venerdì 31 luglio 2020

LA DITTATURA DELL’USURA.

Quello dei presunti successi del nostro governo in campo economico, sembra
essere il nuovo tormentone estivo. Mentre i dati di Istat, Eurobanca e
compagnia bella, per il nostro paese, descrivono una situazione tutt’altro che
rosea, il nostro paese sembra esser stato investito da una folata di euforia.
Per quest’ultimo semestre, il Pil del nostro paese è il più basso dell’Eurozona,
mentre tra le assolate strade delle nostre città, è un desolante susseguirsi di
serrande chiuse e saracinesche abbassate per chiusura attività.

A tutto questo,si aggiunge il continuo altalenarsi di bollettini epidemiologici, a
volte intonati al più fausto ottimismo, a volte, invece, impostati al più cieco
allarmismo. Il tutto, condito da ridicole sfilate di uomini in divisa sulle spiagge
e da una perenne indecisione sull’apertura dell’anno scolastico, mentre
proseguono ininterrotti gli sbarchi di centinaia di “migrantes” clandestini (tra
cui molti positivi...) che poi, se la danno dai centri di prima assistenza,
facendo perdere le loro tracce sul territorio nazionale. Ma il nostro esecutivo è
lì a magnificare gli “splendidi” risultati ottenuti in sede europea, con il
cosiddetto “Recovery Fund”.

Per esser, una volta di più, chiari. L’Europa ci ha concesso sui 200 e passa
miliardi di Euro, di cui 80 a fondo perduto ed il resto in prestito a tasso
“agevolato”. Ora, non dovrebbe neanche esserci bisogno di dire che, per far
ripartire e far ricuperare all’economia di un paese come il nostro, di miliardi di
euro a fondo perduto, ce ne vorrebbero almeno 7/800, accompagnati da un
periodo di 7/8 mesi, di esenzione dai tributi per tutti, a cui dovrebbe far
seguito un regime fiscale, impostato su una tassazione molto bassa (flat
tax...). Il governo giallo-rosso sembra, però, aver preso tutt’altra via.

Ai toni trionfalistici seguono fatti di ben altro tipo. Puntuali come sempre, sono
arrivate le varie scadenze fiscali. Le casse integrazioni sono arrivate per
pochi, e spesso, in cospicuo ritardo. Senza poi contare che, i soldi con tanta
solerte generosità, elargiti da Bruxelles, arriveranno solamente nel 2021. Ad
onor del vero, il problema qui non è l’Europa e la sua miope inconsistenza,
morale, spirituale e politica, ma il nostro sistema.

Di fronte agli atteggiamenti da duri e puri di certe nazioni europee come
Olanda, Austria, Svezia, Polonia e via dicendo, il governo di un paese che
contribuisce all’Unione con più di 150 miliardi di Euro l’anno, (in questo
secondo solo alla Germania), avrebbe preso e sarebbe uscito sbattendo la
porta in faccia a questi signori, trascinandosi appresso Spagna, Portogallo,
Grecia e chissà quanti altri ancora, determinando giuoco forza un vero e
proprio sconvolgimento negli equilibri di cartapesta dell’euro-palude.

Di fronte all’emergenza del profilarsi di una pandemia, il governo di un paese
avrebbe saputo agire con tempestività, giuocando d’anticipo, attraverso la
distribuzione di dispositivi sanitari e conducendo test di massa, senza per
questo arrivare a limitare le libertà economiche e personali dei cittadini, in un
modo così rilevante. Ma, ancora una volta, da noi si è voluto seguire
l’andazzo generale, chiaramente imitando gli esempi più deleteri. Nel limitare
le libertà dei cittadini e nella nobile arte della coercizione, siamo stati secondi
solo alla beneamata Cina capital-comunista. Mentre, quanto a deprimere e
mettere in seria difficoltà l’ economia del nostro paese, siamo stati e, ad ora,
siamo imbattibili.

Festeggiano, certo. Ma chi? Non certo chi ha dovuto chiudere la propria
attività, i disoccupati o coloro che hanno perduto i propri cari, senza neanche
la consolazione di un ultimo saluto, perché detenuti in alienanti strutture
ospedaliere. A festeggiare sono i big delle industrie farmaceutiche che, sotto
l’alto patronato di Bill Gates e delle sue amorevoli sovvenzioni, potranno
immettere sul mercato vaccini anti-Covid di dubbia efficacia e provenienza. A
festeggiare, sono tutti quei fondi sovrani e quelle grandi trust di capitali che
ora, potranno venire “a far la spesa” di aziende e patrimoni, qui in Italia.

Non senza considerare che, il nostro è il secondo paese al mondo per
risparmio pro capite ed una cosa del genere, non può che ingenerare gli
appetiti e le invidie di chi, invece vorrebbe far liquidizzare in fondi e titoli
azionari, queste masse di denaro. “At last but not least”, a festeggiare sono,
naturalmente, anche le mafie nostrane e straniere. La massiccia chiusura di
esercizi commerciali ed attività produttive, permette di rilevare tali attività a

fini di riciclaggio, dando ai vari sodalizi criminali l’occasione giusta per metter
radici nel circuito produttivo sano di un paese.

Ma, a festeggiare più di tutti, è il procrastinarsi della dittatura dell’usura di chi,
cioè, con l’occasione del virus può finalmente e senza più freni, senza
ulteriori e fastidiose opposizioni, può ora imporre il proprio modus agendi a
livello globale. Ogni aspetto della nostra vita, potrà esser sottoposto alla
legge di una inestricabile e totale mercificazione. Ogni cosa un prezzo, al
quale bisognerà aggiungere un sovrapprezzo, un plus valore che, a sua volta
ingenererà un ulteriore plus valore e così via, all’infinito.

In un mondo totalmente sterilizzato, interconnesso e privatizzato, avverrà la
tanto auspicata mutazione antropogenica: l’individuo dovrà farsi pagatore
totale, animato dall’unico scopo di pagare per ogni aspetto, anche il più infimo
della propria esistenza, visto che qualunque altra velleità, sarà stata annullata
dalla paura della contaminazione e dal luccichio della società dei consumi. L’
“Homo Pagans” è alle porte e spinge per entrare con prepotenza sul
proscenio della Storia.

Un esito deludente, rispetto a quanto preconizzato tra la metà del 19° e gli
inizi del 20° secolo da quelle Avanguardie, il cui sogno di un Futuro “altro”, è
andato invece arenandosi nella palude della passiva rassegnazione e dell’
accettazione di un modello disumano ed alienante.

UMBERTO BIANCHI