https://www.youtube.com/watch?v=N2Lw_5ex8KA
sabato 30 aprile 2016
Gli Stati Uniti d'America una federazione...
Gli Stati Uniti d'America una federazione o una corporazione con sede nel Distretto della Columbia?
https://www.youtube.com/watch?v=N2Lw_5ex8KA
https://www.youtube.com/watch?v=N2Lw_5ex8KA
venerdì 29 aprile 2016
LA RASSEGNETTA STAMPA DEL 29 APRILE 2016
ESTATE 2016 DI TEMPESTE: GRANDINATE DI GREXIT FULMINI DI BREXIT MAREGGIATE DI CLANDESTINI INONDAZIONI DI DEBITO PUBBLICO
IERI, 28 APRILE 2016, E' FINITO L'INGANNO: IL ''CENTRODESTRA'' BERLUSCONIANO E' MORTO. E' L'ORA DEL NAZIONALISMO.
STRAORDINARIA INTERVISTA ALLA LEADER DI ALTERNATIVA PER LA GERMANIA SU ISLAM, MIGRANTI, CRISI ECONOMICA, UE DA BUTTARE.
IERI, 28 APRILE 2016, E' FINITO L'INGANNO: IL ''CENTRODESTRA'' BERLUSCONIANO E' MORTO. E' L'ORA DEL NAZIONALISMO.
STRAORDINARIA INTERVISTA ALLA LEADER DI ALTERNATIVA PER LA GERMANIA SU ISLAM, MIGRANTI, CRISI ECONOMICA, UE DA BUTTARE.
cattolici e massoni a confronto sul tema: l'INIZIAZIONE (Firenze, 12 marzo 2016)
cattolici e massoni a confronto sul tema:
l'INIZIAZIONE (Firenze, 12 marzo 2016)
giovedì 28 aprile 2016
COMPLOTTISMO- COSPIRAZIONISMO..PAROLE DI PASSO....(2) Vitali al vetriolo
PAROLE DI PASSO del condizionamento psicosociale.Mi capita sempre più spesso di sentire dalla vivavoce di alcune persone che solitamente si interessano in profondità degli eventi politici e sociali questa fatidica frase..."Non vorrei passare per complottista". Indicativo di un senso di MINACCIA incombente che viene percepito a chi sta esponendo qualcosa di interessante sui retroscena della politica. Ultimo è il caso di un intervento, peraltro dettagliatissimo, sui retroscena, che risalgono agli anni novanta, del cambio delinquenziale LIRA-EURO che attanaglia la nostra economia. Tale intervento è stato registrato ( si vedrà su Accademia della Libertà reloaded, seguìto da un mio commento...) durante il convegno dedicato alla " Revisione critica radicale del metodo di conversione della lira con l'euro",tenutosi a Roma. Il fatto che in molti si sentano minacciati dimostra che il sistema delle INTERDIZIONI che esiste da vecchia data,ottiene sempre i suoi risultati.L'operazione consiste nell'inventare una parola con forte senso di minaccia. Da scaraventare contro i propri nemici, da parte di chi detiene il potere. Si tratta di una parola, complottismo, priva di alcun significato, meno quello di minaccia.La parola ha la stessa incombenza di un'altra, usata per saecula saeculorum: ERETICO!. Infatti, se si raccontano fatti REALMENTE ACCADUTI,logica vorrebbe che l'eventuale accusato rispondesse chiarendo come stanno realmente le cose. Un esempio potrebbe essere costituito da una relazione dettagliata presentata al POPOLO ITALIANO, di quanto accaduto quei giorni sul BRITANNIA, oppure su quanto accaduto in questi giorni alla riunione della TRILATERAL. Passando per la verità COMPROVATA sulle Torri Gemelle o su USTICA. Invece in questi casi il potere risponde con la parola minacciosa...COMPLOTTISMO.
PREMESSO che siamo in attesa della pubblicazione di un importantissimo libro tradotto dall'amico Pucciarelli, su cui ci siamo soffermati più volte, dal titolo...NON OSATE CHIAMARLA CONGIURA, espongo qui alcune considerazioni: 1) Gli avvenimenti storici sono propiziati e condotti SEMPRE da esigue minoranze. Sarebbe bello se Cesare avesse convocato la plebe romana per sapere se doveva invadere le Gallie o se Napoleone avesse convocato il popolo francese per sapere se doveva invadere la Russia.2) Le minoranze si dividono comunque in legittime ( nel senso che operano alla luce del sole, pur essendo tiranniche) e quelle illegittime, che operano obliquamente, che fingono una cosa mentre ne progettano un'altra. 3) Questo secondo caso è appunto ciò che gli analisti SERI degli eventi storici si sforzano di svelare...ma nei casi più recenti NOI abbiamo anche testimonianza dirette e indirette di una chiarezza estrema. A Roma si chiacchiera molto... E questo è proprio il caso della CONGIURA che ha caratterizzato certi personaggi, da Amato, Draghi,Ciampi, Monti, Prodi..le finanze vaticane..etcoetera...fino a Napolitano, Letta, l'idiota Renzi. Tutti collusi e collegati.A riprova del fatto che gli ultimi presidenti del "consiglio" ( si fa per dire..o ridere visti i partecipanti) dei ministri, sono stati nominati su disposizioni atlantiche. SIMILITUDINE CON L'INTERDIZIONE ERETICALE..... SE QUALCUNO, grazie ad un banale ragionamento basato sulla lettura degli Evangeli asserisce che NESSUNO ha visto la resurrezione del Cristo, NON gli si risponde che invece c'era uno, nascosto fra le tombe,intento a fare i propri bisogni, il quale del tutto casualmente ha potuto ammirare il favoloso evento e poi è andato dai carabinieri ( all'epoca si chiamavano KARUBBA) a sporgere regolare denunzia. NO! Lo si accusa di eresia e lo si condanna al rogo. E tutto ciò alla faccia del razionalismo imperante e della società detta "dell'informazione". La conclusione è semplice...chi si assume l'incarico di DISVELARE i segreti della politica deve liberarsi del timore delle INTERDIZIONI malefiche.
In conclusione, una poesia tratta dall'essenziale libro SATYRICON del grande Petronio Arbitro (siamo durante l'impero di Augusto..):
Che possono le leggi, se l'oro è padrone assoluto
e se i poveri sono calpestati da tutti?
Perfino colui che ostenta la magra bisaccia dei Cinici
i suoi responsi mercanteggia sovente.
E' dunque una bottega l'austero e civil tribunale
E il giudice appone la sua firma al contratto.
E, per finire, una battuta di Arthur Bloch:
Il progresso non consiste nel rimpiazzare una teoria sbagliata con una giusta, ma nel rimpiazzare una teoria sbagliata con una sbagliata ma in maniera più sottile.
Non attribuite mai alla sottigliezza quello che è sufficientemente spiegato dalla stupidità.
GV --
Georgius Vitalicus
Georgius Vitalicus
NOTE DELL'AVV. ROBERTO DI NAPOLI
Giorni fa nel consultare il sito internet di un Tribunale, sono rimasto stupito nel constatare la presenza di un file contenente avvertimenti al debitore esecutato, tra i quali la possibilità di richiedere la conversione del pignoramento (dietro versamento del quinto e richiesta di rateizzazione). Considerato che, nel precetto, deve essere indicata anche la possibilità di ricorrere alla procedura di risoluzione della crisi da sovraindebitamento, credo che sia necessaria e rispettosa del diritto di proprietà e di altri diritti fondamentali della persona l'introduzione di un comma, tra le norme del codice procedura civile, che imponga al creditore e alla cancelleria un'avvertenza ancora più importante: la possibilità di proporre opposizione all'esecuzione laddove si contesta la sussistenza di un valido titolo esecutivo!!!! Perché, prima di avvertire il debitore sulle modalità e possibilità di pagamento al fine di evitare l'espropriazione, non lo si avverte anche della possibilità di opporsi e di richiedere la sospensione della procedura per gravi motivi ex art. 624 c.p.c. e, se non abbiente, della possibilità di ricorrere anche al patrocinio a spese dello Stato? Perché si deve presumere che il pignorato sia sempre davvero debitore? Credo, poi, che sarebbe civile e rispettoso della dignità della persona umana, della salute dell'esecutato e della sua famiglia che, tra gli accertamenti preliminari alla vendita, vi sia quello volto ad accertare l'eventuale presenza, nell'immobile pignorato, di minori o anziani e, comunque, ad assicurare un sostegno psicologico impedendosi qualsiasi rilascio di abitazione se non dopo avere salvaguardato o quanto meno ridotto i rischi di pregiudizi di carattere psicofisico ai soggetti più deboli. Il diritto di credito non può prevalere sul diritto alla vita e alla salute!!!!
https://ilblogdirobertodinapoli.wordpress.com/
mercoledì 27 aprile 2016
La Fonction du poète
La Fonction du poète
Dieu le veut, dans les temps contraires,
Chacun travaille et chacun sert.
Malheur à qui dit à ses frères :
Je retourne dans le désert !
Malheur à qui prend ses sandales
Quand les haines et les scandales
Tourmentent le peuple agité !
Honte au penseur qui se mutile
Et s'en va, chanteur inutile,
Par la porte de la cité !
Le poète en des jours impies
Vient préparer des jours meilleurs.
ll est l'homme des utopies,
Les pieds ici, les yeux ailleurs.
C'est lui qui sur toutes les têtes,
En tout temps, pareil aux prophètes,
Dans sa main, où tout peut tenir,
Doit, qu'on l'insulte ou qu'on le loue,
Comme une torche qu'il secoue,
Faire flamboyer l'avenir !
Il voit, quand les peuples végètent !
Ses rêves, toujours pleins d'amour,
Sont faits des ombres que lui jettent
Les choses qui seront un jour.
On le raille. Qu'importe ! il pense.
Plus d'une âme inscrit en silence
Ce que la foule n'entend pas.
Il plaint ses contempteurs frivoles ;
Et maint faux sage à ses paroles
Rit tout haut et songe tout bas !
Peuples ! écoutez le poète !
Ecoutez le rêveur sacré !
Dans votre nuit, sans lui complète,
Lui seul a le front éclairé.
Des temps futurs perçant les ombres,
Lui seul distingue en leurs flancs sombres
Le germe qui n'est pas éclos.
Homme, il est doux comme une femme.
Dieu parle à voix basse à son âme
Comme aux forêts et comme aux flots.
C'est lui qui, malgré les épines,
L'envie et la dérision,
Marche, courbé dans vos ruines,
Ramassant la tradition.
De la tradition féconde
Sort tout ce qui couvre le monde,
Tout ce que le ciel peut bénir.
Toute idée, humaine ou divine,
Qui prend le passé pour racine,
A pour feuillage l'avenir.
Il rayonne ! il jette sa flamme
Sur l'éternelle vérité !
Il la fait resplendir pour l'âme
D'une merveilleuse clarté.
Il inonde de sa lumière
Ville et désert, Louvre et chaumière,
Et les plaines et les hauteurs ;
A tous d'en haut il la dévoile ;
Car la poésie est l'étoile
Qui mène à Dieu rois et pasteurs !
Victor Hugo, Les Rayons et les ombres
Chacun travaille et chacun sert.
Malheur à qui dit à ses frères :
Je retourne dans le désert !
Malheur à qui prend ses sandales
Quand les haines et les scandales
Tourmentent le peuple agité !
Honte au penseur qui se mutile
Et s'en va, chanteur inutile,
Par la porte de la cité !
Le poète en des jours impies
Vient préparer des jours meilleurs.
ll est l'homme des utopies,
Les pieds ici, les yeux ailleurs.
C'est lui qui sur toutes les têtes,
En tout temps, pareil aux prophètes,
Dans sa main, où tout peut tenir,
Doit, qu'on l'insulte ou qu'on le loue,
Comme une torche qu'il secoue,
Faire flamboyer l'avenir !
Il voit, quand les peuples végètent !
Ses rêves, toujours pleins d'amour,
Sont faits des ombres que lui jettent
Les choses qui seront un jour.
On le raille. Qu'importe ! il pense.
Plus d'une âme inscrit en silence
Ce que la foule n'entend pas.
Il plaint ses contempteurs frivoles ;
Et maint faux sage à ses paroles
Rit tout haut et songe tout bas !
Peuples ! écoutez le poète !
Ecoutez le rêveur sacré !
Dans votre nuit, sans lui complète,
Lui seul a le front éclairé.
Des temps futurs perçant les ombres,
Lui seul distingue en leurs flancs sombres
Le germe qui n'est pas éclos.
Homme, il est doux comme une femme.
Dieu parle à voix basse à son âme
Comme aux forêts et comme aux flots.
C'est lui qui, malgré les épines,
L'envie et la dérision,
Marche, courbé dans vos ruines,
Ramassant la tradition.
De la tradition féconde
Sort tout ce qui couvre le monde,
Tout ce que le ciel peut bénir.
Toute idée, humaine ou divine,
Qui prend le passé pour racine,
A pour feuillage l'avenir.
Il rayonne ! il jette sa flamme
Sur l'éternelle vérité !
Il la fait resplendir pour l'âme
D'une merveilleuse clarté.
Il inonde de sa lumière
Ville et désert, Louvre et chaumière,
Et les plaines et les hauteurs ;
A tous d'en haut il la dévoile ;
Car la poésie est l'étoile
Qui mène à Dieu rois et pasteurs !
Victor Hugo, Les Rayons et les ombres
(1840)
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martedì 26 aprile 2016
DA IMPARARE A MEMORIA - OLTRE CHE INVIARLO A 100 AMICI - Procuratore SCARPINATO
Nella prima repubblica la dialettica cassazione e magistratura di merito si svolgeva tra due polarità istituzionali che si confrontavano all'interno di un habitat giuridico istituzionale semplificato e circoscritto.
Un ordinamento giuridico, caratterizzato da una costituzione rigida, che per il suo carattere di fonte sopra ordinata, costituiva un'univoca e comune stella polare per la interpretazione e l’applicazione del diritto, all'interno di questo circoscritto habitat il coefficiente di politicità nella interpretazione delle norme, si esauriva entro una banda di oscillazione molto ristretta e trasparente. La banda delle oscillazioni consentita dalle interpretazioni delle norme costituzionale.
Ebbene Oggi questo Habitat giuridico istituzionale “domestico” è in fase di avanzato e radicale disfacimento a causa di poderosi processi storici macro politici e macroeconomici che stanno alterando la stessa gerarchia delle fonti e riscrivendo la gerarchia dei valori.
Si pensi, per accennare solo ad alcuni fra tali processi storici, all'eclissi delle sovranità degli stati nazionali e dei loro ordinamenti interni e alla trasmigrazioni dei centri decisionali dalle istituzioni nazionali a istituzioni sovrannazionali e talora “addirittura informali” e privi di legittimazione democratica, alla sovrapposizione di trattati europei e internazionali alle costituzioni nazionali alla riscrittura di parti essenziali della stessa costituzione.
In questo tumultuoso magma niente è più destinato ad essere come prima con ricadute macro-sistemiche enormi, sul ruolo della giurisdizione di legittimità e di merito e sui loro rapporti. Ebbene avere presente che non si tratta affatto, solo di un momento della complessità, solo di una maggiore difficoltà nell'assolvere al compito professionale del giurista, ma di una sotterranea re-Ingegnerizzazione globale dell’ordinamento giuridico, che veicola occultamente al suo interno paradigmi e sistemi di valori dotati di un elevatissimo coefficiente di politicità talora distonici e talora antagonisti rispetto ai valori costituzionali pre-esistenti. Si tratta di fenomeni di tale complessità e rilevanza che non se ne può fare neppure cenno, se non nell'onda lunga attinge anche il giudice di merito oggi sempre più sollecitato anche da autorevoli pulpiti istituzionali, a rivisitare il proprio ruolo ed il proprio modo di interpretare la legge, facendosi carico non solo dei principi costituzionali, ma anche delle ricadute economiche delle sue decisioni al punto di subordinare la tutela dei diritti alla ragione dei mercati e alla capienza di bilancio. Tale sollecitazioni culturali trovano oggi legittimazione e base normativa in nuove norme di sistema introdotte a seguito della complessa re-ingegnerizzazione alle quali accennavo, non solo nei trattai internazionali ma anche nel corpo stesso della costituzione, Si pensi per esempio all'articolo 81 della costituzione, introdotto nell'anno 2012 che nell'imporre l’obbligo del pareggio di bilancio, ha in sostanza costituzionalizzato il paradigma della cosiddetta “legalità sostenibile” e ha minato le fondamenta stesse dello stato sociale impedendo il finanziamento in deficit dei suoi servizi.
Se si ripercorre a ritroso la genealogia di questa norma costituzionale ci si rende conto che non è stata elaborata all'interno del parlamento nazionale, in esito ad una dibattito pubblico consapevole delle sue conseguenze macro-sistemiche, ma all'interno di ristrette élite economiche sovranazionali e di provata fede neoliberista. E ci si rende conto che la sua approvazione è stata sollecitata non dal "parlamento europeo" e neppure della "commissione europea", ma dal presidente della banca europea, con una lettera destinata a restare segreta, inviata il 5 agosto 2011 al presidente del consiglio dei ministri italiano, e andando ancora a ritroso ci si rende conto che la sua approvazione è stata festeggiata dalle più grande banche d’affari internazionali come ad esempio la potentissima Morgan Stanley, che come risulta da un suo report segreto interno del 25 maggio 2013 individuava proprio nella costituzione italiana e nel lealismo costituzionale della magistratura italiana alcuni tra i principali ostacoli per la rinegoziazione nell'area strategica del centro Europa dei rapporti tra stati nazionali e mercati finanziari.
Mentre noi giuristi siamo affaccendanti a valle con i problemi della quotidianità, mentre siamo impegnati in un faticoso lavoro di razionalizzazione istituzionale e di riorganizzazione interna, i modi superiori (*) lavorano alacremente a monte, costruendo nelle pieghe dei trattati internazionali i presupposti per complesse ingegnerie istituzionali che giorno dopo giorno plasmano il novo modello sociale antitetico a quello costituzionale.
La legalità sta cosi cambiando il proprio DNA interno e propri contenuti valoriali con un singolare ritorno all’epoca pre-costituzionale, la legge si va trasformando da fonte che attribuisce e garantisce diritti a fonte che legittima la perdita e la riduzione dei diritti. Basti pensare alla vicenda paradigmatica della transizione dello statuto dei lavoratori alla legge sul “JOB ACT”.
Il tempo della politicità del diritto (e qui concludo) è dunque all'ordine del giorno come tema prioritario ed investe pienamente il problema dell’interpretazione delle norme di diritto all'interno di una dialettica molto più complessa, rispetto al passato, se prima dialettica si esauriva all'interno del circuito bipolare “cassazione – giurisprudenza di merito” che poteva diventare tripolare quando entrava in campo la “corte costituzionale”, oggi tale dialettica è diventata multipolare e sovranazionale, coinvolgendo oltre alle polarità istituzionali nazionali, anche le corti internazionali, e organi “para- giurisdizionali sovrannazionali” in un lavoro di interpretazione e di reinterpretazione ad altissimo coefficiente di politicità, perché deve fare sintesi e talora esercitare opzioni tra sistemi di valori quali quelli di matrice costituzionale nazionale, e quelli di matrice “mercatista sovranazionale” per certi versi antagonisti perché si ispirano a modelli sociopolitici alternativi.
Oggi più che mai i giuristi, di sincera fede democratica, devono tenere ben alta la testa ed alzare lo sguardo dalle loro scrivania al cielo, prima che il cielo si oscuri definitivamente e la luce si spenga.
Scarpinato
...spesso più che da un vero talento, i successi derivano da una mancanza.....
...spesso più che da un vero talento, i successi derivano da una mancanza.....!!!!
LA RASSEGNA STAMPA DEL 26 APRILE 2016
DONALD TRUMP A MATTEO SALVINI: ''TI AUGURO DI DIVENTARE PRESTO IL PREMIER ITALIANO'' (ENORME SUCCESSO DELL'INCONTRO)
L'ONDA AUSTRIACA ARRIVA IN GERMANIA. IL FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG: ''LA GRANDE COALIZIONE E' FINITA''
I MILITARI DEGLI STATI UNITI SFIDANO LE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI DI INDIA E CINA
SEGNALI DI PERICOLO: L'ARTIFICIOSA RIVOLUZIONE MACEDONE IN CORSO
CIO' CHE OBAMA CONDIVIDE CON ASSAD, RUSSIA E YEMEN, IL RICATTO SAUDITA
L'ONDA AUSTRIACA ARRIVA IN GERMANIA. IL FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG: ''LA GRANDE COALIZIONE E' FINITA''
I MILITARI DEGLI STATI UNITI SFIDANO LE RIVENDICAZIONI TERRITORIALI DI INDIA E CINA
SEGNALI DI PERICOLO: L'ARTIFICIOSA RIVOLUZIONE MACEDONE IN CORSO
CIO' CHE OBAMA CONDIVIDE CON ASSAD, RUSSIA E YEMEN, IL RICATTO SAUDITA
ASCOLTATELO ALEMNO DUE VOLTE E MADATELO A 10 AMICI - Procuratore Scarpinato: pulpiti istituzionali sacrificano tuela dei diritti a ragioni di mercato
ASCOLTATELO ALMENO DUE VOLTE
E MANDATELO A 10 AMICI
MONETA COMUNALE DI ANTONIO MICLAVEZ
Udine, 1918: Moneta di necessità emessa durante l'occupazione austriaca. Era una moneta Complementare Comunale distribuita per Diritto di Cittadinanza da spendersi "per acquisto di generi alimentari negli spacci comunali". Se non consumata per qualsiasi motivo "verrà convertita a vista dal Comune dei Udine in valuta legale di Stato entro un anno dalla proclamazione della pace". Allora eravamo occupati dai Tedeschi, oggi siamo occupati dagli Americani. Lo stato di emergenza dà mano libera ai Comuni di applicare procedure d'emergenza. Cosa aspettano i Comuni ad emettere Moneta Complementare Comunale? Sindaci con le palle fatevi avanti! Sul mio
sito:
scoprite come, contattatemi e assieme iniziamo questa avventura che vi renderà famosi
C'ERANO PARTIGIANI E PARTIGIANI....:!?!?!?
Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 37/16 del 26 aprile 2016, Madonna del Buon Consiglio
Sacerdoti uccisi dai partigiani comunisti
Elenco parziale dei sacerdoti uccisi dai partigiani comunisti e dimenticati dalla storiografia ufficiale.
Don GIUSEPPE AMATEIS, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi d'ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi.
Don GENNARO AMATO, parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso nell'ottobre '43 dai capi della "repubblica rossa" di Caulonia.
Don ERNESTO BANDELI, parroco di Bria, ucciso da partigiani slavi a Bria il 30 aprile 1945.
Don VITTORIO BAREL, economo del Seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 da partigiani comunisti.
Don STANISLAO BARTHUS, della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 perché in una predica aveva deplorato le "violenze indiscriminate dei partigiani".
Don DUILIO BASTREGHI, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 da partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto.
Don CARLO BEGHE', parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.
Don FRANCESCO BONIFACIO, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato da miliziani comunisti iugoslavi l'11 settembre 1946 e gettato in una foiba rimasta sconosciuta.
Don LUIGI BORDET, parroco di Hóne (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie comuniste.
Don SPERINDIO BOLOGNESI, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso da partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.
Don CORRADO BORTOLINI, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato da partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire.
Don RAFFAELE BORTOLINI, canonico della Pieve di Cento, ucciso da partigiani la sera del 20 giugno 1945.
Don LUIGI BOVO, parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista.
Don MIROSLAVO BULLESCHI, parroco di Monpaderno (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 da comunisti jugoslavi.
Don TULLIO CALCAGNO (direttore di Crociata Italica, scomunicato), fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.
Don SEBASTIANO CAVIGLIA, cappellano della GNR, ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti.
Don CRISOSTOMO CERAGIOLO, o.f. m., cappellano militare decorato al v.m., prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel Convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena.
Don ALDEMIRO CORSI, parroco di Grassano (Reggio E.), ucciso da partigiani comunisti la notte del 22 ottobre 1944 nella sua canonica.
Don FERRUCCIO CRECCHI, parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all'arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei comunisti del luogo.
Don ANTONIO CURCIO, cappellano dell'11" Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.
Don SIGISMONDO DAMIANI, o.f.m., ex cappellano militare, ucciso da comunisti slavi a San Genesio di Macerata l'11 marzo 1944.
Don TEOBALDO DAPPORTO, arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Limola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.
Don EDMONDO DE AMICIS, cappellano, pluridecorato della prima guerra mondiale, ucciso il 26 aprile 1945 da partigiani comunisti.
Don AURELIO DIAZ, cappellano della Sez. Sanità della Divisione "Ferrara", fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del '45 da partigiani "titini".
Don ADOLFO DOLFI, canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l'8 ottobre successivo.
Don ENRICO DONATI, arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo.
Don GIUSEPPE DORFMANN, fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945.
Don VINCENZO D'OVIDIO, parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio '44 sotto accusa di filo-fascismo.
Don GIOVANNI ERRANI, cappellano militare della GNR, decorato al v.m., condannato a morte dal CLN di Forlì, salvato dagli americani e deceduto in seguito, a causa delle torture subite.
Don COLOMBO FASCE, parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del 1945 da partigiani comunisti.
Don GIOVANNI FAUSTI, Superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono trucidati ALTRI sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome.
Don FERNANDO FERRAROTTI, o.f.m., cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) da partigiani comunisti.
Don GREGORIO FERRETTI, parroco di Collevecchio (Teramo), ucciso da partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944.
Don GIOVANNI FERRUZZI, arciprete di Campanile (Imola), ucciso da partigiani il 3 aprile 1945.
Don ACHILLE FILIPPI, parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di simpatie fasciste.
Don GIUSEPPE GABANA, della diocesi di Brescia, cappellano della VI Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comunista.
Don SANTE FONTANA, parroco di Cornano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 16 gennaio 1945.
Don GIUSEPPE GALASSI, arciprete di S. Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1° maggio 1945 perché sospetto di filo-fascismo.
Don TISO GALLETTI, parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.
Don DOMENICO GIANNI, cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e soppresso dopo tre giorni.
Don GIOVANNI GUICCIARDI, parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 dopo sevizie inflittegli nella sua canonica.
Don VIRGINIO ICARDI, parroco di Squaneto (Acqui), ucciso il 4 luglio 1944 a Preto da partigiani comunisti.
Don LUIGI ILARIUCCI, parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti.
Don GIUSEPPE JEMMI, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli "eccessi inumani di quanti disonoravano il movimento partigiano".
Don SERAFINO LAVEZZARI, seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il 25 febbraio 1945 dai partigiani insieme alla mamma e a due fratelli.
Don LUIGI LENZINI, parroco di Crocette (Modena), ucciso da partigiani rossi la notte del 21 luglio 1945.
Don GIUSEPPE LORENZELLI, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso da partigiani il 27 febbraio 1945 dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa.
Don LUIGI MANFREDI, parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli "eccessi partigiani".
Don DANTE MATTIOLI, parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato la notte del 1° aprile 1945 e scomparso per sempre.
Don FERNANDO MERLI, mansionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944 presso Assisi da jugoslavi istigati dai comunisti.
Don ANGELO MERLINI, parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo giorno dagli stessi, presso Foligno.
Don ARMANDO MESSURI, cappellano delle Suore della S. Famiglia in Marino, ferito a morte da partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944.
Don GIACOMO MORO, cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai comunisti "titini" a Micca di Montenegro.
Don ADOLFO NANNINI, parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti.
Don SIMONE NARDIN, dei Benedettini Olivetani, tenente cappellano dell'Ospedale Militare "Belvedere" in Abbazia di Fiume prelevato da partigiani jugoslavi nell'aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende.
Don LUIGI OBID, economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.
Don ANTONIO PADOAN, parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l'8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore.
Don ATTILIO PAVESE, parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.
Don FRANCESCO PELLIZZARI, parroco di Tagliolo (Acqui), chiamato nella notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.
Don POMPEO PERAI, parroco dei SS. Pietro e Paolo di Città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.
Don ENRICO PERCIVALLE, parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.
Don VITTORIO PERKAN, parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.
Don ALADINO PETRI, pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 27 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.
Don NAZARENO PETTINELLI, parroco di Santa Lucia di Ostra di Senigallia, fucilato per rappresaglia partigiana l'il luglio 1944.
Don UMBERTO PESSINA, parroco di San Martino di Correggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti.
Seminarista GIUSEPPE PIERAMI, studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944 sulla Linea Gotica da partigiani comunisti.
Don LADISLAO PISACANE, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.
Don ANTONIO PISK, curato di Canale d'Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre.
Don NICOLA POLIDORI, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti.
Don GIUSEPPE PRECI, parroco di Montaldo (Modena), ucciso il 24 maggio 1945 dopo che era stato chiamato ad assistere un morente.
Don GIUSEPPE RASORI, parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica sotto accusa di simpatie fasciste.
Don ALFONSO REGGIANI, parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da marxisti la sera del 5 dicembre 1945.
Seminarista ROLANDO RIVI, di Reggio Emilia, di sedici anni, ucciso il 10 aprile 1945 da partigiani comunisti solo perchè indossava la tonaca.
Don GIUSEPPE ROCCO, parroco a Santa Maria, diocesi di S. Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945.
Don ANGELICO ROMITI, o.f.m., cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al v.m., ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.
Don LEANDRO SANGIORGI, salesiano, cappellano militare decorato al v.m., fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.
Don ALESSANDRO SANGUANINI, della Congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi per i suoi sentimenti di italianità.
Don LODOVICO SLUGA, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello don Pisacane il 5 febbraio 1944.
Don LUIGI SOLARO, di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché congiunto del Federale di Torino Giuseppe Solaro, anch'egli soppresso.
Don EMILIO SPINELLI, parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.
Don EUGENIO SQUIZZATO, o.f.m., cappellano partigiano, ucciso dai suoi il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché, impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione.
Don ERNESTO TALE', parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l'11 dicembre 1944 perché sospettato di filo-fascismo.
Don GIUSEPPE TAROZZI, parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire.
Don ANGELO TATICCHIO, parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso da partigiani iugoslavi nell'ottobre 1943 perché "aiutava troppo gli italiani".
Don CARLO TERENZIANI, prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex cappellano della Milizia.
Don ALBERTO TERILLI, arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli dai marocchini eccitati da partigiani nel maggio 1944.
Don ANDREA TESTA, parroco di Diano Borrello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.
Mons. EUGENIO CORRADINO TORRICELLA, della Diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio '44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti perché accusato d'italianità.
Don RODOLFO TRCEK, diacono della Diocesi di Gorizia, ucciso il 1° settembre 1944 a Montenero d'Idria da partigiani comunisti.
Don FRANCESCO VENTURELLI, parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 perché inviso ai partigiani.
Don GILDO VIAN, parroco di Bastia (Perugia), ucciso da partigiani comunisti il 14 luglio 1944.
Don GIUSEPPE VIOLI, parroco di Santa Lucia di Madesano (Parma), ucciso il 31 novembre 1945 da partigiani comunisti.
Don ANTONIO ZOLI, parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso da partigiani comunisti perché durante la predica del Corpus Domini del 1944 aveva deplorato l'odio tra fratelli.
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