lunedì 2 marzo 2020

IL VIRUS GLOBALE. ANATOMIA DI UN COMPLOTTO.


Strombazzano. Annunciano. Avvisano. Le faccette serie e compunte, accompagnate
ad un bombardamento mediatico senza precedenti, ci annunciano l’inaugurazione di
una nuova fase del dominio globalista: quella dell’annichilamento di interi popoli e
nazioni attraverso la diffusione di vere e proprie pandemie materiali e psicologiche,
al fine di pervenire ad un controllo totale su questi ultimi, realizzato attraverso due
fasi tra loro perfettamente complementari e sinergiche:si comincia con il diffondere
in modo progressivo la notizia della diffusione di un pericolo collettivo ( come nel
caso del Coronavirus in esame...) a cui, si badi bene, viene conferito un carattere di
ineluttabilità, di evento figlio di un meccanismo epocale, al quale non si può ovviare
se non attraverso un processo di progressivo controllo e limitazione delle libertà
individuali, che, nella militarizzazione dei territori, ha il proprio momento fondante.
A far da cassa di risonanza al tutto, l’improvviso coagularsi di tutte le forze politiche
presenti nelle sedi istituzionali, nel nome di un rinnovato senso di solidarietà
emergenziale che, invece, fa da cartina di tornasole alla vera natura di queste
ultime, semplici marionette al servizio di un ben più ampio e letale, disegno globale.
La vicenda del Coronavirus, rientra a pennello in questa casistica, ponendoci
dinnanzi ad una serie di ineludibili considerazioni, di più vasto ordine.

A ben guardare le statistiche sanitarie,le pandemie di normale influenza, fan più
morti e contagiati che il virus in oggetto. Solo quest’anno in Germania, l’influenza ha
colpito ben 80.000 persone, con 13.000 ospedalizzazioni e 130 decessi...Certo, è
vero, per la nostra “new entry” virale, non è stato ancora approntato un vaccino e
poi si presenta a mò di fenomeno inizialmente caratterizzato da una lunga
asintomaticità, la qual cosa, fa sospettare una struttura manipolata da mani
imprudenti ed avventate, da apprendisti stregoni da strapazzo. E, tanto per
confermare, se mai ve ne fosse stato il bisogno, la quanto mai realistica natura dei
sospetti qui esternati, il fatto che, in quel di Wuhan (Cina...), ha sede un laboratorio
per ricerca e sperimentazione batteriologica inaugurato 6 anni fa da Francia e Cina,
sotto il patrocinio dell’OMS e quindi delle nazioni occidentali. Nel 2015 negli Usa è
stato registrato da parte di un’agenzia del governo britannico, (il cui capitale è tra
l’altro partecipato da Commissione Europea e dalla Bill Gates Foundation, sic!), una
forma di Coronavirus attenuata, ovverosia depotenziata rispetto al più letale
“originale”.

Ora, ad ascoltare le fonti più aggiornate, sembra che qualche anno fa, una partita di
virus letali, sia stata dal Canada inoltrata, in gran segreto ai laboratori di Wuhan, per
ulteriori ricerche ed esperimenti, ad insaputa, sembra dello stesso governo cinese
che, alla notizia, avrebbe manifestato una certa insofferenza. Quanto vi sia di esatto
in queste news, non è dato, al momento, riscontrare. Di certo, vi è la presenza, in
quel di Wuhan, di un laboratorio di ricerche batteriologiche avanzate, a gestione
congiunta Cina-Occidente. Un esperimento andato a male? O un deliberato intento
destabilizzatorio nei riguardi di Cina ed Europa? Qualunque sia la risposta a questa
domanda, ci troviamo di fronte ad una gestione quanto meno goffa e pasticciata
dell’intera vicenda da parte di tutti i suoi protagonisti.

In primis, da parte di quella Cina il cui potere politico, mosso unicamente dalla
fregola di condurre una sfrenata politica di crescita economica, da grandi numeri
(sulla carta...), non ha saputo né voluto agire con la necessaria prudenza e
circospezione, nel permettere l’insediamento di centri di ricerca legati a doppio filo
al Globalismo, rendendosi così corresponsabile in solido, di quanto si sta verificando
a livello globale. Secondo poi, tutti quei governi occidentali che, ad oggi, continuano
a permettere ricerche scientifiche e, quel che è peggio, sperimentazioni che
nell’infrangere qualunque limite etico, finiscono poi inevitabilmente, con l’attentare
alla salute ed alla sicurezza dei popoli tutti. Terzo, poi, l’allucinante comportamento
del nostrano governicchio. Inizialmente animato da annunci trionfali e da una boria
senza precedenti, per cui tutto era sotto controllo, grazie ad una lungimirante ed
oculata prudenza, salvo poi farci risvegliare al terzo posto, nella classifica dei
contaminati dal Coronavirus, con tanto di quarantene per intere regioni e città.

Quarantene che, però, sembra non siano state minimamente prese in
considerazione, nel caso degli arrivi da quella Cina, dalla quale i cittadini in festa per
il capodanno lunare, partivano per una vacanza o da cui, i vari residenti nel Bel
Paese, si apprestavano a far ritorno dopo il break delle nostrane feste natalizie. Si
parla di qualche migliaio o più di anime , qui sbarcate ed entrate, senza che nessuno
abbia avuto alcunché da ridire o approfondire. Ridicole ed irrilevanti poi, le
cosiddette “autoquarantene”, a cui si sarebbero volontariamente sottoposte alcune
famiglie cinesi qui residenti, con prole in età scolare.

Senza risposta poi, il conto di quanti, asiatici o meno, siano entrati nel Bel Paese,
attraverso le friabili frontiere di Schenghen, portandoci in dote l’ultimo prodotto del
“made in China”. Ad aggravare ulteriormente il conto, i continui arrivi di barconi
carichi di clandestini dal Nord Africa , fatti sbarcare senza seri ed approfonditi
controlli e di cui non si conoscono esattamente le condizioni di salute. Il tutto, senza
poi voler contare la piaga degli sbarchi clandestini sulle nostre coste, di cui non si
conosce ancora l’esatta entità.

Invece con occhiuta precisione, i controlli sono sì arrivati, ma per gli italiani, ora
costretti e blindati, tra casa e strutture sanitarie protette e posti di blocco. Ora
additati in tutto il mondo, come impestati da evitare ed isolare. Il tutto con il
concorso ed il plauso delle forze politiche tutte, alla bella faccia di intenti e parole
bellicose, prudentemente lasciate in disparte, per non urtare la suscettibilità dei
potenti di turno. Così, nel nome di un imbecille ed autolesionista buonismo, il
nostro governicchio giallo rosso, ha buttato la salute degli italiani in braccia al
Coronavirus.

Il tutto, non senza contraccolpi recessivi su una economia, quella italiana, già
duramente provata da un decennio e più di crisi, a partire dal crack finanziario
globale del 2009. Che questo virus sia o meno il risultato di un esperimento e che sia
sfuggito o meno di mano a qualcuno, o che sia il risultato di una spontanea
mutazione genetica, corroborata da abitudini alimentari non proprio ortodosse,
rimane il fatto che Lor Signori, stavolta, l’hanno fatta “troppo grossa”.

Troppo grossa l’ha fatta la Cina, permettendo l’installazione in casa propria di un
centro di ricerche, sovvenzionato da fondazioni ed istituzioni occidentali, alla bella
faccia degli atteggiamenti strafottenti, da comunista duro e puro. Dopo i morti, i
contaminati, le città chiuse, i medici cacciati e denunciati per allarmismo, in Cina
nulla sarà come prima. Il contraccolpo economico, derivante da una generale
sfiducia dei mercati e da quelle tensioni interne che non tarderanno a manifestarsi.
Una parte di quella popolazione stanca e depauperata da mesi di isolamento e
forzosa inattività, alzerà il tiro delle pretese economiche, provocando un aumento
del costo del lavoro, offuscando definitivamente la concorrenzialità di quel “made in

China”, prodotto a costi sinora esigui ed appesantendo irrimediabilmente la
locomotiva cinese. Secondo poi, la dittatura capital-marxista cinese è arrivata al suo
naturale capolinea. I suoi sistemi di controllo e repressione sulla popolazione, non
saranno più sufficienti a contenere quelle istanze al cambiamento che, dopo quanto
accaduto, si faranno via via sentire con sempre maggior forza.

Ma se la Cina piange, l’Occidente non ride. Ed anche qui, l’ideologia liberal-
globalista, sta arrivando al suo capolinea. Il buonismo elevato a stile di vita, la

indiscriminata apertura di quelle frontiere che fungevano da barriera protettiva
degli interessi dei popoli, la perdita di autorità degli stati nazionali in favore di
alienanti istituzioni economiche e finanziarie sovranazionali, la perdurante
insicurezza economica determinata dalla significativa riduzione degli ammortizzatori
sociali, trovano in questa pandemia il giusto detonatore per far esplodere le
contraddizioni di questo sistema. E poi gli Usa. L’arroganza e la strafottenza di un
Trump, non sono più sufficienti a nascondere le gravi responsabilità degli Usa in
questa vicenda. Responsabilità che emergono da quanto abbiamo già
precedentemente accennato, a proposito di brevetti e centri di ricerca e che,
lasciano chiaramente trasparire una obiettiva responsabilità di questi bei signori.

Fuori dalla Cina, ad esser maggiormente colpiti sono stati Iran ed Italia (nelle sue
regioni più industrializzate...) che, guarda un po’, agli States hanno dato qualche
grattacapo, più politico-militare per quanto riguarda l’Iran, più economico per
quanto riguarda l’Italia, con la inaugurazione l’anno passato di quella “via della seta”
che, a lor signori tanto dispiace. Il tutto, senza voler contare il fatto che, l’Italia ad
oggi, rimane il più avanzato laboratorio politico europeo ( e forse anche mondiale...),
per la realizzazione di una forma di populismo sovranista e identitario. “Non tutto il
male vien per nuocere”, recita un antico e mai dismesso proverbio popolare. E forse,
il Coronavirus, potrebbe rappresentare l’occasione che tutti aspettavamo per far
esplodere le contraddizioni di un Sistema, oramai arrivato al suo naturale e
fisiologico capolinea.
UMBERTO BIANCHI