venerdì 30 marzo 2018
TRA SCIENZA E MAGIA: GIULIANO KREMMERZ.
TRA SCIENZA E MAGIA: GIULIANO KREMMERZ.
Mi sono avvicinato con profana curiosità alla figura di Giuliano Kremmerz,
personaggio vissuto a cavallo tra il 19° ed il 20° secolo, di cui tanto si parla in
ambito esoterico ma, di cui anche poco si riesce a recepire all’esterno, se non
un guazzabuglio di contraddittorie nozioni. Giornalista, giramondo, mago,
iniziato, o solamente un abile affabulatore, tra i tanti in giro? Per certo, quella
di Kremmerz è una figura prismatica, dalla non facile collocazione. Nato in
quel di Napoli, a Portici, da una famiglia piccolo borghese, dimostra sin dalla
più tenera età, un’intelligenza sveglia e perspicace ed una capacità di
apprendere fuori dal comune.
Lasciato alle cure del vicino di casa Pasquale De Servis (Izar), il giovane
Kremmerz mostra una spiccata propensione al sapere esoterico, a quelle
che, allora, si dicevano “scienze occulte”. Studia, si laurea in Lettere a Napoli,
ma entra anche in Massoneria, di cui è parte anche quell’obbedienza Egizia
che, proprio nella bella città partenopea, aveva trovato un terreno tanto fertile.
Dalla figura del Conte Raimondo di Sangro, a quelle di Giustino e Giustiniano
Lebano, la Massoneria di Rito Egizio fa di Napoli uno, se non il più
importante, tra i propri punti di riferimento. Il giovane Ciro Formisano cresce
in questo clima, si inizia ad un Ordine massonico Martinista, assumendo lo
ieronimo di Giuliano Kremmerz (dall’egizio “leone solare”), diviene giornalista
e collabora con il “Mattino”, ma anche con varie testate a carattere esoterico,
entrando in contatto con nomi cdel calibro di Stanislas De Guaita, Eliphas
Levi e Papus.
Giornalista, iniziato, scrittore ma, come tanti nomi della letteratura e dell’arte
della sua epoca, Kremmerz è anche un viaggiatore; non come quelli mordi e
fuggi di adesso, però. Un po’ come Louis Stevenson o Gaugin, Kremmerz
non parte per un mese ma, a quanto si narra, si imbarca su una nave per
Montevideo e gira per quattro anni tra Argentina e Brasile, dove sarebbe
entrato in contatto con le culture sciamaniche delle locali tribù amerinde.
Tornato in patria, si stabilisce con la famiglia in quel di Napoli, da dove inizia il
proprio originale percorso, con la fondazione delle scuole miriamiche,
attraverso la pratica e l’insegnamento di quella medicina ermetica “pro salus
populi”, di cui si farà tenace propugnatore sino alla fine della sua vita.
Kremmerz propugna le sue tesi sapienziali, con un linguaggio in grado di
alternare la leggerezza e lo huomour, tutti partenopei, con la vertigine di
concetti metafisici ed iniziatici senza mai appesantire il lettore, anzi. Esperto
comunicatore, nei suoi scritti, sa dosare in modo sapiente, idee, suggestioni e
stimoli, catturando l’attenzione di chi, anche, butti solo lo sguardo sui suoi
testi. Kremmerz fa dell’esoterismo un sapere divulgativo, aperto agli stimoli
ed alle suggestioni di una incipiente Modernità che, a cavallo del 19° e del
20° secolo, vive quel momento di grande espansione, dato dal passaggio a
quella fase propriamente definita Fordista e taylorista, non senza però
intersecarsi con i destini di quel pensiero magico ed irrazionale che,
contrariamente a quel che si potrebbe pensare, sembra alimentarsi delle
suggestioni e delle incertezze della nuova fase della civiltà occidentale.
Kremmerz comincia con l’accantonare il termine “magia” in favore del più
spendibile “Scienza Integrale”.
Egli rielabora e riorganizza i concetti espressi dalle precedenti forme di
sapere iniziatico, Ermetismo, Gnosi e Cabalistica, in un linguaggio “aperto al
pubblico”, in questo seguendo quella tendenza dalla Modernità inaugurata,
volta all’universalizzazione della conoscenza, anche di quella esoterica.
L’intero costrutto sapienziale kremmerziano andrà, pertanto, seguendo
alcune fondamentali coordinate di pensiero. L’esistenza di un’Ars Regia, da
lui identificata come alchimia o superchimica in grado di fare di una bestia un
semidio o, più prosaicamente, di un uomo un “iddio”. Un’Ars che, attraverso i
suoi più illustri rappresentanti, da Bacone a Raimondo di Lullo, da Paracelso
a Tritemio, non senza passare per Giordano Bruno e Campanella, ci indica la
Via Maestra per arrivare al perfezionamento interiore, sino a raggiungere la
sfera divina. Nel Cosmo come nell’uomo, non vi può essere Molteplicità
senza Unità.
La classica bipartizione anima-corpo, frutto della concezione ellenistica e
cristiana, è illusoria, quanto quella buddhista dei sette stati della nostra
individualità. Tutto, l’intero Creato, rimanda ad una Unità Originaria, le cui
componenti altro non sono che parti integranti di quest’ultima ed esaminando
le quali nella loro singolarità, si va a perdere l’unità del Tutto. Pertanto il
lavoro conoscitivo che il Kremmerz indica, dev’essere svolto sull’uomo
considerato quale inscindibile unità corpo-anima.
Se, in omaggio ad una concezione olistica della realtà, il macrocosmo è
strettamente interrelato con il microcosmo dell’umana interiorità, altrettanto
vero è che la mente, in quanto complesso e causa dell’effetto pensante è
moto, movimento nello spazio. Uno spazio che non ha dimensioni ed in cui la
mente umana può muoversi passando dalle sintesi dell’umano pensiero a
quelle del pensiero universale, divino o assoluto che dir si voglia. In questo
modo qui Kremmerz sembra voler ripercorrere la strada indicata da Hegel
attraverso la sua Fenomenologia dello Spirito che vede nella coincidenza tra i
due piani di Pensiero, Assoluto ed Individuale, la via alla sintesi perfetta. Lo
stesso meccanismo di matematica simbolica, attraverso il quale Kremmerz
identifica l’intero processo generativo universale, dato dalla somma del
principio maschile solare (1) con il principio femminile lunare (2)= creazione,
sembra riprendere le coordinate hegeliane di Tesi+Antitesi=Sintesi, stavolta,
però, reinterpretate in chiave “magica”.
La stessa prassi operativa “magica” è dal Kremmerz, classificata secondo
due modalità. La prima, “osiridea”, che attiene alla sfera individuale di colui
che agisce, nel conferire al “mago” la capacità di elevarsi sino alle sfere del
divino, gli lascia mano libera a qualsiasi azione sulla realtà circostante. La
seconda, più elementare, a sua volta definita “isidea”, è quella modalità
secondo la quale si addiviene alla trasformazione delle realtà circostante solo
attraverso le forze che si incontrano lungo la strada e non attraverso la sola
azione dell’ “io magico” del primo caso.
Fondamentale in Kremmerz è, poi, l’idea della presenza di Eoni o Spiriti, nel
ruolo di vere e proprie entità animiche, o demoni, intermediarie tra il mondo
terreno e la sfera del sovrannaturale. Entità queste, che sta agli adepti
evocare, al fine di poter operare quel tanto agognato lavoro di magica
trasmutazione sulla realtà circostante. Centrale è, in questa forma di ritualità
teurgica, il ruolo della “catena” degli adepti e del maestro, primus inter pares,
nel ruolo primario di “antenna trasmittente”, di contatto primario tra il cerchio
magico e le Entità evocate.
Non senza dimenticare una concezione “continuistica” dell’esistenza che non
si esaurisce con la morte, vista quale momento di passaggio da uno stato di
essere ad un altro e di cui, la reincarnazione costituisce il momento-principe.
Il corpo sottile, il perispirito, con la morte fisica, prendono la via delle
dimensioni superne e, a seconda della forza individuale, o divengono spiriti
superiori, semidei, o tornano ad incarnarsi, seguendo il flusso universale delle
anime.
Ma, l’ultimo e più importante punto dell’intero costrutto kremmerziano, sta
proprio nell’invito a prestar ascolto ad alcuno che non sia il proprio “sé”,
bensì, per dirla in termini kremmerziani, il proprio impersonale “maestro
sconosciuto”, quel “daimon” ispiratore, volto a far procedere il miste
attraverso un lavoro di assidua sperimentazione sul proprio “io”. Un lavoro
continuo, dal quale solo, può uscire un individuo alchemicamente rinnovato e
potenziato. E questo sembra esser lo scopo dichiarato della Scuola Ermetica
Integrale. Kremmerz cerca di fare della “Magia” o Scienza Integrale, una
scienza affine ed in continuo confronto con gli altri saperi, che si accalcavano
sullo scenario della nascente Modernità.
Va però detto che, il suo atteggiamento di fondamentale scetticismo e di,
neanche troppo, velata critica al dogmatismo delle grandi religioni ed ai loro
postulati, tipico di una originaria matrice massonica, contrasta vivamente con
l’asserzione della non provata esistenza di Eoni, o della reincarnazione, tanto
per fare alcuni esempi. Nell’esprimere critiche alle fedi tradizionali, il grande
esoterista partenopeo, sembra egli stesso farsi latore di una nuova
fede...Kremmerz parla per un pubblico più o meno a digiuno di certe materie
ma, a ben vedere, come abbiamo già detto all’inizio, il suo sapere costituisce
una personalissima rielaborazione in chiave moderna ed aggiornata,
dell’intero complesso sapienziale Gnostico-Ermetico (e Cabalistico...), con
una forte influenza di elementi tratti dall’Hegelismo.
Tutto ciò non toglie la valenza innovatrice del pensiero kremmerziano. Difatti,
nonostante egli risenta dell’influenza dei fondamentali del pensiero esoterico
occidentale, in ossequio alle istanze dell’epoca, si fa portatore di un lavoro
volto alla progressiva rivalutazione di un pensiero “autenticamente”
occidentale, Latino, Pitagorico e Pagano, via via sempre più lontano da
suggestioni esotiche ed orientalizzanti, avvicinandosi all’opera di un Arturo
Reghini o di un Amedeo Armentano (Ara).
In secondo luogo, a più di ottant’anni dalla sua morte, l’opera di Kremmerz
comincia ad assumere un significato molto più attuale, proprio in seguito ad
un progresso scientifico che, con teorie come quella della complessità e con
la fisica quantistica, da Max Planck e Wolfgang Pauli in poi ed anche con le
stesse forme di sapere epistemologici, ci stanno insegnando a modulare la
ratio scientifica secondo paradossi fisico-matematici, arrivando addirittura alla
epistemologica dimostrazione della non necessaria dimostrazione di un
qualsivoglia assunto teorico. Il tutto, non senza dimenticare il fondamentale
lavoro svolto dalla psicanalitica junghiana, volta a rivalutare la stretta
connessione tra quelle tra le pulsioni latenti nell’umano inconscio e le loro più
evidenti manifestazioni, o proiezioni che dir si voglia, esterne.
Ma, come ben si sa, quando si giuoca con la sfera esoterica, ovverosia quella
di una realtà nascosta rivelata per simboli, si sa dove si comincia, ma si può
anche non sapere dove si va a finire...l’Ars Regia, la possibilità di operare un
trasmutazione “magica” su di sé e sulla realtà, offre delle troppo spesso
irresistibili tentazioni ad un Ego umano, debole e vanitoso. Agire
magicamente in direzione di un illimitato e smisurato potenziamento del Sé,
può far degenerare L’Ars Regia, verso una abissale Nigredo, verso una
irrimediabile caduta dall’altezza degli intenti originari.
E certi “scivoloni” sembrano caratterizzare più o meno i percorsi di tutti i
grandi pensatori, esoterici e non. La veemenza predicatoria di Giordano
Bruno si spense sulle fiamme di un infame rogo. Nietzsche pagò con la follia i
propri salaci aforismi. E gli esempi potrebbero continuare all’infinito...Nulla di
così tragico accadde al maestro partenopeo, ma, qualcuno ha insinuato di
certe pratiche di magia cosiddetta “avatarica”, volte cioè a sostituire con la
propria anima (o con quella di un’Entità...) un’anima occupante un
qualsivoglia “soma”, della cui pratica il Kremmerz sarebbe stato accusato, nei
riguardi della figura di un nipote.
Vero? Falso? Nel propendere decisamente per la seconda risposta, visto che
l’umana invidia accompagnate alla maldicenza fanno meglio e più di tante
magie, permane il fatto che, successivamente alla morte del grande
esoterista partenopeo, sorsero una miriade di Scuole, gruppi e gruppetti
rifacentisi al pensiero kremmerziano. E, sicuramente, tra questi qualcuno ha
“sgarrato”, finendo per inserirsi in un ambito ed in un circuito propriamente
“controiniziatici”, deviando e deformando irrimediabilmente gli originari
contenuti della scuola miriamica, così come concepita dal Kremmerz.
Quella di Formisano/Kremmerz è, dunque, stata una vicenda dai mille
contorni, sfumature ed influenze. Trattandosi di una forma di pensiero
“magico”, esoterico “par excellence”, non è possibile ad oggi, quantificarne
l’influenza, viste le connessioni e gli intrecci con altre consimili forme di
pensiero, passate e presenti. Resta il fatto che, di fronte alla dimensione di
squallida monotonia ed omologazione di stampo materialista offerta dalla
nostra marcia contemporaneità, il pensiero di Kremmerz è in grado, a suo
modo, di offrirci una via di fuga in quell’ “altrove”, in quel regno
dell’annullamento degli opposti e dei contrari, in cui è possibile “tutto ciò che
è e che non è”, in barba a tutti i principii di non contraddizione e di cui l’Uomo,
da sempre, sente innato bisogno, per trarre linfa vitale ed ispirazione senza
fine.
UMBERTO BIANCHI
Mi sono avvicinato con profana curiosità alla figura di Giuliano Kremmerz,
personaggio vissuto a cavallo tra il 19° ed il 20° secolo, di cui tanto si parla in
ambito esoterico ma, di cui anche poco si riesce a recepire all’esterno, se non
un guazzabuglio di contraddittorie nozioni. Giornalista, giramondo, mago,
iniziato, o solamente un abile affabulatore, tra i tanti in giro? Per certo, quella
di Kremmerz è una figura prismatica, dalla non facile collocazione. Nato in
quel di Napoli, a Portici, da una famiglia piccolo borghese, dimostra sin dalla
più tenera età, un’intelligenza sveglia e perspicace ed una capacità di
apprendere fuori dal comune.
Lasciato alle cure del vicino di casa Pasquale De Servis (Izar), il giovane
Kremmerz mostra una spiccata propensione al sapere esoterico, a quelle
che, allora, si dicevano “scienze occulte”. Studia, si laurea in Lettere a Napoli,
ma entra anche in Massoneria, di cui è parte anche quell’obbedienza Egizia
che, proprio nella bella città partenopea, aveva trovato un terreno tanto fertile.
Dalla figura del Conte Raimondo di Sangro, a quelle di Giustino e Giustiniano
Lebano, la Massoneria di Rito Egizio fa di Napoli uno, se non il più
importante, tra i propri punti di riferimento. Il giovane Ciro Formisano cresce
in questo clima, si inizia ad un Ordine massonico Martinista, assumendo lo
ieronimo di Giuliano Kremmerz (dall’egizio “leone solare”), diviene giornalista
e collabora con il “Mattino”, ma anche con varie testate a carattere esoterico,
entrando in contatto con nomi cdel calibro di Stanislas De Guaita, Eliphas
Levi e Papus.
Giornalista, iniziato, scrittore ma, come tanti nomi della letteratura e dell’arte
della sua epoca, Kremmerz è anche un viaggiatore; non come quelli mordi e
fuggi di adesso, però. Un po’ come Louis Stevenson o Gaugin, Kremmerz
non parte per un mese ma, a quanto si narra, si imbarca su una nave per
Montevideo e gira per quattro anni tra Argentina e Brasile, dove sarebbe
entrato in contatto con le culture sciamaniche delle locali tribù amerinde.
Tornato in patria, si stabilisce con la famiglia in quel di Napoli, da dove inizia il
proprio originale percorso, con la fondazione delle scuole miriamiche,
attraverso la pratica e l’insegnamento di quella medicina ermetica “pro salus
populi”, di cui si farà tenace propugnatore sino alla fine della sua vita.
Kremmerz propugna le sue tesi sapienziali, con un linguaggio in grado di
alternare la leggerezza e lo huomour, tutti partenopei, con la vertigine di
concetti metafisici ed iniziatici senza mai appesantire il lettore, anzi. Esperto
comunicatore, nei suoi scritti, sa dosare in modo sapiente, idee, suggestioni e
stimoli, catturando l’attenzione di chi, anche, butti solo lo sguardo sui suoi
testi. Kremmerz fa dell’esoterismo un sapere divulgativo, aperto agli stimoli
ed alle suggestioni di una incipiente Modernità che, a cavallo del 19° e del
20° secolo, vive quel momento di grande espansione, dato dal passaggio a
quella fase propriamente definita Fordista e taylorista, non senza però
intersecarsi con i destini di quel pensiero magico ed irrazionale che,
contrariamente a quel che si potrebbe pensare, sembra alimentarsi delle
suggestioni e delle incertezze della nuova fase della civiltà occidentale.
Kremmerz comincia con l’accantonare il termine “magia” in favore del più
spendibile “Scienza Integrale”.
Egli rielabora e riorganizza i concetti espressi dalle precedenti forme di
sapere iniziatico, Ermetismo, Gnosi e Cabalistica, in un linguaggio “aperto al
pubblico”, in questo seguendo quella tendenza dalla Modernità inaugurata,
volta all’universalizzazione della conoscenza, anche di quella esoterica.
L’intero costrutto sapienziale kremmerziano andrà, pertanto, seguendo
alcune fondamentali coordinate di pensiero. L’esistenza di un’Ars Regia, da
lui identificata come alchimia o superchimica in grado di fare di una bestia un
semidio o, più prosaicamente, di un uomo un “iddio”. Un’Ars che, attraverso i
suoi più illustri rappresentanti, da Bacone a Raimondo di Lullo, da Paracelso
a Tritemio, non senza passare per Giordano Bruno e Campanella, ci indica la
Via Maestra per arrivare al perfezionamento interiore, sino a raggiungere la
sfera divina. Nel Cosmo come nell’uomo, non vi può essere Molteplicità
senza Unità.
La classica bipartizione anima-corpo, frutto della concezione ellenistica e
cristiana, è illusoria, quanto quella buddhista dei sette stati della nostra
individualità. Tutto, l’intero Creato, rimanda ad una Unità Originaria, le cui
componenti altro non sono che parti integranti di quest’ultima ed esaminando
le quali nella loro singolarità, si va a perdere l’unità del Tutto. Pertanto il
lavoro conoscitivo che il Kremmerz indica, dev’essere svolto sull’uomo
considerato quale inscindibile unità corpo-anima.
Se, in omaggio ad una concezione olistica della realtà, il macrocosmo è
strettamente interrelato con il microcosmo dell’umana interiorità, altrettanto
vero è che la mente, in quanto complesso e causa dell’effetto pensante è
moto, movimento nello spazio. Uno spazio che non ha dimensioni ed in cui la
mente umana può muoversi passando dalle sintesi dell’umano pensiero a
quelle del pensiero universale, divino o assoluto che dir si voglia. In questo
modo qui Kremmerz sembra voler ripercorrere la strada indicata da Hegel
attraverso la sua Fenomenologia dello Spirito che vede nella coincidenza tra i
due piani di Pensiero, Assoluto ed Individuale, la via alla sintesi perfetta. Lo
stesso meccanismo di matematica simbolica, attraverso il quale Kremmerz
identifica l’intero processo generativo universale, dato dalla somma del
principio maschile solare (1) con il principio femminile lunare (2)= creazione,
sembra riprendere le coordinate hegeliane di Tesi+Antitesi=Sintesi, stavolta,
però, reinterpretate in chiave “magica”.
La stessa prassi operativa “magica” è dal Kremmerz, classificata secondo
due modalità. La prima, “osiridea”, che attiene alla sfera individuale di colui
che agisce, nel conferire al “mago” la capacità di elevarsi sino alle sfere del
divino, gli lascia mano libera a qualsiasi azione sulla realtà circostante. La
seconda, più elementare, a sua volta definita “isidea”, è quella modalità
secondo la quale si addiviene alla trasformazione delle realtà circostante solo
attraverso le forze che si incontrano lungo la strada e non attraverso la sola
azione dell’ “io magico” del primo caso.
Fondamentale in Kremmerz è, poi, l’idea della presenza di Eoni o Spiriti, nel
ruolo di vere e proprie entità animiche, o demoni, intermediarie tra il mondo
terreno e la sfera del sovrannaturale. Entità queste, che sta agli adepti
evocare, al fine di poter operare quel tanto agognato lavoro di magica
trasmutazione sulla realtà circostante. Centrale è, in questa forma di ritualità
teurgica, il ruolo della “catena” degli adepti e del maestro, primus inter pares,
nel ruolo primario di “antenna trasmittente”, di contatto primario tra il cerchio
magico e le Entità evocate.
Non senza dimenticare una concezione “continuistica” dell’esistenza che non
si esaurisce con la morte, vista quale momento di passaggio da uno stato di
essere ad un altro e di cui, la reincarnazione costituisce il momento-principe.
Il corpo sottile, il perispirito, con la morte fisica, prendono la via delle
dimensioni superne e, a seconda della forza individuale, o divengono spiriti
superiori, semidei, o tornano ad incarnarsi, seguendo il flusso universale delle
anime.
Ma, l’ultimo e più importante punto dell’intero costrutto kremmerziano, sta
proprio nell’invito a prestar ascolto ad alcuno che non sia il proprio “sé”,
bensì, per dirla in termini kremmerziani, il proprio impersonale “maestro
sconosciuto”, quel “daimon” ispiratore, volto a far procedere il miste
attraverso un lavoro di assidua sperimentazione sul proprio “io”. Un lavoro
continuo, dal quale solo, può uscire un individuo alchemicamente rinnovato e
potenziato. E questo sembra esser lo scopo dichiarato della Scuola Ermetica
Integrale. Kremmerz cerca di fare della “Magia” o Scienza Integrale, una
scienza affine ed in continuo confronto con gli altri saperi, che si accalcavano
sullo scenario della nascente Modernità.
Va però detto che, il suo atteggiamento di fondamentale scetticismo e di,
neanche troppo, velata critica al dogmatismo delle grandi religioni ed ai loro
postulati, tipico di una originaria matrice massonica, contrasta vivamente con
l’asserzione della non provata esistenza di Eoni, o della reincarnazione, tanto
per fare alcuni esempi. Nell’esprimere critiche alle fedi tradizionali, il grande
esoterista partenopeo, sembra egli stesso farsi latore di una nuova
fede...Kremmerz parla per un pubblico più o meno a digiuno di certe materie
ma, a ben vedere, come abbiamo già detto all’inizio, il suo sapere costituisce
una personalissima rielaborazione in chiave moderna ed aggiornata,
dell’intero complesso sapienziale Gnostico-Ermetico (e Cabalistico...), con
una forte influenza di elementi tratti dall’Hegelismo.
Tutto ciò non toglie la valenza innovatrice del pensiero kremmerziano. Difatti,
nonostante egli risenta dell’influenza dei fondamentali del pensiero esoterico
occidentale, in ossequio alle istanze dell’epoca, si fa portatore di un lavoro
volto alla progressiva rivalutazione di un pensiero “autenticamente”
occidentale, Latino, Pitagorico e Pagano, via via sempre più lontano da
suggestioni esotiche ed orientalizzanti, avvicinandosi all’opera di un Arturo
Reghini o di un Amedeo Armentano (Ara).
In secondo luogo, a più di ottant’anni dalla sua morte, l’opera di Kremmerz
comincia ad assumere un significato molto più attuale, proprio in seguito ad
un progresso scientifico che, con teorie come quella della complessità e con
la fisica quantistica, da Max Planck e Wolfgang Pauli in poi ed anche con le
stesse forme di sapere epistemologici, ci stanno insegnando a modulare la
ratio scientifica secondo paradossi fisico-matematici, arrivando addirittura alla
epistemologica dimostrazione della non necessaria dimostrazione di un
qualsivoglia assunto teorico. Il tutto, non senza dimenticare il fondamentale
lavoro svolto dalla psicanalitica junghiana, volta a rivalutare la stretta
connessione tra quelle tra le pulsioni latenti nell’umano inconscio e le loro più
evidenti manifestazioni, o proiezioni che dir si voglia, esterne.
Ma, come ben si sa, quando si giuoca con la sfera esoterica, ovverosia quella
di una realtà nascosta rivelata per simboli, si sa dove si comincia, ma si può
anche non sapere dove si va a finire...l’Ars Regia, la possibilità di operare un
trasmutazione “magica” su di sé e sulla realtà, offre delle troppo spesso
irresistibili tentazioni ad un Ego umano, debole e vanitoso. Agire
magicamente in direzione di un illimitato e smisurato potenziamento del Sé,
può far degenerare L’Ars Regia, verso una abissale Nigredo, verso una
irrimediabile caduta dall’altezza degli intenti originari.
E certi “scivoloni” sembrano caratterizzare più o meno i percorsi di tutti i
grandi pensatori, esoterici e non. La veemenza predicatoria di Giordano
Bruno si spense sulle fiamme di un infame rogo. Nietzsche pagò con la follia i
propri salaci aforismi. E gli esempi potrebbero continuare all’infinito...Nulla di
così tragico accadde al maestro partenopeo, ma, qualcuno ha insinuato di
certe pratiche di magia cosiddetta “avatarica”, volte cioè a sostituire con la
propria anima (o con quella di un’Entità...) un’anima occupante un
qualsivoglia “soma”, della cui pratica il Kremmerz sarebbe stato accusato, nei
riguardi della figura di un nipote.
Vero? Falso? Nel propendere decisamente per la seconda risposta, visto che
l’umana invidia accompagnate alla maldicenza fanno meglio e più di tante
magie, permane il fatto che, successivamente alla morte del grande
esoterista partenopeo, sorsero una miriade di Scuole, gruppi e gruppetti
rifacentisi al pensiero kremmerziano. E, sicuramente, tra questi qualcuno ha
“sgarrato”, finendo per inserirsi in un ambito ed in un circuito propriamente
“controiniziatici”, deviando e deformando irrimediabilmente gli originari
contenuti della scuola miriamica, così come concepita dal Kremmerz.
Quella di Formisano/Kremmerz è, dunque, stata una vicenda dai mille
contorni, sfumature ed influenze. Trattandosi di una forma di pensiero
“magico”, esoterico “par excellence”, non è possibile ad oggi, quantificarne
l’influenza, viste le connessioni e gli intrecci con altre consimili forme di
pensiero, passate e presenti. Resta il fatto che, di fronte alla dimensione di
squallida monotonia ed omologazione di stampo materialista offerta dalla
nostra marcia contemporaneità, il pensiero di Kremmerz è in grado, a suo
modo, di offrirci una via di fuga in quell’ “altrove”, in quel regno
dell’annullamento degli opposti e dei contrari, in cui è possibile “tutto ciò che
è e che non è”, in barba a tutti i principii di non contraddizione e di cui l’Uomo,
da sempre, sente innato bisogno, per trarre linfa vitale ed ispirazione senza
fine.
UMBERTO BIANCHI
giovedì 29 marzo 2018
mercoledì 28 marzo 2018
martedì 27 marzo 2018
lunedì 26 marzo 2018
AlbaMediterranea: Operazione Sarkozy. Come la CIA ha piazzato uno de...
AlbaMediterranea: Operazione Sarkozy. Come la CIA ha piazzato uno de...: Operazione Sarkozy. Come la CIA ha piazzato uno dei suoi agenti alla presidenza della Repubblica francese L’ungherese Sarkozy ha rea...
AlbaMediterranea: Operazione Sarkozy. Come la CIA ha piazzato uno de...
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Franco Battiato feat. Alice - La Realtà Non Esiste (Rocchi)
Quando stai mangiando una mela tu e la mela siete parti di Dio,
Quando pensi a Dio sei una parte di ogni parte e niente è fuori da tutto
Quando vivi tu sei un centro di ruota e i tuoi raggi sono raggi di vita;
puoi girare solo intorno al tuo perno o puoi scegliere di correre e andare
Quando dormi tu sei come una stella e il respiro è come fuori dal tempo;
Quando ridi è come il sole sull'acqua, sai che farne della vita che hai
Quando ami tu ridoni al tuo corpo quel che manca per riempire un abbraccio,
Quando corri sai essere lepre e lumaca se hai deciso di arrivare o restare
Quando pensi stai creando qualcosa, illusione è di chiamarla illusione,
Quando chiedi tu hai bisogno di dare, quando hai dato hai realizzato l'amore.
Quando gridi la realtà non esiste hai deciso di essere Dio e di creare.
Quando chiami tutto questo reale hai trovato tutto dentro ogni cosa.
Mediterraneo..attacco Usa ad Assad ?
Fonti russe ed iraniane danno per certa la formazione in assetto di attacco della flotta Usa nel Mediterraneo...
è dal 2011 che gli Stati Uniti fremono dal desiderio di aggredire militarmente la Siria,per rovesciarne il legittimo governo..magari ammazzando Assad, seguendo il collaudato modello Libia/Gheddafi. Quel criminale di #BombObama, regista e produttore del solito copione del #GrandeSatana, ha così scatenato l'inferno siriano,con al seguito i servi Nato ed il codazzo Arabia Saudita e soci islamici. Malgrado gli sforzi, il piano non è riuscito..finora,secondo il successore (satanico pure lui) Trump.
Russia, Iran, Hezbollah,Palestinesi e milizie varie non hanno abbandonato il popolo siriano al proprio,infausto, destino di sottomissione all'imperialismo americano e sionista..Assad è vivo e vegeto, l'eroico esercito di leva siriano ha riconquistato buona parte dei territori occupati e mai la Siria (con gli alleati) rinuncerà alla integrità nazionale. Trump schiera la flotta nel Mediterraneo in assetto d'attacco per colpire Damasco ed,addirittura, il palazzo presidenziale ? Speriamo non faccia sul serio o prenda per buone le controminacce russe di colpire yankees ed alleati da ogni posto lanciassero missili. Comprendano tutti che non finirà mai come a Tripoli con Gheddafi..Putin, Iran ed Hezbollah (oltre Assad,esercito e popolo siriano) non lo permetteranno !!
P.s. non escluderei di sicuro Sigonella come base di attacco,con droni ed aerei, per questa nuova "avventura" americana..quindi catanesi e siciliani diverremmo bersaglio di eventuale rappresaglia. Non è solo una ipotesi campata in aria..😐
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
sabato 24 marzo 2018
venerdì 23 marzo 2018
giovedì 22 marzo 2018
mercoledì 21 marzo 2018
lunedì 19 marzo 2018
la stele di Cassino
Una nuova polemica,per una stele a Cassino in ricordo dei paracadutisti "nazisti" (definiti tali dai principali media) che morirono in quella sanguinosa battaglia, è stata sollevata dai rinnovatori dell'odio in servizio permanente effettivo, Zingaretti ed Anpi in primis..
Parà "tedeschi",dell'esercito regolare germanico, titola correttamente l'ignoto articolista su La Sicilia.. perché saranno magari stati ideologicamente "nazisti" ma la corretta definizione è questa per quanti scrivano e trattino simili fatti ed argomenti. Sono passati 74 anni e,per fortuna, chi voglia perpetuare vendette e rancori ideologici (per lo più comunistardi) verso i "vinti".. trova sempre minor consenso su queste prese di posizioni obsolete,inumane ed assurde,anche se "blindate" da leggi e norme partigiane e negatrici della libertà di espressione.
Se se ne facciano o meno una ragione ha poca importanza,questa è la realtà..
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
domenica 18 marzo 2018
venerdì 16 marzo 2018
intelligentissimi idioti
Poiché in giro è pieno di innumerevoli intelligentissimi idioti (cioè individui che sanno tutto di qualcosa ma non sanno e non capiscono nulla del resto), lo scherno è il tributo che la mediocrità paga al genio. (Arthur Schopenhauer)
giovedì 15 marzo 2018
mercoledì 14 marzo 2018
martedì 13 marzo 2018
VACCINO CONSAPEVOLE: VACCINI E SICUREZZA: "MEDICINALI GUASTI" E "DELITT...
VACCINO CONSAPEVOLE: VACCINI E SICUREZZA: "MEDICINALI GUASTI" E "DELITT...: COMUNICATO STAMPA - congiunto, Avv. Romano Grazia Antonio e Scantamburlo Luca risposta ad istanza art. 335 c.p.p. PROCURA DELLA REPUBBLIC...
lunedì 12 marzo 2018
il grande amore di una madre adottiva
il grande amore di una madre adottiva...
ho appena finito di leggere su La Sicilia la storia di Rossella, "presa e buttata" il 16 giugno 1974 dai genitori biologici ed oggi ancora alla ricerca delle "proprie radici"..
Come tutte le storie di abbandono e di comprensibile ricerca dei propri natali,ovvio colpisca sia chi racconta,sia chi legge..nessuno che non si trovi in queste situazioni credo possa immedesimarsi come quanti siano protagonisti diretti,ciascuno dei quali con la propria sensibilità e pure (presumo) angoscia. Auguro a Rossella di trovare risposta alla sua crescente necessità di ritrovare radici,alberi e magari rami per sopravvivere a quell'abbandono che la ha così tanto segnata. Ma la mia attenzione si è posata anche sulla mamma adottiva e sulle nobilissime parole con cui accompagna ed incoraggia le speranze di Rossella. Premesso che mi baso esclusivamente su quanto ho letto nell'articolo dell'ottima Rossella Jannello..quello che si può dedurre (se non ci sono "dinamiche non rivelate") è con quanto amore e disponibilità i coniugi Puglisi si siano fatti avanti per adottare la bambina abbandonata in quell'orfanotrofio e come la abbiano cresciuta,amata e portata alla maggiore età nel migliore dei modi possibili. Dopo la morte del marito,cui non sembrerebbe essere mancato l'affetto e la riconoscenza della stessa Rossella, la signora Edda risponde ai rimproveri della figlia per aver taciuto sulla adozione : "non odiarmi,saresti rimasta in istituto e tua madre non sarebbe mai venuta a riprenderti". Ovvero la pura e semplice verità,dimostrata dallo scorrere dei decenni..Ma "non odiarmi" è oltremodo pesante se la signora Edda ha percepito tale sentimento nei comportamenti di Rossella. Deve davvero amare la figlia adottiva come solo una mamma può fare per sostenerla totalmente nella infruttuosa ricerca,facendole financo concludere : "morirei più contenta se sapessi che ha un punto di riferimento,che non si sentisse più presa e buttata via". Proprio lei (la signora Edda), che (assieme al marito) la ha raccolta dell'abbandono e la ha curata giorno per giorno (come una madre naturale dovrebbe sempre fare), riconosce il più amaro dei fallimenti genitoriali ..malgrado il grande amore, non ha potuto e/o saputo far nulla per la crisi esistenziale della amata figlia. Coraggio, gentile signora mia ..sono convinto ci sia sempre Qualcuno che vede e sa !!
Grazie per l'attenzione
ho appena finito di leggere su La Sicilia la storia di Rossella, "presa e buttata" il 16 giugno 1974 dai genitori biologici ed oggi ancora alla ricerca delle "proprie radici"..
Come tutte le storie di abbandono e di comprensibile ricerca dei propri natali,ovvio colpisca sia chi racconta,sia chi legge..nessuno che non si trovi in queste situazioni credo possa immedesimarsi come quanti siano protagonisti diretti,ciascuno dei quali con la propria sensibilità e pure (presumo) angoscia. Auguro a Rossella di trovare risposta alla sua crescente necessità di ritrovare radici,alberi e magari rami per sopravvivere a quell'abbandono che la ha così tanto segnata. Ma la mia attenzione si è posata anche sulla mamma adottiva e sulle nobilissime parole con cui accompagna ed incoraggia le speranze di Rossella. Premesso che mi baso esclusivamente su quanto ho letto nell'articolo dell'ottima Rossella Jannello..quello che si può dedurre (se non ci sono "dinamiche non rivelate") è con quanto amore e disponibilità i coniugi Puglisi si siano fatti avanti per adottare la bambina abbandonata in quell'orfanotrofio e come la abbiano cresciuta,amata e portata alla maggiore età nel migliore dei modi possibili. Dopo la morte del marito,cui non sembrerebbe essere mancato l'affetto e la riconoscenza della stessa Rossella, la signora Edda risponde ai rimproveri della figlia per aver taciuto sulla adozione : "non odiarmi,saresti rimasta in istituto e tua madre non sarebbe mai venuta a riprenderti". Ovvero la pura e semplice verità,dimostrata dallo scorrere dei decenni..Ma "non odiarmi" è oltremodo pesante se la signora Edda ha percepito tale sentimento nei comportamenti di Rossella. Deve davvero amare la figlia adottiva come solo una mamma può fare per sostenerla totalmente nella infruttuosa ricerca,facendole financo concludere : "morirei più contenta se sapessi che ha un punto di riferimento,che non si sentisse più presa e buttata via". Proprio lei (la signora Edda), che (assieme al marito) la ha raccolta dell'abbandono e la ha curata giorno per giorno (come una madre naturale dovrebbe sempre fare), riconosce il più amaro dei fallimenti genitoriali ..malgrado il grande amore, non ha potuto e/o saputo far nulla per la crisi esistenziale della amata figlia. Coraggio, gentile signora mia ..sono convinto ci sia sempre Qualcuno che vede e sa !!
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
BIBLIOGRAFIA COMPLEMENTARE. (medica)
Libri di particolare interesse al fine di ristabilire una concezione della scienza medica al passo coi tempi.
Sonia Sha: Cacciatori di corpi. La verità sui farmaci killer e medicina corrotta. Nuvi Mondi Media, 2007.venerdì 9 marzo 2018
DELLA COMUNICAZIONE
“La televisione ha la forza del leone e ti addormenta come un coglione”
Jannacci.
giovedì 8 marzo 2018
QUANDO L'UMANITÀ VERRÀ SELEZIONATA ... UNO VERRÀ PRESO L'ALTRO LASCIATO...
Luca 17,22-37
22 Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. 23 Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. 24 Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. 25 Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione. 26 Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: 27 mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. 28 Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29 ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. 30 Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. 31 In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32 Ricordatevi della moglie di Lot. 33 Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. 34 Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; 35 due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata». 36 37 Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».COMUNICATO STAMPA AGENZIA DELLE ENTRATE. AUMENTANO I MALUMORI
Via Aonio Paleario,10 00195 Roma – tel. 06.3222097 - fax. 063212690
IL SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO
COMUNICATO STAMPA
AGENZIA DELLE ENTRATE. AUMENTANO I MALUMORI
Roma, marzo 2018 - E' cambiata la leadership al vertice dell'Agenzia delle Entrate, ma resta
immutato il modus operandi. Infatti il nuovo Direttore della più importante
Agenzia fiscale ha dato inizio alla propria gestione confermando in sostanza i
medesimi criteri adottati dai suoi predecessori.
Per ciò stesso l'analisi del nuovo corso non può che essere critica nel
senso che non basta avere introdotto il metodo dell'interpello in sostituzione
dell'abusato criterio dell'intuitu personae per la sola ragione che l'uno e
l'altro continuano a confliggere col dettato costituzionale ribadito dalla
Consulta e cioè che "agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si
accede mediante concorso". A tale regola non può essere sottratta la
selezione della classe dirigenziale per cui ogni altro metodo si rivela
improprio e non può essere sorretto dalla necessità di dover assicurare la continuità operativa. Anzi,in tal
guisa,si va incontro a pericolose situazioni di stallo e si creano le premesse
per la insorgenza di altro inutile e dannoso contenzioso. Non è un caso che vi
siano significative avvisaglie di turbolenze e malumori già espressi dai dirigenti di ruolo,vincitori di concorso, ai quali non possono
piacere scelte discrezionali, opache e perciò ritenute penalizzanti.
In dettaglio, il criterio dell'interpello adottato dal nuovo corso ha già prodotto 140 posizioni dirigenziali ed altre 26 sono in corso d'opera,quasi
tutte individuate all'interno della Direzione Centrale,con buona pace della
trasparenza. Più in particolare due nomine scaturite dall'ultimo interpello
riguardano ruoli importanti quali il Capo-settore della Fiscalità Diretta ed il Capo-settore della Fiscalità e compliance della grandi
imprese. Tali incarichi sembrerebbero essere stati affidati a persone già incaricate di funzioni dirigenziali,ma che mai hanno superato un pubblico
concorso. Conseguenza negativa di tanto è una tragica inversione di ruoli nel
senso che quelli che prima davano ordini ora li rivevono da soggetti ai quali
gli ordini venivano impartiti. Cosa questa inaccettabile sotto il profilo etico
prima ancora che sotto l'aspetto della regolarità amministrativa.
E' quanto basta per determinare il diffuso stato di agitazione di cui la
DIRSTAT si rende attento interprete al fianco di quanti rivendicano i loro
legittimi e sacrosanti diritti.
Dr. Pietro Paolo Boiano
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