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IL SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO
COMUNICATO STAMPA
AGENZIA DELLE ENTRATE. AUMENTANO I MALUMORI
Roma, marzo 2018 - E' cambiata la leadership al vertice dell'Agenzia delle Entrate, ma resta
immutato il modus operandi. Infatti il nuovo Direttore della più importante
Agenzia fiscale ha dato inizio alla propria gestione confermando in sostanza i
medesimi criteri adottati dai suoi predecessori.
Per ciò stesso l'analisi del nuovo corso non può che essere critica nel
senso che non basta avere introdotto il metodo dell'interpello in sostituzione
dell'abusato criterio dell'intuitu personae per la sola ragione che l'uno e
l'altro continuano a confliggere col dettato costituzionale ribadito dalla
Consulta e cioè che "agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si
accede mediante concorso". A tale regola non può essere sottratta la
selezione della classe dirigenziale per cui ogni altro metodo si rivela
improprio e non può essere sorretto dalla necessità di dover assicurare la continuità operativa. Anzi,in tal
guisa,si va incontro a pericolose situazioni di stallo e si creano le premesse
per la insorgenza di altro inutile e dannoso contenzioso. Non è un caso che vi
siano significative avvisaglie di turbolenze e malumori già espressi dai dirigenti di ruolo,vincitori di concorso, ai quali non possono
piacere scelte discrezionali, opache e perciò ritenute penalizzanti.
In dettaglio, il criterio dell'interpello adottato dal nuovo corso ha già prodotto 140 posizioni dirigenziali ed altre 26 sono in corso d'opera,quasi
tutte individuate all'interno della Direzione Centrale,con buona pace della
trasparenza. Più in particolare due nomine scaturite dall'ultimo interpello
riguardano ruoli importanti quali il Capo-settore della Fiscalità Diretta ed il Capo-settore della Fiscalità e compliance della grandi
imprese. Tali incarichi sembrerebbero essere stati affidati a persone già incaricate di funzioni dirigenziali,ma che mai hanno superato un pubblico
concorso. Conseguenza negativa di tanto è una tragica inversione di ruoli nel
senso che quelli che prima davano ordini ora li rivevono da soggetti ai quali
gli ordini venivano impartiti. Cosa questa inaccettabile sotto il profilo etico
prima ancora che sotto l'aspetto della regolarità amministrativa.
E' quanto basta per determinare il diffuso stato di agitazione di cui la
DIRSTAT si rende attento interprete al fianco di quanti rivendicano i loro
legittimi e sacrosanti diritti.
Dr. Pietro Paolo Boiano