giovedì 30 aprile 2020
mercoledì 29 aprile 2020
martedì 28 aprile 2020
lunedì 27 aprile 2020
domenica 26 aprile 2020
sabato 25 aprile 2020
venerdì 24 aprile 2020
IL SIGNIFICATO ESOTERICO DELLA FONDAZIONE DELL’URBE.
I Natali di Roma sono una ricorrenza che, ai più, passa inosservata, o, quanto
meno, ne viene recepito l’aspetto più puramente superficiale, attinente alla
“Gloria Urbis”, esaltata da un’immaginario collettivo da cartolina postale,
assolutamente privo di significati di ben altra profondità e caratura di cui,
invece, l’intera vicenda della fondazione dell’Urbe, è caratterizzata.
Roma, anzitutto, non nasce casualmente, a seguito dell’atto volitivo di uno o
più singoli. La vicenda della sua nascita, sembra esser, in tutto e per tutto,
frutto di un vero e proprio piano divino. Romolo ed il suo gemello Remo, sono
figli del Dio Marte e della mortale Rea Silvia. La fondazione dell’Urbs viene
effettuata con il tracciamento di un solco, lungo un percorso a forma di
quadrato. La decisione della nomina del Rex attraverso sotto il segno
augurale del passaggio di uccelli, l’inviolabilità delle mura e la stessa
uccisione di Remo, da parte del gemello Romolo, la fine di Romolo stesso, le
cui membra, dopo esser stato ucciso, vengono sparse lungo quelli che
saranno i principali caposaldi della neonata Urbs, conferiscono un valore
altamente simbolico all’intera vicenda fondativa.
Possiamo pertanto affermare che, quello della fondazione di Roma è,
anzitutto un atto dalla forte valenza iniziatica, perché ad esser fondato non è
solamente un puro e semplice conglomerato di abitazioni, ma un vero e
proprio assetto spirituale,di cui la civiltà romana, costituirà la perfetta
realizzazione “in terris”. Il processo iniziatico parte dalla umile condizione
dell’iniziando,abbandonato in una cesta alla imprevedibilità degli elementi ed
animato da una doppia natura (i gemelli). A fronte della fondazione di una
città, all’interno di un solco, la cui forma quadra è riflesso di perfezione, è
necessario il sacrificio di uno dei gemelli (Remo), per riportare l’animo
dell’iniziato ad una perfetta unità costitutiva, eliminando la parte più spuria del
proprio “Sé”. La stessa morte del “Rex” Romolo, sancisce la definitiva
assunzione della sua persona, a vero e proprio “corpo di gloria”, dalle cui
parti sparse nasceranno le varie zone di Roma,finendo quest’ultimo con
l’essere identificato con Roma stessa.
La civiltà romana, trova la propria massima e compiuta espressione, in quella
Res Publica, che vedeva per l’appunto, nell’identificazione del cives romano
con quest’ultima, il proprio momento fondante. Questo, attraverso tutte quelle
istituzioni partecipative quali comizi curiati,comizi centuriati, tribunato della
plebe, senato, consolato, alle quali il cives partecipava attivamente e nelle
quali, in virtù dello “ius publicum”, il momento religioso trovava il suo organico
ed armonico collocamento, tramite la figura del “pontifex/facitore di ponti”, tra
la dimensione divina e quella terrena.
L’idea di organica partecipazione che caratterizzava le istituzioni
repubblicane, passerà indenne attraverso le varie epoche storiche.
L’istituzione senatoria ed il consolato permarranno integre, durante tutta l’età
imperiale, sinanche dopo la fine della civiltà romana e sino alla fatidica data
del 1870, con la riunificazione d’Italia, tali cariche saranno sempre vigenti,
all’interno della stessa Roma papalina. Senza ulteriormente addentrarci negli
innumerevoli ed ulteriori significati connessi alla vicenda della fondazione
dell’Urbs, sarà quindi necessario interrogarci su quale lezione si possa trarre
da questo evento.
Ci sovviene, a questo punto, l’esempio di una vicenda molto più vicina ai
tempi nostri che, in qualche modo, proprio dalla “romanitas” , volle trarre uno
spunto di azione. Il sodalizio esoterico del “Gruppo di Ur” ufficialmente attivo
nel biennio 1927/29, con le sue pubblicazioni, vide come protagonisti tutta
una serie di personaggi, dalle diverse provenienze culturali, accomunati però
dall’idea della possibilità di poter effettuare una vera e propria azione
“magica”, al fine di veicolare il ritorno della religiosità pagano-romana
nell’Italia fascista. Personaggi come il Pitagorico e Massone Arturo Reghini
ed il suo sodale Giulio Parise, lo studioso Julius Evola, l’antroposofo Giovanni
Colazza, il kremmerziano Ercole Quadrelli, la figura di Colonna di Cesarò,
proveniente da un ambito massonico-pagano, lo psicanalista Emilio Servadio,
lo stesso Massimo Scaligero e tanti altri, furono i protagonisti dell’inedito
tentativo di applicare le arti magiche, al fine di deviare il corso di eventi di
natura politica.
Tentativo inedito, perché esperito in Età Moderna, poi fallito,ma che,
comunque ci lascia una precisa indicazione operativa. La Magia, qui intesa,
non tanto quale superficiale e fenomenologica, popolaresca “superstitio”,
quanto vera e propria “scientia”, è la tecnica che permette all’iniziato di
addivenire ad un piano di realltà “altro” da quello dell’immanenza. Un piano di
realtà superiore, dal quale emana o dipende quello della sottostante
materialità ed attraverso la manipolazione del quale, si può pervenire alla
modifica sostanziale della sottostante realtà. Un insegnamento questo che,
con l’avvento della Modernità, sempre più andrà risentendo, della inquietante
presenza di un “Io” posto di fronte alla realtà della propria frammentazione in
un’anima cosciente ed in un’altra incosciente,che va ad attingere e riporta a
galla, i più profondi e nascosti motivi archetipici, comuni a tutto il genere
umano. Da quei motivi muove la Magia e le sue scuole per smuovere la
realtà nel suo complesso.
La presenza degli Dei, oggidì soffocata da una civiltà imperniata sul sensibile
e sulla sua quantificazione, è oggi sostituita dalla riscoperta dell’archetipo,
ovverosia, come suggeriscono le maggiori scuole esoteriche ( da quella
antroposofica, al magismo kremmerziano, non senza passare per l’ermetismo
di alcune obbedienze massinche e pitagoriche...), dal partire dalla
prefigurazione del dato sensibile per arrivare all’oltrepassamento dell’Io
sensibile. E pertanto, ricollegandoci ai motivi-guida dell’irrazionalismo
filosofico del 19° e del 20° secolo da Schopenauer a Stirner, da Nietzsche ad
Heidegger ed altri ancora, superare l’elemento umano dell’Io, per pervenire
alla dimensione del sovrumano, di quell’ “oltreuomo” che dell’umano
percorso, costituisce la fase finale, il completamento, alla base del quale, sta
quel costante lavoro di “Iniziazione”, quell’opus alchemico, in grado di
generare in noi una trasformazione qualitativa.
Parole queste che sembrano dar per scontato, ciò che, in verità, non lo è
affatto. Roma, con la sua luminosa storia, ci indica una via che, altri già
hanno tentato ed altri ancora, tenteranno di percorrere. Quella della
Modernità, è una via irta di insidie e difficoltà, alla quale le varie scuole di
pensiero hanno dato risposte sicuramente affascinanti, ma non ancora
sufficienti. Ad indicarci la strada, il simbolo di Mercurio e del suo caduceo,
sormontato da due serpenti, ovverosia, la sovrumana capacità del sapere
ermetico di ricavare forza e vitalità, dal materiale veleno delle forze del
Kosmos. Ancora una volta, la dimensione del mito, che sembrava confinata
nelle nebbie del senza tempo, irrompe decisa nella contemporaneità e ci
indica risolutamente la strada in grado di portarci fuori dalle secche della
Post- Modernità.
UMBERTO BIANCHI
meno, ne viene recepito l’aspetto più puramente superficiale, attinente alla
“Gloria Urbis”, esaltata da un’immaginario collettivo da cartolina postale,
assolutamente privo di significati di ben altra profondità e caratura di cui,
invece, l’intera vicenda della fondazione dell’Urbe, è caratterizzata.
Roma, anzitutto, non nasce casualmente, a seguito dell’atto volitivo di uno o
più singoli. La vicenda della sua nascita, sembra esser, in tutto e per tutto,
frutto di un vero e proprio piano divino. Romolo ed il suo gemello Remo, sono
figli del Dio Marte e della mortale Rea Silvia. La fondazione dell’Urbs viene
effettuata con il tracciamento di un solco, lungo un percorso a forma di
quadrato. La decisione della nomina del Rex attraverso sotto il segno
augurale del passaggio di uccelli, l’inviolabilità delle mura e la stessa
uccisione di Remo, da parte del gemello Romolo, la fine di Romolo stesso, le
cui membra, dopo esser stato ucciso, vengono sparse lungo quelli che
saranno i principali caposaldi della neonata Urbs, conferiscono un valore
altamente simbolico all’intera vicenda fondativa.
Possiamo pertanto affermare che, quello della fondazione di Roma è,
anzitutto un atto dalla forte valenza iniziatica, perché ad esser fondato non è
solamente un puro e semplice conglomerato di abitazioni, ma un vero e
proprio assetto spirituale,di cui la civiltà romana, costituirà la perfetta
realizzazione “in terris”. Il processo iniziatico parte dalla umile condizione
dell’iniziando,abbandonato in una cesta alla imprevedibilità degli elementi ed
animato da una doppia natura (i gemelli). A fronte della fondazione di una
città, all’interno di un solco, la cui forma quadra è riflesso di perfezione, è
necessario il sacrificio di uno dei gemelli (Remo), per riportare l’animo
dell’iniziato ad una perfetta unità costitutiva, eliminando la parte più spuria del
proprio “Sé”. La stessa morte del “Rex” Romolo, sancisce la definitiva
assunzione della sua persona, a vero e proprio “corpo di gloria”, dalle cui
parti sparse nasceranno le varie zone di Roma,finendo quest’ultimo con
l’essere identificato con Roma stessa.
La civiltà romana, trova la propria massima e compiuta espressione, in quella
Res Publica, che vedeva per l’appunto, nell’identificazione del cives romano
con quest’ultima, il proprio momento fondante. Questo, attraverso tutte quelle
istituzioni partecipative quali comizi curiati,comizi centuriati, tribunato della
plebe, senato, consolato, alle quali il cives partecipava attivamente e nelle
quali, in virtù dello “ius publicum”, il momento religioso trovava il suo organico
ed armonico collocamento, tramite la figura del “pontifex/facitore di ponti”, tra
la dimensione divina e quella terrena.
L’idea di organica partecipazione che caratterizzava le istituzioni
repubblicane, passerà indenne attraverso le varie epoche storiche.
L’istituzione senatoria ed il consolato permarranno integre, durante tutta l’età
imperiale, sinanche dopo la fine della civiltà romana e sino alla fatidica data
del 1870, con la riunificazione d’Italia, tali cariche saranno sempre vigenti,
all’interno della stessa Roma papalina. Senza ulteriormente addentrarci negli
innumerevoli ed ulteriori significati connessi alla vicenda della fondazione
dell’Urbs, sarà quindi necessario interrogarci su quale lezione si possa trarre
da questo evento.
Ci sovviene, a questo punto, l’esempio di una vicenda molto più vicina ai
tempi nostri che, in qualche modo, proprio dalla “romanitas” , volle trarre uno
spunto di azione. Il sodalizio esoterico del “Gruppo di Ur” ufficialmente attivo
nel biennio 1927/29, con le sue pubblicazioni, vide come protagonisti tutta
una serie di personaggi, dalle diverse provenienze culturali, accomunati però
dall’idea della possibilità di poter effettuare una vera e propria azione
“magica”, al fine di veicolare il ritorno della religiosità pagano-romana
nell’Italia fascista. Personaggi come il Pitagorico e Massone Arturo Reghini
ed il suo sodale Giulio Parise, lo studioso Julius Evola, l’antroposofo Giovanni
Colazza, il kremmerziano Ercole Quadrelli, la figura di Colonna di Cesarò,
proveniente da un ambito massonico-pagano, lo psicanalista Emilio Servadio,
lo stesso Massimo Scaligero e tanti altri, furono i protagonisti dell’inedito
tentativo di applicare le arti magiche, al fine di deviare il corso di eventi di
natura politica.
Tentativo inedito, perché esperito in Età Moderna, poi fallito,ma che,
comunque ci lascia una precisa indicazione operativa. La Magia, qui intesa,
non tanto quale superficiale e fenomenologica, popolaresca “superstitio”,
quanto vera e propria “scientia”, è la tecnica che permette all’iniziato di
addivenire ad un piano di realltà “altro” da quello dell’immanenza. Un piano di
realtà superiore, dal quale emana o dipende quello della sottostante
materialità ed attraverso la manipolazione del quale, si può pervenire alla
modifica sostanziale della sottostante realtà. Un insegnamento questo che,
con l’avvento della Modernità, sempre più andrà risentendo, della inquietante
presenza di un “Io” posto di fronte alla realtà della propria frammentazione in
un’anima cosciente ed in un’altra incosciente,che va ad attingere e riporta a
galla, i più profondi e nascosti motivi archetipici, comuni a tutto il genere
umano. Da quei motivi muove la Magia e le sue scuole per smuovere la
realtà nel suo complesso.
La presenza degli Dei, oggidì soffocata da una civiltà imperniata sul sensibile
e sulla sua quantificazione, è oggi sostituita dalla riscoperta dell’archetipo,
ovverosia, come suggeriscono le maggiori scuole esoteriche ( da quella
antroposofica, al magismo kremmerziano, non senza passare per l’ermetismo
di alcune obbedienze massinche e pitagoriche...), dal partire dalla
prefigurazione del dato sensibile per arrivare all’oltrepassamento dell’Io
sensibile. E pertanto, ricollegandoci ai motivi-guida dell’irrazionalismo
filosofico del 19° e del 20° secolo da Schopenauer a Stirner, da Nietzsche ad
Heidegger ed altri ancora, superare l’elemento umano dell’Io, per pervenire
alla dimensione del sovrumano, di quell’ “oltreuomo” che dell’umano
percorso, costituisce la fase finale, il completamento, alla base del quale, sta
quel costante lavoro di “Iniziazione”, quell’opus alchemico, in grado di
generare in noi una trasformazione qualitativa.
Parole queste che sembrano dar per scontato, ciò che, in verità, non lo è
affatto. Roma, con la sua luminosa storia, ci indica una via che, altri già
hanno tentato ed altri ancora, tenteranno di percorrere. Quella della
Modernità, è una via irta di insidie e difficoltà, alla quale le varie scuole di
pensiero hanno dato risposte sicuramente affascinanti, ma non ancora
sufficienti. Ad indicarci la strada, il simbolo di Mercurio e del suo caduceo,
sormontato da due serpenti, ovverosia, la sovrumana capacità del sapere
ermetico di ricavare forza e vitalità, dal materiale veleno delle forze del
Kosmos. Ancora una volta, la dimensione del mito, che sembrava confinata
nelle nebbie del senza tempo, irrompe decisa nella contemporaneità e ci
indica risolutamente la strada in grado di portarci fuori dalle secche della
Post- Modernità.
UMBERTO BIANCHI
giovedì 23 aprile 2020
mercoledì 22 aprile 2020
martedì 21 aprile 2020
SPETTRI, FOLLETTI E PANDEMIE
Non uno ma tre spettri si aggirano per
il mondo delle burocrazie sanitarie di stato e private, dei farmaci, vaccini,
cure alternative, integratori, antibiotici, ciarlatani, medicina vera e
fasulla, insomma il mondo che fu di Ippocrate una volta e di Paracelso oggi, e
che sta vivendo lo scompiglio da coronavirus. Gli spettri sono di Antoine
Béchamp, francese (1816-1908), Florence Nightingale, inglese (1820-1910) e
Carlo Arnaldi, italiano (1860-1924).
La seconda è famosissima, gli altri
due no. Chi furono? Inutile chiederlo alle facoltà universitarie: da tempo non
insegnano più Storia della Medicina. Perché se lo facessero, il dottor Antoine e
l’igienista Carlo (e altri che sarebbe troppo lungo enumerare) la farebbero da
guastafeste, minacciando categorie intere di mestieranti che vivono di malattia
(altrui) con la sparizione dal palcoscenico della storia. Prima di studiarne l’operato,
consideriamo
La
Salute
Avete mai chiesto a un medico di
definire la salute? Fatelo, e contate quante volte la risposta è “assenza di
malattia”. Purtroppo i poveri medici mancano di nozioni di logica, la grande
assente dalla sQuola gramsciana che
tiene banco.
Chi ce le ha, quelle nozioni, sa che
una definizione negativa è quanto di peggio possa escogitare il pensiero umano.
Non parliamo poi di chi se ne esce con “sensazione di benessere”, “buono stato del corpo” e inanità del genere.
Non li si può biasimare. Dice
S.Tommaso in De Ente et Essentia che
si può definire solo quello che ha essenza, cioè una sostanza. Ebbene, la
salute non è tale. Tra le categorie aristoteliche può trovare il posto tra qualità e relazione, il che la rende descrivibile, ma non definibile. Descriviamola
quindi, basandoci sull’osservazione e lo studio.
La salute non sarebbe che la
concomitanza di due flussi: il primo, di elementi nutritivi che partendo dalla
microflora del suolo arriva alle cellule del corpo dopo un passaggio attraverso
radici, fusto, foglie e frutti di piante nonché del canale alimentare; il
secondo, di elementi tossici, che partendo dalle cellule viene espulso all’esterno
dopo un passaggio da uno dei quattro grandi emuntori: intestino, reni, polmoni
o pelle.
Lunghetta, la descrizione, ma
completa, penso, di ciò che la salute è.[1]
Dal che si può dedurre che la malattia non sarebbe se non un disordine qualsiasi in uno, o in entrambi,
i flussi. Si noti che l’aggiunta di elementi indebiti al primo flusso (eccessi
di vario tipo), o la mancanza di elementi nutritivi a causa di pratiche
agricole dissennate, e nel secondo flusso la mancata espulsione di tossine in
seguito a un sistema danneggiato, sole o insieme, possono produrre un’infinità di sintomi, che gli eredi
di Paracelso e quelli di formazione cartesiana chiamano “malattie”, come se
fossero res, cose. Gli Scolastici li
avrebbero ammoniti che le malattie non esistono: esistono i malati, e
diagnosticare le cause delle loro sofferenze è compito immane, come Ippocrate
ben sapeva.
Alla falsa filosofia di Cartesio, che
impone all’essere umano la natura di macchina che a certi stimoli risponde
sempre lo stesso, si aggiunge quella altrettanto falsa dell’evoluzione, che propone
una similarità inesistente tra esseri
umani e animali da laboratorio.
Dal che ne risulta un disordine
filosofico, scientifico, sperimentale e quant’altro che non accenna a ridirigersi
verso l’ordine naturale. Detto altrimenti, la sanità è nel caos, e non da ieri.
I fattori di salute, specialmente la
microflora del suolo, non sono mai
stati analizzati nella loro interezza. Per l’orgogliosa scienza umana sono
rimasti libro chiuso, che di tanto
in tanto mostra al più un paio di righe di qualche pagina. Per cui non mi
addentrerò in questo ginepraio. Mi limiterò alla polemica decimononica tra
Béchamp e Pasteur, che sta trovando il suo dénouement,
o così la vedo io, nella saga che ha per protagonista il fenomeno Covid 19.
Due
teorie
A chi confonde “teoria” con
“ipotesi” ricorderò che sono due tappe diverse
del metodo scientifico. Questo consiste di cinque
tappe: prima, l’osservazione; seconda, l’enunciato del problema; terza,
l’ipotesi; quarta, l’esperimento; quinta e ultima, la teoria.
Teoria è quindi la tappa finale del
metodo: una visione d’insieme (dal greco theorein) nella quale tutti e solo gli elementi osservati e
studiati trovano luogo. Essendo in una scienza induttiva, se uno solo di essi
venisse falsificato dall’esperimento, bisognerebbe cominciare da capo. Facile dictu; lo vedremo.
Béchamp e Pasteur (1822-1895) furono
contemporanei. Il primo era medico e scienziato ricercatore, la cui biografia è
visionabile in Rete; il secondo, invece, era chimico, esperto in fermentazioni
e ugualmente visionabile. Il che vuol dire che vi erano campi di ricerca comuni
ai due. Quello che ci interessa sono le loro teorie divergenti circa la natura
delle malattie infettive, e la polemica tra i due, irrisolta fino ad oggi.
Nel suo lavoro seminale Il Sangue e il suo Terzo Elemento Béchamp
aveva scoperto alla scienza l’esistenza sanguigna di una granulazione molto al
di sotto della risoluzione ottica dei microscopi dell’epoca, che lui chiamò microzyma, e che ipotizzò come la vera
base dei fenomeni vitali.
Il microzyma,amorfo nei tessuti sani, veniva popolato da corpuscoli
semoventi in quelli malati. Anche Pasteur li vide, ma i due scienziati li interpretarono
in maniera del tutto diversa.
I termini tecnici che esprimono la
contraddizione sono Pleomorfismo e Monomorfismo.
Il primo è di Béchamp, che lo
osservò in laboratorio. Dopo puntigliose osservazioni, arrivò ad una
conclusione inaspettata: le forme semoventi non solo venivano prodotte in e dal
microzyma, ma anche cambiavano forma: da virus a batterio e
viceversa, da un tipo di batterio ad un altro ecc. E non solo: cambiavano
anche funzione secondo la bisogna.
Quale funzione? Quella di
microspazzini, che convogliano gli elementi tossici verso gli orifizi naturali
del corpo, per ridiventare microzyma amorfo
a missione compiuta.
Tutto li? Tutto li, ma la differenza
è irriconciliabile. Béchamp, sulla scia di Ippocrate, sosteneva che la medicina
si dovesse occupare dell’infermo;
Pasteur, su quella di Paracelso (1493-1541) e seguaci, sosteneva che essa dovesse
attaccare la malattia col farmaco,
il vaccino, il cerotto, la disinfezione e via dicendo.
Per Pasteur i germi sono esseri viventi di diritto proprio, ciascuno
con il suo nome scientifico e un posto in
tassonomia. Ogni forma ha la sua
funzione e causa la sua malattia e
non un’altra. Non si insospettì di non
averli mai visti liberi nel suolo, nell’atmosfera o nelle acque. La sua
interpretazione si diffuse rapidamente, nascendone tutta una batteriologia,
virologia, microbiologia ecc. che ancora oggi tengono banco nelle facoltà
scientifiche. Il loro inizio è databile a quando Pasteur lesse una relazione per
l’Accademia delle Scienze intitolata La Teoria
dei Germi applicata alla Medicina e alla Chirurgia. Era il 30 aprile del
1878.
Ancora nel 1881 diceva:
“Nello studio dei microorganismi vi è
una perenne fonte di errore nell’introdurre germi estranei. L’osservatore che vide
prima un organismo e poi un altro, fu propenso a concludere che il primo avesse
subito un cambio. Eppure potrebbe essere pura illusione. La trasformazione da Bacillus
anthracis a Micrococcus non esiste”[2].
Rectius, non è deducibile da osservazioni di laboratorio. Ma
Florence Nightingale, che aveva sgobbato nelle corsie dell’ospedale di Scutari
30 anni prima, aveva osservato la stessa cosa in pieno campo:
Le malattie non
sono individui classificabili come cani e gatti, ma condizioni che nascono
l’una dall’altra. Non è un continuo errore guardarle, come facciamo, come
entità separate come cani e gatti, invece di guardarle come condizioni simili a
pulizia e sporcizia, del tutto controllabili, o meglio come reazioni di natura
benigna, invece di come le consideriamo?
E
aggiungeva:
La dottrina
delle malattie specifiche è il rifugio di menti deboli, senza cultura,
instabili, come quelle che tengono banco nella professione medica. Non eistono
malattie specifiche; quello che esiste sono condizioni specifiche di malattia
Ai primi due si aggiunge lo spettro
di Carlo Arnaldi, la cui Colonia, fondata nel 1906 e appollaiata sulle colline
di Uscio, Riviera di Levante, attrae ancora oggi una fedele clientela che ne tramanda
le tradizioni per passaparola.
Come Béchamp e Nightingale, Arnaldi
negava l’esistenza di “malattie”. Puro ippocratico, addebitava tutti i malanni ad una sola causa: un alterato metabolismo a ragione di cattive
abitudini, specialmente alimentari.
Curava con una dieta adattata a ciascuno e una pozione disintossicante per
tutti a base di erbe, che convogliava le
tossine all’intestino, espellendole.
All’entrata della Colonia spicca il
suo ammonimento: Aut Disce, aut Discede
(impara o vattene). In fatto di dieta, se un cliente provasse ad aggirarla
portando con sé cibi proibiti, su spiata del fidatissimo Giacomino lo faceva
chiamare, gli restituiva i soldi e lo mandava a casa. Ma la salute tornava, e
continua a farlo.[3]
Le ultime parole di Pasteur sul
letto di morte furono Le microbe n’est
rien; le terrain est tout. Era arrivato alla stessa conclusione di Béchamp,
ma il dado era tratto. Il fattore determinante del suo successo sono senza
dubbio i proventi da lotta alle malattie
molto più lucrativi dei magri guadagni del medico che cura gli infermi.
La cultura cinese aveva trovato come
garantire la dignità della professione medica senza tirare in ballo i soldi. Nell’antica
Cina si impiegava un medico, la cui funzione era di mantenere in salute e a
cui si passava un onorario fisso salute perdurante. Subentrando un disordine,
si smetteva di pagarlo, e se si moriva in cura sua era lui a pagare per le
esequie. Non c’è male come incentivo perché un professionista faccia il suo
dovere.
C’è di più. Ancora oggi, in Cina, chi
diagnostica la malattia non è il medico ma l’odoratore professionista di
effluvi intestinali (vulgo peti).
Costui pratica il mestiere per strada, guadagnando fino a 50mila dollari all’anno.
Insomma, tutto un altro paradigma.
Nel frattempo Béchamp e la sua
teoria sono stati emarginati e mandati in dimenticatoio. Ma non del tutto. Certi
gruppi si inspirano ancora alle sue scoperte, e di tanto in tanto qualche medico
praticante vi si imbatte e ne vuole sapere di più. Ma guai a costui se iscritto
all’albo dei medici: rischia l’espulsione a proporre, non diciamo di
reintegrare l’uomo, ma anche solo di esporne la teoria. Limitiamoci a
constatare che lo spettro del dott. Antoine, come quello di Banquo[4],
non se ne va. Nel frattempo prestiamo attenzione al paradigma pasteuriano
moderno.
Una
strana guerra
Assistiamo a una guerra sui generis da più di 100 anni: da un
lato milita un esercito agguerritissimo, dotato di disinfettanti, antibiotici,
cerotti, antibatterici, bende, vaccini, e tutto un armamentario per sconfiggere
un numerosissimo esercito di germi, microbi, batteri, virus e chissà che altro,
presunte cause di malattia e di morte.
Sono codesti esseri entia realia, come vorrebbe Pasteur, o entia rationis, cioè folletti, spettri, o
gli spazzini pleomorfi di Béchamp? Con il metodo scientifico, confrontiamo le
due ipotesi. Dopo le quali proporrò una serie di esperimenti, buona parte dei
quali in corpore vili (il mio).
Prima di farlo, consideriamo la questione
dal punto di vista filosofico. Il problema è metafisico: ad essere codesti
microorganismi esseri viventi di diritto proprio, e classificati come tali da
generazioni di ricercatori del calibro di Robert Koch (1843-1910) in ordini,
famiglie, generi e specie, tali esseri perfetti
morfologicamente e fisiologicamente dovrebbero causare malattie, che per definizione sono disordini.
Il che è metafisicamente impossibile.
Ma la metafisica non essendo il forte degli scienziati, e men che meno degli istruiti
dalla sQuola corrente, non insisto
sul tema. Passo ai ricordi personali.
Tra quelli di infanzia più vividi sono
le ferite riportate giocando o
cadendo o altro, che mia madre, pasteuriana convinta, si ostinava a disinfettare con l’etanolo. Il bruciore
era insopportabile, gli strilli pure, ma non c’era niente da fare. Le ferite andavano
disinfettate. Fu un sollievo quando,
nel movimento scouts, mi dissero che
non bisognava metter nulla nella
ferita, ma disinfettarla con tintura di iodio spalmata ai lati di essa. Ma andava fatta, perchè i germi sono in agguato dappertutto e possono causare perfino la
peste.
Tra gli stessi ricordi ce ne è uno
in cui il corpus vile fu quello di un
grosso maiale di razza Large Black, da
sacrificare per le vicine feste natalizie. Una ragazza maldestra con un fascio
di canne che portava in spalla, lo ferì inavvertitamente sul groppone.
Mia madre decretò che la ferita andasse
disinfettata. Si armò di cotone
idrofilo e dell’immancabile etanolo, ne inzuppò un batuffolo e lo schiaffò
sulla ferita del suino.
Non l’avesse mai fatto. La bestia,
trasformata istantaneamente da mansueto porcello in inferocito cinghiale, si
mise a caricare gli astanti tra grugniti acutissimi, le urla di chi ne veniva
travolto e gli sghignazzi di si godeva la scena (i miei).
Crescendo, poi, non potevo fare a
meno di osservare quei cani che leccavano le loro ferite in qualsiasi parte del
corpo (ho sempre invidiato loro la flessibilità da contorsionista che purtroppo
noi esseri umani abbiamo perduto) e guarirne senza bende, cerotti e altre armi
dell’arsenale pasteuriano.
Apprendere dalla natura e copiarla
mi venne istintivo: da allora qualunque ferita raggiungibile dalla lingua la
curo leccandola fino a far ristagnare il sangue, e lasciandola seccare all’aria
aperta, 24 ore dopo non ne rimane praticamente traccia. Ciò accade anche in
ambienti sporchissimi, come l’officina meccanica nella quale di tanto in tanto faccio
lavoretti.
Due esperienze di maggior calibro
vanno raccontate. Molti anni fa ero uscito in gita nella savana per raccogliere
campioni da trapiantare nel giardino roccioso che stavo mettendo su nella
scuola dove insegnavo. Avevo con me una zappetta pieghevole di tipo militare, e
indossavo pantaloni corti.
Nel vibrare un colpo maldestro al
campione scelto, la zappetta scivolò sul bulbo legnoso, e si andò a conficcare
nello stinco destro, causando una ferita da taglio di quattro-cinque centimetri
con il sangue che usciva a fiotti. Non
avevo con me pronto soccorso, bende, cotone idrofilo, cerotti, niente.
Prendendola filosoficamente, mi
sedetti su di un masso, avvicinai le labbra della ferita con il pollice e
indice delle due mani, e contai cinque minuti sulle lancette dell’orologio.
Secondo i canoni pasteuriani mi sarei dovuto beccare chissà che infezione, con
tutta la polvere e sporcizia di un tale ambiente. Ma dopo 300 secondi la ferita
non sanguinava più e le labbra tenevano. Non c’era dolore, infezione o altro.
Si formò una cicatrice sottilissima, che con l’andar del tempo sparì senza
lasciar traccia.
Un secondo incidente, anni dopo, fu
una caduta in moto a velocità moderata (±30 km/h) in strada non asfaltata e con pietrisco. Mi alzai con un pantalone
fatto brandelli e ferite multipli nel polpaccio destro. Di ritorno a casa, vidi
che le ferite erano tutte da strascico eccetto una, che sembrava da taglio, ma già
rimarginata. Toccandola, una escrescenza mi fece sospettare che si trattasse di
un pezzo di specchio retrovisore, andato in frantumi con la caduta. Ma senza
sangue, senza dolore e senza infezione, decisi di sperimentare lasciando le
cose come stavano.
Tredici mesi dopo, girandomi
a letto una notte, accusai una micro-pugnalata al polpaccio. Un medico amico
aprì l’escrescenza e ne estrasse due pezzi di specchio, il più grande un
triangolo isoscele di un 10 x 3 millimetri. Lo conservai per anni, fino a
perderlo in un trasloco.
Secondo i canoni pasteuriani, avrei
dovuto subire per lo meno un avvelenamento da mercurio, il metallo usato nel
retro degli specchi, o una infezione incurabile, o quant’altro. Invece niente.
Il mini pugnale si era conficcato tra la pelle e il muscolo del polpaccio,
senza conseguenze visibili o invisibili.
Non pretesi mai di essere stato il
primo a fare tali scoperte, e dopo l’arrivo di internet lo verificai. Ai tempi
di Pasteur, Béchamp, Koch e altri luminari della ricerca, viveva un tal Max von
Pettenkofer (1818-1901), chimico come Pasteur,
che però non credeva né al contagio né alla teoria del microbo come
causa di malattie.
Quando Robert Koch pubblicò di aver
scoperto il Vibrio cholerae, il
batterio ritenuto responsabile (lo è ancora oggi) di quella malattia infettiva,
Pettenkofer gli scrisse chiededendogli un campione di Vibrio da usare per ricerca personale.
Koch fece il favore e Pettenkofer
ricevette una fiala piena di coltivo di Vibrio.
La stappò e ne bevve il contenuto fino all’ultima goccia in presenza degli
astanti. Poi scrisse a Koch ringraziandolo e notificandogli il risultato
(negativo) dell’operato.[5]
Era il 1892. 40 anni prima si era pronunciata la Nightingale circa le
“infezioni”:
Venni
istruita facendomi credere che il vaiolo, per esempio, era una cosa della quale
ne esisteva un primo campione al mondo, cfhe poi si sarebbe propagato da sé, in
discendenza perpetua, proprio come c’era stato un primo cane (o paio di cani) e
che il vaiolo non si sarebbe riprodotto senza un progenitore anch’esso vaiolo.
Da
allora ho visto con i miei occhi, e odorato con il mio naso, i primi sintomi di
vaiolo apparire in stanze mal ventilate
o in corsie sovraffollate, dove non sarebbe potuto arrivare, ma poteva solo
cominciare.
Ho
visto malattie iniziare, crescere e trasmutarsi l’una nell’altra. Orbene, i
cani non diventano gatti.
Ho
visto, per esempio, la febbre crescere in condizioni di sovraffollamento, e mutarsi
in tifoide ad acuirsi questo; un po’ più affollamento, ed ecco il tifo, tutto
nella stessa corsia o capanna.
Non
sarebbe meglio, e più veritiero e pratico, guardare la malattia in questa luce?
L’esperienza mostra che le malattie sono aggettivi, non nomi sostantivi.
L’infermieristica
vera ignora le infezioni, eccetto che per prevenirle. La pulizia e l’aria da
finestre aperte, più una attenzione costante all’ammalato, sono le sole difese
che una vera infermiera chiede o di cui ha bisogno.
Una
saggia, umana gestione del paziente è la migliore salvaguardia contro
l’infezione. L’occupazione principale dell’infermieristica è quella di
preservare la pulizia.
Quello che Béchamp aveva provato anni prima con gli animalcula del suo microzyma,
lo aveva verificato la Nightingale macroscopicamente nell’ospedale di Scutari.
Una correlazione tra un trauma psichico e una malattia somatica è stata
scoperta da recente dal dott Ryke Geerd Hamer (1935-2017), tedesco. Per chi è
famigliare con il lavoro di Béchamp una tale scoperta era da aspettarsi. Per
chi non lo è, e per giunta milita nell’esercito pasteuriano, questa è eresia,
tanto da costare al suo scopritore la radiazione dall’albo dei medici.
Il conto dell’oste
Cosa direbbe un
Béchamp redivivo ad incontrarsi oggi con il Covid19?
Direbbe quello che
abbiamo visto fin qui: il virus è il microspazzino che convoglia tossine da
dove si formano al sistema polmonare, il quale le espelle da bocca e nari. Non
causa niente. Pertanto il sistema immunitario di chi viene trovato positivo sta solo lavorando per liberarlo da chissà quali
tossine prodotte da chissà che disordine, che vengono convogliate verso gli
orifizi naturali per venirne espulse, Le mascherine sono del tutto inutili, la
distanza sociale è scemenza pura, e gli arresti domiciliari una follia. Non
parliamo poi degli arresti da forze dell’ordine di poveri disgraziati che si
fanno i fatti loro prendendo il sole su una spiaggia o correndo nei pressi di
casa propria. C’è da scompisciarsi dalle risa.
Ma allora di che muore
la gente, anche se non nella misura tamburellata dalla grancassa mediatica? I
decessi sono veri. Indaghiamo, facendo notare che si tratta di una fondata
ipotesi, non di una comprovata teoria. Sorvoliamo sulle statistiche truccate
che falsamente addebitano al virus decessi per altre cause. Ma se non si muore
di virus, di che si muore?
Dal
1934, anno della morte di Madame Curie stroncata da eccessive radiazioni
dell’elemento da lei scoperto, si sa benissimo che le radiazioni uccidono. A
tal punto, che chi vuole consultare taccuini e altro usati dalla scienziata
deve indossare una tuta antiradioattiva.
Agli albori della telefonia mobile,
attorno al 2000, venne in mente a due russi di fare un experimento: misero due
cellulari uno di fronte all’altro, un uovo crudo nel mezzo, e li misero in
comunicazione. 70 minuti dopo l’uovo era bollito sodo.
Ci fu chi espresse timori circa mantenere
costantemente il volto in stretto contatto con aggeggi emettenti microonde, ma
l’entusiasmo prevalse e i cellulari fanno parte della cultura odierna. In
termini popolari, ci si è fatti i conti senza l’oste per una ventina d’anni.
Ma i cellulari non solo non hanno
smesso di emettere radiazioni; sono stati rafforzati da numerosi aggeggi ancora
più potenti: satelliti artificiali[6],
forni a microonde, TV a circuito chiuso, antenne sempre più potenti, radar, WiFi,
e chi più ne ha più ne metta.
E non solo radiazioni. Il dott.
Stefano Montanari, che si occupa di nanoparticelle patologiche da decenni,
aggiunge queste alle radiazioni come elementi nocivi per la salute. Tutte
rilasciate nell’atmosfera con la stessa noncuranza circa il conto dell’oste.
Il quale è puntualmente arrivato con
l’installazione del 5g, dieci volte più potente del 4g, che meno nocivo ma per
niente innocuo è andato minando la salute di chi lo ha bazzicato senza saperlo
dal 2000 in poi. Il 5g è la goccia che fa traboccare il vaso, o come più
pittorescamente dicono gli inglesi, il filo di paglia che rompe la schiena al
cammello.
Prima di verificare i perché e i
percome di una possibile connessione tra il virus e 5g, vediamo a che serve
questo aggeggio, e perché i suoi promotori sono tanto ansiosi di installarlo.
Nessuno dei suoi predecessori ha il
potenziale di mettere in comunicazione tutta la gamma di aggeggi di cui l’uomo
moderno sembra di non potere fare a meno per vivere: cellulare, auto semovente,
frigorifero, contatore di elettricità “smart”, computer, e via aggiungendo. È
l’apice del progresso tanto
strombazzato da Galileo ad oggi.
Qui interviene un fenomeno che non riceve
la pubblicità che meriterebbe: molti sindaci sembrano aver scoperto la
vocazione di boscaiolo e abbattono alberi a decine di migliaia. Perchè?
Si strombazza che gli alberi
impediscano la comunicazione 5g, ma la scusa zoppica. Seguendo la traccia del
denaro si avrà una risposta più veritiera.
Nel ricevere una proposta per
l’istallazione di una potente antenna 5g, un sindaco potrebbe ingenuamente dire:
“ma certo, non c’è problema”. Al che il promotore del 5g risponderebbe:
“Purtroppo il problema c’è. Gli alberi esposti alle radiazioni 5g muoiono, e
quel ch’è peggio li si vede morire.
Eccoti quindi una attraente mazzetta e veditela tu.
Possiamo ora capire il dilemma in
cui si dibatte il sindaco: se abbatte gli alberi la gente protesta, ma senza capirne
la ragione. L’abbattimento viene accettato come fatto compiuto. Se non li
abbatte, la gente li vedrà morire, e non ci vorrà molto prima di connettere la
morte degli alberi con la propria, entrambe dovute a un ordigno potenzialmente
letale. Quanto?
Nel 2019 due giganti della
telefonia: Vodafone anglosassone e Huawei cinese, si sono sbizzarriti
installando antenne 5g, guarda caso, nella città cinese di Wuhan. Sei mesi dopo
un certo numero di persone cominciavano a piombare improvvisamente a terra,
alcune per non rialzarsi più. Tutte avevano il sistema polmonare fortemente compromesso.
Perchè? Un corpo umano attaccato da
elementi estranei che ne danneggiano le cellule, si difende, tentando di
espellere le tossine causate dall’agente invasore. Dei quattro grandi emuntori
del corpo, solo i polmoni sono adatti alla bisogna[7]
in questo caso. Ecco perchè i sintomi sono quelli dell’influenza.
Nel convogliare codeste tossine agli
orifizi naturali bocca e nari, si formano liquidi e solidi peculiari, di forma
variabile come già sappiamo, e che la medicina moderna, figlia di Paracelso e
Pasteur, prende per cause del
malessere invece di riconoscerle come effetti
delle silenziose, invisibili radiazioni.
Si nominano “coronavirus” codesti effetti, e il circuito è chiuso.
Militari,
borghesi, ragazze, vaccinatevi!
Siringa in resta e cavalcando il
palafreno mediatico, Bill Gates gira il mondo tamquam coronavirum debellator, cercando chi bucare con l’arma che
porta. Prima di farlo, però, deve collaudare
i vaccini, il che ha fatto, specialmente in India e in Africa.
Nella prima ci sono voluti 17 anni
prima che il governo lo sfrattasse con tutto il suo armamentario dopo aver indotto
la poliomielite in ben 486mila bambini. Nella seconda il collaudo continua:
l’ultima notizia viene dal Senegal, il cui governo, indotto da una sovvenzione
di 100 milioni di dollari della Banca Mondiale, si è prestato a far collaudare
i primi vaccini anti-corona colà. Due medici francesi si sono recati a Dakar e
hanno iniettato il prodotto a sette giovani senegalesi, tutti morti stecchiti a
breve tempo.[8]
Evidentemente le cose non vanno
troppo bene per il Nostro, ma non è quello il tema di interesse. Per chi vuole
seguire la faccenda, legga i pesantissimi capi di accusa lanciatigli da Robert
Kennedy Jr., figlio dell’omonimo Robert assassinato nel 1968 e nipote di JFK
suo fratello. Ci occuperemo invece dei vaccini del tempo di Louis Pasteur.
Il principio dal quale partire è che
la procedura vaccinale può funzionare se, e
solo se, la teoria pasteuriana dei germi come cause di malattie è vera. Se
Béchamp dovesse averci visto giusto, e Pasteur sbagliato, i vaccini sarebbero
non solo inutili, ma anche irrilevanti. E gli eventi di più di un secolo fa
fanno da esperimento che corrobora la seconda ipotesi.
Giunto al culmine della fama e
promosso dagli stessi interessi economici di oggi, infatti, la cosa che Pasteur
odiava di più era aprire la corrispondenza che si accumulava sul tuo tavolo da
lavoro. Questa convogliava un clamoroso fallimento dopo l’altro della pratica
vaccinale. In non poche occasioni il Nostro dovette indennizzare agricoltori e
allevatori che avevano perduto i loro greggi in seguito a vaccinazioni
accettate in buona fede, ma che si erano rivelate disastrose.
Ma il dado tratto continuava a
promuovere la stessa pratica, finché si arrivò all’influenza spagnola[9]
del 1918, che con i suoi 50 milioni di deceduti mantiene il record mondiale di
pandemie. Cosa accadde?
Accadde che milioni di militari
erano stati vaccinati contro il tifo
prima di mandarli in linea durante la Grande Guerra. E guarda un po’, al posto
del tifo apparve un paratifo, contro il quale i medici dell’epoca videro
opportuno sviluppare e usare un secondo vaccino. Iniettato questo, apparve un
secondo paratifo, etichettato B e richiedente un terzo vaccino. E arrivò…
l’influenza, e con essa l’ecatombe non tanto di “persone” quanto di vaccinati.
I termini del paragrafo precedente sono
quelli di un personale medico che non riusciva a capire l’accaduto. Béchamp (e
la Nightingale) avrebbero detto invece “il tifo divenne paratifo, questo si trasformò in un secondo paratifo, e
questo nell’influenza malchiamata “spagnola”..
Con l’argomento di cui sopra il
lettore ha elementi sufficienti di giudizio. Qui mi limiterò a rendere omaggio
a quegli italiani vittime di angherie da parte di forze dell’ordine acefale
nonché da folle di dementi inferociti, perché colpevoli di anelare libertà
personale.
Silvano Borruso
20 aprile 2020
[2] Times, Londra, 8 agosto 1881. Neretto mio.
[3] La sanità ufficiale muove una guerra senza
quartiere alla cura Arnaldi da decenni. Non mi è dato sapere gli ultimi
sviluppi.
[4] Carattere di Macbeth, Shakespeare
[7] Gli altri tre: intestino, reni e pelle rimangono
fuori dal conto.
[9] Si è beccata quell’aggettivo perchè i primi casi
vennero osservati in Spagna, ma i colpiti erano statunitensi.
lunedì 20 aprile 2020
giovedì 16 aprile 2020
mercoledì 15 aprile 2020
martedì 14 aprile 2020
lunedì 13 aprile 2020
CORONAVIRUS E 5g
"Ero a capo della più grande unità aziendale di
Vodafone, con sede nel loro quartier generale a Newbury, tra il 2013 ed il
2015. Ero al corrente di una serie di innovazioni tecnologiche che stavano per
essere implementate, chiamate "l'internet delle cose", ed, in secondo
luogo, della tecnologia 5g. Sapevo da molto tempo che la 5g era pericolosa, ma
non avevo capito la correlazione con il coronavirus, di cui ora sono al
corrente e voglio spiegarvi. Esiste una strategia deliberata per la
distribuzione della 5g, che sono le frequenze di quinta generazione, che
consentono a tutti i dispositivi di funzionare con una capacità di elaborazione
molto più veloce e l'introduzione dell'intelligenza artificiale, l'internet
delle cose, dove tutti i dispositivi saranno collegati tra di loro, sia la tua
auto, sia il tuo telefono, sia il tuo frigorifero, sia l'elettricità in casa
tua, tutto sarà collegato ad una griglia intelligente, una sorta di
"matrix", purtroppo, perciò uso questo termine. Quindi quello che sta
succedendo è che questa tecnologia deve essere implementata a livello globale.
La compagnia per la quale lavoravo, la Vodafone, lavora in partnership con la
Huawei, la telecom Cinese, ed insieme hanno lanciato l'implementazione della 5g
in diversi luoghi. Le frequenze che utilizzano, ed anch'io ho gestito una
società di telecomunicazioni dal 2010 al 2013/2014, alcuni di voi lo sanno,
sono specializzate nello spettro radio che è la capacità di catturare segnali
esterni dai satelliti e spedirli verso gli edifici, in modo che quella che è la
potenza di queste frequenze la si ottiene sui dispositivi ed è la stessa sia
dentro che fuori gli edifici. Quando inizialmente furono create le reti
telefoniche mobili pensavano che le persone sarebbero state sempre in strada,
ecco perchè erano chiamate mobili, ma in realtà quello che succedeva è che le
persone usavano i loro telefoni mobili dentro gli edifici ed il segnale non era
abbastanza forte da penetrare gli edifici. E queste sono le frequenze
specializzate nello spettro radio che utilizzano vari megahertz, e la frequenza
5g è una frequenza molto, molto, molto alta, ed è appena sotto la
classificazione di arma, vi dico perchè. La frequenza che stanno utilizzando,
che è 10 volte più veloce della 4g, purtroppo, quando si connette con i corpi
umani, provoca un avvelenamento delle cellule. Quindi i nostri corpi provano a
combattere queste radiazioni e quello che succede è che i nostri corpi cacciano
via queste tossine, con alcune proteine, DNA ed RNA dai nostri corpi, sotto
forma di sostanze chimiche (che è chiamata virus), andando verso gli orifizi
per essere espulse dai nostri corpi, dal naso o dalla bocca. Quindi quello che
stiamo vedendo non è il coronavirus, ma stiamo vedendo un avvelenamento delle
cellule che si manifesta con liquidi, virus, sostanze chimiche che il corpo sta
cercando di eliminare perchè dannoso per il nostro fisico. E' una reazione del
corpo umano alla elettrificazione dell'universo dai satelliti 5g, dalle torri
5g e dalle cellule 5g con cui hanno popolato le maggiori città in tutto il
mondo. Quindi questo è quello che sta causando questa pandemia. Quindi, mi
dispiace dirlo, punto secondo, questo è il più grande insabbiamento globale
della storia, dovuto all'impatto sugli esseri umani dei "progressi"
tecnologici. Quindi quello che sta succedendo non è il coronavirus, ma è un
virus prodotto dall'avvelenamento delle cellule, quindi il virus che abbiamo in
realtà è la misura, l'indicazione di noi stessi che espelliamo le tossine. Questo
è quello che uccide la gente, quindi lasciatemi esporre dei fatti per capirlo.
Una delle prime città in cui la Vodafone, la Huawei ed altre compagnie
telefoniche hanno implementato la 5g è stata, indovinate, Wuhan in Cina,
laddove suppongono che questo virus sia partito, in qualche mercato del pesce.
Questa è una assurdità senza alcun senso, è cominciato dal risultato di
frequenze radio ad altissimo livello che hanno creato radiazioni tossiche per
le nostre cellule, ecco perchè le persone cadevano e poi morivano per strada.
Quindi hanno cercato di nasconderlo perchè questo avvelenamento ha le
caratteristiche del tipo di un'influenza ed usano il coronavirus per coprire il
fatto che la gente sta morendo a causa delle frequenze radio della 5g. Ci
vogliono 6 mesi affinchè tutto ciò abbia un impatto sui nostri corpi. L'anno
scorso Wuhan fu la prima città dove è stato implementata la 5g, poi la Spagna
ha implementato la 5g, l'Italia ha implementato la 5g, ecco che stiamo vedendo
un numero non comune di morti in questi paesi, a causa del livello di
penetrazione della 5g. L'Italia ha avuto più morti degli altri paesi perchè è
densamente popolata con la 5g e le vecchie generazioni non hanno il sistema
immunitario per combattere questo. Quindi l'Italia ha implementato più di altri
paesi la 5g, la Spagna uguale ed anche la maggioranza delle grandi città del
mondo la hanno implementata, Londra è uno delle città con il numero maggiore di
videocamere a circuito chiuso e naturalmente sono in procinto di implementare
la 5g dappertutto. Quello che è rilevante è che non è il coronavirus che sta
uccidendo le persone, ma è chiaramente, categoricamente, inequivocabilmente e
scientificamente provato che sono le frequenze radio a cui siamo stati esposti
sta uccidendo le persone. Perchè lo permettono? Perchè seguono agende multiple
ma principalmente perchè la 5g è la sola rete con la velocità per gestire il
futuro dove stiamo andando velocemente, in un mondo gestito dall'intelligenza
artificiale, l'internet delle cose, dove tutto è interconnesso alla rete, con
una nuova valuta globale che sta per essere introdotta. In aggiunta avremo auto
senza conducente e ci saranno un gran numero di cose che in pratica hanno
bisogno di funzionare con la 5g, quindi loro non possono invertire
l'implementazione di questa tecnologia. Solo per dimostrare ulteriormente tutto
questo, le navi da crociera sono state costruite con la 5g, quindi le persone
in quarantena sulle navi da crociera erano navi con la 5g, ecco perchè la gente
si ammalava, gli ospedali hanno la 5g, le maggiori città hanno la 5g, gli
aereoporti hanno la 5g, quindi questi sono luoghi in cui le persone si
ammaleranno automaticamente, essendo esposti ad eccessivi livelli di radiazioni
attraverso specifiche frequenze radio a spettro. Negli ultimi 120 anni abbiamo
avuto 3 pandemie. La prima fu nel 1918 e fu chiamata l'influenza Spagnola. In
quel periodo hanno implementato le onde radio a livello globale, aumentando
l'elettrificazione del nostro universo. Indovinate cosa successe. Milioni di
persone sono morte 6 mesi dopo con una pandemia che loro chiamarono l'influenza
Spagnola. Durante la 2a guerra mondiale, appena dopo, un'altra pandemia che non
era dovuta altro che alla implementazione di apparecchiature radar, satelliti a
livello globale lanciati verso la cintura di Van Allen, dove praticamente
mandano i satelliti, e nuovamente ci furono tanti morti. L'ultima grande
pandemia fu nel 1968, fu chiamata Honk Kong flu, indovinate cosa fecero allora.
Implementarono un altro livello di penetrazione di satelliti nella cintura di
Van Allen, più di 100.000 satelliti che trasmettevano segnali radar e che
sostanzialmente causarono la pandemia che uccise tantissime persone. Quindi
indovinate cosa sta succedendo adesso, hanno implementato la 5g e questo ha un
impatto sulla vita delle persone, uccidendole in tutto il mondo, e lo stanno
coprendo con il nome di coronavirus. Per aiutarvi ancora, c'è un paese enorme
con milioni di abitanti, con tempo sempre freddo, la Russia, che però non ha
avuto morti da coronavirus. Perchè lì non hanno implementato la 5g per uso
pubblico, ma lo hanno fatto solo per uso esclusivo dei militari, ecco perchè
non hanno morti. Per provare ancora questa cosa, sentite le notizie, ci sono
persone senza problemi di salute o sistema immunitario compromesso, che muoiono
di coronavirus, ma il motivo per cui stanno morendo è che le radiazioni non
scendono a compromessi, non hanno pregiudizi, nè per i giovani, nè per gli
anziani, questo è un fenomeno globale che non può essere invertito. Fate delle ricerche,
ci sono alcuni articoli accademici su questo impatto, come quello del Boston
Health Group che ha indagato sui contagi e sostanzialmente hanno detto, così
come fu per l'influenza Spagnola, anche questo non è contagioso. . Quello che
stanno facendo è di diffonderlo alle persone attraverso i test, mi dispiace
essere così onesto, ma questo è quello che sta succedendo, quindi quando ti
fanno il test dai loro una opportunità di contaminarti con il virus perchè
vogliono nascondere il fatto che milioni di persone moriranno per le eccessive
frequenze radio. Ora perchè succede questo, dove vogliono arrivare, perchè lo
stanno facendo? Conosciamo i motivi tecnologici per i quali hanno bisogno di un
internet robusto e veloce in grado di permettergli di gestire l'enorme mole di
dati e di informazioni riguardo tutti i nostri movimenti, tutti i nostri
spostamenti, tutte le nostre transazioni bancarie, la nostra identificazione
attraverso tutte le telecamere a circuito chiuso del mondo, ma il motivo
principale per cui stanno facendo questo, che è luciferino e satanico, mi
dispiace essere così sincero da usare questi termini, ma ciò che sta succedendo
è che stanno implementando 3 nuove strategie. Uno i vaccini, che contengono
tossine, ed una delle cose riguardo i vaccini è che con essi ti trasmettono la
vera malattia, ma quel vaccino consisterà di sostanze chimiche che ti
illuminano efficacemente per rispondere ancora più efficacemente alle
radiazioni, un po' come la radioterapia, ma quello che iniettano nel tuo sistema
consente alle cellule di essere distrutte. Quel vaccino sarà costituito da una
sostanza che consentirà alla frequenza della 5g ad essere più efficace nel
creare più vittime, quindi quello che stiamo vedendo nel mondo è che stanno
guadagnando tempo per costruire ospedali più capaci, per essere onesti con voi,
per ospitare milioni di persone che moriranno per quello che sta succedendo. Questo
è il motivo per il quale negli ultimi 5 anni ho pressato i presidenti in Africa
con il mio modello economico per offrirgli una valuta digitale alternativa per
poterli sostenere indipendentemente dalla banca mondiale, indipendente da
questo nuovo ordine mondiale controllato dall'1% delle èlites. Ora, si vede già
dalle notizie, annunciano i vaccini che verranno, che avranno un impatto
catastrofico sui nostri fisici esposti alle radiazioni, secondo punto, e lo
faranno con i vaccini che verranno fatti con un dispositivo di localizzazione,
un microchip che verrà applicato insieme con i vaccini. Questo darà loro la
possibilità di tracciarci e verrà presentato, diranno loro, perchè hanno
bisogno di sapere chi ha avuto i vaccini e chi no, così, diranno loro, possono
sapere chi è al sicuro e chi non lo è, ed a chi possono fornire la possibilità
di viaggiare o meno ed altre cose diverse sulla base di ciò. La terza
strategia, purtroppo, sarà l'introduzione, e questa cosa l'ho vista 5 anni fa
perchè ci lavoravo, di una valuta digitale globale, che inizierà negli Stati
Uniti e si diffonderà poi in tutto il mondo. Quindi cosa stanno facendo, ora
stanno chiudendo le economie globali contemporaenamente, perchè vogliono
introdurre un nuovo livello di monopoli, che ha 4 o 5 elementi chiave, tra cui
le multinazionali Amazon e Google, che gestiranno le catene di fornitura
globali e tutto ciò che acquistiamo, e vogliono fare quanti più possibili
persone disoccupate. Quindi non credete assolutamente alle misure di cui stanno
parlando, sostanzialmente su sovvenzioni e pagamenti per aiutare i lavoratori
autonomi, non succederà niente di tutto questo per il sostentamento delle
persone. Stiamo andando verso la più grande recessione globale che il mondo
abbia mai visto, ci stanno portando verso una nuova valuta digitale globale,
alla quale non potremo avere accesso a meno che non dimostriamo che non siamo
più dannosi per l'umanità, avendo i vaccini, che saranno obbligatori, ce li
imporranno, e secondariamente insisteranno sul fatto che dobbiamo farci
implementare il microchip. Tutto sarà completamente differente nel giro di
qualche mese, nemmeno di anni. Bill Gates si è dimesso dalla sua carica di
presidente della Microsoft e come presidente della fondazione Bill e Melinda Gates
sta spingendo per il vaccino e la tecnologia sviluppata di cui è totalmente
responsabile, quindi, per favore, quelli che pensano che sia un innovatore, in
realtà sappiano che è un innovatore per la scomparsa dell'umanità, i vaccini
sono sempre stati un pericolo per l'umanità.
Pasquale E.
Pasquale E.
domenica 12 aprile 2020
venerdì 10 aprile 2020
giovedì 9 aprile 2020
domenica 5 aprile 2020
venerdì 3 aprile 2020
Appello
Insomma, qualcuno spieghi, una volta per tutte, se leggi, decreti e circolari ministeriali hanno validità sullo INTERO TERRITORIO NAZIONALE oppure NO !!
O se hanno preminenza quelli dei presidenti di regione,le ordinanze dei sindaci e magari quelle dei quartieri e dei condomini !!
Quello che sta avvenendo per la "concessione" di un poco d'aria ai bambini ha del surreale : il governo, via Ministro dell'Interno, "apre" con tantissimi limiti alla misura. Ed alcuni presidenti e governatori dichiarano "carta straccia" la relativa circolare !!
Guardate che non si capisce più un ..
e la gente si esaspera, capendo pure male e prendendosela magari con chi segua indicazioni che ritiene corrette.
Questa è una repubblica delle banane !!
Vincenzo Mannello
Catania
giovedì 2 aprile 2020
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