giovedì 31 ottobre 2019
mercoledì 30 ottobre 2019
martedì 29 ottobre 2019
LE ELEZIONI IN UMBRIA. UN COMMENTO “A FREDDO”.
Ho appositamente aspettato di pronunciarmi sul risultato delle amministrative
in Umbria, proprio per evitare di gettarmi alla rinfusa su quei facili entusiasmi ai
quali, troppo spesso poi non fa seguito una più che adeguata, azione. Quello delle
elezioni in Umbria, è un risultato che parla chiaro.
A perdere non è stata solo una fazione politica anziché un’altra, ma una visione
del mondo che, alla prova dei fatti, ha inequivocabilmente dimostrato di esser
perdente senza appello. Quando un modello politico, genera inefficienza,
corruzione, malessere sociale, degrado. Quando quel modello ha avuto a
disposizioni decenni per dimostrare la propria capacità di interagire con la
realtà circostante e non è riuscito nello scopo. Quando, invece di ammettere i
propri errori e pur di rimanere attaccati ad una poltrona, si butta coerenza e
dignità alle ortiche, preferendo innaturali alleanze con chi, sino a pochi istanti
prima, era considerato il demonio, o quasi. Quando tutte queste ragioni si fanno
evidenti agli occhi di un’opinione pubblica, stanca ed esasperata da parole,
promesse vuote ed inani, allora questi sono i risultati.
Quello d’Umbria è stato un primo, sostanzioso assaggio di democrazia diretta,
(quella vera, però, non quella da piattaforma digitale alla penta stellata, sic!), che
sembra far da preludio a quello che potrebbe accadere in un prossimo futuro, a
livello nazionale. La lezione che da questo risultato esce fuori, inequivocabile, è
che, chi sbaglia paga e che oramai, in democrazia, nessuno è più eterno, nel
senso che è finita l’era della statica impunità, di cui hanno goduto le forze
politiche dei decenni passati. Il mondo gira ed anche in fretta. Quel che prima
valeva oggi non vale più, quando si fa carico di una malafede e di un’incoerenza
che oggi, sempre meno pagano, anzi. Non c’è giorno che qualche esponente della
classe nostrana politica, non venga colto in flagrante a rubare, corrompere o ad
“impicciare”, al di là di schieramenti o appartenenze.
Il mondo gira. E coloro che prima si ammantavano di rivoluzionaria purezza,
oggi si scoprono schierati fianco a fianco con quello stesso Sistema (con la “s”
maiuscola...) che loro dicevano di voler combattere, andando a perdere il
confronto con la Storia e destinandosi così all’insignificanza. Il neoliberismo
progressista ed il Globalismo hanno fallito e stanno fallendo in grande scala.
Rivolte, guerre, degrado umano ed ambientale, ci mettono innanzi alla necessità
della costruzione di un modello “altro” da contrapporre a questi signori ed alle
loro, sempre più vane giaculatorie di ipocrita buonismo.
Matteo Salvini, ha dimostrato delle inusitate capacità di leadership politica ma,
ora più che mai, tocca ad un intero schieramento, ispirato a sovranismo ed
identitarismo, farsi movimento e dar vita ad un lavoro orizzontale “di squadra”,
in grado di dar corpo e di render durature quelle istanze espresse dalle urne che,
altrimenti, rischiano di scadere nel binario senza uscita del qualunquismo. Ora
più che mai, non ce lo dimentichiamo, gli sbagli si pagano, senza appello, da
destra, da sinistra o da qualunque altra posizione vengano commessi. Né
tantomeno, si può sperare che un intero Sistema di potere si lasci impunemente
metter con le pive nel sacco, “sine ulla dicere”.
Coerenza e decisione, unite a chiarezza di vedute e lavoro di squadra,
costituiscono la formula vincente per affrontare la sfida che ci attende. Intanto,
senza sosta, proseguono gli sbarchi sulle nostre coste, il crimine imperversa, le
nostre città sono strangolate da traffico e degrado urbano, i cittadini sono
oberati da tasse, spese e balzelli su balzelli, accanto ad una burocrazia ottusa,
mentre, più che mai, la sanità pubblica continua a non funzionare...Questi, sono
solo alcuni dei problemi che dovranno essere risolutamente affrontati da chi
dovrà prossimamente (speriamo...) succedere agli attuali, inetti responsabili,
della gestione della nostra amata e sfortunata “res publica”.
UMBERTO BIANCHI
lunedì 28 ottobre 2019
GIUOCO AL MASSACRO.
Ai più potrà sembrare paradossale, ma al confine tra Siria e Turchia, chi sta
nuovamente giuocando sulla pelle di chi, sino all’altro giorno ha combattuto lo
Stato Islamico di Daesh, è proprio chi, a parte le chiacchiere, ha tutto l’interesse a
risvegliarne le mai sopite potenzialità destabilizzatorie. Quel “chi”, sono gi Usa di
Trump e quei centri del potere globale, che vedono di malocchio la
stabilizzazione, sia pur traballante e provvisoria, della Siria e dell’intera area
medio-orientale.
Gli Stati Uniti non hanno mandato giù l’intervento russo a fianco di Assad, né
tantomeno le vittorie dei combattenti Curdi, sin troppo laici e mal disposti a
sopportare domini di qualunque tipo, occidentali inclusi. Con una mossa
repentina,senza preavviso, Trump ha abbandonato a sé stessi i Curdi, nel nome
della sotttaciuta speranza di veder l’Isis rialzare la testa. Sì, perché, sotto sotto,
quelli dell’Isis sono più manovrabili di quei Curdi che, invece, sempre più
assieme alla Siria di Assad, vanno facendo comunella con gli interessi
geostrategici della Federazione Russa.
Gli Usa hanno dalla loro, al di là di minacce dal sapore retorico, un rapporto di
stretto partenariato geo strategico con la Turchia e di quello stretto del Bosforo,
dal quale possono un’azione di condizionamento geopolitico sia nei riguardi
della Russia di Putin che dell’intero asse del Mediterraneo orientale e delle
regioni del vicino oriente. Con altrettanta ipocrisia, Trump va ora cianciando di
sanzioni anti turche, ben sapendo che, anche se e qualora esse passassero,
arriverebbero a frittata compiuta.
Usare e poi scaricare i propri alleati, quando comodo non fanno più: questa è da
sempre stata la politica estera Usa e poco importa, come stavolta, che a morire
siano, ancora una volta, tanti, troppi innocenti. Il sogno di una Siria frammentata,
divisa in tanti piccoli potentati tribali, religiosi e politici, continua ad esercitare
le sue suggestioni sul Presidente-tycoon. Siria divisa, significa instabilità e
guerre ed anzitutto, business per le grandi corporation di venditori di armi
americane, ma significa pure tagliar sempre più fuori Iran, Russia e Cina
dall’area e far estendere l’influenza dell’ Arabia Saudita e degli altri stati-satellite
filo occidentali, Turchia in primis, sull’intero quadrante. Ed assicurarsi, una volta
di più, il dominio delle rotte dell’approvvigionamento energetico petrolifero
globale.
Quella contro i Curdi, va rivelandosi per quello che è, in verità: una guerra a
conduzione occulta Usa e Nato, sempre sotto tutela globalista, al fine di
sparigliare le carte alla Federazione Russa e gettare nuovamente l’Europa nel
caos. Ora più che mai, sarebbe necessaria una risposta forte italiana ed europea.
Ma l’Europetta del circo equestre di Bruxelles, oltre che a dare in testa a chi non
si allinea ai suoi diktat, prosegue nella politica delle sanzioni a quella Russia che,
sorpresa, ha invece, a sua volta, sparigliato tutti i giochetti atlantisti, attraverso
il recente accordo di Soci tra il turco Erdogan Ed il Presidente russo Vladimir
Putin. I confini turco siriani ora passano sempre più sotto il controllo russo,
mentre l’America si ritrova d’improvviso sempre più isolata nella intera regione.
Con l’aggiunta di avere ora un nemico in più: proprio quei Curdi che, nell’aiuto
Usa avevano tanto sperato ed ora si ritrovano divisi tra la tutela di Russia e Siria,
con la Turchia alle calcagna...
Una cosa che il popolo curdo non dimenticherà e che renderà sempre più ostica
e difficoltosa la presenza Usa nella regione. Scherzi della Storia, dovremmo dire,
ma, come recita l’antico adagio, chi la fa l’aspetti....Il tutto mentre il ruolo
dell’Europetta circense di Bruxelles da insignificante, va facendosi nullo. Migliaia
di prigionieri Isis, di carogne tagliagola con tanto di familiari al seguito, sembra
siano stati dai Curdi rilasciati ed ora potrebbero nuovamente riversarsi da noi,
in Europa. Tanto i nostri governi buonisti, tanto desiderosi di “risorse”, non
desidererebbero altro. Se poi qualche ragazzina dovesse finir stuprata o qualche
innocente rimetterci la pelle in qualche attentato, poco male! Sarà stata colpa del
“disagio” arrecato alle deboli menti delle nostre povere “risorse”, da questa
società ingiusta.
Ironie a parte, oggi sempre più, la Federazione Russa va assumendo quel ruolo
di prima linea nel contrasto alle mire atlantiste e globaliste, che invece avrebbe
dovuto assumere “illo tempore” la parodistica “Comunità Europea”, intenta a
spendersi in esercizi di contorsionismo buonista. Ma, come abbiamo già visto, la
Storia può fare strani scherzi. Qua e là per il mondo, ritornano a soffiare venti di
rivolta contro un ordine globale che, a detta dei trionfalismi dell’ultima ora , ha
fallito e continua a fallire, in qualunque veste ideologica si presenti, di destra o
sinistra che dir si voglia...Una occasione in più per ribadire e rinforzare la nostra
volontà e quella dei popoli europei di iniziare a voltare decisamente pagina, per
andare “oltre” tutti quei vecchi schemi che stanno sempre più impoverendo ed
immiserendo le nostre splendide patrie.
UMBERTO BIANCHI
nuovamente giuocando sulla pelle di chi, sino all’altro giorno ha combattuto lo
Stato Islamico di Daesh, è proprio chi, a parte le chiacchiere, ha tutto l’interesse a
risvegliarne le mai sopite potenzialità destabilizzatorie. Quel “chi”, sono gi Usa di
Trump e quei centri del potere globale, che vedono di malocchio la
stabilizzazione, sia pur traballante e provvisoria, della Siria e dell’intera area
medio-orientale.
Gli Stati Uniti non hanno mandato giù l’intervento russo a fianco di Assad, né
tantomeno le vittorie dei combattenti Curdi, sin troppo laici e mal disposti a
sopportare domini di qualunque tipo, occidentali inclusi. Con una mossa
repentina,senza preavviso, Trump ha abbandonato a sé stessi i Curdi, nel nome
della sotttaciuta speranza di veder l’Isis rialzare la testa. Sì, perché, sotto sotto,
quelli dell’Isis sono più manovrabili di quei Curdi che, invece, sempre più
assieme alla Siria di Assad, vanno facendo comunella con gli interessi
geostrategici della Federazione Russa.
Gli Usa hanno dalla loro, al di là di minacce dal sapore retorico, un rapporto di
stretto partenariato geo strategico con la Turchia e di quello stretto del Bosforo,
dal quale possono un’azione di condizionamento geopolitico sia nei riguardi
della Russia di Putin che dell’intero asse del Mediterraneo orientale e delle
regioni del vicino oriente. Con altrettanta ipocrisia, Trump va ora cianciando di
sanzioni anti turche, ben sapendo che, anche se e qualora esse passassero,
arriverebbero a frittata compiuta.
Usare e poi scaricare i propri alleati, quando comodo non fanno più: questa è da
sempre stata la politica estera Usa e poco importa, come stavolta, che a morire
siano, ancora una volta, tanti, troppi innocenti. Il sogno di una Siria frammentata,
divisa in tanti piccoli potentati tribali, religiosi e politici, continua ad esercitare
le sue suggestioni sul Presidente-tycoon. Siria divisa, significa instabilità e
guerre ed anzitutto, business per le grandi corporation di venditori di armi
americane, ma significa pure tagliar sempre più fuori Iran, Russia e Cina
dall’area e far estendere l’influenza dell’ Arabia Saudita e degli altri stati-satellite
filo occidentali, Turchia in primis, sull’intero quadrante. Ed assicurarsi, una volta
di più, il dominio delle rotte dell’approvvigionamento energetico petrolifero
globale.
Quella contro i Curdi, va rivelandosi per quello che è, in verità: una guerra a
conduzione occulta Usa e Nato, sempre sotto tutela globalista, al fine di
sparigliare le carte alla Federazione Russa e gettare nuovamente l’Europa nel
caos. Ora più che mai, sarebbe necessaria una risposta forte italiana ed europea.
Ma l’Europetta del circo equestre di Bruxelles, oltre che a dare in testa a chi non
si allinea ai suoi diktat, prosegue nella politica delle sanzioni a quella Russia che,
sorpresa, ha invece, a sua volta, sparigliato tutti i giochetti atlantisti, attraverso
il recente accordo di Soci tra il turco Erdogan Ed il Presidente russo Vladimir
Putin. I confini turco siriani ora passano sempre più sotto il controllo russo,
mentre l’America si ritrova d’improvviso sempre più isolata nella intera regione.
Con l’aggiunta di avere ora un nemico in più: proprio quei Curdi che, nell’aiuto
Usa avevano tanto sperato ed ora si ritrovano divisi tra la tutela di Russia e Siria,
con la Turchia alle calcagna...
Una cosa che il popolo curdo non dimenticherà e che renderà sempre più ostica
e difficoltosa la presenza Usa nella regione. Scherzi della Storia, dovremmo dire,
ma, come recita l’antico adagio, chi la fa l’aspetti....Il tutto mentre il ruolo
dell’Europetta circense di Bruxelles da insignificante, va facendosi nullo. Migliaia
di prigionieri Isis, di carogne tagliagola con tanto di familiari al seguito, sembra
siano stati dai Curdi rilasciati ed ora potrebbero nuovamente riversarsi da noi,
in Europa. Tanto i nostri governi buonisti, tanto desiderosi di “risorse”, non
desidererebbero altro. Se poi qualche ragazzina dovesse finir stuprata o qualche
innocente rimetterci la pelle in qualche attentato, poco male! Sarà stata colpa del
“disagio” arrecato alle deboli menti delle nostre povere “risorse”, da questa
società ingiusta.
Ironie a parte, oggi sempre più, la Federazione Russa va assumendo quel ruolo
di prima linea nel contrasto alle mire atlantiste e globaliste, che invece avrebbe
dovuto assumere “illo tempore” la parodistica “Comunità Europea”, intenta a
spendersi in esercizi di contorsionismo buonista. Ma, come abbiamo già visto, la
Storia può fare strani scherzi. Qua e là per il mondo, ritornano a soffiare venti di
rivolta contro un ordine globale che, a detta dei trionfalismi dell’ultima ora , ha
fallito e continua a fallire, in qualunque veste ideologica si presenti, di destra o
sinistra che dir si voglia...Una occasione in più per ribadire e rinforzare la nostra
volontà e quella dei popoli europei di iniziare a voltare decisamente pagina, per
andare “oltre” tutti quei vecchi schemi che stanno sempre più impoverendo ed
immiserendo le nostre splendide patrie.
UMBERTO BIANCHI
domenica 27 ottobre 2019
IMMIGRAZIONE: ALLE ORIGINI DI UN PROBLEMA.
C’ è chi dice che, quello delle cosiddette migrazioni, è un inarrestabile fenomeno
storico; una specie di nemesi che fa pagare alla ricca e benestante Europa i
peccati di un passato coloniale e dunque, giù con buonismi, accettazioni,
solidarietà a iosa, alla cieca. C’è invece, chi, nel fenomeno, vede un’invasione che
mette a pericolo il proprio benessere ed il proprio quieto vivere e pertanto,
preconizza una chiusura tout court delle frontiere. C’è poi, chi dice che
“immigrazione sì, ma sino ad un certo punto”; ovvero più controlli alle frontiere,
ma sino ad un certo punto, tanto per non turbare la propria perbenistica
coscienza. Tutti e tre questi atteggiamenti, non portano da nessuna parte e
lasciano aperto il problema, in quanto difettano di un’analisi di base, senza la
quale , non si potrà mai effettuare una corretta lettura del fenomeno. La mia
generazione ha vissuto, dagli anni’60, sino alla metà degli anni ’80, all’insegna
della litania dell’autodeterminazione del Terzo Mondo. Erano gli anni ruggenti
del guevarismo, delle rivolte giovanili, ma anche del blocco dei “non-allineati”,
ovverosia di tutto quell’assieme di nazioni del Terzo Mondo che, fresche di
decolonizzazione dall’odioso Occidente, avevano deciso di non farsi mettere
sotto tutela da nessuno dei due allora grandi blocchi geopolitici, animati da
altrettante narrazioni ideologiche occidentali, ovverosia gli Usa capitalisti e
l’Urss marxista. La Cina maoista, l’India di Indira Gandhi, l’Indonesia di Suharto,
al pari di molte nazioni dell’Africa e dell’America Latina, aderirono
entusiasticamente all’idea di poter costruire modelli di sviluppo, adeguando i
parametri delle ideologie occidentali, alle realtà locali. Furono i ruggenti anni
dell’Egitto populista di Nasser e della Rau, delle rivendicazioni dell’Olp
palestinese, delle suggestioni del Peronismo argentino e del Sandinismo in
Nicaragua, del modello di Nkrumah in Guinea, di Kenneth Kaunda in Zambia.
Erano anni di rivolta e guerriglia, ma anche di crescita improvvisa ed impetuosa
di molti paesi del Terzo Mondo. Paesi come Brasile, Argentina, Venezuela,
Messico, ma anche Libano, Sud Africa, Costa d’Avorio, al pari di molte altre
nazioni del Terzo Mondo, conobbero una crescita che sembrava preconizzare
per gli anni a venire, il sorpasso economico della vecchia e stanca Europa e la
creazione di un solido bastione geopolitico ed economico alle aspirazioni
imperialiste in primis degli Usa e secondo poi, di quell’Unione Sovietica che da
paesi come la Jugoslavia titoista o dall’Albania maoista di Enver Hoxha, aveva
ricevuto i primi calci in bocca. Al di là di slogan, banalità e menzognere
distorsioni, non pochi giovani di quell’area della destra radicale, spesso accusata
di ottusità e di esser portatrice di un becero razzismo, accarezzarono con
simpatia ed interesse il progetto di un blocco “terzaforzista”, che vedesse una
sinergia tra l’emergente Terzo Mondo non allineato ed un’ Europa che, a detta
delle parole di un Jean Thiriart, si sarebbe dovuta estendere dall’Atlantico agli
Urali, nel nome di un rinnovato Stato imperiale. Anni di kefiah e kalashnikov,
anni di aspirazioni nazionaliste e di toni forti che, ben presto, si spensero
davanti alla dura realtà di un debito estero che cresceva a dismisura. La
corruttela delle classi dominanti, sempre più asservite ai centri di potere
economico e finanziario globale,unite ad una manifesta incapacità a gestire quei
tanto impetuosi cambiamenti, determinarono il “default” del sogno
terzomondista. Furono i difficili ’80 e ’90, furono gli anni delle moratorie dei
debiti esteri, dei ricatti e dei definitivi asservimenti ai diktat di quell’Fmi,
divenuto ancor più potente, grazie alla caduta del fatidico Muro. Grazie a
quell’evento, molte nazioni del Terzo Mondo, furono costrette ad adottare le
ricette neoliberiste dei Chicago Boys di Rudiger Dornbsuch e compagnia bella,
che accelerarono non poco il disastro. Se, da una parte, è vero che la cosiddetta
“immigrazione” è frutto di questa situazione, dall’altra, in base a questa
considerazione, è necessario effettuare un più che doveroso e necessario
chiarimento. Nella stramaggior parte dei casi, quello della cosiddetta
“immigrazione”, è un fenomeno indotto, eterodiretto. Andrebbe anzitutto
ricordato che, sino a poco tempo fa e ad oggi ancora, la maggior parte degli
abitanti di questi paesi aveva una scarsissima e pressoché nulla conoscenza del
Primo Mondo, se non un generico e vago affastellarsi di immagini e racconti. Con
l’arrivo dei mezzi di comunicazione e della rivoluzione informatica, tale livello di
conoscenza è aumentato in maniera assolutamente irrilevante. Molti di questi
paesi hanno vissuto per lo più all’interno di vere e proprie “cortine di ferro” di
natura politica ed economica, per cui, raggiungere Europa o Nord America, era
ed è, ad oggi, per un abitante del Terzo Mondo molto difficile ed oltremodo
dispendioso. A svolgere un ruolo principe in questa storia, sono state e sono,
tuttora, tutte quelle organizzazioni “umanitarie”, o presunte tali, dalle varie Ong,
all’Onu ed alla Fao, alle missioni cattoliche ed evangeliche, alle rappresentanze
di alcune multinazionali, che hanno negli anni svolto una mefitica opera di
persuasione occulta tra queste popolazioni, facendo loro balenare l’idea che il
Primo Mondo fosse il paradiso in terra, una specie di Bengodi, in cui avrebbero
potuto vivere e prosperare senza problema alcuno. A questa silenziosa opera di
indottrinamento, ne è seguita una ulteriore, ancor più deleteria e criminale:
quella della vera e propria organizzazione di “viaggi della speranza”, in gran
parte foraggiati da quelle medesime menti, che fanno trovare ai “profughi” in
gommone, delle imbarcazioni di fronte alle coste libiche o in pieno
Mediterraneo, pronte ad accoglierli ed a traghettarli, a mò di taxi, verso gli italici
lidi, tanto per cambiare. Il problema, dunque, non sta all’arrivo in pieno
Mediterraneo, bensì in quel del Terzo Mondo, ove loschi figuri si muovono per
persuadere, istigare masse di illusi, sbandati, criminali d’ogni sorta e risma ed
organizzare per costoro, grazie ad occulti sponsor, i famosi “viaggi della
speranza”. In base a quali prove, effettuiamo queste considerazioni? Anzitutto, la
maggior parte dei livelli di reddito, di determinate aree del Terzo Mondo, non
permettono di poter impunemente pagare cifre che vanno dai tremila ai
cinquemila dollari come nulla fosse. Pertanto, è inutile girarci attorno, siamo di
fronte ad una precisa volontà politica, volta a fomentare ed a foraggiare
l’immigrazione. Fondazioni cosiddette “no profit”, Ong ad alto livello ed i loro
coordinatori, tra cui molti nomi sconosciuti ma, su tutti uno arcifamoso, il solito
immarcescente George Soros, brigano per fare dell’Europa e dell’Occidente
intero, un mercato di poveri schiavi, diseredati e sfruttati, atti a consumare
codinamente tutto ciò che a loro venisse offerto. Prove per queste asserzioni? I
racconti dei “rifugiati”, anzitutto. Seguiti dalle testimonianze e dai troppi “si
dice” di una variegata umanità: si va dall’operatore economico europeo in loco, a
qualche funzionario di ambasciata, non senza passare per quegli stessi operatori
umanitari in buona fede, sino a qualche rappresentante della stampa estera o
locale; tutte fonti la cui attendibilità viene subito messa a tacere dal muro di
silenzio che i media “embedded” gettano su queste storie. Non sappiamo
esattamente quante persone tra i rappresentanti delle categorie che abbiamo
poc’anzi citato, siano state uccise per quel che sapevano o stavano per rivelare.
Fatte sovente passare per vittime del terrorismo, di qualche criminale comune,
di una mina antinuomo o di strani e mai verificati incidenti, questa silenziosa
massa di testimonianze, deve ancora fuoruscire dal forzoso anonimato, in cui
sono state relegate. Ed a riprova che, in tutto questo, “gatta ci cova”, la strana
impunità di cui le Ong godono. La violazione del confine di un Paese, il far
entrare persone senza passaporto, il sostituirsi praticamente alla pubblica
autorità, costituiscono dei flagranti “vulnus” all’integrità territoriale di uno stato,
ma tant’è. Tutto Tace. Il problema, come si può vedere, è molto più esteso di
quanto si potrebbe credere e dovrebbe prevedere una serie di soluzioni ad
ampio respiro e non solo timidi e goffi tentativi. Il blocco navale sì, ma anche una
più decisiva azione contro chi, come il famigerato Fmi, continua a strangolare
questi paesi, proponendo delle suicide ricette economiche. Secondo poi. Non si
possono continuare a mandare soldi a raggiera per cooperazioni e pagliacciate
varie, a paesi caratterizzati da paurose sperequazioni sociali. Ove i soldi arrivano
ai pochi ricchi, che li utilizzano per scatenare orride guerre etniche o per
metterseli al riparo in Svizzera, lasciando i propri paesi in braghe di tela. Altra
nota dolens. Non si può permettere a paesi come Cina, Francia o Usa di
comperarsi interi continenti , come nel caso dell’Africa e spingere le popolazioni
locali all’abbandono delle proprie terre. Una politica di dure sanzioni e di
rinnovato protezionismo, scoraggerebbe certe forme di colonialismo economico
e finanziario. Un’ Europa “altra”, un’unione di nazioni libere e decise, dovrebbe
però, affacciarsi sul proscenio. Un’Europa che sappia battere il pugno sul tavolo.
E tanto per guardare alle cose di casa nostra. Se un auspicabile blocco navale,
potrebbe avere i suoi effetti nell’immediato, ancor più potrebbero dei mezzi di
dissuasione economica come, per esempio l’idea dell’introduzione di una bella e
pesante tassa sull’immigrazione da far pagare ai “migrantes”, oltrechè a chi da
loro lavoro. Una seconda iniziativa, ancor più incisiva nel medio e lungo termine,
sarebbe quella di far proibire il business dell’uscita del denaro dei “migrantes”,
verso i paesi d’origine. Se gli slogan urlati e le parole forti, sortiscono un effetto
molto limitato, il più delle volte reso inefficace dal pronto intervento delle
prefiche del buonismo d’accatto, senza urli né strilli, con determinate iniziative,
toccando ciò che per certe persone è più sacro e cioè il portafoglio, “immigrare”
qui da noi, potrebbe divenire un affare davvero poco conveniente e molto anti
economico. Tutto questo, per rispondere a quelli che cerca ancora di convincere
qualcuno della “ineluttabilità” del fenomeno “migratorio”, oppure a tutti coloro
che ci parlano di un’ immigrazione “controllata”. Non finiremo mai di dirlo:
l’immigrazione fa il gioco del grande capitale finanziario e depriva il Terzo
Mondo delle sue migliori risorse umane, contribuendo a creare miseria,
sperequazione sociale e destabilizzazione in Europa. Libano, Bosnia, Ruanda ed
altri ancora, sono scenari oramai non più così lontani, dalla nostra quotidianità.
In Occidente il fallimento della società multietnica è sotto gli occhi di tutti:
quartieri ghetto, emarginazione sociale, criminalità, terrorismo a getto continuo,
prima unicamente da parte degli “immigrati” o dei loro figli, ora anche da parte
degli autoctoni, come a Cristchurch o l’altro giorno in quel di Halle, in
Germania...Dateci retta: siamo ancora in tempo per evitare che la Storia
d’Europa ripercorra i tragici scenari a cui, nei secoli, troppo spesso ci ha
abituato. Basta solo ritornare al buon senso ed alla chiara e lucida coscienza che,
così, non si può più andare avanti. “Historia magistra vitae”. E con questo antico
e sempre attualissimo proverbio, speriamo di sollecitare una positiva riflessione
in tutti. Anche in chi non la pensa come noi.
UMBERTO BIANCHI
sabato 26 ottobre 2019
venerdì 25 ottobre 2019
giovedì 24 ottobre 2019
mercoledì 23 ottobre 2019
Manifestare, "tanto per.."
Si è appena spento l'eco della manifestazione di massa (almeno 120.000 persone reali) di piazza San Giovanni ed è subito ripreso il tran tran della politica e della comunicazione dei media nostrani, sicuramente tra i peggiori del mondo.
Spazio alla Leopoda di Renzi, gradita al marciume di Repubblica e soci, tam tam alle fibrillazioni di Di Maio e Zingaretti, rimbombo agli ultimatum di #badoglinoConte.
S'ode a destra uno squillo di tromba (Salvini, ed ancor più la Meloni) ..
a sinistra risponde uno squillo (la maggioranza). Cosa succede, nei fatti ?
Niente, niente di niente !!
Al governo litigano ma non credo proprio sia sul serio, perlomeno non tanto da farlo cadere.
Punto d'arrivo, concordato con Mattarella e dichiarato ieri da Renzi, è quello della elezione di un presidente della Repubblica di sicura e comprovata fede ueista : tutti dicono Prodi, io credo Draghi.
Salvini punta sull' Umbria per sfrattare Conte, sapendo di dire una balla.
Pure se, come sembra, vincesse il centro destra (o meglio lui e la Meloni con quel che resta di Forza Italia) non cambierebbe nulla.
Ognuno per la propria strada ed avanti tutta !! Fino alle prossime elezioni regionali e, via di seguito, fino al 2023 ! Eh, si..si potrebbe davvero arrivare alla scadenza della legislatura senza eccessivi problemi, tranne che (dopo la elezione quirinalesca) sia Renzi a staccare la spina.
Opposizione a questa prospettiva ?
Se è quella la piazza che dovrebbe far cadere un governo, stiamo freschi !! Potevano pure essere un milione, non cambiava nulla !
La vera piazza di protesta (se non di rivolta) la vediamo oggi in tutto il mondo : Cile, Ecuador, Libano, India e Pakistan, tanto per citare .. persino Spagna e per finire ad Hong Kong.
Non importa perché e come finisce, interessa il "come" si manifesta un No vero e forte !! In Italia questo neppure esiste, sappiatelo...
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
martedì 22 ottobre 2019
lunedì 21 ottobre 2019
Ancora 'sta Brexit !!
Da oltre 3 anni tormentano la opinione pubblica italiana ed europea con l’esito del referendum popolare che si tenne il (sempre più lontano) 23 giugno 2016 e che vide “a sorpresa” (solo degli incapaci “esperti”) vincere i fautori della fine del rapporto economico e politico tra Gran Bretagna ed Unione Europea.
Da allora una serie interminabile di trattative e traccheggi vari tra la premier Theresa May, vera e propria 007 al servizio dello Ueismo, e Juncker per evitare il rispetto della volontà popolare e la attuazione della “uscita” dalla unione.
Con il necessario conforto dei voti nel parlamento britannico della maggioranza dei deputati, ueisti doc strafottuti dalla scelta degli elettori.
Con Boris Johnson è divenuto premier un convinto sostenitore della Brexit ma i numeri dei conservatori e laburisti pro ueismo sono sempre quelli e, pertanto, anche lui ha dovuto trovare un nuovo accordo con Bruxelles per risolvere la insoluta questione del “confine” tra la britannica Irlanda del Nord e la Repubblica Irlanda.
Oggi i parlamentari nordirlandesi hanno preannunciato voto contrario all’intesa e, quindi, non si sa se la Brexit verrà ulteriormente “postdatata”, facendo ridere a crepapelle tutto il mondo non solo occidentale.
Cosa posso aggiungere sinteticamente ? Che hanno totalmente ragione i nord irlandesi !!
Se Brexit è, tale deve essere : completamente fuori dalla UE e, soprattutto, dallo UEismo !!
Con tanto di confine con chi, l'Irlanda, voglia consapevolmente restare in schiavitù ..
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
domenica 20 ottobre 2019
venerdì 18 ottobre 2019
giovedì 17 ottobre 2019
martedì 15 ottobre 2019
lunedì 14 ottobre 2019
domenica 13 ottobre 2019
sabato 12 ottobre 2019
venerdì 11 ottobre 2019
giovedì 10 ottobre 2019
mercoledì 9 ottobre 2019
martedì 8 ottobre 2019
lunedì 7 ottobre 2019
Perché Trieste, la diciamo tutta ?
È scontato il profondo dispiacere per la morte dei due agenti di polizia, Pierluigi Rotta e Matteo De Menego, ammazzati dal dominicano Alejandro Meran, subito qualificato come "disagiato psichico".
Pure assodato l'invito di chi rappresenta attualmente le istituzioni ad "abbassare i toni" (ampiamente supportato dai media generalisti, Rai e SkyTg24 in testa, loro sodali nel minimizzare ed imbrogliare le carte) e "pensare solo alle vittime ed al dolore delle loro famiglie".
Eh, no ..non credo affatto si debba tacere su domande e risposte che, naturalmente e spontaneamente, sono immediatamente venute a galla non appena si è iniziata a diffondere la notizia del triste e luttuoso evento.
"Ma come è possibile che qualcuno possa, in una Questura, disarmare uno o più agenti e riuscire ad ammazzarne due, ferirne tre e poi essere ferito e catturato solo dopo una ventina di minuti" ? E "chi" ha sparato ? "Di quale nazionalità è il colpevole" ? "Perché lo ha fatto" ?? "Disagiato psichico" ? "Certificato da chi, dove e perché liberamente in circolazione" ?
Pur iniziando quasi subito a circolare su internet notizie e versioni dimostratesi maggiormente aderenti allo svolgimento dei fatti, le maggiori reti televisive e le testate online delle agenzie e dei quotidiani "di grido" hanno fornito informazioni confuse e senza "specifiche". Su SkyTg24 i vari resoconti, prima di arrivare alla attuale ricostruzione dei fatti, hanno operato in modo da non citare l'unica cosa certa al momento del luttuoso evento : che i "due fratelli" (tali denominati fino tarda sera da una ineffabile conduttrice) erano extracomunitari, esattamente dominicani !!
Mettendo invece in risalto il "disagio psichico" del presunto (lo vuole la legge) assassino. Per qual motivo ? Cosa importava a fronte della certezza dell'evento luttuoso ? Io, e certamente non da solo, ritengo importasse molto sapere la verità fin dai primi minuti.
Se i due erano stati fermati e tradotti in questura, i loro nomi erano già registrati e così la loro nazionalità.
Infatti, ben prima che Sky si degnasse di "completare" il quadro, io stesso mi sono premurato di "colmare" su Twitter (grazie a corretto ritwittaggio) quanto mancava. Certo, era troppo scorretto parlare di extracomunitario pluriassassino, in fin dei conti il povero Cerciello Rega (carabiniere disarmato) era stato massacrato da un altro straniero, pur se americano ricco.
E, particolare non trascurabile, nei giorni passati sono transitati in rete (meno che da Rai, Sky, Mediaset e La7) video con "risorse" di varia provenienza che inseguono la gente armati di machete o che prendono a pugni inermi donne ed accoltellano anziani "per diletto".
Sia mai si potesse turbare "il nuovo (vecchio) corso buonista" subito reimposto agli italiani da #badoglinoConte con il supporto della Merkel e di Macron ..
E, altra evidente stortura : chi ha certificato il "disagio psichico" del killer ?
Lo sbattano subito in galera per "incapacità professionale" !!
Ma il sospetto è che il "signor" Meran sia arrivato in questo stato da fuori (Germania ?) e, tranquillamente (si fa per dire), si sia aggirato per Trieste a far quello che più gli girava per la testa (malata ?) ..
Ultima notazione che è meglio sollevare subito, al netto della totale solidarietà con le forze dell'ordine e con i familiari delle vittime : come è stato possibile che, all'interno di una struttura protetta come una questura, un "fermato" riesca a sfilare ad un agente esperto la pistola d'ordinanza, a mettere il colpo in canna, sparare ed uccidere due agenti (impadronendosi di unaltra arma), ferirne altri 3 e "farla franca" per circa 20 minuti senza essere abbattuto a colpi di mitraglietta dai numerosissimi altri poliziotti ??
Cosa sarebbe accaduto se il "matto" avesse fatto fuoco pure sui passanti ??
Sono certo di un'altra cosa, sempre minimizzata dai media buonisti del politicamente corretto : in quel caso a finire sotto accusa sarebbero state le forze dell' ordine ..
Se avessero sparato, magari uccidendo il reo, "per eccesso nell'uso delle armi da fuoco"..
Nel caso contrario, "per non aver garantito la sicurezza dei cittadini in transito"..
Ecco, gli esempi di cui sopra spiegano come siano possibili eventi simili : poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti di custodia e persino della municipale hanno paura !!
Si, sanno benissimo di non essere tutelati dalla legge e, soprattutto, dalla "interpretazione" che i signori magistrati danno in occasione di convalide di fermi od arresti che vedono coinvolti personaggi che delinquono.
Con trattamenti di riguardo quando trattasi di extracomunitari, possibilmente di colore ..
Cercate su internet i video (ma Youtube, Facebook e social li fanno sparire) che dimostrano la timorosa azione "di contenimento" delle forze dell'ordine quando debbano affrontare "risorse" varie .. spesso credo si chiedano cosa fare per non finire in galera loro stessi !!
Con la certezza, peraltro, che i "fermati" verranno rimessi in circolazione dal magistrato di turno !!
Sono le mie delle balle e pure inopportune ?
Spero che chi legga si renda conto che non sono né l'una e neppure l'altra cosa.
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
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