mercoledì 30 aprile 2014

MARCO BONIFACIO , LA VERITA SUL GRANDE GHEDDAFI ,



SANTI E NON di Fabrizio Belloni

In un crescendo rossiniano abbiamo dovuto sorbirci per giorni l’orgia clericale che ha celebrato a Roma i suoi saturnalia.
Due papi vivi (oddio, diciamo uno e mezzo, viste le condizioni del tedesco) che inneggiavano a due papi morti.
Né aiutava il telecomando: sembrava tutta una sola “Telekabul”, come si diceva una volta. Al massimo cambiava l’angolazione dell’inquadratura, e la faccia del “giornalista” di turno. <<Inciso: ma l’ordine dei giornalisti, peraltro inutile, non ha la facoltà di procedere ad esami di cultura almeno da terza media, prima di rilasciare una tessera?>>.
Quindi il salvifico zapping era inutile. E, fortuna o incubo, mi è capitato di ascoltare da un “vaticanista” (ai miei tempi si chiamavano baciapile, ma poi è arrivato Bruno Vespa che ha sublimato tale professione) una notizia “dal sen fuggita” che mi ha lasciato di sasso. Il “vaticanista” ha confidato in diretta che entro il 2014 verrà fatto santo un altro papa, il bergamasco – di Lovere, per la precisione-, Paolo VI.
E mi sono per un attimo bloccato con bocca, occhi ed orecchie spalancati. Shok durato un secondo. Poi è montata l’incredulità
Paolo VI, papa Montini, era comunemente chiamato Maolo Vi, per le sue aperture.
E questo passi: la chiesa è sempre stata brava ad abbracciare chi pensava essere il vincitore. Non a caso definì Lui “L’Uomo che la Provvidenza aveva stabilito di farci incontrare”. Dopo i ricchi Patti Lateranensi, ovviamente,  e le conseguenti facilitazioni economico-finanziarie che furono regalate.
Ma su papa Montini, prima di farlo santo, sarebbe bene una approfondita indagine sui legami e sulle relazioni che già da cardinale il Nostro intratteneva con la Massoneria americana, con tutte le implicazioni geopolitiche e finanziarie che ne vennero. E lo IOR è solo la punta di un iceberg più micidiale di quello che affondò il Titanic.
Penso che storici coraggiosi e liberi possano dar fondo a tonnellate di carte e documenti, al riguardo.
Inoltre, il buon Montini aveva una affettuosa amicizia con un attore della rai di Milano, Paolo Carlini. Erano amici. Molto amici. Troppo amici.
Che i tempi in cui pontificò non fossero facili, è indubbio: vi erano i prodromi del crollo dei due sistemi, quello socialcomunista e quello liberalcapitalista. Ci sarebbe voluto un papa forte, virile, macho, con due baffi così. Invece Paolo VI iniziò quella parabola discendente che ha obbligato la chiesa a Bergoglio, il gesuita, col compito di effettuare un re styling profondo, pena la sparizione. Però a tutto c’è un limite: capisco che i rave party clericali fanno venire tanta gente a Roma (panem et circenses: non è cambiato nulla), ma un poco di dignità, suvvia……
Facciano come credono, però. Tanto se qualcosa è vero, resta a galla e va, se è fasullo, puoi spingerla fi che vuoi ed affonda. Non mi sembra che la chiesa stia andando.
Vedremo.

Fabrizio Belloni

RASSEGNA STAMPA 30/4/2014

1 MAGGIO. A POMIGLIANO E IN ITALIA NON E' FESTA
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EMERGENZA IMMIGRAZIONE. ANCORA UNA VOLTA
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CERIMONIA IN ONORE DEI CADUTI RSI A NETTUNIA
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"EUROFILIA" , MALATTIA TERMINALE DELL'UE
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ORA BASTA!
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CONSIGLIERE DI OBAMA CONFERMA LE SCIE CHIMICHE E LA GEO-INGEGNERIA
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E' UFFICIALE: LA RUSSIA APPROVA UN SISTEMA NAZIONALE DI CARTE DI CREDITO
http://www.stampalibera.com/?a=26909




Tutti i panni sporchi della sinistra. Napolitano massone e la Cia…








napolitano massone e la cia







Dalle amicizie pericolose di Bersani a quelle di D'Alema, dalle innovazioni ambigue di Renzi alle ombre dell'Ilva su Vendola. Fino al "nuovo compromesso storico" di Enrico Letta e ai segreti di Giorgio Napolitano. Non risparmia nessuno"I panni sporchi della sinistra", il libro di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara (edito da Chiarelettere") che mette a nudo le magagne del centrosinistra. Un lavoro importante e "lungo due anni", come ha spiegato Santachiara intervistato da Affaritaliani.it, nel quale i due autori raccolgono e analizzano una serie di inchieste giudiziarie che riguardano, a vario titolo, il mondo della sinistra. Dalla galassia Bersani di Penati, Pronzato e Veronesi alla vicenda di Flavio Fasano, referente di D'Alema invischiato in una storia di mafia. Dallo scandalo Ilva al caso Unipol, passando per i trasferimenti di due magistrate, Clementina Forleo e Desirée Digeronimo (intervistata lo scorso settembre da Affari), che avevano indagato sulle responsabilità di importanti esponenti politici di sinistra. Pinotti e Santachiara ricostruiscono con dovizia di particolari tutta una serie di vicende, grandi e piccole, note e sconosciute, che offrono un ritratto impietoso di una sinistra che ha subìto "una mutazione genetica". Il libro si apre con un esplosivo capitolo su Giorgio Napolitano, del quale vengono indicati i rapporti (o presunti tali) con Berlusconi, la massoneria, la Cia e i poteri atlantici. Un capitolo del quale Affari pubblica un estratto e che certamente farà molto discutere.


Stefano Santachiara, com’è nato il libro “I panni sporchi della sinistra”?
Mi sono occupato a lungo di cronaca giudiziaria per L’Informazione, un giornale emiliano, e tuttora come corrispondente del Fatto Quotidiano. E' così che mi sono imbattuto in casi di malaffare, speculazioni edilizie, tangenti mascherate da reti di favori incrociati, rapporti con la criminalità organizzata. Spesso in queste vicende era coinvolto il centrosinistra. A Serramazzoni, in provincia di Modena, ho raccontato le prime contiguità acclarate tra ‘ndrangheta e Pd al nord, proprio nell’Emilia “rossa”. Quando L’Informazione ha chiuso i battenti nel febbraio 2012 ho sentito Ferruccio Pinotti e insieme abbiamo deciso di realizzare un libro-inchiesta: oltre ai casi giudiziari che riteniamo cruciali, abbiamo scavato sui centri nevralgici del “Potere democratico”, studiato documenti impolverati e inediti, raccolto nuove testimonianze. Man mano che si componeva il mosaico abbiamo effettuato collegamenti che ci consentono di analizzare la mutazione antropologica, etica e culturale, del partito erede del Pci di Berlinguer. 


Il libro si apre con una serie di frasi di leader del Pd. Frasi che fino ad alcuni anni fa sembravano possibili da attribuire solo a politici del centrodestra. In che modo si è venuta a creare questa mutazione da voi definita “genetica”?
Questa mutazione è evidente, la si evince da molti aspetti a partire dalle politiche economiche. Ormai il Pd, sia nella classe dirigente che si perpetua da un ventennio sia nel nuovismo di Renzi, ha la stella polare più vicino al mondo della finanza che non a quello dei lavoratori. La sinistra moderna, non soltanto per la fusione con gli ex democristiani, ha cambiato visione di società mettendo in soffitta le prospettive del socialismo europeo e anche quelle keynesiane: per sommi capi possiamo ricordare che ha privatizzato reti strategiche nazionali, aperto al precariato con la legge Treu, ha appoggiato guerre della Nato, non si è prodigata per estendere i diritti civili, ha finanziato le scuole private invece di rilanciare l'istruzione pubblica e riportare la cultura (senza scomodare l'egemonia di gramsciana memoria) al centro dell'azione politica, infine si è allineata alla “dottrina” dell' austerity imposta dall'Europa dei tecnocrati. In questo contesto ha sdoganato comportamenti come i conflitti d'interesse– anche propri, non soltanto quello noto di Berlusconi - e le opache relazioni con il potere economico e bancario tradendo i principi morali e di giustizia sociale che avevano animato la sinistra del passato.

La cosiddetta superiorità morale della sinistra non esiste più?
Sulla base delle inchieste giornalistiche condotte in questi anni e del quadro organico che abbiamo assemblato ci siamo persuasi che, nei fatti, questa diversità non esiste più.


La struttura del vostro libro sembra suggerire che il padre di questa mutazione della sinistra sia Giorgio Napolitano. È così?
Napolitano è un garante dei poteri forti. È il comunista borghese collaterale al Psi di Craxi e favorevole, già negli anni Ottanta, ai rapporti con Berlusconi. Trovo significativa una sua frase, pronunciata quando si insediò al ministro degli Interni nel primo governo di centrosinistra della Seconda Repubblica, nel 1996. “Non sono venuto qui per aprire gli armadi del Viminale”, disse Napolitano facendo intendere di non voler indagare sui tanti segreti italiani irrisolti. Una dichiarazione che è tutta un programma.


Nel libro viene citata tra l’altro una fonte anonima che sostiene l’appartenenza di Napolitano alla massoneria…L’appartenenza di Napolitano alla massoneria non è provata. E’ l’opinione della nostra fonte, noto avvocato figlio di un esponente del Pci, il quale riconduce le famiglie Amendola e Napolitano, interpreti della corrente di pensiero partenopea “comunista e liberale”, alla massoneria atlantica. Anche l'ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuliano Di Bernardo, ipotizza per il presidente della Repubblica l'affiliazione ad ambienti massonici atlantici. Ma siamo nell’ambito delle opinioni. E' invece emerso da un documento datato 1974, l'Executive Intelligence Review, che Giorgio Amendola, il mentore di Napolitano, era legato alla Cia. Napolitano fu il primo dirigente comunista ad essere invitato negli Stati Uniti. Andò in visita negli Usa al posto di Berlinguer, a tenere confererenze nelle università più prestigiose: proprio nei giorni del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Un episodio che chiarisce quanto Napolitano fosse, sino da allora, il più affidabile per i poteri atlantici e che spiega almeno in parte la sua ascesa.

Insomma, Napolitano grimaldello degli Usa per portare il Pci a posizioni più allineate al potere atlantico?Napolitano ha saputo muoversi perfettamente. A livello pubblico e ufficiale è sempre stato fedele al partito, sostenendo la causa di Togliatti persino nella difesa dell'invasione sovietica di Budapest nel 1956, poi come “ministro degli Esteri” del Pci. In maniera sommersa ha coltivato relazioni dall'altra parte della barricata, accreditandosi a più livelli di potere, italiani e internazionali. 

Alla luce di quello che scrivete nel libro sui rapporti tra Napolitano e Berlusconi ritieni credibile che tra i due ci fosse stato un accordo su un qualche tipo di salvacondotto giudiziario per il leader del centrodestra?I rapporti tra Berlusconi e Napolitano vengono da lontano,dai tempi della Milano da bere, quando la corrente migliorista del Pci spingeva per lo spostamento del baricentro dalle posizioni di Berlinguer a quelle di Craxi. Il rampante Berlusconi finanziava il settimanale della corrente migliorista, Il Moderno. Negli anni Napolitano si è confermato uomo del dialogo nei confronti di Berlusconi, contro il quale non ha mai espresso posizioni fortemente critiche. Ha promulgato senza rinvio lodi e leggi ad personam che sono stati poi bocciati dalla Corte Costituzionale, in queste settimane ha parlato di amnistia proprio dopo la condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset.

Nel libro parlate anche delle magagne di tutti gli altri attuali leader della sinistra. In particolare delle amicizie sbagliate, o quantomeno pericolose, di Bersani e D’Alema. Per quanto riguarda i rapporti di forza sembra venir fuori che D’Alema è la serie A e Bersani è la serie B. E' così?
La frase su serie A e serie B è riferita a una fase del Penati gate. A un certo punto Di Caterina, prima finanziatore del partito e poi teste d’accusa nel processo a Penati, fa riferimento a un affare immobiliare senza rilievo penale. Un affare che vorrebbe Di Caterina ma che si sblocca solo quando palesa il proprio interessamento la società Milano Pace del salentino Roberto De Santis, imprenditore che si autodefinisce “fratello minore di D’Alema”. La galassia dei dalemiani è molto composita e ben presente anche nel campo degli affari. Nel libro parliamo anche della vicenda di Flavio Fasano, dimenticata dai quotidiani nazionali. Fasano era il referente di D’Alema nel quartier generale di Gallipoli: da sindaco gli ha organizzato regate e incontri decisivi come il pranzo con l'allora segretario del Ppi Rocco Buttiglione che nel 1994 creò le condizioni per il ribaltone del governo Berlusconi poi affossato dalla Lega di Bossi. Un uomo di fiducia, insomma. Ecco, nel 2008 si è scoperto che Fasano aveva rapporti con Rosario Padovano, un boss della Sacra Corona Unita di cui era stato avvocato anni addietro. Da una telefonata intercettata emerge che Fasano gli dispensava consigli pochi giorni dopo che Padovano aveva fatto uccidere il fratello. Non bisogna esagerare definendo Fasano come il “Dell'Utri di D’Alema” però la vicinanza di un suo fedelissimo ad un capomafia è un fatto poco noto...


Nel libro raccontate le vicende di due magistrate, Clementina Forleo e Desirée Digeronimo. Entrambe, dopo aver lambito D’Alema e Vendola con le loro inchieste su Unipol e sulla Sanitopoli pugliese, sono state trasferite per “incompatibilità ambientale”. Questo significa che in alcune procure chi indaga su leader politici di sinistra viene isolato e punito?
Di certo vi è stata una degenerazione, mi riferisco al peso improprio che le correnti della magistratura hanno assunto in seno ad Anm e Csm, che in alcuni casi hanno trasferito, punito e isolato i magistrati non allineati. Se da un lato si è manifestato un atteggiamento demeritocratico e doppiopesista dall'altro però non si può affermare come fa Berlusconi che siano tutte toghe rosse o che la magistratura sia eterodiretta dalla politica. Preferisco restare ai due casi specifici. Quando il Tar ha annullato il provvedimento di trasferimento della Forleo a Cremona deciso dal Csm, l’Anm ha criticato la sentenza. Eppure il sindacato delle toghe, ogni volta che Berlusconi attacca i giudici, ribadisce giustamente che le sentenze vanno rispettate. Nel procedimento sulla scalata di Unipol a Bnl D’Alema e Latorre potevano essere indagati per concorso in aggiotaggio, ma nonostante le indicazioni del gip Forleo sulla base delle loro scottanti telefonate con Consorte i pm di Milano non lo hanno fatto... Quanto al secondo caso, il sostituto procuratore di Bari Digeronimo – che ha scoperto il marcio di un sistema sanitario regionale piegato a interessi partitici e affaristici - è stata attaccata da Vendola pubblicamente, in stile berlusconiano, senza ricevere appoggio alcuno. Pochi mesi fa è finita nel mirino del Csm per aver segnalato insieme al collega Francesco Bretone i rapporti di amicizia tra la sorella di Vendola e Susanna De Felice, cioè il gup che ha assolto il governatore della Puglia nel processo relativo alla nomina di un direttore sanitario grazie alla riapertura dei termini del concorso. Il Csm ha ottenuto il trasferimento della Digeronimo accusandola di conflittualità con i colleghi, la stessa accusa mossa a suo tempo alla Forleo: condizioni fisiologiche in ogni ufficio e slegate dall'attività giu. 

Al di là del caso di Serramazzoni, sembra che l’interesse del Pd riguardo i temi dell’antimafia sia piuttosto basso. È così?
È così e la prova la si è avuta nella scelta dei candidati per le elezioni del 2013. In Calabria sono state escluse sindache antimafia come Caterina Girasole, Elisabetta Tripodi e Maria Carmela Lanzetta. In Emilia è stato dimenticato Roberto Adani, ripetutamente minacciato per aver denunciato presenze mafiose e colletti sporchi. Nando Dalla Chiesa non è stato più ricandidato dal 2006. Malgrado i proclami elettorali c’è scarsa attenzione su questi temi. In questi giorni si parla tanto dei “signori delle tessere” e sembra quasi che ci sia una guerra tra loro e i maggiorenti del Pd. Ma non è così: i “signori delle tessere” sono stati candidati dai leader nei listini bloccati per una precisa strategia che ha invece escluso chi ha rischiato la pelle combattendo le cosche.

Una volta si pensava che le mafie fossero politicamente orientate a destra. Oggi guardano anche a sinistra?
Anche se la maggioranza di casi riguarda ancora il centrodestra, come abbiamo visto si registrano le prime collusioni mafiose dei democratici. 

COHERENCE1999/2014 CONTINUA

COHERENCE1999/2014 CONTINUA


Con le contraddizioni tipiche di ogni uomo di scienza Emilio Del Giudice ha ispirato dal Cielo la lunga giornata scientifica di COHERENCE 
http://22passi.blogspot.it/ , in particolare la sessione a lui dedicata aperta daYogendra Srivastava che nelle conclusioni ha ricordato la battuta di Emilio più illuminante sul nostro mondo scientifico post moderno :
"Nessun esperimento è riproducibile se uno lo fa con
sufficiente incompetenza". (E. Del Giudice)

Pare questa una delle chiavi per comprendere i troppi enigmi che avvolgono il labirinto della scienza odierna alle prese con i meandri della mente e della coscienza di cui ha parlato la neuropsichiatra della Sapienza Emilia Costa, ricordando il contributo della fisica teorica alla ricerca del Sé che appare un affare non esclusivamente filosofico o mistico ma anche quantistico, e anche nel settore applicativo.
D'altronde dell'energia psichica e della sua fisica si era occupato un'altro dei padri della psichiatria moderna, Whilelm Reich, che nella ricerca di una base organica per le nevrosi, giunse alla convinzione di aver scoperto l'energia psichica come forma di energia fisica vera e propria che definì orgonica. Questi sviluppi messi all'indice, con qualche roghetto negli anni Cinquanta, hanno da sempre attirato l'attenzione scientifica di Del Giudice che gli dedicò diversi interventi nello sconcerto dei suoi stessi colleghi che pur apprezzando la sua eresia fisica mal seguivano quest'ultima passione orgonica.
Nell'intervento di Gualtiero Valeri si può cominciare ad apprezzare che anche su questo caso (gli altri non meno scabrosi come la memoria dell'acqua e la fusione fredda il tempo ha dato largamente ragione ad Emilio), Del Giudice non era lontano dalla realtà come confermano i dati bioelettrici e dinamometrici illustrati da Valeri sugli effetti misurabili e riproducibili del multistrato organico metallico sviluppato da Reich per produrre una corrente energetica atmosferica (anche con la sufficiente incompetenza come quella dello sperimentatore del caso specifico).

Ci sarà molto da studiare anche per definire la natura delle forze in gioco e per le connessione con le quattro grandi forze e le dinamiche biologiche ma questo è il senso della scienza, come si è apprezzato a proposito di Scuola Freudiana anche dall'intervento dei due colleghi neurologi sardi Dore e D'onofrioche hanno posto le basi per realizzare l'obiettivo di Freud di porre su una base organica la psicoanalisi, obbiettivo che appare a portata di mano della medicina grazie agli ultimi sviluppi sardi della Psiconeuranalisi che pare proprio in grado con una psicoterapia specifica (appunto la PNA) di intervenire nella prevenzione di patologie organiche del cervello come le demenze e in alcuni casi anche di far regredire stati avanzati di danno diagnosticato con RNM PECT SPECT ecc .
Il modello proposta da Dore e D'Onofrio ha riscosso un grande interesse nel pubblico presente e sarà discusso a Kiev a metà maggio all'Istituto di Fisiologia nell'ambito della conferenza internazionale di Biofisica in Medicina.

Non solo eresie a COHERENCE. La giornata aperta dal Generale Stefano Murace presidente della Fondazione Futura che si occupa di ricerche in medicina e di fusione fredda (che negli asupci del generale dovrebbe tirarci fuori dal guado energetico in cui l'Europa rischia ) è stata aperta da una sessione sull'inquinamento chimico atmosferico e i suoi effetti sulla salute umana e sull'apparato industriale ormai a rischio di smantellamento, moderato da Pasquale Avino dell'INAIL che ha ripercorso le ricerche negli ultimi anni dove fu messa a confronto la qualità dell'aria di un territorio puro sull'appennino molisano e l'area urbana romana.
Sugli effetti dell'inquinamento ci sarà molto da riflettere anche alla luce delle normative in rapida evoluzione di ha parlato il dr Settimo dell'ISS e il prof. Carrai della IURS, che ha affrontato la qualità dell'aria in ambito industrialie metallurgico e i problemi connessi alla sicurezza e alla salute dei lavoratori.
Di Sicurezza in senso più ampio e di relativa intelligence industriale ha discusso Simona D'Eugenio. Tema che ha sempe più attualità a 360 gradi in un momento di competizione economico industriale che pericolosamte ritorna su altri piani.

La questione delle dosi delle soglie di attenzione di allarme è stata al centro della parte chimica, ma nella parte fisica elettromagnetica in particolare si è potuto apprezzare dall'intervento di Livio Giuliani che le dosi efficaci (sia tossiche , che terapeutiche ) non sono sempre lineari come dimostrato dall'effetto Zhadin dove, debolissimi campi magnetici sono in grado di produrre correnti in sioluzioni di interesse biologico come l'acido glutammico, o come accade per le alte diluizioni di farmaci anche omeopatici in grado di esercitare effetti biologici a dosi infinitesimali
Grossi problemi di terapia e di tossicologia si impongono all'attenzione dlela ricerca chimico fisica che deve valutare l'impatto biologico in modo non necessariamente lineare (dose effetto ), e non sempre semplicistico analizzando volta per volta un fattore (benzene, oppure particolato, oppure NOx o SO x, oppure ozono , oppure campi elettromagnetici oppure radon ecc essendo l'insieme dell'aria che respiriamo quella effettivamente agente in quest momento sulle vie respiratorie e sull'intero sistama biologico quella che andrà esaminata)
Tutto ciò ci riporta alla necessità di uno sforzo interdisciplinare per poter valutare realisticamente gli effetti biologici e le misure utili a migliorare il rapporta tra ambiente e salute verso livelli superiori come quelli di Briancon, dell'Appennino Molisano o die Carpazi dove con l'aria si cura di nuovo la tubercolosi reistente ai farmaci.

Di fenomeni non lineari ha parlato anche il farmacologo di Pavia Massimo Pregnolato che ha mostrato in anteprima i risultati dell'influenza di campi magnetici sull'attività enzimatica. Delle attività cellulari e batteriche controverse per eccellenza le trasmutazioni nucleari biologiche ha parlato Piero Quercia che osservò nella cella della fusione fredda di Frascati la Ralstonia Tuscolanense un batterio capace di metabolizzare i radionuclidi sulla scia delle ricerche di Kevran e di Visostki.
Dei misteri della creazione e dell'acqua ha parlato nel chiudere la sessione Giuliana Poli che ha pubblicato un libro DIO E' FEMMINA? Con una delle ultime interviste ad Emilio Del Giudice sull'acqua, che Mauro Alvisi ha illustrato nelle finalità editoriali e scientifiche.

La serata è continuata con altre relazioni meno controverse come l'intervento di Alessandro Ciammaichella sul ruolo della Forza di Gravità in medicina e con le
La Colonia a Settore Differenziato in relazione all’Attività Solare e ai  Raggi Cosmici ". (  può essere un'evidente testimonianza di autoriparazione della cellula batterica ? ) di cui ha parlato Piero Faraone V Presidente CIFA.

Alle 21 mancavano come al solito alcuni interventi tra cui quello di Giuseppe Quartieri sulla percezione del nostro mondo che come si evince da alcuni dati non va poi così male, e quella di Valenzi che ha chiacchierato pure troppo moderando malamente come sempre la giornata di COHERENCE , e dei colleghi Settimio Grimaldi e Umberto Grieco impegnati sul fronte sanitario diretto.
La serata è stata chiusa dal Gen. Murace di fronte a una quarantina di presenti che hanno continuato le chiacchiere a cena fino a tarda notte nel solco della tradizione amicale e allegra di COHERENCE.
Vincenzo Valenzi

ps a breve le relazioni  sarano sul web sui siti abituali che ci ospitano
www.vglobale  e 22 passi 

La menzogna smascherata

Le tesi di Bigliono sono da confrontare?





martedì 29 aprile 2014

BANCHE - BEFERA ED EQUITALIA - Di Girolamo Angelo - La Nuova Tutela del cittadino


COMUNICATO STAMPA - LA VIA CRUCIS DELLA VICEDIRIGENZA

COMUNICATO STAMPA
LA VIA CRUCIS DELLA VICEDIRIGENZA



Roma, 23 aprile 2014 - Correva l’anno 2001 quando il Parlamento europeo – ufficio petizioni – dopo l’audizione della SOLA DIRSTAT a Bruxelles giudicò  il Governo e il Parlamento italiano inadempienti perché dopo la cosiddetta privatizzazione del pubblico impiego non aveva istituito un’area quadri per il personale ex direttivo relegandolo nei livelli funzionali.
Tramite l’on. Nino Gemelli del CDU censurò questo operato.
Successivamente il dlgs. n. 165 del 30 marzo, art.17bis introdusse la vicedirigenza, prevedendo la costituzione di un area separata cui potevano  accedere funzionari muniti di titolo accademico che avessero maturato una anzianità complessiva quinquennale nelle qualifiche VIII e IX del precedente ordinamento. A dare concreta attuazione all’avvento normativo in questione provvide la Legge 15/7/2002 n.145 con cui il legislatore sacramentò l’area della vicedirigenza.Non altro poteva e doveva fare il legislatore,ed era invece dovere della P.A. organizzare il prosieguo amministrativo onde tradurre la norma in atti concreti.
A dispetto però della legittima aspettativa degli aventi diritto,la P.A. ignorò in toto il portato legislativo,mai più parlando di vicedirigenza.Grave la penalizzazione scaturitane, talchè gli interessati si videro costretti ad adire il contenzioso amministrativo culminato con sentenza 10/5/2007 n.4266 recante l’ordine ad attuare il dettato legislativo. Ma ciò non valse a rimuovere la P.A. dal letargo,tant’è che fu necessario un nuovo intervento del Giudice Amministrativo che con sentenza n.4391 del 16/5/2012 – Tar/ Lazio e per dare pieno adempimento alla sentenza n.4266 del 10 maggio 2007 fu nominato un commissario ad acta.
A questo punto la P.A. non poteva più rimanere inerte,ma doveva trovare il modo come fermare il giudizio di ottemperanza.
L’unico rimedio ritenuto praticabile fu di intervenire in via legislativa, con il malcelato intento di tagliare,come si dice,la testa al toro. Fu così che la legge 7/8/2012 n.135 art.5, di conversione del d.l. 6.7.2002 n.95,abrogò la vicedirigenza, di fatto caducando l’art.17/ bis del dlgs.165/2001 e vanificando quindi gli effetti dell’art.7c.3 della legge 145/2002. Una autentica furbata, malvestita di legalità ! Si è trattato cioè di un provvedimento calato dall’alto,una sorta di deus ex machina. venuto a risolvere una questione altrimenti non risolvibile.Il “deus”è sceso cioè nella legge della spending review con cui chiaramente nulla ha in comune perché il risparmio sulla spesa pubblica non può attingere di certo dalla vicedirigenza. Il che significa soltanto l’urgenza di partorire una norma che rendesse improcedibile il giudizio di ottemperanza come proposto dal Commissario ad acta e confermato dal Tar-Lazio con pronuncia 9220/2012. Era però impossibile che il marchingegno potesse reggere,ed infatti il Consiglio di Stato ha ravvisato non infondate le eccezioni di incostituzionalità sollevate dagli interessati in ordine alla abolizione tout court della legge sulla vicedirigenza.
Alla luce degli accadimenti suesposti non servirebbero troppe argomentazioni per dire che l’odierna sentenza del Consiglio di Stato (16.4.2014 n.4211),pure al di la di ogni motivo giuridico,sembra voler confermare la ratio ispiratrice del legislatore non quello della spending review ma il legislatore del 2001 che aveva intuito il rimedio per ridare dignità alla categoria dei funzionari ex carriera direttiva. Ecco perché sembra inutile, fors’anche indecoroso,aspettare che si pronunci la Corte Costituzionale sulla rimessione ordinata dal Consiglio di Stato,piuttosto che riparare un marchiano errore per riguadagnare fiducia e credibilità.
 Questo l’auspicio della Dirstat che da sempre ha tutelato gli interessi e le legittime aspettative della categoria con grande impegno svolto e continuerà a svolgere.


                                                                       UFFICIO STAMPA DIRSTAT/CONFEDIRSTAT

RASSEGNA STAMPA 29/4/2014

A RISCHIO LE FORNITURE DI GAS RUSSO ALL'EUROPA
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23399

SANZIONI USA-UE ALLA RUSSIA. IN ATTESA DEL BOOMERANG
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23406

SANZIONI ALLA RUSSIA. PROTESTA CINESE
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23403

MANODOPERA A BASSO COSTO E "COMPETIVITA' "...
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23401

"BASTA CON LA SINISTRA. AVANTI COL SOCIALISMO"
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23391



“Sanzioni contro la Russia possono creare difficoltà alle imprese UK"


“Sanzioni contro la Russia possono creare difficoltà alle imprese UK”
 

Le aziende britanniche possono essere colpite dall'adozione di misure economiche e commerciali contro la Russia. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico William Hague.

 Secondo lui, "non abbiamo annunciato una guerra commerciale alla Russia." Tuttavia, " se si arriverà all'approvazione di sanzioni con conseguenze di natura economica, commerciale e finanziaria, senza dubbio ci saranno impatti sull'attività di diverse imprese britanniche che investono nell'economia russa molte risorse," - ha avvertito Hague.

Fonte: La voce della Russia

"SE LO SENTISSE PUTIN, LO LICENZIEREBBE". PERCHE' IL FATTO QUOTIDIANO ATTACCA GIULIETTO CHIESA ?








«Giulietto Chiesa mente», scrisse tanti anni fa l’agenzia Tass, quando al Cremlino c’era Breznev, che evidentemente non gradiva l’indipendenza del corrispondente italiano. Oggi, nel 2014, lo stesso Chiesa viene definito «più zarista di Putin». Da chi? Dal “Fatto Quotidiano”, che per colpire l’autore de “La guerra infinita” il 26 aprile ospita un insolito corsivo «non firmato, quindi redazionale», che per Chiesa è «un attacco in perfetto stile maccartista, proprio da caccia alle streghe». L’imputazione: passare, su “Pandora Tv”, «le veline di “Russia Today”, il network mediatico del Cremlino», arrivando a sostenere che l’Est dell’Ucraina sia abitato da “russi”. «Se lo sentisse Putin, lo licenzierebbe», scrive il “Fatto”. Replica Chiesa: «Chi scrive non sa, evidentemente, che in Ucraina ci sono all’incirca dieci milioni di russi», cioè cittadini ucraini di etnia russa che «non si fidano dei gestori provvisori di Kiev». E attenzione: «Non sono solo russi, quelli che si difendono contro la giunta militare golpista di Kiev: ci sono anche molti ucraini non russi».



Perché il “Fatto” si scaglia contro l’ex corripondente da Mosca ?
Giulietto Chiesa ha lavorato per “L’Unità”, per “La Stampa”, per la Rai, per il Tg5. Ha insegnato all’università negli Stati Uniti, ha fondato con Mikhail Gorbaciov il “World Political Forum”, assise internazionale permanente per riflettere sulla governance mondiale dopo la fine della guerra fredda. Soprattutto, da almeno dieci anni, è impegnato nella denuncia sulle falsificazioni del massimo tabù nel nuovo secolo, gli attentati dell’11 Settembre frettolosamente attribuiti a Bin Laden, già plenipotenziario della Cia in Afghanistan prima di diventare “lo sceicco del terrore”, capace di accendere la miccia da cui sono scaturite le guerre degli ultimi anni, a cominciare dall’Afghanistan e dall’Iraq. Di tutti gli opinion leader più in vista, forti del loro riconosciuto prestigio personale – scrisse tempo fa un osservatore scomodo e intransigente come Paolo Barnard – Giulietto Chiesa è l’unico che sia stato capace di rinunciare davvero a tutte le comodità del suo rango pur di continuare a impegnarsi, senza compromessi, per lo smascheramento delle menzogne ufficiali.
«Se ci fosse un’informazione decente in questo paese, non avrei pensato a fondare “Pandora Tv”», replica oggi Chiesa. Che accusa: sull’Ucraina, i media mainstream hanno oscurato la notizia principale, all’inizio della crisi, e cioè «non hanno mostrato le immagini dei poliziotti di Maidan bruciati dai pacifici dimostranti nazisti armati di lanciafiamme». Al “Fatto”, Giulietto Chiesa risponde così: «Fornite le notizie, non censuratele». In altre parole: meglio la voce di “Rt” che le “veline” di John Kerry. Sempre più spesso, oggi, si invertono gli schemi: increscioso, per Barbara Spinelli, che a dare asilo a Edward Snowden non sia stata la civile Europa, colpita dal Datagate persino con lo spionaggio ai danni del telefono personale di Angela Merkel. Snowden, cui dobbiamo la verità sulle intercettazioni di massa della Nsa, ha ottenuto rifugio solo presso Vladimir Putin.
Giulietto Chiesa si dichiara stupito che questo attacco «personale, diretto, insultante» non provenga da “Repubblica” o dal “Corriere”, ma dal “Fatto”. Giovanni Miotto, un abbonato del giornale di Padellaro, Gomez e Travaglio, protesta pubblicamente, dando ragione a Chiesa: «Nelle pagine del “Fatto” dedicate agli esteri, da mesi ormai regna la disinformazione». Miotto riferisce di aver appena scritto «una mail di protesta» alla direzione del giornale, lamentandosi «dell’insostenibile livello di quanto pubblicato sull’Ucraina». Quanto a “Russia Today” – che “Pandora” riprende in italiano, via web – ha semplicemente raccontato i fatti, sottraendosi alla censura occidentale organizzata proprio da Kerry. «Dire che siamo dei “velinari di Rt” è semplicemente un insulto: e si ricorre all’insulto quando non si hanno argomenti», aggiunge Chiesa, presentato dal “Fatto” come una sorta di “dipendente” di Putin. «Qui ci sarebbero gli estremi per una querela, ma non voglio aspettare dieci anni per avere ragione: la ragione è già tutta nella mia storia professionale di corrispondente e di scrittore, non ho bisogno di altro». Il primo a calunniarlo, accusandolo di «essere stato pagato dal Kgb», fu Bettino Craxi, che per questo fu poi condannato per diffamazione.

TTIP, il trattato che segnerà la resa dell’Europa

Il TTIP, farà cessare ogni diritto inerente lo stato sociale, farà trionfare quel sistema mondialista in cui si è destinati a lavorare di più ed a guadagnare di meno, in cui in nome del profitto tutto deve essere liquido, flessibile e precario; l’Europa, dalle novità di un trattato transatlantico economico, rischia di subire lo tsunami di un oceano del tutto diverso da quello in cui da secoli è abituata a navigare.






Se fino ad adesso possiamo solo supporre, per via di oggettivi dati di fatto, che l’Europa è al servizio degli USA, fra non molto tempo, lo si potrà conclamare ufficialmente e con tanto di trattato e ratifica ufficiali, dal nome di TTIP, ovvero Transatlantic Trade and Investment Partnership. Un nome che dice già molto, forse già tutto ed evoca l’abbattimento di ogni barriera commerciale tra le due sponde dell’Atlantico; insomma, i mercati di USA e UE saranno uniti, senza più interposizioni.
I neo liberisti, spacciano tutto ciò come un qualcosa di profondamente romantico, un avvicinamento tra due grossi mercati, che fondendosi andranno ad occupare, per il momento, il 60% del commercio mondiale; ma nella realtà, tutto è tranne che un qualcosa in cui poter trovare elementi positivi per l’Europa. Levando dogane e barriere tra America ed Europa, ecco che vi sarà il via libera alla definitiva invasione di multinazionali nel vecchio continente; accomunate da un unico mercato, agli occhi del resto del mondo USA ed UE saranno la stessa cosa, la stessa entità, con il moribondo continente europeo inghiottito dal pesce a stelle e strisce.
Anche perché, in scala più ridotta, noi europei abbiamo già la dimostrazione che libertà nel mercato, vuol dire far vincere il più grande, anzi farlo del tutto stravincere, uccidendo il più piccolo. Grecia, Spagna ed Italia, soccombono, in un mercato unico, alla Germania; le piccole aziende, vengono surclassate dalle multinazionali; gli asset industriali dei paesi in sofferenza, svenduti, con la scusa di un’altra parola romantica, ossia quella di “privatizzazioni”, ad aziende di stati stranieri.
Se già tutto questo avviene su scala europea, le conseguenze per la moribonda Europa su scala transatlantica sono ben immaginabili. A Bruxelles, al posto della bandiera blu a dodici stelle, potrebbe far bella mostra di se la bandiera bianca di resa; l’Europa, il continente che ha scritto la storia, adesso ammaina i propri vessilli a favore dell’unione con un altro continente, a favore insomma di una fusione che puzza molto di rinuncia. Rinuncia alla propria storia, alla propria economia, alla propria sovranità, parolone che ormai i burocrati di Bruxelles hanno messo all’indice nero dei termini impronunciabili.
Ma c’è dell’altro. Il TTIP, farà cessare ogni diritto inerente lo stato sociale, farà trionfare quel sistema mondialista in cui si è destinati a lavorare di più ed a guadagnare di meno, in cui in nome del profitto tutto deve essere liquido, flessibile e precario; l’Europa, dalle novità di un trattato transatlantico economico, rischia di subire lo tsunami di un oceano del tutto diverso da quello in cui da secoli è abituata a navigare. Un oceano americano, in cui tutto è delegato alle multinazionali, in cui tutto passa dalla ragione del guadagno ed in cui ogni spesa per il sociale viene vista come un ignobile intromissione dello stato nel mercato; non è bastata, ai fautori del nuovo ordine mondiale, la crisi provocata ad arte nel 2007 per giustificare la progressiva demolizione del welfare state. Adesso si osa anche di più: si vuole introdurre un trattato palesemente scritto da burocrati ed affaristi e non da parlamentari e politici; tutto questo comporta anche un’altra simbolica aberrante novità.
La fine del ruolo dello Stato, relegato ai margini dell’attività di decisione; come, del resto, lo è già da almeno due decenni, ma adesso saranno le carte a decretarlo e non più la visione di chi non si è arreso alla miopia indotta che non ha fatto vedere ai popoli gli sconvolgenti disegni che adesso si stanno mettendo in pratica. A livello di tempistica di realizzazione del progetto del TTIP, si parla di metterlo in atto già nei prossimi cinque anni: non si vuole perdere tempo, del resto USA e UE sono le due malate del contesto internazionale, tanto da far temere loro una repentina avanzata del blocco euroasiatico formato da Russia e Cina, i cui scambi sono destinati ad aumentare dopo le sanzioni imposte dalla NATO a Mosca a seguito della recente crisi in Crimea.
La speranza, potrà essere riposta soltanto in un repentino risveglio dei popoli europei; non basterà forse essere solo euroscettici, bisognerà iniziare a ragionare anche in chiave “atlantoscettica” o, più semplicemente, forse questi due termini potranno essere sostanzialmente dei sinonimi.

Due Papi Giano bifronte e il mito del Cristianesimo (+playlist)

COMUNICATO STAMPA DIRSTAT - Roma, 28 Aprile 2014

COMUNICATO STAMPA DIRSTAT



Roma, 28 Aprile 2014 - La DIRSTAT, nel quadro delle iniziative volte a sensibilizzare il Governo e il Parlamento per interventi complessivi sul Ministero dell'Economia e Finanze, ha dato prioritaria attenzione allo stato di difficoltà già esistente nell'Agenzia delle Entrate ed ora aggravato a seguito delle fusioni delle Agenzie Fiscali.
All'uopo, la scrivente Segreteria ritenne di interessare della questione il dr. Matteo Renzi, appena nominato Segretario del Partito Democratico. Tale iniziativa risale al 19 dicembre 2013 e ben può dirsi che ha avuto favorevole ingresso dal momento che il dr. Renzi, frattanto chiamato a guidare l'attuale Governo,vi ha dato subitaneo riscontro, come prova il cordiale incontro con il responsabile dell'economia del PD, prof. Filippo Taddei, avvenuto in Roma il 23 aprile scorso con il Vice Segretario Generale  dr. Pietro Paolo Boiano. In quella sede è stato fatto un dettagliato excursus delle vicende che hanno interessato il MEF dal lontano 1999,quando con il dlgs.300, attuato nel 2001(cosidetta Riforma Bassanini), nacque il Ministero dell'Economia e Finanze nel quale confluirono il Tesoro e il Bilancio e furono istituite le Agenzie Fiscali delle Entrate, del Territorio, delle Dogane e del Demanio. Per una serie di cause endogene ed esogene il nuovo assetto aveva già provocato notevoli difficoltà gestionali nelle strutture periferiche delle Entrate e del Territorio, e tanto bastava perchè almeno si riflettesse prima di procedere alle fusione delle Agenzie. Così non è stato perchè l'operazione fu fatta rientrare nella manovra di riduzione della spesa pubblica mediante decreto blindato con voto di fiducia e nonostante il parere negativo espresso dalle Commissioni Finanze e Tesoro. E' di tutta evidenza che una pesante rivoluzione amministrativa richiedesse un ampio ed approfondito dibattito parlamentare utile a verificare che tante sarebbero state le criticità e assai modesto il risparmio di spese.
Non siamo però in presenza dell'irreparabile, c'è spazio per un salvifico ripensamento offerto dalla Delega Fiscale nel cui ambito è stato recepito l'immanente disagio gestionale cui sono costretti gli addetti ai lavori. All'auspicata rivisitazione non si possono però sottrarre i vertici del MEF, ed il Ministro in prima persona, e tutti devono rendersi conto che una megastruttura più simigliante ad un carrozzone non può neppure pensare di contrastare efficacemente l’imponente evasione fiscale.
Il prof. Taddei ha manifestato grande attenzione alle problematiche espostegli e si è detto disponibile a verificarne la portata, assumendo pure l'impegno di far conoscere gli esiti degli approfondimenti e i rimedi che potranno essere adottati.
La disponibilità e serietà del prof. Taddei ci infondono fiduciosa attesa, mentre la DIRSTAT conferma la propria vicinanza alla P.A. e l'impegno di lotte costruttive per migliorarne la efficacia e l'efficienza. 


                                                         UFFICIO STAMPA DIRSTAT/CONFEDIRSTAT

LE LEZIONI DELLA NATURA


Подборка роликов от 20.12.2011 - Фишки.нет

Le autopsie rivelano che i tumori…

Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1].
«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.[2]
Con quanto detto da Luigi De Marchi – confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli.
In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente:
Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.[3]
Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.
Nel corso della vita è infatti normale sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo.
Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.
Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis MedicratixNaturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire.
Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.[4]
Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male?
E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci?

Ulteriori dati poco conosciuti

Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. [5]
Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.[6]
Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.[7]Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali.
Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona.
Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema.
Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro.
Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più.

I pericoli della chemioterapia

Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose.
Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie).
La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule). Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente.
Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire.
«Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava».
[ Testimonianza di una malata di cancro al seno ]
Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc.
Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità.
Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati.
Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.[8]
Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”.
In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici. Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”.
Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti.
Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”.
Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”.
Questa informazione è molto interessante.
Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”.
Tabella 1
Cancerogeni per l’uomo: Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) – Ciclofosfamide – Clorambucil – 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) – Melphalan – MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) – N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) – Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa)
Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina – Aracitidina – 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) – Mostarde azotate – Procarbarzina
Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori.
In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: “Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”.
Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a1000°C conservano attività mutagena”.
Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?
La spiegazione tra poche righe.
L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro),mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti).
C’è qualcosa che non torna: perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche?
Questo apparente controsenso – se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando – si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina , ma questo è un argomento che affronteremo più avanti.
In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici.
Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.[9]
Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati.
Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio.Il personale coinvolto nell’eliminazione (dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.
Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi!
La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”.
Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: “Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.[10]
Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche.
Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.
Mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno,
neppure se richiesto, un farmaco mortale.
[ Giuramento di Ippocrate ]
Marcello Pamio – tratto da “Cancro Spa: leggere attentamente le avvertenze
[1] Medicina kaput col mito del placebo?, Luigi De Marchiwww.luigidemarchi.it/innovazioni/educazione/articoli/01_medicinakaput.html
[2] Idem
[3] Conferenza “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” del Dottor Gianfranco Domenighetti – già Direttore sanitario del Canton Ticino – tenuta il 22 novembre 2008 al VIII° Congresso nazionale di medicina omeopatica di Verona.
[4] “Approccio metodologico all’omeopatia”, Dottor Roberto Gava, farmacologo e tossicologo, ed. Salus Infirmorum, Padova
[5] “Il tradimento della medicina”, Alberto Mondini
[6] Idem
[7] Idem
[8] Per mutageno si intende ogni agente chimico o fisico che agisce sui cromosomi alterandone l’informazione genetica. Per cancerogeno si intende ogni sostanza capace di produrre il cancro.
[9] Gli alchilanti agiscono direttamente sul DNA di qualsiasi tipo di cellula senza specificità. Possono intervenire sulle basi del DNA oppure rompendo l’intera molecola di DNA o ancora bloccando la trascrizione o la duplicazione. L’azione principale di un alchilante consiste però nel formare un legame trasversale tra due eliche complementari di DNA che porta alla rottura della catena polinucleotidica. Quindi, il DNA viene danneggiato e non è più in grado di duplicarsi e completare la sintesi proteica.
[10] “Mostarde azotate”, “Emergenze”, tratto dal sito del Ministero della Salute http://uc6.asimantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=312&Itemid=54