giovedì 30 marzo 2017

TRA TECNOCRAZIA ED USURA

Come ci ha cambiato la tecnica la vita? Potremmo oggi immaginarci un mondo senza tecnologia, senza motori, senza ascensori, senza energia elettrica, o senza le reti di comunicazione? No anche le nostre relazioni sono diventate più veloci, vi ricordate quando ci si dava l'appuntamento per telefonarsi a quell'ora e con il gettone? Oggi ci facciamo un sorriso eppure e la nostra storia recente. Ogni nuova tecnologia dimezza il tempo di quella precedente, ma c'è un limite oltre del quale chi ci perde è l'uomo, in quanto esiste una ergonomia che non si può superare. Si rischia di essere schiavi della tecnocrazia che impone dei ritmi all'uomo ed invece dovrebbe essere il contrario, dove sta l'errore? come mai la tecnologia non segue i ritmi biologici ed umani, i cicli circadiani? Forse la risposta non sta, come sempre, non nel vedere se la tecnologia diventa utile o distruttiva per la vita umana, ma nella economia monetaria che ne determina la sua crescita. Per questo motivo la ricerca non può essere lasciata i mano alle corporation ma dovrebbe stare rigidamente in mano pubblica. La multinazionale fa ricerca solo per un motivo ovvero fare sempre più margine, e fare sempre più guadagni anche a scapito di distruggere i ritmi umani. Mentre la ricerca "Pura" dovrebbe andare in contro al beneficio della vita umana. I due tipi di ricerca solitamente sono inconciliabili in quanto perseguono obbiettivi diversi, anche se ci sono delle eccezioni. In ogni caso la tecnologia non è nemica dell'uomo, anzi troppo fatiche sono state evitate all'uomo dopo ogni rivoluzione industriale 1.0, 2.0, 3.0, 4.0. Anche internet e la tecnologia informatica continuerà a togliere fatica alla vita umana, il problema sta a monte, ovvero nel cambiamento del paradigma su quello che è il lavoro. Il lavoro si dice che nobilita l'uomo e gli da dignità, queste definizioni di saggezza che potevano essere accettate fino a qualche decennio fa oggi sono anacronistiche, in quanto più si andrà avanti più la tecnologia, le macchine, i robot, la rete, i computer, toglieranno lavoro. Il problema e di natura non tecnologica, ma di natura economico finanziaria e sopratutto nella redistribuzione delle ricchezze, l'uomo deve avere attività, e deve vivere, ma se si lega la dignità della sua vita solo al lavoro che questo può fare ovviamente c'è un problema, e sarà sempre più grosso e ci saranno scontri sociali. La ricchezza che prima creavano 100 uomini oggi la crea una sola macchina, ma la ricchezza che prima veniva redistribuita su 100 umani oggi rimane solo a uno o due ovvero il capitalista ed il banchiere gli altri 98 rimangono senza niente. Quindi nei prossimi decenni c'è da affrontare una "democratizzazione" delle risorse monetarie e certamente una razionalizzazione delle ricchezze create. Tutto nasce dalla natura della moneta che oggi tutti stupidamente pensiamo di conoscere, e che invece ignoriamo sovranamente, ma la cosa peggiore e che non vogliamo assolutamente interessarcene di come nasce la moneta, di come acquista valore (posto che lo abbia) e di come viene messa in circolazione. Il sistema bancario internazionale ha ormai esautorato le sovranità monetarie nazionali, prendendosi il monopolio assoluto della emissione e deturpando ogni settore della nostra vita,a comunicare dalla tecnica, che diventa strumento di dominio e sopraffazione anziché di servizio e di utilità. Questo avviene ma solo se qualcun'altro nei trae profitto usuraio, altrimenti si ferma tutto. Nella mia esperienza di confronto con altri tecnici, ho sempre notato l'assoluta "ignoranza" in materia dei colleghi tecnici in termini di scienza monetaria, ma quello che è più preoccupante e la scientifica volontà a NON volersi informare della truffa monetaria che sta distruggendo anche le professioni tecniche, la ricerca in genere, e la cultura tecnica, per poi non dire sempre che c'è la fuga dei cervelli, ma perché quelli che rimangono cosa fanno e cosa sono?
Giuseppe Turrisi