lunedì 28 ottobre 2019

GIUOCO AL MASSACRO.

Ai più potrà sembrare paradossale, ma al confine tra Siria e Turchia, chi sta
nuovamente giuocando sulla pelle di chi, sino all’altro giorno ha combattuto lo
Stato Islamico di Daesh, è proprio chi, a parte le chiacchiere, ha tutto l’interesse a
risvegliarne le mai sopite potenzialità destabilizzatorie. Quel “chi”, sono gi Usa di
Trump e quei centri del potere globale, che vedono di malocchio la
stabilizzazione, sia pur traballante e provvisoria, della Siria e dell’intera area
medio-orientale.
Gli Stati Uniti non hanno mandato giù l’intervento russo a fianco di Assad, né
tantomeno le vittorie dei combattenti Curdi, sin troppo laici e mal disposti a
sopportare domini di qualunque tipo, occidentali inclusi. Con una mossa
repentina,senza preavviso, Trump ha abbandonato a sé stessi i Curdi, nel nome
della sotttaciuta speranza di veder l’Isis rialzare la testa. Sì, perché, sotto sotto,
quelli dell’Isis sono più manovrabili di quei Curdi che, invece, sempre più
assieme alla Siria di Assad, vanno facendo comunella con gli interessi
geostrategici della Federazione Russa.
Gli Usa hanno dalla loro, al di là di minacce dal sapore retorico, un rapporto di
stretto partenariato geo strategico con la Turchia e di quello stretto del Bosforo,
dal quale possono un’azione di condizionamento geopolitico sia nei riguardi
della Russia di Putin che dell’intero asse del Mediterraneo orientale e delle
regioni del vicino oriente. Con altrettanta ipocrisia, Trump va ora cianciando di
sanzioni anti turche, ben sapendo che, anche se e qualora esse passassero,
arriverebbero a frittata compiuta.
Usare e poi scaricare i propri alleati, quando comodo non fanno più: questa è da
sempre stata la politica estera Usa e poco importa, come stavolta, che a morire
siano, ancora una volta, tanti, troppi innocenti. Il sogno di una Siria frammentata,
divisa in tanti piccoli potentati tribali, religiosi e politici, continua ad esercitare
le sue suggestioni sul Presidente-tycoon. Siria divisa, significa instabilità e
guerre ed anzitutto, business per le grandi corporation di venditori di armi
americane, ma significa pure tagliar sempre più fuori Iran, Russia e Cina
dall’area e far estendere l’influenza dell’ Arabia Saudita e degli altri stati-satellite
filo occidentali, Turchia in primis, sull’intero quadrante. Ed assicurarsi, una volta
di più, il dominio delle rotte dell’approvvigionamento energetico petrolifero
globale.

Quella contro i Curdi, va rivelandosi per quello che è, in verità: una guerra a
conduzione occulta Usa e Nato, sempre sotto tutela globalista, al fine di
sparigliare le carte alla Federazione Russa e gettare nuovamente l’Europa nel
caos. Ora più che mai, sarebbe necessaria una risposta forte italiana ed europea.
Ma l’Europetta del circo equestre di Bruxelles, oltre che a dare in testa a chi non
si allinea ai suoi diktat, prosegue nella politica delle sanzioni a quella Russia che,
sorpresa, ha invece, a sua volta, sparigliato tutti i giochetti atlantisti, attraverso
il recente accordo di Soci tra il turco Erdogan Ed il Presidente russo Vladimir
Putin. I confini turco siriani ora passano sempre più sotto il controllo russo,
mentre l’America si ritrova d’improvviso sempre più isolata nella intera regione.
Con l’aggiunta di avere ora un nemico in più: proprio quei Curdi che, nell’aiuto
Usa avevano tanto sperato ed ora si ritrovano divisi tra la tutela di Russia e Siria,
con la Turchia alle calcagna...
Una cosa che il popolo curdo non dimenticherà e che renderà sempre più ostica
e difficoltosa la presenza Usa nella regione. Scherzi della Storia, dovremmo dire,
ma, come recita l’antico adagio, chi la fa l’aspetti....Il tutto mentre il ruolo
dell’Europetta circense di Bruxelles da insignificante, va facendosi nullo. Migliaia
di prigionieri Isis, di carogne tagliagola con tanto di familiari al seguito, sembra
siano stati dai Curdi rilasciati ed ora potrebbero nuovamente riversarsi da noi,
in Europa. Tanto i nostri governi buonisti, tanto desiderosi di “risorse”, non
desidererebbero altro. Se poi qualche ragazzina dovesse finir stuprata o qualche
innocente rimetterci la pelle in qualche attentato, poco male! Sarà stata colpa del
“disagio” arrecato alle deboli menti delle nostre povere “risorse”, da questa
società ingiusta.
Ironie a parte, oggi sempre più, la Federazione Russa va assumendo quel ruolo
di prima linea nel contrasto alle mire atlantiste e globaliste, che invece avrebbe
dovuto assumere “illo tempore” la parodistica “Comunità Europea”, intenta a
spendersi in esercizi di contorsionismo buonista. Ma, come abbiamo già visto, la
Storia può fare strani scherzi. Qua e là per il mondo, ritornano a soffiare venti di
rivolta contro un ordine globale che, a detta dei trionfalismi dell’ultima ora , ha
fallito e continua a fallire, in qualunque veste ideologica si presenti, di destra o
sinistra che dir si voglia...Una occasione in più per ribadire e rinforzare la nostra
volontà e quella dei popoli europei di iniziare a voltare decisamente pagina, per
andare “oltre” tutti quei vecchi schemi che stanno sempre più impoverendo ed
immiserendo le nostre splendide patrie.
UMBERTO BIANCHI