martedì 15 marzo 2016

RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA Sovranità

Il 17 aprile 2016, il popolo italiano sarà chiamato a votare per il "referendum sulle trivellazioni" del suolo italiano per le estrazioni di idrocarburi. Aldilà della scarsa divulgazione delle informazioni da parte dei media italiani, in merito alla suddetta questione, sul web si possono trovare le giuste argomentazioni che permetterebbero al semplice "uomo della strada" di formarsi una personalissima concezione in maniera tale da non arrivare impreparato al momento cruciale delle votazioni.  Il cittadino, prima di andare ad apporre la solita crocetta sul foglio di carta, dovrebbe riflettere su alcuni punti che purtroppo sembrano non essere all'ordine del giorno. 
Innanzitutto, egli dovrebbe interrogarsi sul termine "referendum" ponendolo in essere assieme a quello della parola "democrazia". In Italia al giorno d'oggi, dopo il terzo governo di fila non eletto (Monti-Letta-Renzi), quale valore potrebbe avere il porre in essere una (X) su un foglio? Il referendum, strumento della "democrazia diretta", una volta andato in porto sarà legittimamente rispettato nel suo esito? Ricordiamo, che nel 2011  il popolo si pronunciò a contro la privatizzazione dell'acqua ma, da quel momento oltre all'aumento costante delle bollette dell'acqua, sono spuntati come i funghi, nei nostri comuni, i distributori di erogazione che permettono di acquistare acqua alla "spina" a basso prezzo, in barba al referendum e alla democrazia (concettualmente questa è una piccola forma di privatizzazione dell'acqua, per chi ancora non l'avesse intuito); come non ricordare, per esempio, il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, vinto e mai eseguito perché andava a ledere gli interessi della casta degli stessi (Craxi ne sa qualcosa).
Se è vero come è vero, riprendendo una frase di Alexis de Tocqueville, che "La democrazia è il potere di un popolo informato", è vero anche che "Se votare facesse qualche differenza non ce lo farebbero fare", come sosteneva Mark Twain. Ecco, che in queste semplici battute iniziali, la democrazia e il suo "braccio armato", appunto il referendum, si sciolgono come neve al sole.
Si sciolgono perché il popolo è storicamente incapace di autogovernarsi e di prendere delle decisioni. Si sciolgono perché il popolo è succube di una perenne manipolazione "democratica" che di tanto in tanto gli dà l'illusione di essere sovrano.
La parola magica di questo referendum è "sovranità". In molti si potrebbero chiedere, cosa c'entra la "sovranità" con il pronunciarsi "pro" o "contro" le trivellazioni? Ebbene si, la sovranità è proprio il fulcro di queste trivellazioni!
La sovranità è uno dei tre elementi costitutivi dello Stato, insieme al popolo e al territorio. Una riflessione sorge spontanea. Se il popolo italiano (governanti e governati) è veramente sovrano, sarebbe in grado di difendere il proprio territorio, o meglio la propria sovranità territoriale , dalla minaccia dei "trivellatori" di gas e petrolio? Oltre i possibili disastri ambientali, le estrazioni di gas (già effettuate nel Mare Adriatico) e soprattutto quelle di petrolio, andrebbero ad arricchire i soliti petrolieri, i quali pagherebbero le royalties più basse del mondo a discapito di tutti noi (vedi il caso Basilicata). Ma il punto della questione è un altro, l'Italia ha un suo piano energetico nazionale che le permetterebbe di ragionare in termini di sovranità energetica? L'ENI, in passato era l'ente che si occupava di sovranità energetica. Divenuta S.p.A. a seguito del fenomeno delle privatizzazioni, la società sta facendo il bello ed il cattivo tempo. Si dovrebbe, inoltre, ragionare in termini di politica estera e soprattutto geopolitica per capire, senza andare troppo indietro nel tempo, quali disastri economici hanno comportato per le casse dello Stato italiano, la guerra in Libia e le scellerate sanzioni contro la Russia di Putin. Ragionare, quindi, solo in termini di impatto ambientale o solo in termini puramente economici, significherebbe fare il gioco dei finti ecologisti e degli usurai assetati di denaro (facce della stessa medaglia). Le questioni di fondo sono molteplici e tutte facenti capo al concetto di sovranità. 
Ecco, in breve, alcune considerazioni che dovrebbero tenere a mente, tutte quelle persone libere e coscienti nel caso in cui volessero votare SI per dire NO alle trivellazioni, giorno 17 aprile 2016.




Francesco Marrara