sabato 22 luglio 2017

IL G8 DI GENOVA: UNA FERITA ANCORA APERTA di Enrico Montermini


Sedici anni fa, in questi stessi giorni, per le vie di Genova c’era la guerra. Da una parte c’erano i grandi della Terra che si erano riuniti per discutere l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale. Dall’altra parte c’era la variegata galassia del mondo No global, che aveva raccolto sotto le sue bandiere colorate un milione di manifestanti giunti da tutto il mondo. Le barriere di filo spinato difese dai soldati separavano due mondi incomunicabili.


Tra impegno politico e cultura new age si respirava l'aria del Sessantotto. C’era la consapevolezza che un cambiamento epocale stava maturando. Ciò che i sessantottini non erano riusciti a fare l’avremmo realizzato noi, i ragazzi della generazione successiva, in modo pacifico. Io a quell’epoca credevo davvero che un mondo diverso fosse possibile. Credevo che fosse doveroso limitare il profitto delle multinazionali per edificare una società equa e solidale. Tra le opposte istanze della dignità umana e dell’avidità umana, sapevo perfettamente da che parte schierarmi. Beata l'ignoranza della gioventù!


Purtroppo avevamo tutti sottovalutato quei vecchi incattiviti e scaltri che siedono sulle poltrone delle banche, sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama. La loro fu la reazione della paura, dettata dal pericolo di perdere antichi privilegi, influenza e ricchezza. Una classe dirigente corrotta e priva di credibilità stava per essere delegittimata dalla contestazione di un milione di persone: poteva essere il fuoco che avrebbe appiccato un incendio, che poteva estendersi a tutta l’Italia e forse anche al resto d’Europa.
Per domare l'incendio urgevano pompieri e così i vecchi incattiviti e scaltri si affidarono agli uomini selezionatissimi che erano a capo dell’esercito, della polizia e dei servizi segreti – criminali della peggior specie – e gli diedero carta bianca. Questi soggetti erano parte di un network più ampio che comprende la CIA, il MOSSAD, l’Intelligence Service e la comunità dei Servizi francesi. Fu così che la faccenda perse il carattere di problema interno italiano per trasformarsi in una emergenza per l’intero sistema di potere mondiale, che fa capo ai Rothschild e ai loro soci della Goldman Sachs.


La mano nera del Nuovo Ordine Mondiale trasformò il confronto politico in guerriglia urbana per mezzo dei black block, che erano creature dei servizi segreti. Manipolò i mezzi di informazione per criminalizzare la contestazione e così delegittimarla di fronte all’opinione pubblica. Terrorizzò gli elementi politicamente più attivi del mondo antagonista utilizzando metodi degni della polizia cilena.
In quei giorni furono sospesi i diritti umani. "Possiamo spogliarvi di tutto, persino dei più elementari diritti, e non aspettiamo altro che un pretesto per agire! " - questo fu il messaggio che entrò nelle case degli italiani attraverso la televisione e internet. Di questa "buona novella" gioivano il ministro guardiasigilli Castelli e il vice-premier Fini in gita premio al lager di Bolzaneto.
Il 7 aprile 2015 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato all'unanimità che è stato violato l'articolo 3 sul "divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti" durante l'irruzione della scuola Diaz. Il 6 aprile 2017, di fronte alla stessa Corte, l'Italia ha raggiunto una risoluzione amichevole con sei dei sessantacinque ricorrenti per gli atti di tortura subiti presso la caserma di Bolzaneto, ammettendo la propria responsabilità.


L’amara conclusione di questa vicenda è che fummo tutti manipolati e traditi da Bertinotti, Casarini e Agnoletto, che dei nostri buoni sentimenti si sono serviti per sostenere le proprie ambizioni politiche. Questi squallidi personaggi vivono oggi del vitalizio in quanto ex parlamentari: è bene ricordarlo.
Malgrado la maggiore responsabilità di quei fatti ricada su Silvio Berlusconi, all'epoca presidente del Consiglio, e Claudio Scajola, ministro degli Interni, sono convinto che la Destra e la Sinistra furono egualmente collusi nei crimini del G-8 di Genova, come due facce della stessa medaglia.

Il Partito Democratico, che era allora il maggior partito di opposizione, non mosse un dito. Il responsabile dell'ordine pubblico era un uomo suo: Gianni De Gennaro, messo a capo della Polizia da Romano Prodi. I servizi segreti avrebbero dovuto rispondere al COPASIR, che era - e sarebbe rimasto per molti anni - il feudo privato di Massimo D'Alema: il PD aveva però convenienza a mantenere rapporti amicali con questo mondo. Fu così che i responsabili di quella macelleria messicana rimasero ai loro posti e fecero carriera in seguito.


Dal 19 al 22 luglio 2001 la democrazia fu sospesa e l'opposizione, rimanendo in silenzio, fece una precisa scelta di campo. Quindici anni dopo quella scelta machiavellica, la Sinistra - che gode del 20% dei consensi - governa l'Italia col tacito assenso di un parlamento eletto per mezzo di una legge elettorale incostituzionale. I suoi partner di governo sono oggi le banche, la N’drangheta e la Massoneria, mentre Berlusconi guida una finta opposizione. I conti ora tornano?
Io non posso riconoscermi in questa Sinistra e infatti me ne sono andato da un pezzo sbattendo la porta.


Spero di aver dato di che riflettere ai tanti che gridano istericamente al fascismo, al razzismo e al sessismo senza avere coscienza degli sporchi interessi che stanno difendendo con un entusiasmo degno di miglior causa.


Enrico Montermini 21/07/17