sabato 23 febbraio 2013

Uomini ambiziosi,


Uomini ambiziosi, con debolezza per l’esercizio del vero potere, devono per forza manovrare e andare all’attacco nel mondo che li circonda. Raramente devono farla da agenti, quasi sempre da rivali, e spesso da nemici mortali di personaggi che si oppongono o affiancano il loro progresso. 

Uomini di ambizione inferiore, la cui debolezza, e pertanto passione, è per la pubblicità, le decorazioni, il posto (con prebende e opportunità per il peculato) devono agitarsi per nascondere una falsa immagine di governo, simulacro del potere. Si devono dar da fare per superare in astuzia i loro simili, ma lo fanno in maniera troppo gretta per chiamarla manovra e attacco: in tali finte ostilità devono, nel loro intimo, trattare ogni rivale político come collega. Si guardano bene dal fare nemici. Capiscono benissimo la massima “onore tra ladri”. Tra il primo e il secondo tipo c’è tutta la differenza che c’è tra il luccio e l’anguilla: tra il soldato e l’attore. 

Oggi abbiamo familiarità con il secondo tipo: i parlamentari. Del primo tipo - Cesare, Napoleone, Bismarck, Wallenstein – abbiamo perduto la nozione così da tanto tempo che ci riesce difficile capire la loro maniera di agire. Lo abbiamo dimenticato perchè nei paesi che vivono di commercio è da più di un secolo e mezzo, e negli altri da un arco di vita umana, che il potere reale sulla comunità sta sempre di più con i super ricchi che controllano la produzione e lo scambio, oggi monopolisti di metalli, carburanti, trasporti, informazione, cibo e finanza. 

I privilegi di costoro, e soprattutto la segretezza nella quale operano, vengono accettati senza fiatare. Nessuno controlla chi ci controlla. Coloro ancora oggi etichettati con i vecchi titoli di potere sono, nel migliore dei casi, uomini intelligenti irritati dalla parte meschina che sono condannati a svolgere, e nel peggiore, ciarlatani corrotti e malefici; mentre nell’andazzo generale si muovono individui insignificanti, la cui gloria è di portare un titolo ufficiale come “Segretario di Stato di questo”, “Cancelliere di quest’altro” “Président du Conseil” e simili. 


Hilaire Belloc (1870-1953)

Richelieu, 1929

IHS Press 2006 p. 82

Sottolineati nell’originale