giovedì 9 novembre 2017

INFLUENZA SPAGNOLA - INFLUENZA BANALE ?

Nel corso della giornata dedicata alla ricerca in onore di Umberto Veronesi, svoltasi al Teatro alla Scala di Milano l’8 novembre 2017,  promossa  dalla Regione Lombardia,   e trasmessa in diretta dal Corriere della Sera  online, il figlio  prof. Paolo Veronesi,  oncologo, per ricordare l’importanza della ricerca ha detto che se cent’anni fa ci fossero stati gli antibiotici si sarebbero salvate 50 milioni di persone decedute per  l’influenza spagnola, definendola una “banale” influenza.

E se , come afferma il prof.  Veronesi, si trattò di una “banale”  influenza,  curabile con antibiotici, perchè  obbligare oggi i bambini alla vaccinazione antinfluenzale ?   E’ più grave della “spagnola”?

Si può facilmente immaginare  come    la diagnostica di  influenza “spagnola”, aggravata dalla mancanza di rimedi,  -  o da rimedi che possono aver peggiorato la malattia, come i vaccini fatti ai militari, le  dosi  abnormi di aspirina ecc  -   o anche dalla scarsa igiene e denutrizione, possa aver causato uno shock emozionale per la paura della morte tale da trasformare  in molti casi  una comune influenza in un  adenocarcinoma polmonare. I morti allora erano così numerosi  - al punto che, per contenere la paura, durante i funerali si evitava il suono delle campane, come accadde nel biellese.    Ovvio che  se ci fossero stati gli antibiotici forse si sarebbero risolti molti casi e le persone conseguentemente avrebbero avuto meno paura.  Anche dopo  le prime diagnosi di  HIV-AIDS   le persone si sentirono condannate a morte. Poi, con la scoperta  degli inganni a monte delle scoperte dell’Hiv, dei  danni derivanti dall’assunzione allora del farmaco AZT e, grazie  ai numerosi scienziati che hanno confutato apertamente la scoperta dell’Hiv  e quindi la sua relazione con la sindrome Aids, ( tra i quali   il  massimo virologo  Peter  Duesberg , autore del libro  “Aids – il virus inventato,” Stefan Lanka ecc.),   anche Luc Montagnier, pur non smentendo la sua scoperta, ha però  più  volte affermato che con un buon sistema immunitario), non occorrono vaccini. Qui  alcune sue dichiarazioni http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/aids-hiv/

E’ altrettanto ovvio che la paura dilagante possa essere stata aggravata  anche  dalle dichiarazioni , si disse, pronunciate dalla Madonna a Fatima. Ma fu così? O furono piuttosto interpretazioni di alcuni? E’ difficile pensare che i tre pastorelli abbiano potuto comprendere simili profezie di morte rivolte anche a due di loro, come poi è avvenuto, senza peraltro spiegare  le cause lasciando quindi conseguentemente intendere che sarebbero morte 50 milioni di persone e forse più per i peccati del mondo, salvo che per i   due veggenti  che sarebbero morti per l’espiazione dei medesimi.
 Scrisse a proposito di Fatima l’antropologo-teosofo Bernardino del Boca: ” La suora di Fatima non sa, o non può dire ciò che la Madonna le ha detto. Non ci sono ancora le parole per dire.”   (Bernardino del Boca – “La Casa nel tramonto”  - ed. 1978 – pag. 240) http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/vaccinazioni/


Nella presentazione della giornata  (1) è scritto che “la giornata è dedicata, in particolare, agli stili di vita e al ruolo delle scienze come motore primario di sviluppo e miglioramento delle condizioni di vita in ogni ambito”.

 Nella  definizione  stili di vita,  oltre alle  norme igieniche  più diffuse,  è compreso anche lo  stress che  non è sempre causa di   malattie. 
Spesso  vengono definiti  con la parola stress veri e propri shock emozionali.   Il  genetista Xian Tu scrive, sulla rivista Science  online del 14 gennaio 2010,    che lo  stress, (ndr o meglio  gli shock emozionali),    può  alterare il DNA  e creare malattie come  qui descritto:

Nel corso della giornata della Ricerca sul cancro,  tenutasi  al Quirinale il  6  Novembre 2014, il  prof.  Umberto Veronesi disse  che si deve pensare alla persona nella sua globalità, al suo carattere ed alle sue emozioni e che è quindi indispensabile recuperare qualche elemento della vecchia terapia olistica.... disse anche che, dal 1600 con gli studi dell’anatomia, si è compreso meglio il corpo umano realizzando il  grande avanzamento medico e scientifico di oggi.   Però si è   creata  una scissione tra il corpo e la mente.  Conclude l’intervento con queste parole:

Polarizzandosi solo sugli organi abbiamo  tralasciato il tema del pensiero dell’uomo quindi bisogna secondo me nella medicina del futuro ritornare al vecchio  pensiero platonico che diceva che bisogna curare l’Anima per curare il corpo. L’ Anima, in greco psiché. Bisogna curare il pensiero, il cervello, il modo di sentire le cose, perchè quando una persona si ammala di un tumore in un organo certamente quello si può curare, si può guarire ma poi se la malattia viene percepita ed elaborata nel cervello, nel pensiero, là rimane a lungo. Io dico sempre ai miei colleghi: è facile togliere un nodulo al seno ma è difficile toglierlo dalla mente. Lì rimane per mesi, per anni e fino a quando non è completamente scomparso la guarigione non è realizzata. Noi vediamo la sua guarigione fisica ma dobbiamo pensare anche alla guarigione a livello mentale Bisogna quindi che i medici si rapportino con i pazienti in una maniera diversa, in una maniera più dialogante, più profonda, più conoscitiva per avere la sua fiducia.   La fiducia di un paziente non si ottiene con una firma di consenso informato. E’ una firma che serve più al medico, per proteggersi dai rischi del futuro, che al paziente stesso. Il paziente ha bisogno di sapere, di conoscere, ha bisogno di dialogo e quindi dico sempre che bisogna saper ascoltare...”  https://www.youtube.com/watch?v=FM7HZi6Ovfk

Il dr. R. G. Hamer,  dopo aver compreso che il suo cancro e quello di sua moglie erano stati causati dallo shock emozionale  subito per la morte del loro figlio,  ha ascoltato la narrazione del vissuto di molte persone con diagnosi di tumore-cancro e proprio quelle narrazioni gli hanno consentito di  scoprire poi le correlazioni tra psiche-cervello e organi.  
Egri scrive nel suo libro “Testamento per una Nuova Medicina”: “E’ universalmente noto che in circa il 98% dei pazienti, ai quali viene eseguita una radiografia, nel giorno della diagnosi di cancro non si riscontra alcuna “metastasi polmonare”.Ma in quel giorno al paziente viene anche detta tutta la presunta “verità”. Per la maggior parte di loro si tratta, come essi stessi dicono, di un terribile shock ... Nel 30-40% dei casi con la medicina classica troviamo degli adenocarcinomi polmonari già a partire da tre a quattro  settimane più tardi. Negli animali non vediamo simili “metastasi polmonari”
E ha  compreso che  lo shock può derivare dalla  paura della morte anche altrui e  che molte persone con più shock emozionali   non hanno sviluppato il tumore bensì una costellazione schizofrenica grave. Basta pensare ai molti americani reduci dalla guerra in Vietnam. Il  dr. Sergio Signori, nel corso di questo suo intervento  al convegno “Cancro e Anima”https://www.youtube.com/watch?v=0WFg3yTqbNw  (a 23’ ca dall’inizio)  ha detto:  “come mai i pazzi non si ammalano di tumore?”


Il   prof.  Enzo Soresi,  già primario emerito di pneumologia al Niguarda di Milano, oncologo ed esperto di neuroscienze, ritiene importante il ruolo delle emozioni come  si può rilevare nei suoi   libri “Il pensiero timone di malattia e guarigione” ,“Il cervello anarchico”  e in tanti documenti divulgati  sul web.

Nel  libro “Manuale di applicazione delle Cinque Leggi Biologiche  scoperte dal dr. R.G. Hamer” di Marco Pfister  è riportato integralmente, con le foto di tutti i documenti,  il caso di una persona guarita nonostante la   diagnosi di diabete, carcinoma  rinofaringeo e poi, dopo la diagnostica del  carcinoma,  di “ metastasi polmonari” , persona  dichiarata dalla medicina convenzionale invalida al 100%. Circa il tumore polmonare definito “metastatico” nel libro è scritto  (pag. 181): “la credenza sulle “metastasi” è priva di fondamento scientifico: in effetti, com’è possibile che delle cellule di origine ectodermica dirette dalla corteccia cerebrale possano diventare cellule di origine mesodermica dirette dal midollo cerebrale per poi trasformarsi miracolosamente addirittura in cellule di origine endodermica dirette dal tronco cerebrale! Qui siamo nella fantascienza più sfrenata e di stampo religioso (infatti queste cellule sarebbero addirittura  “maligne”)

“Ma se la Medicina Psicosomatica, che si pone come la disciplina che, per eccellenza, tenta di superare il dualismo mente-corpo, al di là delle presunte apparenze, è scivolata nuovamente nel riduzionismo meccanicistico di secoli fa, un’altra recente disciplina, la psico-oncologia che presume anch’essa un’attitudine olistica nei confronti del paziente, è scivolata ancora più in basso. In uno dei testi più accreditati nella letteratura italiana, il “Manuale pratico di psico-oncologia”, si afferma nelle prime righe di presentazione che: “La Psico-oncologia costituisce in ambito sanitario un riferimento per tutti coloro – oncologi, psicologi, psichiatri, psicoterapeuti – che nel  trattamento della malattia neoplastica hanno una visione olistica del malato, tesa a tutelare e favorire una migliore qualità di vita del paziente considerandolo nella sua complessità, vista la inscindibilità negli esseri umani della componente biologica da quella emozionale” (Grassi, Biondi, Costantini, 2003, pag. IX). Peccato che nelle trecentoventi fitte pagine del testo non c’è una riga in cui si accenni alla possibilità, anche remota, che le emozioni abbiano una qualche determinante nella genesi del cancro! In tutto il manuale pratico di psico-oncologia, le emozioni sono considerate solo in quanto “vissuto di malattia”, cioè la reazione emotiva del paziente tumorale! Viene proprio da chiedersi cosa si intenda con il termine “olistico” o con “l’inscindibilità negli esseri umani della componente biologica da quella emozionale”  (da un  articolo  dello psichiatra Danilo Toneguzzi sulle 5 leggi biologiche scoperte dal dr. R.G. Hamer )

Un caro  saluto.   Paola  Botta  Beltramo