martedì 31 marzo 2020

Uomo e moneta


Gli uomini temono la moneta. Desiderandola, mentono a se stessi. In quanto desiderano possedere l’ente fisico della moneta e non il potere concettuale che a principio le dà valore: il potere del Logos, al quale essa un giorno dovrà essere restituita. Potere sistematicamente invertito dall’identificazione coi processi sensibili del sistema nervoso; ovvero ciò che si sa per non sapere quel che al di là è vera fonte del sapere, per paura dell’ignota forza nel concetto della moneta. La moneta è allora temuta, desiderarla è menzogna. Il demone stende solo il velo ingannando il desiderio verso l’oggetto che rappresenta la moneta, di cui in realtà nemmeno il suo nome appartiene alla tenebra. Gli uomini che anelano all’eterno - centro dell’anello che rincorrono all’esterno -, non individuano quel centro dove comincia l’individuo con l’Io, interiorità dell’anima e gestazione del conio. L’eterno precipitato nella percezione materiale come soggetto umano svolge un tempo proprio al quale esso ripone fede nell’apparenza spaziale, identificandosi. La moneta diventa allora strumento divino nella misura in cui l’umanità la redime conoscendo il movimento intuitivo che la ha ideata dietro tale apparire sensorio-spaziale. Per cui il mondo riconoscerà lo Spirito come reale patria, nel quale non servono più monete essendo tutti gli enti fusi nel medesimo Essere scorrevole che è l’Uomo. Gli uomini erano comete, cadute dall’origine dove nascono anche le monete. Esperienza della caduta che si è data per sollecitare un guadagno cosciente: esseri che partivano dal salvadanaio del cranio per restituirla al centro del Cuore e tornare nuovamente in un cranio ricco della ricchezza redenta dal Cuore. Gli Umani saranno Soli che lasceranno a terra la notte della moneta svestendo la notte del corpo.


Elio Manas