Le elezioni parlamentari in Ungheria, avvenute domenica scorsa, sono volate al top tra i mass media europei e russi. Ma, a quanto pare, non si sono prefigurati intrighi particolari come erano previsti.
Ha vinto il partito di governo Fidesz, Unione Civica Ungherese, di Viktor Orbàn. La popolarità del premier ungherese, di questo “enfant terrible” della politica europea, cresce soltanto grazie all’aumento di benessere ed ai reali successi in campo economico.
Il partito di destra Jobbik è al terzo posto (con oltre il 20% dei voti) ed ha aumentato il numero dei suoi sostenitori, e ciò è molto preoccupante per molti europei. Infatti Jobbik sta sostenendo un referendum per l’uscita dell’Ungheria dall’Unione Europea.
Quali conclusioni può trarre Mosca dalle elezioni parlamentari ungheresi? Fëdor Lukjanov, redattore capo del giornale “La Russia nella politica globale”, ritiene che l’esito delle elezioni ungheresi rifletta una tendenza comune nella UE:
Sull’esempio delle elezioni parlamentari in Ungheria, nonché sull’esempio delle elezioni municipali in Francia, si riflette la delusione degli elettori per il modello attuale di integrazione europea. Questa ha esaurito il suo potenziale. E molti ora istintivamente cercano di trovare un’alternativa ad esso. Viktor Orbàn, che nega quasi tutto i princìpi fondamentali dell’Unione Europea, è diventato uno dei simboli dei cambiamenti urgenti nel panorama politico dell’Europa. Il suo partito, è chiaro, non ha vinto casualmente due elezioni di seguito. A quanto pare gli elettori sono delusi da tutte le altre forze politiche. Ma considerare Viktor Orbàn uno scismatico che vuole portare il proprio paese fuori dall’Europa, è un’esagerazione. Altra cosa è che ha chiaramente colto la tendenza generale. Per questo, cerca di riportare parte della sovranità nazionale, senza che le organizzazioni internazionali e gli speculatori possano dettare legge nell’economia nazionale. Mentre egli ha una idea precisa di cosa sia la libertà di parola. Tutto ciò, ovviamente, è un affare interno degli ungheresi. Ma la situazione incide direttamente sugli interessi della Russia. Chiarisco il perché.
La corrente principale europea esistente attualmente a Mosca non è troppo felice. Il già molto forte pendolo politico in Unione Europea è deviato verso una sinistra liberale. Se avvenisse una correzione da parte conservatrice, dei paesi con un orientamento nazionalista, allora con questo tipo di Europa la Russia avrebbe rapporti più facili. Un rapporto più semplice di quello attuale, fortemente ideologico e liberale dell’Unione Europea.
Una delle ultime iniziative del governo di Viktor Orbàn si basa sulla sicurezza energetica, sull’interazione del “flusso meridionale” e sui nuovi accordi con la Russia nel settore nucleare. Il Primo Ministro ungherese ed il Presidente russo trovano facilmente un linguaggio comune. Continuerà dopo le elezioni parlamentari questa tendenza di avvicinamento tra i due paesi?
L’Ungheria è ancora parte dell’Unione Europea e deve coordinare la propria politica estera con i suoi partner,spiega Fëdor Lukjanov, Così, non può semplicemente fare una brusca svolta verso la Russia. L’autosufficienza energetica, della quale parla Orbàn, con l’attuale crisi esistente tra la Russia e l’Unione Europea, è proprio contraria alla linea indicata dalla Commissione Europea. Bruxelles ora sta facendo tutto il possibile per ridurre la dipendenza dalle forniture energetiche russe. Penso che Viktor Orbàn dovrà fare molte manovre. Ecco che l’Ungheria ha confermato che è pronta per iniziare le forniture di gas all’Ucraina che ovviamente non farà piacere a Mosca. Crediamo che questa procedura sia illegale. La Slovacchia, per esempio, non volendo rovinare i rapporti con Gazprom, già da alcuni mesi blocca le forniture di gas verso il territorio ucraino. In una parola, non ha senso supporre che il premier ungherese cambi posizione e diventi nostro alleato. Sì, ora il suo principale avversario è la burocrazia europea. Ma 25 anni fa il suo avversario era l’Unione Sovietica, quando Orbàn era conosciuto come antisovietico e anticomunista…Ma, ripeto, nei paesi dell’Unione Europea non vi sarà un orientamento filo-russo, ma piuttosto un orientamento nazionalista, allora la Russia avrà la possibilità di fare il suo gioco in queste relazioni complesse.
I partiti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra sono contro l’Unione Europea. Da diverse posizioni. E possono guadagnare quasi un terzo, e anche più, di voti in seno al Parlamento europeo. Il partito Jobbik sta parlando di uscire dall’Unione Europea e anche il Partito Indipendentista del Regno Unito, ma ritengo che ciò sia impossibile da attuare. Eppure, il costo per l’economia ungherese sarà ugualmente devastante. Ma lo scetticismo generale, per quanto riguarda l’umore verso l’integrazione europea, inevitabilmente impedisce o riduce le ambizioni di chi vorrebbe fare un passo avanti verso un'unica e coordinata Europa.
Fonte: La voce della Russia
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_04_07/La-scelta-ungherese-un-riavvicinamento-alla-Russia-1456/
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