sabato 6 giugno 2015

DALLA REPUBBLICA BLINDATA ALLA LIBERTÀ' DALL'USURA DI EZRA POUND


NOTE DI :

Sui rapporti tra Togliatti e Vaticano-CIA, occorre ragionare in termini industriali, nel senso della programmazione sul lungo periodo degli eventi politici. Come la distruzione europea era necessaria al mercato USA, e quindi è stata programmata con la programmazione industriale che la costruzione delle portaerei e delle fortezze volanti dimostra, così va compreso che in nessun caso Togliatti avrebbe potuto intralciare i piani di lorsignori.
Viene così a cadere quella visione ingenua nella quale l'Italia quale portaerei in quel mediterraneo poggiato sui pozzi petroliferi del medio oriente poteva cadere nelle mani dei comunisti. Togliatti poteva essere eliminato dagli USA con facilità, senza grosse ripercussioni sulla collocazione dell'Italia nell'ambito della divisione in blocchi. Ma è anche ingenuo credere che la stessa URSS potesse rappresentare un "cane sciolto" all'interno del sistema globale.
Ovviamente vi sono stati momenti di reale possibilità di distruzione nucleare reciproca dei due blocchi, ma ciò è più imputabile all'imperfezione del controllo tecnocratico, piuttosto che all'esistenza di due sistemi realmente diversi.
Il capitalismo di Stato dei sovietici non ha rappresentato un elemento di liberazione sul piano della tecnocrazia industrialista, e anzi ha funzionato da contraltare necessario a Wall Street per allineare i non allineati. Lo stesso si può dire della contrapposizione tra cristianesimo ed islam, che ha aiutato la verticalizzazione della catena del potere. La realtà del comunismo in Italia quindi non ha mai avuto l'energia per effettuare un "balzo quantico". E ciò Togliatti sicuramente lo sapeva. LA QUESTIONE IMPORTANTE è che ALLORA cambia tutto il senso dell'azione politica e culturale del PCI in Italia. Se l'azione politica diviene sovrastrutturale, va commisurata alla struttura della PROGRAMMAZIONE INDUSTRIALE GLOBALE, e da quel rapporto ne va tratto il senso reale. Tutto il resto, la "coscienza di classe", e le altre baggianate, vanno misurate su quel che ne rimane nell'epoca della depopolazione renziana. Chi semina piume di struzzo raccoglie lustrini. E se l'intento "antifascista" del PCI in Italia era quello di rompere il legame tra alta borghesia nazionalista e la gretta classe piccolo-borghese per creare quello tra la stessa piccola borghesia e un apparato comunista che era nelle mani dell'alta finanza, il denominatore comune era nella seduzione della grettezza di quella borgthesia. La politica è sostanzialmente seduzione, quindi nulla di evolutivo, specie quando il dibattito politico si fa in tempi di guerra, calda o fredda che sia. Le questioni ideali riguardano una piccola élite, mentre il grosso della truppa pensa in termini di pancia, di arrampicamento sociale, e ciò con la borghesia è praticamente inevitabile. Quindi l'unico vero elemento a FARE LA DIFFERENZA era- ED E' OGGI -  la questione del nazionalismo. Non perché il nazionalismo sia in se stesso qualcosa di positivo, ma soltanto perché il nazionalismo va a confliggere con la programmazione industriale globalista, e quindi crea uno spazio di libertà nel quale si possono stabilire nuove priorità. Il nazionalismo è la barriera di scogli che protegge la spiaggia dal mare industrialista, rendendola vivibile. E in questo senso il comunismo va inteso come il surrogato, il caffè di cicoria del fascismo. Le altre questioni, quale l'autoritarismo fascista, vanno riferite strettamente alle condizioni del tempo, per le quali il fascismo si può considerare un cane cresciuto incattivito perché preso a bastonate fin dalla nascita. Occorreva indurre la piccola borghesia a pensare più "vaticanamente", ovvero ad allinearsi in modo poco nazionalista, con l'uno o con l'altro blocco della finta guerra fredda.