martedì 31 luglio 2012
lunedì 30 luglio 2012
domenica 29 luglio 2012
QUANDO L'ECONOMIA TEORICA DISTRUGGE L'ECONOMIA REALE E L'ESPERIMENTO EURO
QUANDO L'ECONOMIA
TEORICA DISTRUGGE L'ECONOMIA REALE O MEGLIO PROVIAMO L'ESPERIMENTO EURO!!
Nel mese di marzo ricorreva il
ricordo della morte di Friedrich von Hayek, un economista di spessore della
scuola Austriaca liberalista, (da non confondere con la scuola neoliberista di
Friedmann di Chicago). La teoria in contrasto con quella di Keyness ma anche da
quella classica, fondata su principi di vero libero mercato, in cui il prezzo
si forma per condizioni del contesto e non per condizionamento da parte del
sistema sul contesto. Liberi uomini o libero mercato sopratutto libero dal
controllo di stato (degli uomini)? Un aspetto fondamentale del suo pensiero è
la critica al centralismo ed a politiche economiche centraliste che
"indipendentemente" da quale ideologie vengano sostenute (socialismo
o capitalismo non cambia) portano inevitabilmente a forme di Totalitarismo. Lo
ricordiamo perché la BCE di fatto è un prodotto centralista, con l'aggravante
che è un ente senza nessun controllo da parte di nessuno, se non solo da parte
dei "mercati" che è stato forzatamente imposto ad alcune nazioni
europee come soluzione, mentre si sta rivelando un grosso problema. Ora mentre
sarebbe naturale e razionale, comprendere e rassegnarsi di avere creato un
mostro (euro-sistema) che divora ricchezza, vite umane, e produce milioni di
tonnellate di rifiuti, con il meccanismo forzato di aumentare il PIL per calmare
la voracità di tale sistema (ecologisti delle mie scarpe svegliatevi), e quindi
muoversi per RIFORMARE LA BCE in una banca centrale al sevizio degli stati che usufruiscono
dell'euro, (per esempio facendola diventare compratore di ultima istanza) i continuatori del progetto dell'euro-genocidio
(Merkel- Draghi- Monti ecc) continuano a
spingere a far riformare le nazioni euro-assoggettate per gli usi e consumi
degli speculatori. Non è il vestito che
va comprato su misura per l'uomo, ma è l'uomo che deve dimagrire per il vestito
cosi come è stato concepito (per intenderci). Un possibile errore dei
professori universitari è quello di inseguire una teoria (generalista) e
metterla in pratica con il sangue della gente, per poi vederne verificare i
risultati. Molte teorie economiche si
sono rivelate fasulle il momento dopo che si finiva di forzare le
"condizioni" di contesto affinché dessero il risultato sperato. Come
tutte le teorie hanno il difetto del limite funzionale reale; per intenderci
sulla carta molte teorie funzionano poiché sono viste a se stanti e con
"condizioni di contesto forzate o ipotizzate, nella realtà di fatto tali
condizioni non possono essere tutte controllate e condizionate. (anche se il
capitalismo spesso, pur di affermare la sua "autorevolezza" ha
forzato non poco le condizioni di contesto (monopoli, monopsoni, oligopoli,
ecc). Il comunismo (quello di Engels-Marx) ha funzionato fintanto che si sono
forzate le condizioni di "uguaglianza imposta" del proletario
"per nascita", il liberalismo (di Friedrich von Hayek) non è mai stato attuato e
mai si potrà attuare poiché troppe forze proteggono il sistema ad auto-conservarsi
utilizzando appunto il drogaggio del mercato. Tutti i sistemi economici sono
drogati a cominciare dall'insider trading, fino allo scandalo del tasso drogato
(manipolato) del LIBOR, fino all'ultima pubblicità di guerra psicologica che
genera l'interesse su un prodotto piuttosto che un'altro. Von Hayek, nel 1912 lo
ha detto chiaramente che i "cicli di crisi sono" volutamente e
scientificamente fatte dall'artificiosa espansione monetaria che attuano le
banche. Tali cicli non sono funzionali al popolo o agli stati che utilizzano la
moneta per vivere e crescere (sviluppo) ma sono funzionali ad investimento ed
incasso in funzione solo degli azionisti delle banche. La teoria dell'utilità marginale di cui
proprio Von Hayek fu un sostenitore che lega la teoria del valore monetario al
valore della merce condizionandone il prezzo. Più uno si soddisfa della merce
desiderata, più il desidero si affievolisce svanendo, condizionandone il prezzo
(se sono già soddisfatto dopo pagherò sempre di meno quella merce). Se vogliamo
la si può vedere come saturazione del mercato. In altre parole la si potrebbe vedere come lo specchio soggettivo dell'altra
legge economica della rarità (più una cosa è rara più assume valore). Per chi
gestisce una moneta privata (come è l'euro) in un mercato della moneta (euro-sistema) ha
necessità di drogare questo mercato in continuazione per trarne profitto e non
far cadere ne l'interesse, ne il valore, al fine di trarne profitto. Le
attività per tenere questo orrore in piedi (per fortuna non per molto tempo) sono
di guerra psicologia, (chissà cosa succede se si esce dall'euro !!! il
prosciutto del salumaio che te lo deve vendere è certamente più buono), monopolio
della moneta forzato), depressioni psicologica e richiesta di sacrifici per
salvare il futuro (di chi? dell'euro a scapito degli euro-utilizzatori?).
Rarefazione monetaria (tasse, fermo dei crediti, rientri forzati) per aumentare
il desiderio (legge del marginalismo) e allo stesso tempo aumentare il valore
dell'euro (legge della rarità). Fatta dal 2002 in poi l'espansione monetaria,
oggi siamo nella seconda fase del ciclo ossia quella dell'incasso degli investimenti
(del popolo europeo non frega niente a nessuno), tutto questo tra l'altro mentre c'è una guerra con il
dollaro, comunicata da quando Saddam Hussein tento di voler comprare il
petrolio direttamente in euro (altro che moneta sovrana e libero mercato). La
guerra la sta vincendo sicuramente il dollaro nei confronti dell'euro ma questo
non significa che il dollaro (in grande digestione cinese) non sia sconfitto a
sua volta. Ci sono diverse conclusioni che si possono fare, o la moneta non è
di nessuno, oppure deve essere di tutti come sosteneva il prof Giacinto Auriti sostenendo
la proprietà popolare della moneta. Una moneta di tutti (non centralista)
diventa necessariamente una moneta locale, poiché non deve essere restituita al
sistema centrale, ma si radica e si sviluppa la dove ci sono uomini, idee, e
vita, diversamente più una moneta è centrale più impoverisce i territori che la
utilizzano per favorire l'emettitore centrale confermando la legge di Vilfredo
Pareto (80/20). La BCE poteva essere un tentativo di moneta di
nessuno, il problema che dietro quel
nessuno certamente non c'erano gli stati che hanno adottato l'euro, ma si
nascondevano i soliti noti proprietari delle banche del mondo che stanno facendo
strage del sudore della fronte e del loro lavoro degli euro-schiavi. Si possono
comprendere coloro che non conoscono i meccanismi di emissione monetaria e la
maggiori teorie economiche, ma certamente non sono giustificati molti professori universitari che
sanno esattamente come stanno le cose, e non stanno facendo niente di niente se
non solo aspettare di vedere passare sul fiume il cadavere degli europei, avranno
la coscienza sporca, quando finirà l'esperimento (perché di questo si tratta)
dell'euro-truffa. L'esperimento sta uccidendo gli "euro-schiavi", li sta
uccidendo, come un "parassita psicotico" che non si ferma fin quando
non uccide l'animale su cui si è insediato. Ma chi pagherà i danni di questo esperimento e
di questa colossale truffa? Magari anche coloro che si ostinano a prolungare
l'esperimento? Giuseppe Turrisi
sabato 28 luglio 2012
CARTELLE ESATTORIALI NULLE SE NOTIFICATE A MEZZO POSTA, ANCHE CON RACCOMANDATA A/R.
CARTELLE ESATTORIALI NULLE SE NOTIFICATE A MEZZO POSTA, ANCHE CON RACCOMANDATA A/R.
Una recente sentenza del 26 giugno 2012 ha riesumato un vecchio orientamento giurisprudenziale che sostiene la nullità delle cartelle esattoriali e delle multe che Equitalia invia a mezzo posta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
La Commissione Tributaria Provinciale di Milano n.75/26/11 per di più è giunta alla conclusione che una iscrizione ipotecaria è illegittima se Equitalia non dimostra la corretta notifica di tutte le cartelle esattoriali per cui procede.
Tale prova si ottiene solo con l'esibizione in giudizio, delle copie delle cartelle insieme alle rispettive relate di notifica da parte del concessionario della riscossione.
Con la citata sentenza i giudici affermano che se il contribuente eccepisce in giudizio la mancata notifica delle cartelle, l'onere di produrre gli atti precedenti l'iscrizione ipotecaria, ossia le cartelle esattoriali e le relative relate ricade in capo al concessionario.
La sentenza trova un senso pratico e giuridico se si considera che il concessionario della riscossione in genere si limita a produrre in giudizio solamente le relate di notifica (oppure le ricevute di ritorno delle cartelle spedite per posta), senza tuttavia produrre in giudizio copia degli atti.
Ebbene, tale comportamento se da una parte prova la ricezione di "un atto" … dall'altra parte non prova assolutamente il contenuto dell'atto stesso.
In realtà la sentenza rinnova un orientamento già espresso in passato con la seguente giurisprudenza :
- sentenza n.82/21/09 della Commissione Tributaria Provinciale di Roma;
- Sentenza n. 40/01/10 della Commissione Tributaria Provinciale di Parma;
- sentenza n.559/10 del Giudice di Pace di Campi Salentina;
- sentenza n.133/2012 della Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso;
- sentenza n.4486 del Giudice di Pace di Genova .
In particolare con la sentenza n.133/2012 depositata lo scorso 11 giugno 2012 dalla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso si afferma la totale nullità della cartella di pagamento notificata a mezzo posta e non di persona dall'ufficiale dell'ente di riscossione.
Ed infine il recepimento dell'orientamento in questione anche da parte del Giudice di Pace di Genova nella citata sentenza n.4486 del 26 giugno 2012 ha stabilito la nullità delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia via posta senza il passaggio d un messo comunale o ufficiale giudiziario … questo in ossequio al dettato dell'art.26, comma 1, del D.P.R. 602/1973 che si impone al concessionario di avvalersi dell'ausilio di uno dei soggetti indicati per effettuare le notificazioni delle cartelle esattoriali e delle multe.
Insomma ….. la notifica con raccomandata A/R effettuata da Equitalia senza il tramite degli ufficiali della riscossione o altri soggetti abilitati dal concessionario, dei messi comunali o degli agenti della polizia municipale… è causa di nullità della cartella esattoriale…
E POTETE RIFIUTARLE, DISCONOSCERLE, RINVIARLE AL MITTENTE CON LA SCRITTA NULLA.... ETC., ETC.,
POI, SE VOLETE NOI STIAMO PREPARANDO, E A GIORNI LA DEPOSITEREMO, LA DENUNCIA PENALE, PER ABUSO D'ATTI D'UFFICIO, TENTATA ESTORSIONE, TENTA TRUFFA ... E MOLTO ALTRO... dOPODICHE VERIFICHEREMO LA FATTIBILITA' DELLA RICHIESTA DI RISERCIMENTO DEI DANNI MORALI E MATERIALI...
Ciao a tutti.
Veiensfurens (alias Orazio Fergnani) - AlbaMediterranea.
Una recente sentenza del 26 giugno 2012 ha riesumato un vecchio orientamento giurisprudenziale che sostiene la nullità delle cartelle esattoriali e delle multe che Equitalia invia a mezzo posta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
La Commissione Tributaria Provinciale di Milano n.75/26/11 per di più è giunta alla conclusione che una iscrizione ipotecaria è illegittima se Equitalia non dimostra la corretta notifica di tutte le cartelle esattoriali per cui procede.
Tale prova si ottiene solo con l'esibizione in giudizio, delle copie delle cartelle insieme alle rispettive relate di notifica da parte del concessionario della riscossione.
Con la citata sentenza i giudici affermano che se il contribuente eccepisce in giudizio la mancata notifica delle cartelle, l'onere di produrre gli atti precedenti l'iscrizione ipotecaria, ossia le cartelle esattoriali e le relative relate ricade in capo al concessionario.
La sentenza trova un senso pratico e giuridico se si considera che il concessionario della riscossione in genere si limita a produrre in giudizio solamente le relate di notifica (oppure le ricevute di ritorno delle cartelle spedite per posta), senza tuttavia produrre in giudizio copia degli atti.
Ebbene, tale comportamento se da una parte prova la ricezione di "un atto" … dall'altra parte non prova assolutamente il contenuto dell'atto stesso.
In realtà la sentenza rinnova un orientamento già espresso in passato con la seguente giurisprudenza :
- sentenza n.82/21/09 della Commissione Tributaria Provinciale di Roma;
- Sentenza n. 40/01/10 della Commissione Tributaria Provinciale di Parma;
- sentenza n.559/10 del Giudice di Pace di Campi Salentina;
- sentenza n.133/2012 della Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso;
- sentenza n.4486 del Giudice di Pace di Genova .
In particolare con la sentenza n.133/2012 depositata lo scorso 11 giugno 2012 dalla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso si afferma la totale nullità della cartella di pagamento notificata a mezzo posta e non di persona dall'ufficiale dell'ente di riscossione.
Ed infine il recepimento dell'orientamento in questione anche da parte del Giudice di Pace di Genova nella citata sentenza n.4486 del 26 giugno 2012 ha stabilito la nullità delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia via posta senza il passaggio d un messo comunale o ufficiale giudiziario … questo in ossequio al dettato dell'art.26, comma 1, del D.P.R. 602/1973 che si impone al concessionario di avvalersi dell'ausilio di uno dei soggetti indicati per effettuare le notificazioni delle cartelle esattoriali e delle multe.
Insomma ….. la notifica con raccomandata A/R effettuata da Equitalia senza il tramite degli ufficiali della riscossione o altri soggetti abilitati dal concessionario, dei messi comunali o degli agenti della polizia municipale… è causa di nullità della cartella esattoriale…
E POTETE RIFIUTARLE, DISCONOSCERLE, RINVIARLE AL MITTENTE CON LA SCRITTA NULLA.... ETC., ETC.,
POI, SE VOLETE NOI STIAMO PREPARANDO, E A GIORNI LA DEPOSITEREMO, LA DENUNCIA PENALE, PER ABUSO D'ATTI D'UFFICIO, TENTATA ESTORSIONE, TENTA TRUFFA ... E MOLTO ALTRO... dOPODICHE VERIFICHEREMO LA FATTIBILITA' DELLA RICHIESTA DI RISERCIMENTO DEI DANNI MORALI E MATERIALI...
Ciao a tutti.
Veiensfurens (alias Orazio Fergnani) - AlbaMediterranea.
A PROPOSITO DI INFINITO
Eccezionale disquisizione, se cerchi la logica nelle mie risposte è molto probabile che non la trovi, ansi se la trovi comincio a preoccuparmi, per cui è giusto che tu deduca che io vada in contraddizione, ma ciò è la dimostrazione del limite della logica applicata alla natura che porta con se il germe dell'errore (come del resto hai osservato). L'errore è insito in ogni cosa, nella rappresentazione, nella percezione, nella misurazione, nelle logiche continuamente in discussione (povero Kant che tento l'esperimento nelle critica della ragion pura), perché l'errore è il tempo (visto come una dimensione a se stante e la mente non può vederlo diversamente per suoi limiti). La teoria della relatività per certi versi è la sublimazione dell'errore del tempo (errata pure lei, forse). Come ho già detto la mente è lo strumento più stupido che abbiamo per comprendere l'universo, ma ci ostiniamo ad utilizzarlo perché è l'unico che conosciamo ed è l'unico che ci hanno insegnato ad usare (al 4%) per accedere alla conoscenza. La conoscenza dell'essere arriva prima della mente, si è anche ad otto mesi nel grembo della madre senza ancora avere fatto un solo minuto di scuola. La mente è uno strumento che ci è stato dato per comprendere consapevolmente l'errore del tempo, quel granello di tempo che è la nostra vita "costretta a vivere in un spazio" che per percorrerlo ci da l'illusione del tempo. L'insieme di tutti i centimetri dell'universo non sono l'infinito, cosi come l'insieme di tutti i secondi del mondo non sono l'eternità.
La mente ragiona solo per addizioni e sottrazioni (o operatori derivati) mentre l'evoluzione diffida le leggi che tentano di fermare il tempo. La logica ha la necessità di punti fermi e di ripetibilità, ma niente si ripete, ecco anche perché il tempo è un errore dello spazio. Sia Schrödinger che Heisemberg già ne decretarono l'errore del tempo nello spazio, non certo io che non capisco nulla. Il tempo è (potrebbe essere) una sequenza di percezioni di immagini che permangono nella memoria collettiva (mente) delle persone, se la mente sparisse, se l'umanità sparisse, non c'è ricordo, quindi non c'è tempo. Non riusciamo a vedere l'esistenza se non solo attraverso la piccola finestra della mente che di fatto "genera il tempo" come errore dello spazio da vivere e trascorrere nel presente.
La vita potrebbe essere la metafora di: "Ci viene detto non si sa da chi, perché e perché in questa epoca e non in un altra, vai a farti un giro in barca, questa è la canna, (mente) e non ci viene insegnato ne ad usare la barca, ne ad usare la canna da pesca, lo scopriamo solo provando errori su errori che ci danno la sensazione del tempo, dopo che abbiamo imparato a remare e qualcuno anche a pescare, abbiamo l'arroganza, di voler capire con quegli strumenti le domande di cui sopra ossia (chi, perché, quando, dove) mentre il nostro "noi " diventa polvere lasciando l'anima allo spirito Intelligence universale, sotto per un'altra corsa. Giuseppe Turrisi
Caro Giuseppe, posto che non sono io quello che parla di altrove in quanto a definire il famoso dove della terra infernale sei stato tu, in altre parole mi stai dicendo che quelle che hai scritto non sono dettate dalla ragione bensì dall'emozione. Anche perché, diversamente, tutto il tuo ragionamento decadrebbe miseramente in quanto appunto frutto del tuo ragionamento anziché del sentimento o del presentimento. Ed è per questo che mi guardo bene dal richiedere o pretendere una spiegazione dell'inspiegabile (infinito), anche perché una spiegazione tale non potrebbe esser altro che un ossimoro; ma per lo meno spiegami perché lo spazio è un errore del tempo; poiché non lo hai spiegato e, per conto mio, la cosa più sconvolgente di tutte è proprio che se non ci fossero gli orologi non esisterebbe la concezione di mare piuttosto che montagna!!! A meno che tu non mi dica che con la misera ragione certe cose non si possono spiegare... nel qual caso vorrebbe dire che solo chi le intuisce dalle sue proprie emozioni può esserne consapevole. Ma in questo caso se ne risolverebbe che dovremmo definitivamente abbandonare la ragione per ritornare a viver come animali e, dunque, estinguerci come genere umano in ragione di non idoneità alla sopravvivenza in un mondo prettamente istintuale. Non che la cosa mi rattristi più di tanto, beninteso, però non mi spiego come quello che un semplice essere umano come te dice possa essere giusto se il primo a dire che il giusto non esiste sei proprio tu. Sei forse un discepolo spirituale di Agrippa?
Noi viviamo questa ben misera e breve esistenza, è vero, e magari tutto quanto crediamo di aver compreso di essa (fra cui spazio, tempo e chissà che altro) è solo un costrutto, ma, che diamine, noi stessi siamo imperfetti così pure come la natura che ci ha generato. E allora, se l'errore è insito nella natura stessa come ci dimostrano i tanti casi di nascituri deformi et cetera, non sarebbe congruente ad un livello di logica formale (per carità, sempre di ragionamento sto parlando) analizzare la natura con ragionamenti per la forza stessa delle cose non privi di errore? E se pure dovesse ciò non congruire affatto, resta il fatto che con queste misere regole lineari di causa-effetto (il fuoco brucia, non lo tocco e sopravvivo, lo accendo e non vengo sbranato dai carnivori) l'uomo sia potuto sopravvivere.Il giorno 31 luglio 2012 00:07, Marco Carlino
Poi, chi avesse voglia di spiegare l'universo avrebbe poco a che spartire con me che mi accontento della sola terra. E se la terra è un inferno, ripeto, colpa nostra che la rendiamo tale, perché a ben vedere - che sia con la logica o col sentimento - la terra è un paradiso che l'uomo deturpa. Cosa centra la faccenda temporale in tutto ciò quando tutti sappiamo che l'unico tempo esistente è questo?
Il tuo altrove si fonda sulla concezione dello spazio che è un errore del tempo, l'infinito rappresentato dal limite delle mente umana prevede una comprensione che non può essere reale e tanto meno tangibile. Una rappresentazione dell'infinito fatta con strumenti limitati è un ossimoro ed una contraddizione in termini, l'infinito non ha ne prima ne dopo, quindi non ha tempo e ancor meno spazio che è un errore del tempo.
Anche il Dio possiamo essere noi nel momento in cui comprendiamo di essere tutto, e non altro, in contrapposizione. L'infinito si auto-perfeziona a furia di prove temporali. La concezione della giustizia che ci fa misurare è una distorsione temporale che ci impone regole per quello scorcio di tempo che ci è concesso vivere, la vita è mono uso, non ci sono seconde possibilità, o per lo meno non è dato conoscerle alla nostra piccola mente temporale.
Non c'è per la natura giusto o sbagliato, bravo o cattivo, bello o buono, sono solo architetture di una finestra intellettuale costruita da una piccola mente che pretende di dare regole universali, mentre queste valgono si è no per 300/400 anni di fronte a miliardi di anni che sono lo studio dell'infinito.
Una vita, 10 vite, cento vite hanno lo stesso valore per la natura cosi come un secondo (in cui si può perdere la vita) vale tutta la vita stessa.
Siamo noi che pretendiamo di voler spiegare l'universo con miserabili regole lineari (causa effetto) quando anche la teoria del caos e della complessità risulta insignificante. "Luca 13:4 O quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?" Nel voler dare valore al messaggio evangelico (e lo ha a prescindere che sia rivelato o meno ma per il semplice fatto che una comunità lo condivide è lo accetta facendosi comunione di DIO), lasciando Biglino da parte ci sono dei passi sconvolgenti, come quello appena citato che ci dovrebbero far capire, che le emozioni umane se passano per il filtro della ragione (misera) sono le più grandi cause di malintesi, incomprensioni, guerre, limitazioni. Oggi è lo spazio, tutto il resto è tempo che è un inganno della mente che ti proietta ricordi (passato) e proiezioni (futuro) ma sempre al presente. L'inferno è proprio in questo limite di condizione, per cui ci ricordiamo e ci aspettiamo solo ciò che facciamo. Giuseppe Turrisi
Siamo su di una polveriera emotiva pronta ad esplodere e il solo accorgimento che possiamo applicare è quella indicata dallo yoga.
Il secondo sutra offre il concetto di nirodha assolutamente non facile da comprendere perché implica la comprensione del concetto di tempo-spazio che noi abitualmente leggiamo come fosse composto di due entità distinte.
Il tempo noi lo percepiamo abitualmente diviso in passato, presente e futuro. Il passato è il deposito di tutte le impressioni avute. Potrebbe essere definito lo spazio che abbiamo già percorso e parlo di spazio perchè il tempo è spazio in dilatazione. Il futuro è lo spazio che potremmo percorrere ma per noi è ancora ipotetico e non concretizzato. Il segreto del presente è la chiave del nirodha. Il tempo è una vibrazione dell'ologramma in cui sono immerso e di cui sono l'osservatore ed anche il motore. In sanscrito una vibrazione temporale, un istante, in termini empirici, è detto kshana e deve essere ben piccolo se una grezza visione del colore rosso, ad esempio, mi dà più di 7000 vibrazioni al secondo. Io, ma chi io sia non lo so perchè sono la Coscienza che osserva e questa Coscienza è unica e purtroppo nella mia ignoranza questa unicità non arrivo a percepirla, nel presente sono nel nirodha, l'interspazio tra una vritti ed un'altra. In quella frazione magica di secondo, l'ologramma viene disfatto e ricostruito come copia conforme ma non identica all'immagine precedente. Lì può succedere tutto e il contrario di tutto. Con i miei modestissimi mezzi penso che sia già qualcosa rifugiarmi tranquillamente lì, il centro silente e calmo del tornado, mollando tutto per sfuggire all'esplosione della polveriera. Se fossimo in parecchi a fare così, la polveriera potrebbe anche non esplodere perché l'ologramma potrebbe venire modificato.
E' possibile cha la Vita stia organizzando un'operazione cosmica, drammatica, per obbligarci a questo.
Guido Sgaravatti
UNA CRITICA AD ERETICAMENTE
Caro signor Borruso:
Forse non le è chiara una cosa: io non ho il potere di decidere quali testi vadano o non vadano pubblicati su "Ereticamente"; tale decisione spetta unicamente ai curatori dei sito, fra i quali io non ci sono, sono semplicemente un articolista che manda le sue collaborazioni, esattamente come lei o come chiunque altro.
A parte questo, la prego di calmarsi e di riflettere un attimo; la sua richiesta le sembra davvero democratica, ma soprattutto giusta ed equanime? La Chiesa cattolica ha uno spazio anche mediatico enorme (oltre che enormi disponibilità finanziarie); al confronto, quello che abbiamo noi pagani è piccolo piccolo, appena un cantuccio sul web. Sarebbe giusto dedicare metà, o più, di questo spazio alle repliche dei cristiani/cattolici? Forse che il papa dedicherà metà dell'angelus a discutere il nostro punto di vista, o lo faranno i vescovi nelle omelie o i preti durante la messa?
Onestamente, poi, nel mio articolo di replica non ho potuto riportare integralmente il suo articolo, anche perché è parecchio lungo, ma non mi sembra di aver deformato il suo punto di vista, e meno che mai di essere stato offensivo. L'unico nei confronti del quale sono stato deliberatamente offensivo, ma se lo meritava, è stato il coraggiosissimo anonimo che mi ha dato della "checca isterica" (non sarà stato mica lei, voglio sperare). Quanto alla sua minaccia, la prego, la metta in atto: abbiamo bisogno della maggior visibilità possibile.
Se in qualche punto del mio articolo sono stato offensivo a livello personale nei suoi confronti, di questo me ne scuso, anche se non mi pare di esserlo stato.
Saluti.
Fabio Calabrese
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Caro signor Borruso:
Forse non le è chiara una
cosa: io non ho il potere di decidere quali testi vadano o non vadano
pubblicati su "Ereticamente"; tale decisione spetta unicamente ai
curatori dei sito, fra i quali io non ci sono, sono semplicemente un articolista
che manda le sue collaborazioni, esattamente come lei o come chiunque altro.
SB: Ha ragione. Però il
suo pezzo l’ho letto su accademia-della-libertà, che lo ha pubblicato interamente. Per cui inviai la mia
risposta a questo sito e non ad “Ereticamente”, la cui esistenza mi era ignota.
Non so se il curatore del
sito l’abbia inviata a lei personalmente o al sito “Ereticamente”. In ogni
caso, il punto non è procedurale ma di contenuto. Quello del suo pezzo
decisamente anticristiano e pieno di inesattezze, mi ha non tanto invogliato
quanto costretto a scrivere il mio,
e per ragione puramente personale. Chi tace acconsente, e se avessi taciuto
avrei rischiato di sentirmi dire un giorno “mi hai negato davanti agli uomini,
io ti nego davanti al Padre mio.” So benissimo che per lei questo ragionamento
non ha senso, ma per me sì: meglio canzonature oggi che la dannazione domani.
A parte questo, la prego
di calmarsi
SB: Di calma ne ho da
vendere. Non sono io quello de “la checca isterica”, espressione a me tanto
sconosciuta quanto il sito dove è apparsa. Posso solo assicurarle che scambiare
insulti non è il mio metodo di dibattere. Tanto più quando chi li lancia si
nasconde dietro all’anonimato. “Non ti curar di lor ma guarda e passa” disse il
Poeta.
e di riflettere un
attimo; la sua richiesta le sembra davvero democratica, ma soprattutto giusta
ed equanime?
SB: Certo. Per
“democratico” intendevo, e così ho scritto, lasciare il giudizio a tutti i lettori di un sito invece che
riservarseli ex cathedra. Che la cosa
sia giusta ed equanime dipende dall’idea di giustizia dei curatori di
“Ereticamente”. Se è quella di Ulpiano (volontà costante di dare a ciascuno il
suo), dovrebbero sentirsi in dovere di pubblicare tutto e non stralciarne pezzetti.
La Chiesa cattolica ha
uno spazio anche mediatico enorme (oltre che enormi disponibilità finanziarie);
al confronto, quello che abbiamo noi pagani è piccolo piccolo, appena un
cantuccio sul web.
SB: Non ne dubito. Dal ché
però segue che dovrebbe essere lei, con i collaboratori di “Ereticamente” ad
attaccare i siti cattolici inviando loro i vostri scritti. Fareste quello che
fece il vostro illustre predecessore Celso 1900 anni fa. I suoi attacchi
vennero talmente raccolti da autori cattolici che è possibile rinvenire nei
loro scritti una grande parte del suo Perì
Christianòn andato perduto.
Quel che non segue è che
“Ereticamente” debba passare sotto silenzio le risposte di chi si sente
attaccato in nome di una “democrazia” ridefinita ad usum Delphini. E mi lasci dire che gli attacchi di
“Ereticamente” non sembrano proprio un passo in avanti rispetto a quelli di
Celso.
Sarebbe giusto dedicare
metà, o più, di questo spazio alle repliche dei cristiani/cattolici?
SB: Se per “Ereticamente”
giustizia è quello che era per Ulpiano, sì. Se no, dovrei sapere quello che
intendono prima di dare un giudizio.
Forse che il papa dedicherà metà dell'angelus
a discutere il nostro punto di vista, o lo faranno i vescovi nelle omelie o i
preti durante la messa?
SB: Lo faranno magari nei
fogli parrocchiali o diocesani, se ne hanno capacità e voglia. Le omelie sono
fatte (o dovrebbero esserlo) per trasmettere dottrina e morale, sempre che si
prenda il proprio uffizio sul serio.
Onestamente, poi, nel mio
articolo di replica non ho potuto riportare integralmente il suo articolo,
anche perché è parecchio lungo,
SB: È meno lungo del suo:
5130 parole contro 9162. Sul web non c’è problema di spazio.
ma non mi sembra di aver
deformato il suo punto di vista,
SB: La verità si deforma
travisandola, mutilandola o adornandola. Lei ha liberamente mutilato il mio
punto di vista, non permettendo ai
lettori di giudicare se fosse vero o falso. Aggiungo che se mi si convince
di falso, ritiro quello che ho scritto incondizionalmente.
e meno che mai di essere
stato offensivo.
SB: La cito:
una contorta giustificazione del
“principio” cattolico “predica bene e razzola male”,
uno dei più noti ciarlatani della nostra epoca
sembra di entrare nel
delirio puro
vi è del metodo in
questa follia
SB: L’offesa non consiste
tanto nei termini usati, quanto nel non addurre alcuna mia frase che li
giustifichi. Infondati quindi.
L'unico nei confronti del
quale sono stato deliberatamente offensivo, ma se lo meritava, è stato il
coraggiosissimo anonimo che mi ha dato della "checca isterica" (non
sarà stato mica lei, voglio sperare).
SB: Problema risolto supra.
Quanto alla sua minaccia,
la prego, la metta in atto: abbiamo bisogno della maggior visibilità possibile.
SB: Me ne esime questa
sua ultima, pronta risposta della quale ringrazio. E ripeto, se volete visibilità,
perchè non attaccare i siti cattolici? Poi fate una statistica e la pubblicate
su “Ereticamente”. I lettori decideranno. Per conto mio, né frequentavo “Ereticamente”
prima di fare la sua conoscenza né lo farò adesso. Solo se qualche scritto
criticabile apparirà nei siti che frequento, mi comporterò come ho appena fatto
con lei.
Se in qualche punto del
mio articolo sono stato offensivo a livello personale nei suoi confronti, di
questo me ne scuso, anche se non mi pare di esserlo stato.
SB: Ecco perchè non glie
ne voglio, né mi considero suo nemico. Sempre a disposizione per un dialogo fruttifero,
Saluti.
Fabio Calabrese
Che ricambio. Silvano
Borruso
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Un lettore non ci ha replicato sul sito di “Ereticamente”, ma ci ha inviato una comunicazione privata, forse non desidera che il suo nome diventi di dominio pubblico, per questo motivo, per correttezza, lo citerò solo con le iniziali, S. B.
Un lettore non ci ha replicato sul sito di “Ereticamente”, ma ci ha inviato una comunicazione privata, forse non desidera che il suo nome diventi di dominio pubblico, per questo motivo, per correttezza, lo citerò solo con le iniziali, S. B.
Non avevo inviato una comunicazione “privata”, ma attraverso il sito
nel quale avevo letto l’attacco di Calabrese al “cristianesimo”. Ho chiesto
scusa della svista nella mia del 24 luglio.
S. B. esordisce
subito
Non subito, ma al sesto paragrafo. Avevo esordito affermando che non è
lecito manipolare la verità, travisandola, mutilandola o adornandola.
con un'affermazione inaccettabile
a meno che non ci si metta in una certa ottica:
“Chi ha fede sa non solo che Cristo vive, ma che è
sempre lui a prendere l’iniziativa: irrompe in un mondo ostile, chiama alla sua
fede, al suo sacerdozio, guida il suo gregge tra le nazioni del mondo, converte
uomini di buona volontà anche dalle file dei suoi nemici, sempre proponendo,
mai imponendo, la sua fede”.
Chi ha fede non sa nulla più degli altri per il fatto di avere fede,
semplicemente crede, il che è una cosa alquanto diversa, e scambiare una cosa
con l'altra fa sì che ciò che era da dimostrare diventi la prova.
Se fosse possibile dimostrare le verità di fede, non sarebbe più fede
ma scienza. Il metodo teologico, infatti, non è la dimostrazione ma l’appello
all’autorità. Curiosamente, questo metodo Calabrese lo riserva per la scienza,
come vedremo più sotto. I sensi, la ragione e la fede sono strumenti di
conoscenza. Con tutti e tre si va più lontano che solo con due.
Peccato che a questo mondo esistano diverse
fedi contrapposte, tutte persuase di avere o di essere la verità, e il
cristianesimo è una fra diverse.
Il “cristianesimo” non è una fede ma un’astrazione. Chi disse di essere la verità non fu il “cristianesimo” ma una persona: Gesù
(Cristo per i fedeli, Nazareno -al più- per gli altri). La verità è stata da
sempre il supremo valore della cultura ellenica, e di nessun’altra. Solo Erodoto apre le sue storie dichiarando di
voler tramandare non solo le tradizioni dell’Ellade, ma anche quelle di nazioni
barbare. Le culture non elleniche sono senza eccezione etnocentriche: “Noi
siamo i migliori, i nostri vicini vengono secondi, i vicini dei nostri vicini
terzi e così via.” La questione della verità non se la pongono neanche. Ecco
perchè sono anche nemiche della libertà. Solo la verità fa liberi.
“Calabrese –con molti altri- riduce il
“cristianesimo” ad elementi percepibili dai sensi: il Vaticano (papato e clero)
e il laicato, soffermandosi su azioni che vanno da pecche minori a malefatte
maggiori”.
Peccato solo che
se non si parte dall'articolo di fede – a cui non si può attribuire un valore
conoscitivo – gli elementi percepibili dai sensi
sono tutto ciò che abbiamo in mano.
Adoperando i soli sensi succede quel che successe a Mogadiscio nel
2006, quando Suor Leonella Sgorbati, vicentina, cadde sotto il piombo di un
seguace di Maometto imbestialito dal discorso del Papa a Ratisbona. Alla Messa de corpore
insepulto vidi
ragazze somale in tenuta da infermiera addestrate da Suor Leonella, che a
Mogadiscio stava proprio mettendo su una scuola di infermieristica. Suor
Leonella morì perdonando il suo uccisore.
Calabrese pertanto sottostima sé stesso negandosi l’uso della ragione,
strumento di conoscenza oltre ai sensi. Da una prima lettura del sito
EreticaMente, infatti, noto di essere d’accordo per l’80% (più o meno) delle
sue affermazioni. Quindi i sensi non sono “tutto ciò che abbiamo in mano” ma
solo una parte (su tre, come detto poc’anzi).
Tralascio il fatto che S. B. trascrive in maniera errata il mio cognome, che è
“Calabrese” con la “e” finale, non con la “i”,
Ne avevo chiesto scusa nella mia del 24 luglio. La ripeto. Va bene
così?
non riesco proprio a capire il senso di certe
sue affermazioni, come quella che definirei “sprezzantemente” Gesù Cristo “il
fondatore della religione cristiana”, cosa c'è
di sprezzante in questo?
Nessun fondatore di religioni disse mai di sè
stesso quello che disse Gesù, tanto che i Farisei (coerentemente) lo accusarono
di blasfemia. O Gesù è quello che disse di essere, o è il più grande impostore
della storia. Paragonarlo a Maometto o al Buddha è “sprezzarlo” al loro
livello.
“Passiamo a un altro punto: Giacobbe “imbroglione”,
Giosuè e altri sgradevoli caratteri biblici. Si rifletta: se invece di costoro
Dio avesse scelto individui irreprensibili, con il passare dei secoli i meriti
sarebbero stati accollati a loro, non a Lui, e gli insuccessi avrebbero minato
pericolosamente la credibilità divina. Per cui Dio ha sempre scelto individui
inadatti al compito”.
Penso che qui S. B. si riferisca all'analisi
che ho fatto del personaggio biblico di Giacobbe in Un documento controverso.
E' visibile però che un argomento di questo genere non è altro che una contorta giustificazione del “principio” cattolico
“predica bene e razzola male”, e ciascuno vede quale consistenza abbia.
Quel “principio” non è cattolico. I princìpi
cattolici, se mai Calabrese vi si fosse imbattuto, sono 36: 12 articoli del
Credo, dieci comandamenti, sette sacramenti e i sette desideri elencati nel
Padre Nostro. Formano infatti la base di tutti i catechismi. Ecco perchè nelle
fedi non cattoliche, sia perchè eliminano alcuni di quei princìpi o perchè i
loro sistemi sono incoerenti, non esistono catechismi.
Quel che segue,
io credo, è tale da far saltare i nervi non ai
razionalisti a tutti i costi, ma a qualsiasi persona ragionevole, perché S. B.
si appella a uno dei più noti ciarlatani della nostra epoca, Immanuel Velikovsky, uno “scienziato” e “astronomo” autore
del best seller del 1950 World in collision
Dare del ciarlatano a Velikovsky senza averne letto una riga, e
pertanto neanche azzeccando il nucleo dell’argomento, non è certamente
scientifico. Velikovsy fu psichiatra cioè outsider tanto di scienza in generale quanto di astronomia
in particolare. Il titolo del libro è Worlds (plurale) in Collision. La tesi l’ho ventilata nella mia replica, quindi
non la ripeto qui. Il catastrofismo planetario ne ha fatto di strada dal 1950.
Si consultino i siti www.varchive.org e www.thunderbolts.info per ulteriori informazioni. Qui dirò solo che
Anthony Peratt, fisico del plasma, sta compilando un catalogo mondiale di
petroglifici, avendo scoperto che le figure, uguali anche in culture che non
hanno mai avuto contatti, e in tutto il mondo, rappresentano spaccati di
plasmoidi riproducibili in laboratorio, ovviamente a scala ridotta. Queste
stesse figure (dragone, medusa, gorgona) apparivano nei cieli dell’antichità,
terrorizzando gli abitanti della Terra che si rifugiavano nelle caverne per non
venire inceneriti da scariche elettriche cosmiche (fulmini di Giove et al.).
Chi ne vuole sapere di più vada ai siti indicati o mi scriva direttamente.
basato su un
criterio semplicissimo: tutte le volte che c'è un contrasto fra la bibbia e la
scienza moderna, sono due secoli di ricerche condotte dalle migliori
intelligenze della nostra epoca che devono farsi da parte, non un vecchio libro
“ispirato” risalente a tre millenni fa,
Notevole questo puro atto di fede nelle “migliori intelligenze della
nostra epoca”. Diamo un ‘occhiata.
Ai tempi di Hutton e Lyell vigeva ancora la pratica di tre teorie: il
“flogisto”, sbugiardato da Lavoisier poco prima di lasciare la testa nel
paniere della ghigliottina (1794), il “calorico”, sbugiardato da Thompson
dall’arsenale di Monaco (1790-95), e la “pletora” sbugiardata da Harvey (1638!).
Ci vollero decenni perchè le prime due sparissero dai testi di fisica e
chimica, e secoli perchè i medici la smettessero di salassare i loro pazienti.
Alla faccia delle “migliori intelligenze della nostra epoca”. Passando al 20°
secolo, consiglio a chi legge l’inglese di scaricare The Manufacture
and Sale of Saint Einstein di Christopher Jon Bjerknes.[1] Le frodi della “scienza” vi si sprecano.
infatti a dire di S. B. Velikovsky avrebbe
confutato Hutton, Lyell e Darwin, mentre ha solo dimostrato quanto poco
sapessero del mondo che li circondava, i pastori mediorientali di tre millenni
or sono, e di quanto siano ridicole le loro fantasie in bocca a un uomo della
nostra epoca.
Il detto huttoniano-lyelliano “il presente è la chiave del passato” non
fu frutto di ricerca alcuna, ma di elucubrazione illuministica. Velikovsky
sospettava dagli anni 1940 che i cosiddetti “miti” albergassero storie di catastrofi
cosmiche realmente avvenute, e Worlds in Collision ne fu il risultato.
Ma il meglio
deve ancora venire. Coi passi seguenti della lettera sembra di entrare nel delirio puro, S. B. contraddice le conoscenze storiche
più elementari là dove arriva addirittura a parlare di giudeo-paganesimo,
Ho citato Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe. Perchè non cita il mio
passaggio invece di accusarmi gratuitamente di “delirio puro”?
quando è
evidente che è il cristianesimo e non certo le antiche religioni native
dell'Europa ad avere una matrice ebraica.
Certo. Avevo detto altrimenti? O Calabrese ha letto male?
Bisogna calarcisi dentro e rifletterci
attentamente per capire che, per dirla con Shakespeare, “vi è del metodo in questa follia”.
Ricorderete, penso, che in un articolo
precedente avevo citato quel passo di Tacito che è una delle prime prove
extraevangeliche dell'esistenza del cristianesimo, che ci dice che l'imperatore
Claudio “Expulit iudeos impulsore Chresto tumultuantes”, allontanò dalla città
di Roma gli ebrei che facevano gazzarra per istigazione di Cristo.
L'interpretazione più verosimile è che a Roma dove già esisteva una comunità
ebraica, se ne fosse formata un'altra di aderenti alla nuova eresia cristiana,
e che i rapporti fra le due fossero pessimi. Una rissa fra i seguaci delle due
comunità avrà indotto Claudio a spingere gli uni e gli altri a litigare fuori
dalle mura dell'Urbe.
La reciproca
antipatia è rimasta la stessa per secoli, anche se una si è allargata alle
dimensioni di Chiesa cattolica (sedicente “universale”), l'altra era destinata
a rimanere pressappoco delle stesse dimensioni per il rifiuto del proselitismo
(parliamo di antipatia, non di vera ostilità, ad esempio, con l'editto di
Tessalonica, Teodosio provvide a escludere gli ebrei dall'imposizione forzata
del cristianesimo cui furono soggetti tutti gli
altri sudditi dell'impero).
Così Rosmini in Cinque Piaghe: “Lo spirito pagano e
lo stesso paganesimo formavano ancora il nucleo della società; fino ad allora
la dottrina cristiana aveva fatto presa su individui. La conversione degli imperatori portò gente poderosa nella Chiesa, ma
solo come individui.” Chi aveva forzato a convertirsi chi?
La presenza di un radicato antigiudaismo
in certi ambienti cattolici – oggi per la verità alquanto esigui – non
contraddice minimamente le origini ebraiche del cristianesimo (per usare una
terminologia precisa, distinguiamo l'antigiudaismo, ossia l'avversione alla
religione mosaica, dall'antisemitismo, l'ostilità verso l'ebraismo inteso come
etnia, razza e cultura).
E' tipico,
assolutamente tipico di un certo tipo di tradizionalismo cattolico vedere anche
contro l'evidenza la mano ebraica dietro tutto ciò che non sia il prostrarsi
incondizionatamente al “magistero” ecclesiastico, si tratti dell'imperatore
Giuliano, di Ipazia, di Giordano Bruno, di Nietzsche. Si tratta di una
posizione non solo obiettivamente falsa, non solo contraddittoria, stante le
innegabili origini ebraiche del cristianesimo, ma assurda e battuta in partenza
dal momento in cui i papi vanno in sinagoga a prostrarsi davanti ai “fratelli
maggiori”.
Tutto vero, ma che c’entro io? Comunque, chiunque voglia sapere la vera
situazione del giudaismo rispetto alla cristianità, legga il testo (del 1928) di
Marcus Eli Ravage (1884-1965) scaricabile dalla Rete. Basta farne il nome in un
motore di ricerca. Vi può aggiungere anche quello di Rabbi Jacob Neusner,
entrambi al di sopra di ogni sospetto.
La chiusa di S.
B. è inquietante;
riprende il testo del mio articolo:
“C’è un’altra
parte molto più oscura rappresentata dalle complicità che le vicende Sindona e
Calvi hanno fatto emergere tra lo IOR, la banca vaticana, e le associazioni
mafiose, oppure l’inquietante impero economico creato da quella sorta di
massoneria cattolica che è l’Opus Dei.”
E prosegue:
“Quell’ “oppure” non accomuna l’Opus Dei ai vari
intrallazzi, ma tuttavia preoccupa Calabrese. Un giorno si imbatterà in un
qualche tassista, pescivendola o capo tribale Maori tutti dell’Opus Dei. Gli
faranno passare la preoccupazione”.
Cos'è, una minaccia?
No, Calabrese, non è una minaccia. Sono tre persone in carne ed ossa,
il primo a Milano, la seconda in Spagna e il terzo in Nuova Zelanda. Non ne
conosco i nomi, ma posso aggiungervi lo Eze di Akatta, che richiede una certa
spiegazione.
Il piccolo regno di Akatta è ubicato in Nigeria. Miracolosamente
sfuggito alla devastazione politica del colonialismo britannico, nonché
all’indipendenza, esiste ancora, e il suo Eze (sovrano) vi si reca ogni fine
settimana per legislare, giudicare e farsi ammirare nell’abbigliamento regale tradizionale.
Durante la settimana esercita l’avvocatura a Lagos. Ebbene, costui è un fedele
della Prelatura Opus Dei.
Io non sono uno
che si impressiona facilmente, ma una reazione di questo tipo è il chiaro segno
che ho toccato un punto dolente, ho messo, come si dice, il dito sulla piaga.
Davvero? Caro Calabrese, se proprio vuole informarsi prima di esprimere
giudizi temerari, scriva a info@opusdei.it e chieda il numero di telefono della persona
dell’Opera più vicina a dove lei vive/lavora. E abboccandosi con lui le
preoccupazioni finiranno di”inquietarla”..
Con amicizia (non ho nemici, e me ne vanto)
Silvano Borruso
MANIFESTO dei CIRCOLI dell'AMBIENTE e della CULTURA RURALE
MANIFESTO dei CIRCOLI dell'AMBIENTE e della CULTURA RURALE
di Giuseppe Quartieri
Con a bordo l'uomo, la navicella spaziale Terra, come dice R. Buckminster Fuller, viaggia
nello spazio infinito avvolta da un sottile strato atmosfera che la protegge dalle radiazioni
cosmiche e solari. La vita di tutta l'Umanità è legata indissolubilmente alla salute della
atmosfera terrestre. La integrità intellettuale dei Circoli dell'Ambiente e della Cultura
Rurale si basa su questi punti che impongono il rispetto delle leggi che governano la vita
dell'uomo e dell'ambiente in cui vive. La Logica dell'Universo Creato e/o Naturale impone
l'etica ecologica ed ambientale per lo sviluppo sostenibile nella atmosfera terrestre e nel
rispetto delle leggi naturali, dei paradigmi scientifici e delle leggi sociali per la dignità e per
il benessere dell'uomo. L'aumento della popolazione per i prossimi 30-50 anni impone la
revisione dei modelli di sviluppo al fine di potere garantire equità e sviluppo sostenibile a
tutti i popoli della navicella spaziale Terra.
La qualità della vita in generale e la vita media, le risorse energetiche ed ambientali nei
vari Paesi della Terra costituiscono i pilastri dell'ecologia moderna. Il primo scopo del
programma ambientale diventa l'abolizione della differenza fra vita media di 40 anni nei
Paesi poveri dell'Africa e dell'Asia e la vita media di 80 anni negli USA e in altri Paesi
ricchi (Giappone, Europa ecc.). L'insegnamento del passato mette in risalto che
l'incremento di popolazione dell'Umanità è sempre stato limitato da guerre, pestilenze e
carestie.
L'ecologia moderna, professata in senso razionale, si propone di sconfiggere questi tre
flagelli del malpasso della Umanità consentendo lo sviluppo sostenibile a tutti i popoli della
Terra. La necessità di garanzia di qualità della vita a tutti popoli richiede un incremento di
energia disponibile proporzionale alla incremento di numerosità della popolazione. Così, il
progresso della medicina assieme con le innovazioni tecnologiche ha ridotto enormemente
gli effetti negativi dei due ultimi flagelli (pestilenze e carestie) ed ha permesso il grande
incremento di vita media nei Paesi ricchi. Così, il primo flagello viene o dovrebbe essere
mantenuto sotto controllo da grandi Organizzazione internazionali del tipo ONU ecc.
La crisi ambientale condiziona e determina i progetti e le realizzazioni delle opere con
grandi effetti ambientali [TAV, OGM, Centrali Nucleari, Centrali a carburante fossile
(petrolio, carbone, gas), controllo inquinamento ambientale a centro città con conseguente
cancerogenesi, gestione dei rifiuti urbani ecc.] di cui l'Umanità ha forte bisogno.
L'ecologia moderna include la scienza dei sistemi biologici e la teoria dei sistemi e quindi
include la metodologia galileiana ossia il metodo della ricerca scientifica come prioritario e
privilegiato. La visione sistemica consente la realizzazione della visione globale e della
visione olistica all'interno della quale l'approccio ambientale assume la vera ed unica
dimensione di scienza moderna etica ed illuminata che pervade la politica stessa.
I vari tentativi dei moderni movimenti ecologici di risolvere o mitigare gli effetti negativi ed
al limite catastrofici che attanagliano la nostra Terra si moltiplicano giorno per giorno. In
vari momenti storici, la Natura della Terra è stata e viene assoggettata a tutta una serie di
sollecitazioni ambientali esterne provenienti da attività solari anomali: flares e onde di
calore e conseguenti variazioni di campi gravitazionali, che innescano fenomeni
termodinamici di innalzamento di temperatura interna nelle varie fasce interne attorno al
nucleo centrale raffreddato e solido. La fenomenologia della nascita degli accadimenti
sismici è quindi molto più complessa della convizione che il riscaldamento globale e
l'inquinamento sinao legati alla crescita dell'anidride carbonica CO2. Non si può negare la
esistenza di una componente antropica al riscaldamento globale negli ultimi 60-70 anni,
ma che questa sia la componente più importante o la unica a produrre l'effetto serra e
inquinamento è discutibile e non viene accettatata da tutta la Comunità Scientifica.
In questo tentativo di costruire una nuova ecologia, il pensiero si rivolge anche alle nuove
venerdì 27 luglio 2012
USCI' PER TROVARE... MA FUI TROVATO!!!
Siamo è basta al di la del tempo,
non ci serve lo spazio, anche perché lo spazio è un errore del tempo, il giorno
si che alterna all'altro ci sposta e ci spinge come un guardiano in avanti la conoscenza,
corrompendo la filosofia della nostra materia, che serve alla mente, per darci
la storia. La vita e stretta è costretta nella dimensione umana, a darsi dei
limiti, per non usurare la mente che impone il passaggio nella storia. Il tempo
è la più grande condanna della vita, una vita a tempo è un inferno, una vita a
scadenza non è vita. Il tempo è una costrizione del potere infinito, o semplicemente
una costruzione della mente che lo rende reale per non distruggere la custodia
dell'anima. La ricerca di una diversa
realtà non la si deve cercare nell'errore del tempo, e quindi percorrendo
spazio, ma la si deve cercare verso l'interno della vita medesima. L'essere è
una forma variabile che cambia e muta di fronte a chi lo osserva. L'errore
del peccato e confondersi e rimanere dentro le frequenze. L'infinito si è
umiliato al vincolo del finito e quindi della materia. La materia oltre ad
essere il più grande inganno è la più grande punizione per la vita poiché la
costringe ad avere un tempo finito, ciò che è infinto non ha necessità di
essere misurato con il tempo. Nei vari passaggi di vita raffiniamo la visione
dell'infinito e ad ogni passaggio c'è sempre più luce e meno materia. Ogni
viaggio nel tempo della mela ci porta ad una consapevolezza superiore, per raggiungere
il grande spirito intelligente, il viaggio angusto all'interno della macchina
chiamata corpo fisico, ci sentiamo stretti e costretti dal limite fisico di
questa macchina e soprattutto del suo limite temporale, la sua energia per il
tempo, e quante volte non siamo soli in questa macchina, spesso ci troviamo a
dare passaggi a altri passeggeri che non conosciamo, con cui dobbiamo
condividere oltre che il tempo anche l'errore dello spazio. La mente si
affatica a dare una regola per dare una rappresentazione alla mente per
rassicurare l'angoscia e l'agonia, di una vita che si affina passando e
ripassando per trovare l'essere. Giuseppe Turrisi
giovedì 26 luglio 2012
L'ARTE DEL PLAGIO L'ATTACCO 9/11
Anche alla pecora più pecora tra le più imbecilli dovrebbe venire qualche dubbio?
Grazie David Gramiccioli - Non è facile parlare di cose vere in "democrazia".
"Conoscere è già rivoluzione", ma per conoscere è necessario far sapere. Questo lo si può fare solo con i mezzi di informazione, che sono i media classici (stampa, cinema, radio e tv) ed ultimamente internet. La conoscenza è potenza, dicevano i greci, chi conosce pensa e riflette, chi non conosce si accontenta ed accetta. La conoscenza produce consapevolezza, e cambiamento, Il potere non accetta cambiamento, per questo non vuole che la conoscenza si diffonda, questa potrebbe produrre rivoluzione. La rivoluzione produce sempre cambiamento. L'uomo è un animale relazionale e nella relazione c'è sempre una "reazione". L'animale relazionale reagisce alla informazione. L'idea porta sempre all'azione, l'idea "nuova", "diversa", porta sempre alla riflessione e dopo all'azione. L'idea "vera", l'idea "nuova" porta sempre all'ide-azione. Nella natura abitudinaria dell'animale uomo se l'idea è sempre la stessa, non viene attivata la "re-azione", ma solo l'abitudine, (scatta nel cervello subito: "questo l'ho già sentito, e subito si spegne il riflettore dell'attenzione). L'idea nuova invece fa partire le sinapsi e scatta la parte elaborativa ed ecco che da un idea ne nasce un'altra fin quando nasce l'azione. Il potere fa di tutto per trasmette (programmare) sempre le stesse idee, e sopratutto di confonderle per bene, parla sempre e solo degli effetti, mai di cause, ed usa in continuazione sempre elementi emozionali, poiché la "macchina umana" se usata (programmata) con le emozioni "re-agisce" sempre alla stessa maniera (bimbo triste che piange = compassione, case diroccate e strilli = solidarietà, ansia paura = rassegnazione e affidamento, insicurezza = delega di potere, ecc). Mentre se la "macchina umana" viene usata (programmata) con le idee "nuove", rischia di "auto-programmarsi" (consapevolezza), perché allo stimolo di una idea, il cervello risponde con un altra idea (non conosciuta dal sistema) e quindi non controllabile. Il sistema sa che per controllare la popolazione è necessario che il popolo sappia il meno possibile, e quel poco che sa deve essere scadente e soprattutto inutilizzabile (un po' come il concetto di democrazia). L'obbiettivo del potere quindi è fondamentalmente quello di mantenere l'impero dell'ignoranza, se il popolo ignora non agisce, fino all'ottocento primi del novecento questo bastava, dopo è stato necessario: manipolare, mediare, filtrare e soprattutto "creare" una informazione ad effetto per gestire la "re-azione" del popolo. Tale informazione "pilotata" ha molteplici funzioni, tra cui: distruggere ogni possibile forma di "re-azione" e quindi di "ide-azione", in modo da far accettare passivamente qualsiasi cosa venga fatta dal potere (con il principio del silenzio-assenso), poi ha la funzione di tenere occupata l'attenzione emozionale il più possibile (risse, truffe, omicidi, sesso, giochi, ecc) per evitare qualsiasi risveglio della razionalità, poi distrugge ogni tipo di relazione familiare che servivano come funzione di controllo sull'individuo, in quanto adesso il controllo deve essere totalmente sotto il sistema, poi distrugge anche l'identità che ha la funzione di dare un significato al territorio in cui si vive, distruggere l'identità (cittadino, regione, nazione, ecc) significa rompere i legami ed i riferimenti del proprio "territorio" di appartenenza ( per "territorio" si intende non solo quello fisico, ma anche culturale, sociale ed ideale), livellare l'istruzione ed imporre l'uguaglianza industriale, al fine di poter avere una massa di "macchine umane", tutte intercambiabili e programmabili allo stesso modo. Il potere non deve avere nessun "alter ego", il popolo nella illusione delle "democrazie" dovrebbe essere il controllore del potere, di fatto il potere costituito non accetta il controllo del popolo ma invece potenzia il controllo del popolo per non essere controllato. Il potere è una relazione di forza, è una reazione, ed in una relazione vince chi ha più armi ha disposizione, chi ha più "re-azione", ricordiamo che "re-azione" significa anche e soprattutto, "grado di partecipazione" all'azione. Nel gioco del potere costituito, la cosa che si nasconde, in tutte le leggi da 40 anni a questa parte, è quella di limitare fino a togliere definitivamente il grado di "re-azione" dei cittadini (relazione di potere). I trattati di Maastricht e Lisbona (ma anche la Costruzione Italiana scritta da sapienti mani atlantiche con la complicità rossa, non scherza) sono una chiara dimostrazione di come il potere, ormai in mano dei potentati finanziari e bancari, per auto-difendersi, ha sistematicamente tolto ogni potere "contrattuale" di "re-azione" del popolo. La relazione di potere "il popolo è sovrano" (art.1 Cost It.) nei fatti oggi è una presa in giro, e questo il popolo non lo deve sapere. La regola del "controllato" e del "controllore", non c'è più. Oggi c'è un sistema centrale fatto da tanti sotto sistemi (potere finanziario, multinazionali, comunicazione, politica, sindacati, ecc) che ha reso il popolo, inconsapevole, inerme, ignorante ma soprattutto "non re-attivo" attraverso pesantissime e continue programmazioni mentali, proprio per esercitare incondizionatamente le proprie volontà di dominio globale con l'alibi della "democrazia". Ancora molti pensano che la politica, gli stati, le regioni, i comuni, servano a governare il popolo, di fatto sono strumenti completamente in mano al potere finanziario che se non torchiano gli schiavi (i cittadini) di fatto diventano inutili infatti sono enti da tagliare, accorpare, da chiudere, far fallire. Quando si fa tacere una voce (qualunque voce) è un pezzo di libertà che muore. Chiudo con un atto di solidarietà a David Gramiccioli, a cui è dedicato questo articolo e a cui va tutta la mia stima, perché gli hanno chiuso il programma "OVERTURE", che era una voce fuori dal coro, che stava tentando (riuscendoci, la prova provata è proprio la chiusura) a de-programmare le persone, facendole "re-agire", perché la conoscenza è già RIVOLUZIONE . Non è facile parlare di cose vere in una "ditta-democrazia". Grazie David. Giuseppe Turrisi
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