martedì 2 febbraio 2021

IL PENSIERO ANTAGONISTA: IL SISTEMA GLOBALE E' ARRIVATO ALLA FERMATA FINALE

 IL SISTEMA GLOBALE E’ ARRIVATO ALLA SUA ULTIMA FERMATA.

Lo spettacolo della attuale crisi di governo, dà la netta impressione di una serie di

ripetuti e pietosi tentativi della “junta” Conte di permanere alla guida del Paese, pur

non possedendo, in tal senso, alcuna forma di reale legittimazione politica, che solo

un deciso e netto consenso popolare potrebbe conferire. Il cercare poi, di dare alla

uscente compagine governativa, un minimo di legittimazione, attraverso lo

spregiudicato uso dei sondaggi, rappresenta, la classica foglia di fico, destinata a

cadere al primo soffio di vento.

Il fatto è che, con l’ “affaire” pandemia, le attuali forze al potere in Italia ed in

Europa, turbocapitaliste, globaliste ed “europeiste”, stanno dando di sé lo

spettacolo di coloro che, arrivati alla tappa finale del proprio percorso politico, non

accettando l’ineluttabilità della cosa, si attaccano a qualsiasi pretesto, pur di

rimanere in sella. In Italia, in particolare, i tentativi di costituire un esecutivo

raffazzonato, attraverso la squallida e dozzinale pratica della compravendita di

senatori, oltre a riconfermare quanto abbiamo già poc’anzi notato, ci troviamo di

fronte ad un governo esecutivo che alla presente debolezza, nella prospettiva del

voto, vede il classico salto nel vuoto.

Questo perché, i nodi stanno cominciando ad arrivare al pettine. Il primo, ma

decisivo segnale, è arrivato dall’inchiesta della Procura di Bergamo sulle gravi

carenze, dimostrate dall’esecutivo, nella gestione a livello locale (e nazionale) della

pandemia. Qualcuno potrebbe anche rispondere con il classico “una rondine non fa

primavera”, ma il problema è che, questa inchiesta sulla mala gestione dell’evento

pandemico, potrebbe far da battistrada a ben altre conseguenze.

Le disastrose conseguenze sull’economia, con la chiusura di tante attività e la

conseguente perdita di un cospicuo numero di posti di lavoro, non può esser

disgiunta dalla considerazione della continua e flagrante violazione di quelli che

sono gli inalienabili diritti dei cittadini, praticata attraverso la sospensione del diritto

di libertà di circolazione, di lavoro e di riunione. Il tutto, effettuato in maniera

assolutamente disinvolta e senza tener conto di quella Carta Costituzionale,

spiattellata solo quando fa il comodo ad intenti puramente propagandistici ed

invece, senza tanti complimenti, messa in disparte, quando la cosa non risulta di

gradimento allo status quo.


Prova ne sia, quei rilievi mossi verso Aprile 2020, da parte di alcuni settori della

Corte Costituzionale, all’indirizzo di un esecutivo, sin troppo propenso a scavalcare i

normali procedimenti istituzionali di legittimazione della propria azione politica,

tramite la prassi della decretazione, attraverso i famosi Dpcm. Qualcuno potrebbe

anche obiettare che, quanto accaduto in Italia, altri non è che il ripetersi di un

copione esteso oramai a tutto il mondo, o quasi. La qual cosa ci riporta alla nostra

iniziale considerazione.

Ovverosia che, volente o nolente, il liberismo globalista è arrivato alla sua fermata

finale e che, quella della pandemia, altri non rappresenta che un pretesto per

procrastinare uno stato di cose che, altrimenti, non sarebbe più potuto andare

avanti. Se, arrivati al secondo decennio del 21° secolo (e non nel Medio Evo), nel

pieno di un’era, i cui continui progressi nei più svariati campi, da quello più

genericamente strutturale ed organizzativo, a quello più specificamente medico,

biotecnologico ed informatico, vengono magnificati a piè sospinto quali vincenti

carte della Post Modernità, e poi, di fronte alla prima vera, sfida, l’unica possibile

soluzione, sembrerebbe essere quella di rinchiudere i cittadini e di fermare a tempo

indeterminato, sino all’asfissia, la vita di un paese...Beh, allora c’è qualcosa che non

ritorna.

E’ comprensibile che, in determinati contesti, quali quelli del Terzo o del Quarto

Mondo, a causa di una situazione caratterizzata da profonde carenze strutturali,

certe soluzioni potrebbero essere difficilmente evitabili. Ma per un contesto quale

quello occidentale, caratterizzato da ben altri livelli di sviluppo, non vi può essere

giustificazione alcuna. A tal proposito, basterebbe solo ricordare le ingenti spese

anticipati dai vari stati, per l’approvvigionamento vaccinale e che, invece, avrebbero

potuto essere impiegate per fornire preventivamente a tutti i cittadini, tutti quei

mezzi di protezione sanitaria che, tante vittime e disagi, avrebbero evitato. A dirla

tutta, ci troviamo di fronte ad alcuni fatti che dovrebbero indurci ad una riflessione

approfondita.

Mentre tutte le nazioni del mondo occidentale, versano in gravi difficoltà di natura

economica, la Cina ha considerevolmente incrementato i propri parametri

economici, in particolar modo, per quel che riguarda il settore delle esportazioni. Le

performances dei mercati finanziari internazionali, hanno visto un forte calo di tutti i

titoli azionari, fatta eccezione quelli che riguardano tutto l’indotto farmaceutico e


bio tecnologico che, nel caso di alcune aziende, hanno realizzato degli utili netti

attorno al 10,57% e più.

Oltretutto, il nuovo assetto Usa venutosi a determinare con la presidenza Biden, non

potrà che favorire un ritorno alla grande della speculazione finanziaria che, invece,

con la precedente presidenza Trump, aveva riscontrato maggiori difficoltà. Tanto per

fare un esempio, la vicenda del tentativo di aumento del costo del denaro da parte

della Fed, bloccato da un diretto intervento presidenziale, costituisce, in tal senso,

una lampante dimostrazione della nostra affermazione. Nonostante questo

scenario, apparentemente tutto dalla parte del turbo liberismo globale, i

protagonisti della odierna scena politica, come abbiamo già avuto modo di far

notare, hanno totalmente perduto di credibilità.

Il potere globalista è, oggi più che mai, appeso ad un filo. Basterebbe una decisa e

plebiscitaria azione politica ed la costruzione globale, crollerebbe come un castello

di carte. Il problema è che, ad oggi, più che mai, si preavverte la mancanza di

soggetti politici antagonisti in grado di incidere decisamente sull’attuale status quo.

A farla da padrone, il clima di intimidazione e paura, la psicosi del contagio che ha

toccato le corde più profonde della pubblica opinione. A dirla tutta, di fronte

all’evento pandemico, le varie forze politiche hanno dimostrato inanità e mala fede,

più uniche che rare.

In primis quella Sinistra che, alimentatasi per decenni del mito di un quanto mai

confuso ribellismo libertario, ha finito con il divenire la fedele esecutrice delle

disposizioni delle lobbies finanziarie, arrivando, senza tante storie, ad ingabbiare i

vari popoli occidentali, inaugurando così una nuova ed inedita forma di

neopaternalismo, sulla falsariga della Repubblica “popolare” cinese. Le Destre,

invece, A fronte di tutti i propalati slogan sulla difesa delle identità e degli interessi

dei circuiti economici legati alla piccola proprietà, hanno mantenuto un

atteggiamento di sostanziale quiescenza accettando, de facto, lo status quo

inaugurato con la dittatura sanitaria.

E’ chiaro che, con forze politiche come queste non ci può essere nessuna speranza di

cambiamento ed alcuna forma di dialogo o collaborazione. E qui dovrebbero

tornarci utili le categorie della politologia classica. A guidare una grande istanza di

cambiamento, a livello europeo e mondiale, non potranno essere masse popolari

anestetizzate da decenni di benessere ed intimidite da un intimidatorio

bombardamento mediatico senza precedenti, bensì delle elites,a tal scopo


strutturate, proprio sulla falsariga di quanto preconizzato da un Vilfredo Pareto, da

un Gaetano Mosca o da un Roberto MIchels, non senza passare per la prassi

leninista.

Il problema, a parere di chi scrive, sta in una epocale difficoltà da parte di tutte le

realtà politiche non conformi a strutturarsi ed organizzarsi debitamente. Una

difficoltà derivante dal lascito categoriale novecentesco che, attraverso termini quali

Destra o Sinistra pretende ancora di interpretare la realtà, senza però riuscirvi ed

inibendo, in tal modo, qualsiasi spinta in direzione di un sostanziale cambiamento.

La vera sfida, ad oggi, pertanto, sta nello spostare il baricentro della riflessione e

della prassi politica, non più su idee-guida come Destra o Sinistra (che andrebbero

invece considerati quali veri e propri prototipi archetipali...) ma, invece, su chi è in

favore del Globalismo e chi no, con la coscienza di tutte le debite ricadute, in tutti gli

ambiti dell’esistente.

Resta il fatto che, stavolta Lor Signori, pur di arraffare l’arraffabile, l’han fatta

davvero grossa e non la passeranno liscia. L’ottusa dittatura sanitaria, imposta urbi

et orbi, sta già producendo i suoi avvelenati frutti. Malcontento sociale, miseria,

degrado e sperequazioni, toccano direttamente la vita di troppe persone, e

finiranno, prima o poi, per costituire il propellente in grado di mettere in moto quel

profondo e radicale cambiamento di cui noi tutti, chi in modo epidermico, chi in

modo più radicato, sentiamo l’impellente necessità.

UMBERTO BIANCHI