lunedì 1 gennaio 2024

INDURRE O ABBANDONARE

 

INDURRE

O ABBANDONARE

 

 

Di

 

Giuseppe Turrisi

 

 

Roma 2024

La questione è già stata discussa su diversi fronti e diversi piani:  Esegetico, Teologico, Storico, Cattolico, Ermeneutico, linguistico ecc.

Io non affronterò la questione su questi ambiti, del resto a me lontani, ma più tosto mi lascerò guidare dallo Spirito, se vorrà illuminarmi e proverò a fare qualche riflessione per quanto è nelle mie conoscenze. Ancora una premessa forse la “gnosi cristiana” ci darà anche una mano in questa direzione, sebbene questa visione darà fastidio agli “integralisti” cattolici. Ma del resto il Cristo è universale, per fortuna non è “proprietà” di nessuno.

Premettiamo che una “parola eterna”, come quella del Cristo, non ha necessità di evolversi ed adeguarsi ai tempi storici, snaturerebbe il concetto stesso di “Parola eterna”, che per sua natura travalica il tempo. Non solo ma proprio il “Padre Nostro”, tra tutti i brani evangelici, “raccontati” è la parola diretta del Cristo. Una parola che lui stesso ha insegnato come preghiera (Matteo 6:5-15; Luca 11:1-13 )  e ha messo in pratica nell’orto degli ulivi, dove il “Padre” mette alla prova anche il Cristo stesso (mette alla prova il passaggio divino attraverso la natura umana, “introduce” la natura divina in quella umana). E lui stesso nell’orto dell’ulivo, chiede di non “Indurlo” (di non metterlo alla prova, di non introdurlo nella prova, “passi da me questo calice!”). La prova è necessaria per la scelta spirituale, per il cammino di fede e di consapevolezza.

Perché Bergoglio vuole rendere il Padre Nostro più accettabile? Più “new-age”? più laico? 2000 anni di papi non si sarebbero mai sognati di cambiare proprio le parole di Cristo. Quando pregate, pregate cosi.

Il concetto di “abbandono” non esiste nel piano di Dio, per cui la parola è assolutamente fuori luogo e satanica, dà l’idea che Dio abbia la facoltà di abbandonare, di uno che gioca e può essere distratto e si dimentica! Niente di più lontano  e falso, di ciò che è invece un Dio Onniscente. Dio nella sua onnipotenza e nella sua Onnipresenza non abbandona mai tutto è in se, anche le prove più difficili per le sue creature. Per cui l’introduzione di questo termine è fortemente forviante, per non dire deragliante.

L’idea che Dio, lascia operare il male per la nostra conversione e per la nostra prova non può essere vista come “abbandono” e solo dalla parte razionale umana, che vuole un dio a comando delle volontà umane.

L’abbandono non esiste nel piano divino, c’è perfino una possibilità di redenzione per Lucifero se si pente e si converte.

La sostituzione della parola “indurre” con “abbandonare” è un falso problema, anzi da all’uomo l’idea, che sia tutto un fatalismo, come se Dio giocasse, ad essere distratto e abbandona qualcuno al male come una sorta di lotteria.

Nessuno viene messo alla prova, se Dio non sa, che questa possa essere superata dalla sua creatura. Il Dio, nella gnosi cristiana, sa perfettamente che il male è funzione al bene. Il male viene concesso di esistere per e prove, non perché Dio è distratto e abbandona. Per cui il “non indurre in tentazione” è più tosto una richiesta di: “non farmi passare questa prova se non sono pronto spiritualmente per superarla!

La richiesta quindi non è pensare di lasciare a Dio la possibilità di abbandonarci che è fuori dalla natura divina stessa, ma satanica, ma più tosto “fammi passare la prova materiale solo quando sono pronto spiritualmente”! La prova va comunque passata!

La prova provata, ce la dà Cristo stesso nell’orto degli ulivi quando lui stesso chiede al Padre di non “indurlo in tentazione” (passi da me questo Calice). L’uomo che vuole diventare come Cristo (nella maniera Paolina, non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me). Deve essere sottoposto alle prove del male per scegliere il bene! Del resto il Cristo, oltre quella del Getsemani, aveva già ricevuto tre tentazioni! Non c’è stato nessun abbandono!

Le stesse parole che Cristo grida prima di morire “ Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” dimostra l’estrema ed ultima visione sul piano materiale della vita terrena e umana del Cristo. Nel momento della morte del corpo c’è la condizione “razionale” dell’abbandono! Indotta da satana. Ma il Cristo Risorge! Il significato del Cristianesimo si compie con la resurrezione che distrugge l’idea di Abbandono infatti Ritorna il Cristo risorto”!

Dio Custodisce non abbandona, permette la prova me poi riprende! Pensiamo anche alla prova di

Del resto il Cristo stesso disse: non sono venuto a cambiare nemmeno uno Yota, del vecchio testamento ed erano solo profeti, figuriamoci a cambiare proprio le parole dirette del Cristo che insegna come pregare il Padre.

La questione più grave è la rottura della egregora del Padre nostro generata in secoli e secoli di preghiera nelle case e nelle chiese di preghiera, le egregore per loro natura hanno bisogno oltre che della forte emozionalità e intenzionalità anche della precisa ripetizione rituale! Già la egregra  del Padre nostro è fortemente indebolita per la minore recitazione della preghiera specialmente in occidente ora, addirittura la modifica della parola indurre con abbandonare, rompe la ritualità e indirettamente diminuisce la potenza sacrale delle chiese in cui viene recitata.

C’è una precisa intenzionalità e responsabilità di chi ha fatto questa scelta? La domanda è d’obbligo!

“Pregare come Gesù ci ha insegnato!”

 

Giuseppe Turrisi

Ricercatore indipendente

 

 

NOTE:

Mt27:46;Mr15:34;Gv7:16-17;6:38;Mt24:36

LaParola.net

https://www.laparola.net › wiki

E diceva: “Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Ma pure, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi”

 

Dizionario

Definizioni da Oxford Languages · Scopri di più

abbandonare

/ab·ban·do·nà·re/

transitivo

1.    1.

Lasciare definitivamente.

"a. il proprio paese"

2.

Lasciare senza aiuto o protezione (+ a ).

"a. i figli"

riflessivo

1.    1.

Lasciarsi andare senza opporre resistenza (+ a ).

"a. alla corrente"

FIG.

Lasciarsi andare senza ritegno o senza remore (+ a ).

"a. al vizio"

Apocalisse 22:18-19

18 Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; 19 e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro.

Matteo 6,9-13 (CEI 2008)[3]

Voi dunque pregate così: / «Padre nostro che sei nei cieli, / sia santificato il tuo nome; / venga il tuo regno;/ sia fatta la tua volontà, / come in cielo così in terra. / Dacci oggi il nostro pane quotidiano, / e rimetti a noi i nostri debiti / come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,/ e non abbandonarci alla tentazione,/ ma liberaci dal male».

Luca 11,2-4 (CEI 2008)[4]

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:/ Padre, sia santificato il tuo nome, / venga il tuo regno; / dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,/ e perdona a noi i nostri peccati, / anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, / e non abbandonarci alla tentazione».

Didaché, cap. VIII, 2-3[5]

Pregate dunque così:

Padre nostro che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così sulla terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi il nostro debito, come pure noi lo rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male; perché tuo è il potere e la gloria nei secoli. 3. Così pregherete tre volte al giorno.

 

 

 

 

Biografia

https://www.youtube.com/watch?v=6ks0jm5XZ04

https://www.youtube.com/watch?v=iDlJOJYIbXo

https://www.youtube.com/watch?v=2DmzgTiI5lg

https://www.youtube.com/watch?v=OA58J9eN96g&t=199s

https://www.youtube.com/watch?v=5nla91VO2gQ