
SE SI BUTTASSERO TUTTI I FARMACI AL MARE
SAREBBE MOLTO MEGLIO PER L’UMANITA’
E MOLTO PEGGIO PER I PESCI (Dr. Oliver Wendell Holmes)
LE MALATTIE AUMENTANO ALL’AUMENTO DEI MEDICI IN UN DATO PAESE
QUASI TUTTI GLI UOMINI MUOIONO DEI LORO RIMEDI,
NON DELLE LORO MALATTIE.(Moliere)
TUTTA LA SCIENZA MEDICA E’ IMPRONTATA A DARE ALLA SPECIE UMANA
QUELLA SALUTE E QUELLA LONGEVITA’ CHE TUTTE LE ALTRE SPECIE ANIMALI
HANNO SENZA ALCUNA SCIENZA MEDICA (flm)
I MEDICI METTONO DELLE DROGHE CHE NON CONOSCONO
IN UN ORGANISMO CHE CONOSCONO ANCORA MENO. (Voltaire)
QUANDO L’INDIVIDUO GUARISCE È PER MERITO DELLA CURA
O NONOSTANTE LA CURA. (Jastrow)
SE OGGI NON TROVI IL TEMPO PER CONSERVARE LA TUA SALUTE
DOVRAI TROVARLO DOMANI PER CURARTI (flm)
L’USO DELLE DROGHE E MEDICINE HA DISTRUTTO PIÙ VITE DI TUTTE LE GUERRE,
LE PESTILENZE E LE CARESTIE MESSE ASSIEME (rof. Jhon Mason Good)
LA MEDICINA HA INVENTATO L’ARTE DI PROLUNGARE LE MALATTIE. (Marcel Proust)
SE OGNUNO SAPESSE QUEL CHE FANNO I MEDICI
GLI CEDEREBBE VOLENTIERI METÀ DEI PROPRI AVERI,
A PATTO CHE NON SI ACCOSTASSERO MAI TROPPO. (Lev Tolstoj)
venerdì 16 novembre 2018
giovedì 15 novembre 2018
mercoledì 14 novembre 2018
UNA VITTORIA MUTILATA. LE RAGIONI DELLA GRANDE GUERRA
.
Quella della grande Guerra, è sempre stata una rievocazione “totalizzante”
che ha, cioè, sempre coinvolto emotivamente tutti gli strati e le componenti
ideologiche, politiche e sociali della società italiana ed europea, senza
ambiguità di sorta, se non quelle a malapena sussurrate da un timido e
malconcio pacifismo. Cosa questa, assolutamente non riscontrabile per
quanto attiene, invece, l’ultimo conflitto mondiale, ove qualunque episodio
celebrativo ha subito l’immancabile investitura ideologica, data dalla logica
della guerra civile e della manichea contrapposizione Fascismo-Antifascismo,
la cui spirale è durata sino ai giorni nostri.
Da quella Grande e terribile Guerra, da quel micidiale scontro tra masse
d’acciaio in movimento, da quell’inedito cozzare di moltitudini, nel nome di
una mai vista mobilitazione totale, uscì rafforzata la generazione dei
Totalitarismi Occidentali, Fascista e Bolscevico. Ma uscì anche rafforzata e
plasmata come non mai, quella coscienza di italianità che il Risorgimento,
nella sua natura di rivoluzione liberale e borghese e perciò stesso, elitaria,
non era assolutamente riuscito a conferire al nostro Paese. E qui, ci basti
ricordare come andarono a finire i tentativi rivoluzionari di Carlo Pisacane e di
Bakunin, per non parlare della pluridecennale guerriglia, (che ad oggi, si
insiste prosaicamente, a chiamare “brigantaggio”) che la Calabria borbonica
oppose al governo torinese del neonato Regno d’Italia.
Dalla Prima, Grande Guerra, uscirono i Mussolini, i D’Annunzio ed i Fasci di
Combattimento, ma anche personaggi come Sandro Pertini e gli Arditi del
Popolo (destinati a breve vita sul proscenio della politica italiana, sic!). Quella
volta l’Italia si fece Nazione e, a conferma di questo rinnovato e radicato
senso di appartenenza, all’indomani degli accordi di Parigi e di Berlino, di
fronte alla tracotanza ed all’arroganza dell’americano Wilson, ma anche del
francese Clemenceau e dell’insipienza del britannico Lloyd George, sulla
questione delle promesse di concessioni territoriali all’Italia, tra cui quella
irrinunciabile di Fiume, con uno spontaneo atto di forza guidato da
D’Annunzio e da alcuni esponenti del Regio Esercito, ma anche da altri
settori del nazionalismo italiano, Fiume venne occupata.
In barba a tutti quegli equilibri diplomatici, a quelle prudenze mediatorie, a
quei distinguo ed a quegli atteggiamenti di irrisoria sufficienza che, sino a
quel momento, avevano caratterizzato l’atteggiamento delle varie Potenze in
campo con l’Italia. Quello di Fiume, fu l’episodio apicale, il punto di massimo
consenso e di incontro del consenso nazionale attorno ad un tema comune,
probabilmente mai registrato nella storia italiana. D’Annunzio, De Ambris, ma
anche Marinetti, Mussolini, Gramsci e gli ambienti legati al nascente
socialismo marxista, al pari di quelli espressione dell’insurrezionalismo
anarchico, appoggiarono e condivisero senza riserve l’impresa fiumana, la
Carta del Carnaro e le istanze che ne stavano alla base. Una Rivoluzione
mancata, conclusa nel famoso “Natale di sangue” del 1920, sostituita da
un’altra Rivoluzione, quella Fascista, anch’essa sostenuta da un forte
consenso popolare, che non sarebbe però mai arrivato ai livelli di quello per
l’impresa fiumana.
La Grande Guerra, quale fucina di un rinnovato senso di appartenenza
nazionale, ma anche quale evento ben interpretabile sotto due ottiche
opposte ma, in qualche modo, collimanti. Partendo dall’assunto base che la
Prima Guerra Mondiale fu il punto d’arrivo di un processo storico iniziato con
la Rivoluzione Francese ed i Risorgimenti Europei, essa può esser vista
come il tragico atto finale della metastorica e geopolitica ambizione delle
Potenze marinare e mercantili (Gran Bretagna ed Usa in primis, seguite dalla
Francia…) di eliminare dallo scenario geopolitico quegli Imperi che, ad Est
come ad Ovest avevano, per troppo tempo, mantenuto una funzione
stabilizzatrice sul “kontinentalblock” euro- asiatico, frenando l’impetuosa
espansione dell’economia capitalista globale, sorretta da un vertiginoso
sviluppo tecnologico.
Due visioni del mondo opposte, l’ecumene imperiale della vecchia Cacania e
dell’Impero Ottomano, poste lì a frenare i sussulti di una Modernità
sovversiva, fatta di idee liberali e materialiste centripete volte a distruggere un
equilibrio che gli accordi di Vienna, sembravano voler sancire per i secoli a
venire. Il Primo Conflitto Mondiale rappresenta, pertanto, il crollo finale
dell’ultimo residuo di un mondo impostato sull’autorità degli ordinamenti
tradizionali, Impero e Monarchia. Al suo posto una congerie di contesti
nazionali o multinazionali, sempre più soggetti alle capricciose e volubili
volontà dei mercati e dei loro burattinai.
Ma, a ben vedere, quella stessa narrazione idelogica di cui abbiamo poc’anzi
illustrato i tratti salienti, potrebbe esser tranquillamente capovolta e portare, di
presso, alle stesse conclusioni poc’anzi illustrate. La Rivoluzione Francese ed
i vari Risorgimenti sorsero non tanto, in qualità di sovversive agitazioni, volte
a cancellare l’autorità della Tradizione, quali portabandiera di un marcio
modernismo ma, al contrario, esse furono la risposta ad un plurisecolare
processo di decadenza che, proprio quei tanto blasonati ordinamenti
tradizionali, esprimevano e cioè Chiesa, Impero e Monarchia.
A seguito di una plurisecolare contesa tra Ecclesia ed Imperium, che aveva
notevolmente indebolito e fiaccato la costruzione geopolitica del Sacro
Romano Impero, l’Europa tutta si era stabilizzata attorno ad una realtà fatta di
Monarchie nazionali ed Imperi, che vedeva contrapposte le prime (Inghilterra,
Francia, Spagna ed altre) in quanto costruzioni nazionali dotate di maggior
omogeneità etnica, ai secondi, incarnati dalla monarchia Asburgica ed in
seguito Austro-Ungarica, l’Impero Russo e lo Stato Ottomano,
prevalentemente multietnici. Abitati da popoli che, sotto la spinta delle istanze
identitarie espresse dal Romanticismo, tutte coniugate all’insegna della
riscoperta delle radici, cominciarono a spingere per vedere riconosciuti i
propri diritti di nazioni, gli Imperi si dimostrarono presto inattuali e non adatti a
stare al passo con le nuove istanze espresse da una Modernità che, non
sempre nascevano all’insegna del percorso ideologico tracciato
dall’Illuminismo, anzi.
Se le tre Rivoluzioni di inizio Modernità, inglese, americana e francese,
avevano scosso gli equilibri di un mondo sclerotizzato attorno ad ordinamenti
incapaci a stare al passo con i tempi, il percorso ideologico tra il 18° ed il 19°
secolo, rappresentò una deviazione dalle iniziali coordinate ideologiche
illuministe. Il Positivismo, il Liberalismo, lo stesso Utopismo, furono ben
presto affiancati da fenomeni di più radicale ed intensa portata ideologica. Il
nostrano insurrezionalismo liberale, che accompagnò l’inizio del nostro
Risorgimento dovette, ben presto, fare i conti con l’insurrezionalismo
repubblicano mazziniano, in Germania con il nascente marxismo, mentre in
Francia Proudhon e Blanqui, durante l’esperienza della comune del ‘ 48 si
fecero portatori di un ideale di socialismo che debordava notevolmente da
quello espresso in quegli stessi anni da Marx ed Engels, finendo con
l’innestare con costoro una polemica, ad oggi, rimasta insoluta.
Ma, a dare la stura ad un qualcosa di nuovo ed inaspettato, furono le istanze
vitaliste di Schopenauer, Nietzsche e Stirner che andarono a confluire in una
visione di sintesi che trovò in George Sorel, e nel suo anarco-sindacalismo,
una sintesi perfetta. Uno scenario questo, che fece da contorno e propellente
ad un repubblicanesimo e ad un senso dell’appartenenza che, sempre più
lontani andavano facendosi dalle istanze di un Rosmini, di un Gioberti o di un
Cavour e sempre più andavano in direzione di quel futuristico Interventismo,
che, inteso nella sua più completa accezione di paradigma esistenziale, ebbe
nelle istanze dei Corradini, dei Federzoni, dei Salvemini, ma anche dei
D’Annunzio, dei Marinetti dei Mussolini e dei Michele Bianchi (e dei suoi
Fasci di Azione Internazionale, sic!) gli esponenti più in vista.
La Grande Guerra fu allora vista come Guerra di Liberazione, in primis da
quello stato di minorità in cui la giovane nazione italiana era, in quegli anni,
relegata. La stessa vicenda risorgimentale, nel massiccio e provvido aiuto
britannico ai garibaldini, rientrava in uno scenario geopolitico animato dalla
necessità della Gran Bretagna di fare della neonata Italia la sentinella ai
propri interessi nel Mediterraneo, proprio in concomitanza con la costruzione
del canale di Suez, che avrebbe fatto del Regno Unito, il controllore della
maggior parte delle rotte del commercio mondiale.
Voglia di rivalsa, senso di identità, istanze di annessione territoriale, in
un’epoca di potente sviluppo industriale e di domini coloniali europei,
spinsero l’Italia ad abbandonare la bismarckiana Intesa con Austria e Reich
germanico, in favore dell’alleanza con quelle talassocratiche Potenze che,
nell’intenzione dei governi d’allora, avrebbero dovuto concederci chissà quali
domini. Ma le cose non andarono proprio così. Il Globalismo mostrò il suo
vero volto, infido e traditore e fu Fiume e tutto quel che venne dopo.
Ovverosia la fine dell’Italia e dell’Europa ed il progressivo estendersi del
dominio del Liberal Capitalismo, a livello globale, anche sulla pelle di quelle
stesse potenze che ne avevano così tanto, caldeggiato l’ascesa.
Ed allora, visto come sono poi andate le cose, chi aveva ragione? I
Metternich ed i De Maistre o Mazzini, Garibaldi e Proudhon? Domanda
provocatoria ma che, non può esimerci da una considerazione sulla direzione
e sulla costitutiva doppiezza ed ambiguità del destino dell’Occidente, oggi
come non mai, in bilico tra un suicida asservimento al dominio dell’elemento
Tecno Economico sull’umano e tra il suo rovesciamento a favore di un nuovo
tipo di oltre-uomo, grazie a quella Techne a lui resa nella sua primigenia
veste di sacro strumento di perfezionamento individuale. Ed allora, nel nome
della ontologica doppiezza che caratterizza la vicenda d’Occidente tutto, a
proposito della nostra domanda poc’anzi formulata, non possiamo non
affermare la fondamentale giustezza di ambedue le posizioni, conservatrice e
rivoluzionaria, in attesa di quella sintesi tra polarità opposte, che sola può
farci sperare nel ritorno e nel riscatto dell’Europa e dell’Occidente.
UMBERTO BIANCHI
UMBERTO BIANCHI
martedì 13 novembre 2018
L’amico ritrovato
L’amico ritrovato
http://www.iisviasarandi.it/site/component/phocadownload/category/35-classi-prime.html?download=102:l-amico-ritrovato
http://www.iisviasarandi.it/site/component/phocadownload/category/35-classi-prime.html?download=102:l-amico-ritrovato
lunedì 12 novembre 2018
domenica 11 novembre 2018
venerdì 9 novembre 2018
giovedì 8 novembre 2018
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