Specificato, a scanso di equivoci, che il sottoscritto NON VOTA PER NESSUNO, e ritiene la classe politica una accozzaglia di soggetti che hanno scelto quella strada soprattutto per interesse personale, quindi specificato che posso esprimere un parere senza essere accusato di parteggiare per tizio o per caio, posso affermare che quando si vogliono avanzare accuse di questo genere verso politici o uomini di Stato, bisogna tenere presente questo:
1. TUTTI, chi più e chi meno, in base alle posizioni di potere raggiunte, hanno praticato intenti e azioni che potrebbero essere perseguite per Legge. E’ però evidente che abbiamo una magistratura ed una stampa, che utilizza le eventuali inchieste su scandali e malaffare per fini quantomeno sospetti. Un esempio mostruoso di tutto questo fu “mani pulite” laddove vennero incriminati, per corruzione, uomini politici accusati di un sistema di tangenti che invece TUTTI praticavano. Stessa cosa per Berlusconi, sottoposto ad un fuoco di fila di incriminazioni ad orologeria. Ovviamente il fatto che il Cavaliere sia vittima di queste manovre non vuol dire che sia innocente, ma resta il fatto che qui di innocenti, se ci fosse una magistratura veramente libera e obiettiva, ce ne sarebbero ben pochi e probabilmente si dovrebbero intentare un numero di processi tale da paralizzare tutta la giustizia.
2. Le collusioni con la Mafia in Sicilia. Qui bisogna partire da una dato di fatto incontrovertibile. In Sicilia, specialmente negli anni passati, la Mafia poteva considerarsi uno Stato nello Stato e comunque un potere minaccioso e incontrollabile che non consentiva, sul territorio, di esercitare liberamente qualsivoglia attività. All’opposto sappiamo bene che lo Stato italiano, di questa Repubblica democratica è più che altro “un mediatore” tra le parti sociali, questo per dire che in genere non esiste un vero Stato in grado di far rispettare e imporre la sua presenza e la sua Legge e di conseguenza non esiste neppure, nei cittadini, un vero “senso dello Stato”, sarebbe come un padre degenerato che pretenda il rispetto dai figli.
Ma c’è di più: attraverso il controllo o l’influenza sulla popolazione locale, in Sicilia la Mafia che purtroppo è anche un fenomeno sociale, ha sempre controllato larghe fette di voti e i voti, sono il mezzo con cui si eleggono i rappresentanti delle Istituzioni e i membri degli Enti locali. Questo per dire che la Mafia, attraverso questo “controllo”, di fatto ha un piede nello Stato.
Il risultato di tutto questo è che sarebbe, oltre che ingenuo, demenziale, ritenere che in Sicilia, si sia potuto esercitare il potere e il rispetto della legge senza arrivare a patti o a mediare con la Mafia. Il confronto o lo scontro tra POTERI è una inevitabile conseguenza storica.
Lo ha fatto la DC per decenni, assicurandosi voti e altro e lasciando alla Mafia il controllo di appalti e traffici di ogni genere, lo ha fatto lo stesso Pci limitandosi a esternare su manifesti e comizi una avversione alla Mafia del tutto superficiale, ottenendone in cambio la tranquillità fisica nel territorio e come, certuni hanno sostenuto, un minimo di partecipazione nella vita sociale ed economica del territorio.
E così via tutti gli altri partiti, preti e Chiesa compresi, ognuno in rapporto alla sua importanza e consistenza.
Questo ovviamente non toglie che ci sono state personalità e figure di onest’uomini che, in qualche modo si sono ribellati o hanno opposto resistenza, finendo immancabilmente per essere posti fuori gioco o addirittura ammazzati.
Quindi, non solo i partiti, ma anche lo Stato ha dovuto sostenere lo scontro o la “trattativa”, venendo a patti con la Mafia in Sicilia, e queste “collusioni” hanno poi tante e svariate conseguenze.
Ovviamente non è facile provarlo, come non è facile dimostrare con prove alla mano, che i giudici Falcone e Borsellino, furono praticamente lasciati esposti al pericolo mortale o che il generale Dalla Chiesa era stato mandato a Palermo ben sapendo che sarebbe stato ammazzato lasciando eliminare un uomo che “sapeva troppo”.
Comunque sia, accusare certi politici, e solo loro e non altri, di “collusioni” con la Mafia è superficiale e, più che altro, costituisce una strumentalizzazione politica.
Da ultimo si consideri che con l’avvento della Seconda Repubblica, in Italia hanno preso piede alcune Forze e lobby di potere, di natura finanziaria e di costituzione trans nazionale, le quale si sono sbarazzate dei “vecchi” partiti quali rappresentanti di schieramenti politico ideologici e realtà sociali, controllati dalle loro Segreterie. In sostituzione abbiamo i “nuovi” partiti, tipici delle democrazie occidentali, che sono pura espressione di interessi di bottega e con una larvata distinzione politica tra “progressisti” e “conservatori”.
Di conseguenza queste “forze” che, praticamente, tengono nelle mani il potere in Italia, e che ultimamente sono state in grado di imporre un governo di “tecnici” a loro congeniale, cosa che nella prima Repubblica sarebbe stata impossibile, hanno anche scalzato o ridimensionato tutti quegli altri poteri che potevano interferire.
Del resto la Storia dimostra, che l’avvento di un Potere, scalza inevitabilmente tutti gli altri. Dalla seconda metà degli anni ’90 in avanti, quindi, anche la Mafia è stata ridimensionata o comunque ridotta ad un aspetto endemico sul territorio.
Tenete sempre presente tutto questo.
MAURIZIO BAROZZI