giovedì 15 marzo 2012

SULLA QUESTIONE ATOMICA

LETTERA DI GIORGIO VITALI AL DIRETTORE SULLA QUESTIONEATOMICA.
ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
< Chi vive nel passato programma battaglie superate.>

Caro Direttore,

faccio seguito alle due lettere-articolo che ho lettorecentemente su Rinascita, relative all’annosa questione atomica, che però deveessere ascritta al fondamentale problema energetico.

Occorre affermare subito che qualsiasi decisioneapparentemente collettiva ( ben due referendum o pseudo-tali) presa sull’ondadella paura se non del terrore, è per principio senza fondamento politico, enon a caso i “soliti allarmisti” hanno agito solo dopo l’effetto, moltogonfiato ( ora lo sappiamo) di due “incidenti” i cui esiti sono oggi sotto gliocchi di tutti. Il caso giapponese, poi, pur essendo gli impianti piuttostoantiquati, ci dimostra il contrario di quanto vogliono farci credere.

Ricordo di aver sentito, in un convegno, il “solito” DiPietro, del quale conosciamo bene la “provenienza”, sostenere che i mortiprovocati dallo tsunami erano dovuti alla centrale atomica.

Sorvolo sulla “sicurezza”, perché non è pertinente, infattisiamo circondati da paesi pieni di centrali atomiche, ci riempiamo per unnonnulla di radiazioni di ogni tipo e provenienza, ed abbiamo nelle 130 basiNATO un numero imprecisato di bombe, sicuramente sotto tiro da parte di altripaesi, Russia non esclusa, ed infine ci sono molti “esperti” che da decenniillustrano nelle loro pubblicazioni la disponibilità di tecnologie avanzate, incontinua evoluzione, che riguardano anche la sostenibilità nei confronti di terremoti,maremoti, tsunami.

La verità pertanto è questa: che se un popolo non è dispostoa correre un minimo rischio a difesa della propria indipendenza non merita cheun salutare disprezzo.

L’energia atomica, oggi, significa una sola cosa:indipendenza.

Sono i fatti, ancora recenti perché bruciano come se fosseroattuali, che l’energia atomica significa indipendenza. Intanto diciamochiaramente che Mattei fu assassinato non solo e non tanto per le“interferenze” negli affari della grandi multinazionali del petrolio,masoprattutto per aver creato in un paio di anni 400 ingegneri esperti diprogettazione e di installazione di impianti nucleari. A tal proposito occorreanche precisare che le “minacce” dell’OAS nei suoi confronti, minacce allequali noi non credevamo, erano vere, perché solo da poco si è saputo che l’OASera “controllata” dalla Cia. ( Leggere: Suicidi?? Castellari, Cagliari,Gardini, di Mario Almerighi, presidente del Tribunale di Civitavecchia,Editrice La Sapienza)

Ma non siamo ancora arrivati al cuore del problema perché,se vogliamo seguire la questione atomica ad occhi aperti, dobbiamo ragionaresui fatti.

Il primo dato di fatto è la relativa pericolosità della “bomba”.Come ci riferisce Franco Bandini, la mortalità nelle due città “martiri”giapponesi fu determinata soprattutto dall’incendio che si sviluppò fra quellecasupole di legno dopo lo scoppio. Mentre gli esiti prolungati nel tempo delleradiazione ( ancorché terrificanti) furono molto di meno di quelli che ognitanto sono mostrati al pubblico di tutto il mondo.

E’ pertanto facile capire che, una volta scoperta l’enormepotenzialità della bomba, quale poteva essere l’interesse della Potenza Egemone?Ingigantirne la pericolosità per intimidire e tenere sotto controllo tutti ipopoli della Terra. Per nostra fortuna, scienziati tedeschi, rastrellati dairussi in Germania, spie inglesi, i coniugi Rosenberg, altri transfughi in URSScome il nostro Pontecorvo, ristabilirono l’equilibrio del terrore, ma nelcontempo l’incarico di continuare l’intimidazione fu assunto da altri.Einstein, ad esempio, il cui ( molto dubbio) pacifismo era nella cruda realtàun’altra forma di proseguire nell’intimidazione, con sottile e perspicacepsicologismo.

Pertanto, siamo ancora oggi sotto gli influssi di unterrorismo che COSTITUISCE solo intimidazione. Infatti, anche la cosiddettanormativa “internazione” di NON proliferazione è stata inventata solo pergarantire la supremazia della nazione egemone, come dimostrato con l’Iran,paese che, nel ribellarsi all’imposizione atlantica, sta mettendo a nudo lafalsità intrinseca di questo moralismo spicciolo.

IN CONCLUSIONE, gli interessi essenziali di un popolo, comequelli prioritari di sopravvivenza,  devono essere valutati,in geopolitica come intutte le scienze, secondo il rapporto COSTO/BENEFICIO. E devono essere attuatisecondo un freddo calcolo che, nel caso dell’energia atomica, possa anche tenerconto delle pressioni “esterne” di ordine politico/economico/ psicologico.Sappiamo bene che gli Atlantici hanno sempre fatto di tutto per tenere ilnostro paese assoggettato alle loro strategie. La dipendenza energetica è laprima manifestazione di sudditanza.

E non è più tollerabile che qualsiasi tentativo diapprovvigionamento  “autonomo” debbaessere perseguito da governi nazionali, o da singoli individui, attraversoescogitazioni fantasiose, menzogne palesi, operazioni sottotraccia per eluderela sorveglianza non solo di Lorsignori, ma anche di una opinione pubblicacomposta, oltre che da “controllati” anche da emeriti cretini. Giorgio Vitali.