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IL VICE SEGRETARIO GENERALE
IL FISCO CHE VERRA'
Roma, 31 luglio 2014 - Rossella Orlandi, fresca di nomina al vertice
dell'Agenzia delle Entrate, intervenendo ad un convegno organizzato dalla
ConfCommercio, ha illustrato criteri e metodi per migliorare il funzionamento
della macchina fiscale. La signora Orlandi si è quindi soffermata sul fenomeno
ormai imponente dell'evasione fiscale che si è incancrenito anche perché gli
evasori abituali si crogiolano nell'aspettativa del perdono che presto o tardi
il Fisco concede loro con condoni e scudi fiscali. In tale comportamento
il neo-direttore scorge una sorta di sentimento religioso nel senso che
gli evasori ritengono di commettere un peccato veniale lavabile quindi con
un atto di clemenza.
La cosa preoccupa però la Orlandi che non si aspetta che cessino le frodi
fiscali se non cambia la distorta mentalità dei contribuenti. Ineccepibile la
riflessione, ma va detto che anche il Fisco deve cambiare registro. Serve la
semplificazione, serve lo snellimento burocratico,serve ogni altro
miglioramento nel rapporto Fisco-contribuente, ma va affermato il principio
inderogabile che sottrarsi all'obbligo di contribuire alla spesa pubblica
secondo la regola costituzionale non può essere considerato un peccato, ma si è
in presenza di un reato gravissimo contro la collettività e perciò punibile in
sede amministrativa quando non anche perseguibile penalmente. Chi poi ritiene
di incorrere pure in peccato può sempre lavarsene la coscienza ai piedi di
un confessionale.
Il direttore dell'Agenzia delle Entrate è figura di primo piano che vanta
un curriculum di tutto rispetto costruito su un percorso amministrativo a tappe
che è partito dalla difficile realtà della periferia ed è perciò garanzia di
multiforme sapere tecnico-giuridico.
Un bagaglio tanto corposo pone la Orlandi nella condizione ideale per
spingere l'A.F.
verso quel salto di qualità da troppo tempo atteso. E' chiaro però che la
chiave di volta non può essere solo quella della gestione amministrativa che
resterebbe sterile se il legislatore fiscale non decidesse anch'egli di
invertire la rotta legislativa. La congerie di leggi e leggine,spesso
contraddittorie l'una con l'altra,quando non anche foriere di diffuse
elusioni,cioè di evasione legalizzata,il mare magnum di indirizzi
amministrativi e giurisprudenziali si abbattono come macigni sugli uffici
operativi con il risultato che agli addetti ai lavori non basterebbe neppure un
livello mnemonico da Pico della Mirandola. La scommessa urgente è di depurare
l'ordinamento tributario da quelle leggi che complicano l'azione accertatrice e
possono anche dar luogo a compromessi illeciti. Non fa misteri sul punto il neo
direttore ed indica il perverso intreccio tra la corruzione e l'evasione
fiscale che alimenta fondi neri da utilizzare per pagare in tutto o in
parte il prezzo della corruzione. Sono concetti chiari ed irrefutabili,è la
volontà di cambiare il volto dell'A.F. Il direttore Orlandi ha anche affrontato
un altro scottante problema,quello dei rimborsi iva,non dilungandosi sugli
aspetti tecnici di un istituto strutturale del tributo,ma di certo ben
consapevole che servono stringenti misure per evitare che il diritto al
rimborso previsto dalla legge di imposta si trasformi assai spesso in un comodo
prelievo bancario.
Le condizioni per una profonda palingenesi ci sono tutte e sono in buone
mani, ma con i tempi che corrono bisognerà fare i conti con ogni sorta di
ostacolo che la turbolenta galassia politica è solita frapporre quando si
toccano settori nei quali si coagula il consenso elettorale. E'la volontà
politica quindi la leva indispensabile per far bene, per fare meglio.
Il Fisco che verrà potrà essere quello che ha in mente la signora
Orlandi se Le saranno messi a disposizione strumenti adeguati. L'auspicio è che
non continuino comportamenti gattopardeschi con i quali il cambiamento è
soltanto una rituale finzione.
Dr.
Pietro Paolo Boiano