domenica 2 febbraio 2014

DI GIOVANNI GENTILE COME TUTTI I GRANDI UN ASSASSINIO

Caro Giorgio,
ecco il link che riguarda una lettera pubblicata sul Corriere dellas era di oggi 2 febbraio 2014 su Giovanni Gentile e relativa risposta di Sergio Romano… http://www.corriere.it/lettere-al-corriere/
 A te ogni commento.
Ubaldo
 NEL CONCORDARE CON QUANTO SCRIVE SERGIO ROMANO, autore di un libro su Gentile, voglio aggiungere alcune considerazioni. SPESSO il giudizio sulle persone prescinde dalla conoscenza della natura delle persone stesse. Specialmente nel caso di Gentile, la cui IMPONENTE presenza nella cultura italiana di tutto il periodo che va dall'inizio 900 al 1944 è tale da rappresentare una notevole quantità di POSIZIONI ideologico-politiche a lui riferibili. Perché il suo insegnamento, diretto ed indiretto nelle scuole universitarie da lui supervisionate, e NON solo in quanto MINISTRO della Pubblica Istruzione e autore di una FONDAMENTALE riforma dell'istituzione scolastica, ha comportato un chiaro IMPRINTIG di carattere concettuale e PROFESSIONALE che ha influito anche sugli allievi degli allievi. Certamente la scuola normale di Pisa fu una sua creatura, In essa fu elaborata quella cultura della CORPORAZIONE che rispondeva ai suoi ideali nazionalisti e di equilibrio fra i poteri e le prerogative delle professioni e dell'attività creativa nell'arte e nella industria ( intesa non solo come grande industria meccanica, ovviamente, ma come INDUSTRIOSITA' creativa dell'uomo faber.) Non possiamo pertanto parlare di una "adesione" di Gentile alla R.S.I. perché Gentile è innanzitutto Gentile. La sua filosofia dell'ATTUALISMO è talmente TOTALITARIA, questa sì!! che ha ben poco da collegarsi col fascismo, che fu NELLA PRASSI mussoliniana, piuttosto la ricerca di compromessi fra i POTERI FORTI ( Stato sabaudo infeudato alla Massoneria internazionale e CHIESA Internazionalista e antiitaliana) tanto da venirne stritolato al momento opportuno.Tra l'altro, la filosofia politica di Gentile, che è diretta conseguenza della sua filosofia dell'ATTUALISMO non poteva essere favorevole ai principi della RSI che erano, in termini molto chiari, agli antitesi. La socializzazione non è il Corporativismo. D'altronde il Gentile si riteneva erede del Risorgimento liberale, Destra storica, e lui stesso si è sempre dichiarato in politica un LIBERALE. 
Il suo assassinio pertanto deve essere inserito nell'ambito di una LOTTA FILOSOFICO-IDEOLOGICA. La filosofia politica di Gentile parte dallo studio di Marx ed arriva al suo superamento. Durante questo percorso Gentile INCONTRA MAZZINI e tutto il movimento nazional- rivoluzionario. Insisto su questi due aspetti della stessa concezione politico-idealistica. E basterebbe la lettura degli scritti sul nostro Risorgimento e sulla componente mazziniana di questo per capire tutto. Questa è pertanto la vera antitesi della STORIA dell?ITALIA unitaria. Le altre componenti sono minoritarie, come quella cattolica, ad esempio, sempre presente nel tessuto connettivo del nostro paese. NESSUNA meraviglia però se questo intimo dissidio non è stato adeguatamente percepito dagli storici "ufficiali" post-bellici. Infatti costoro, soprattutto gli universitari, NON HANNO per la loro formazione lacunosa, la cultura sufficiente e necessaria per capire come si sono svolti i fatti. UN ALTRO ASPETTO, veramente marginale, ma al quale è dato notevole risalto dalla letteratura giornalistica contemporanea, è il rapporto di Gentile con gli EBREI ITALIANI. Ripeto che si tratta di questione marginale, infatti, il NAZIONALISMO CONCRETO di Gentile NON poteva concepire che una religione, sia pure intensamente vissuta,  fosse SUPERIORE all'appartenenza nazionale ( per nascita e cultura). Questa è la ragione dell'avversione di Gentile per i Patti Lateranensi, nei quali egli vedeva SOLO l'aspetto di SOTTOMISSIONE della NAZIONE ad una religione, laddove il progetto mussoliniano, anche troppo ambizioso, era quello di superare il FEROCE contrasto antinazionale dei cattolici contro lo Stato Massonico impersonificato dalla Destra Storica nei suoi vari aspetti, per potersi servire dell'influenza della Chiesa nel Mondo.al fine di propagandare anche all'estero il Fascismo Italiano. L'atteggiamento di Gentile, che cercava anche di salvaguardare i suoi allievi ebrei già in cattedra,alcuni dei quali hanno continuato anche dopo la fine del secondo conflitto nel solco del maestro, NON teneva però conto di un fatto CHE NOI CONOSCIAMO MOLTO BENE. INFATTI, e con eccezione di alcuni ebrei sicuramente fascisti, volontari nel primo conflitto mondiale ( ma...erano PER la Nazione italiana o CONTRO gli Imperi Centrali, Russia zarista compresa??) e quindi ingiustamente perseguitati, l'appartenenza alla comunità ebraica NON contempla OSSERVANZA delle leggi nazionali. Per gli ebrei non c'è riconoscimento di appartenenza nazionale. E chi in un modo o nell'altro cerca di INTEGRARSI, riceve sempre la riprovazione, ufficiale o meno, della sua comunità.Per quanto riguarda i figli, essi erano molti e molti erano anche gli amici dei figli che Egli accoglieva a casa sua. Tra questi figli uno, Giovannino, fu un GRANDE FISICO del gruppo di Maiorana. Disgraziatamente NON visse più del suo amico, perchè MORI' a causa di una infezione ad un dente. GiorgioVitali.