venerdì 29 novembre 2019
giovedì 28 novembre 2019
mercoledì 27 novembre 2019
martedì 26 novembre 2019
lunedì 25 novembre 2019
VI ° ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI COSTANZO PREVE - di Gianni Donaudi -
Nel novembre 2013, a Torino, ci lasciava il filosofo COSTANZO PREVE, autore di molte opere filosofiche e di critica socio- politica.Di orientamento neo-marxista-idealista ed esponente di un pensiero isolato e fuori dagli schemi e dicotomie ormai superate. Era nato a Valenza Po vicino a Casale Monferrato, provincia di Alessandria. Purtroppo non ebbi mai occasione di andarlo a trovare di persona per discutere (cosa che, reciprocamente, ci eravamo ripromessi tante volte), ma più volte ci incontrammo in diverse conferenze e dibattiti (la prima volta al C. S. "Isabella"). Avevo letto anche suoi interventi su "LA LENTE DI MARX " (l'interessante rivista diretta dal prof. CLAUDIO MOFFA, docente all' Università di Teramo), che gli costarono la gratuita accusa di "antisemitismo" da parte della Torino "perbenista/azionista/ agnellesca/sabauda " più che "marxista".Costanzo nonostante le accuse di "cripto" o "proto fascismo", non rinnegò mai il marxismo (anche se di esso dava un'interpretazione più idealistico-hegeliana che non rozzamente economicistica e materialistica ), ma voleva confrontarsi un po' con tutte le "campane" e ciò lo portò a confrontarsi con intellettuali provenienti dalla c.d. " nuova destra" e a collaborare (pur mantenendo intatta la sua posizione ideologica), con alcune loro riviste.Nulla di nuovo. In fondo MASSIMO CACCIARI ex sindaco di Venezia ed ex militante di POTERE OPERAIO, lo aveva già fatto nel 1982, incontrandosi a Firenze con MARCO TARCHI, FRANCO CARDINI e altri. Dieci anni dopo era stato il caso di ALEXANDER LANGER (gia L.C. e poi dei Verdi e purtroppo morto suicida qualche anno dopo) il quale, intervenendo a Padova a un convegno della "N.D." a cui aveva partecipato anche COMUNIONE LIBERAZIONE aveva pronosticato che "Sinistra, Centro e Destra dovessero convergere al servizio dell'Uomo".La scomparsa di Preve è stata una grave perdita per chi vuole contestare radicalmente il capitalismo (non più espressione della classe borghese storica, ma più concretamente post- borghese e post- proletario).Ci fu un' affluenza molto eterodossa ai suoi funerali, nella chiesa della Crocetta subalpina (Costanzo non era credente, ma con una strana operazione intellettuale aveva chiesto il funerale greco-ortodosso (la religione che era stata di sua madre), cosa che non fu possibile attuare in quanto non era stato battezzato in tale chiesa. Dai vecchi compagni di DEMOCRAZIA PROLETARIA (Partito di cui Costanzo aveva fatto parte e che lo aveva visto anche nel Direttorio Nazionale, insieme a LUIGI VINCI e GIOVANNI RUSSO SPENA... prima che l'opportunismo italiota di MARIO CAPANNA mettesse in scena l'emerita pagliacciata dei c.d. "VERDI ARCOBALENO", col risultato di spaccare un partito che che avrebbe potuto costituire un'autentica alternativa al $I$TEMA) a intellettuali provenienti da "destra", da Comunitaristi a filo-mussulmani italiani al pacifista e non-violento integrale ed ex prete ENRICO PEYRETTI (sempre coerentemente contrario alle guerre, quand'anche si tratti di "guerre umanitarie") all'anarchico COSIMO SCARINZI (unico della F.A.I. di Corso Palermo a essere presente) al nostro amico e collaboratore PIER LUIGI VERRUA di tendenza comunista- libertaria.Costanzo Preve analizzò lucidamente il n i h i l i s m o contemporaneo, la perdita di ogni valore e/o sentimento, trionfante al servizio del neo- capitalismo post- borghese e post- proletario che ormai da decenni si è appropriato di slogans trasgressivi, grazie anche all' aiuto oggettivo di tanti " bonzi " della contestazione che non si sono resi conto o hanno fatto finta di non rendersene conto e di fare il gioco delle Lobbye$ .Oggi la sua analisi viene portata avanti dal suo giovane "allievo" DIEGO FUSARO, che è stato più volte vittima di un vero e proprio linciaggio morale da parte dei neo & post "Ecce Bombi" di INDYMEDIA, in un'orgia di inesattezze e di errori di ortografia .Gianni Donaudi
domenica 24 novembre 2019
venerdì 22 novembre 2019
giovedì 21 novembre 2019
mercoledì 20 novembre 2019
martedì 19 novembre 2019
lunedì 18 novembre 2019
domenica 17 novembre 2019
sabato 16 novembre 2019
venerdì 15 novembre 2019
DEL TEMPO DELLA STORIA E DELL'USURA
Non c’è suolo su questa terra
Che non abbia raccolto il sangue dei padri
E non c’è madre che non abbia dato tutto
per accendere la vita dei figli alla luce
E la regola dell’universo che si ripete
E ci viene svelata piano piano
Per rispettare il nostro cammino
Che nel tempo prepara la via verso l’infinto
Io difendo la mia terra
- di mio padre e di mio figlio
I difendo la mia storia -
che fu dura e fu di gloria
Con il cuore e con il sangue costruimmo una nazione
Nella memoria trova forza la nostra identità
L’usuraio non ha terra e non ha patria
Ha solo amore del suo
interesse
Non ha compassione ed
mozioni
E Si sente primo sulla terra
Con l’oro nella mente – schiavi e divisi ci resero
Il vento dell’onore fu schiacciato dal traditore
Io difendo il nostro
nome con la forza e con il cuore
Io difendo il nostro onore che fu storia di dolore
Traditori ed infedeli
della vita naturale
Ci hanno messo dentro il seme della usura
E tu vento libero che giri ancora per il mondo
Ritorna e Passa ancora tra i miei capelli
e raccontami di quanto dolore hai sfiorato
e quante lacrime hai asciugato per usura
Sostieni la mia debole memoria
Quando qualcuno la vuole cambiare
Togli i veli dalla storia e raccontaci
Quel filo di amore che tiene sulla terra
Quella tempesta assassina
Che vuole lasciare al tempo i ricordi
Riporta ai figli di questa terra la speranza
Di una libertà potente senza usura
sorgerà all’orizzonte un’alba nuova
la libertà dagli usurai .
giovedì 14 novembre 2019
mercoledì 13 novembre 2019
martedì 12 novembre 2019
lunedì 11 novembre 2019
Irak, ci risiamo...
Solidarietà e rispetto per i militari feriti ma non parliamo di "missione di pace" e ricordiamo la aggressione all'Irak che portò alla strage di Nassiriya il 12 novembre 2003.
Strage che viene oramai ricordata con la
“giornata dedicata al ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace”.
Strage che viene oramai ricordata con la
“giornata dedicata al ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace”.
Ripeto quanto scritto e detto in quella data e pure successivamente: fatto salvo il rispetto,sentito e dovuto,per le vittime e le loro famiglie,ritengo che quanto affermato nelle cerimonie ufficiali sia una falsificazione della verità storica,e pure una forzatura linguistica.
Perpetuata, dal 2003 ad oggi, mediante la complicità dei media occidentali ed, in Italia, da RadioTiranauno Rai in particolare. L’Irak,nel giorno della invasione,era uno stato sovrano che non costituiva pericolo alcuno per gli Usa,Israele e l’Occidente. Le “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein erano pari a zero. Anzi,meno di zero,perché inventate dalla Cia.
Per le solite motivazioni economiche (petrolio,gasdotti ed affini) la crociata liberal-capitalista della “operazione Antica Babilonia” mise l’intero Irak a ferro e fuoco. Non si fermò neppure con la impiccagione da telefonino di Saddam. Risultato ? 1.221.000 morti tra la popolazione civile ad oggi (Opinion Research Survey). E non è certo finita.
Gli italiani,come al solito a traino degli americani,risposero entusiasticamente “presente”. Le nostre forze armate mostrarono il loro volto partecipando a pieno titolo alle operazioni militari.
Quindi,i fatti parlano,abbattendo uno stato sovrano e promuovendo una guerra civile dagli esiti disastrosi (per gli iracheni).
I morti di Nasiriyya,militari e civili,erano truppe di occupazione. Piaccia o non piaccia come tali erano visti da gran parte del popolo iracheno. E poi,mi sia permesso osservare : “hanno dato la loro vita”,affermano tutti i politici alla radio,alla tv e sui giornali.
Ma quando mai ! Mica erano “kamikaze”,come coloro che fecero esplodere la postazione dei Carabinieri.
Erano militari che facevano il proprio dovere e civili che sapevano dove si trovavano. Non scelsero certo di sacrificare la propria vita ma furono vittime della decisione politica di piazzarli lì,lontano dall’Italia. Armati,in territorio ostile.
E,visto che la giornata ricorda tutti i caduti nelle “operazioni di pace”,come non pensare che l’avventurismo di chi sta a casa (i politici al governo) ha ripetuto l’operazione in Afghanistan ?
Creando nuove vittime tra i militari e lutti tra i loro familiari.
Ieri, solo per miracolo non abbiamo aggiunto ancora morti allo avventurismo dei nostri governi.
Perpetuata, dal 2003 ad oggi, mediante la complicità dei media occidentali ed, in Italia, da RadioTiranauno Rai in particolare. L’Irak,nel giorno della invasione,era uno stato sovrano che non costituiva pericolo alcuno per gli Usa,Israele e l’Occidente. Le “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein erano pari a zero. Anzi,meno di zero,perché inventate dalla Cia.
Per le solite motivazioni economiche (petrolio,gasdotti ed affini) la crociata liberal-capitalista della “operazione Antica Babilonia” mise l’intero Irak a ferro e fuoco. Non si fermò neppure con la impiccagione da telefonino di Saddam. Risultato ? 1.221.000 morti tra la popolazione civile ad oggi (Opinion Research Survey). E non è certo finita.
Gli italiani,come al solito a traino degli americani,risposero entusiasticamente “presente”. Le nostre forze armate mostrarono il loro volto partecipando a pieno titolo alle operazioni militari.
Quindi,i fatti parlano,abbattendo uno stato sovrano e promuovendo una guerra civile dagli esiti disastrosi (per gli iracheni).
I morti di Nasiriyya,militari e civili,erano truppe di occupazione. Piaccia o non piaccia come tali erano visti da gran parte del popolo iracheno. E poi,mi sia permesso osservare : “hanno dato la loro vita”,affermano tutti i politici alla radio,alla tv e sui giornali.
Ma quando mai ! Mica erano “kamikaze”,come coloro che fecero esplodere la postazione dei Carabinieri.
Erano militari che facevano il proprio dovere e civili che sapevano dove si trovavano. Non scelsero certo di sacrificare la propria vita ma furono vittime della decisione politica di piazzarli lì,lontano dall’Italia. Armati,in territorio ostile.
E,visto che la giornata ricorda tutti i caduti nelle “operazioni di pace”,come non pensare che l’avventurismo di chi sta a casa (i politici al governo) ha ripetuto l’operazione in Afghanistan ?
Creando nuove vittime tra i militari e lutti tra i loro familiari.
Ieri, solo per miracolo non abbiamo aggiunto ancora morti allo avventurismo dei nostri governi.
5 militari delle truppe speciali feriti gravemente nella eslosione del loro mezzo blindato. Ed ancora false, ipocrite parole sui media a giustificarne la presenza in "nome della pace" e per "esportare la democrazia".
Ma, signori del potere (pure mediatico), oggi non siamo più ai tempi di Macallè o Katyn !! Ogni giorno che passa, grazie ad internet, viene sempre più difficile nascondere la verità, malgrado i vostri tentativi di piegarla a vostro uso e consumo ...
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
domenica 10 novembre 2019
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