mercoledì 29 ottobre 2014

I terroristi infiltrati in tutto il mondo aspettano solo un ordine







Incontrando oggi una delegazione della Cina, il Segretario generale dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), Nikolay Bordyuzha, ha esortato il ripristino della cooperazione tra i maggiori Stati del mondo nell’ambito della lotta al terrorismo.

Nell’intervista esclusiva a “La Voce della Russia” Bordyuzha ha citato una serie di dati, finora tenuti segreti, relativi alla gravità della minaccia del terrorismo e ha spiegato perché i terroristi sono avvantaggiati dall’attuale politica del presidente Obama.
- Nelle file dell'ISIS militano cittadini degli USA, di vari paesi d’Europa e, purtroppo, anche della Russia e di altri paesi che sono membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Come intende fronteggiare questa minaccia la CSTO?
Noi già da tempo diciamo che in Afghanistan, e più precisamente al confine col Pakistan, esistono dei campi dove vengono addestrati dei cittadini degli Stati che sono membri di CSTO. Dopo il corso di addestramento fanno poi uno “stage” in Siria o Iraq, sotto lo sguardo di militanti dello “Stato islamico”. Per noi è una minaccia molto seria, perché tutte queste persone in seguito torneranno in casa. Torneranno cioè in Europa e anche nei paesi di CSTO.
Secondo le nostre informazioni in Afghanistan già esistono dei gruppi armati composti da cittadini dei nostri paesi, che stanno solo aspettando un ordine per cominciare un’intensa attività di destabilizzazione.
- Anche in Russia?
In Russia come in Kazakhstan, Kirghizstan, Tagikistan e Uzbekistan. Sono reparti di cui fanno parte dei cittadini dei nostri paesi. Hanno già fatto il corso di addestramento, alcuni anche lo stage. Cioè, sono totalmente pronti, e quando arriva l'ordine – e noi abbiamo delle informazioni in merito – troveremo questi elementi in casa nostra. …
La stampa ha già riferito che il Servizio federale della sicurezza ha arrestato nei pressi di Mosca un gruppo di terroristi che progettavano degli attacchi nella capitale e nella regione di Mosca. Questo gruppo è stato addestrato in Afghanistan.
- Si riferiva anche che alcuni di loro sono legati al Movimento islamico dell’Uzbekistan. E così?
Anche questo è vero. I nostri colleghi in Tagikistan comunicano di aver fermato più di 50 persone che avevano combattuto in Afghanistgan, poi sono tornate in Tagikistan ed erano pronte a eseguire gli ordini. Per noi è una minaccia.
Noi come Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva abbiamo costituito un gruppo di lavoro per la lotta contro il terrorismo e le organizzazioni estremiste. Questo gruppo analizza tutte le informazini che riguardano l’attività estremistica. Uno dei problemi concerne l’invio dei mercenari da addestrare, il successivo stage all’estero e poi il ritorno in caso. Scambiamo questo tipo di informazioni.
Inoltre, nel settembre 2013 CSTO ha deciso di rafforzare la protezione della frontiera tra Tagikistan e Afghanistan, e di fornire relativi aiuti al Tagikistan. Nel quadro di questa decisione in questo periodo alla parte tagika vengono consegnati degli armamenti e degli equipaggiamenti militari. In parallelo viene costantemente monitorata la situazione in Afghanistan e si analizzano eventuali scenari. Un altro aspetto dell’attività di CSTO riguarda il potenziamento della componente di forza. Non si tratta solo delle truppe, ma anche dei reparti antiterroristici e dei reparti speciali della polizia preposti alla lotta contro le formazioni criminali. Il nostro scopo è di far sì che questo potenziale venga adoperato tempestivamente e con efficienza, in modo da parare la minaccia.
Ci sono anche altri piani che mirano a minimizzare la minaccia in questione. Ci stiamo preparando all’eventuale peggioramento della situazione. Non è detto che sarà così, ma il rischio esiste. Facciamo tutto il possibile per evitare tale peggioramento e l’influenza negativa sulla sicurezza dei nostri paesi.
- Quante persone provenienti dai paesi CSI partecipano ai combattimenti in Afghanistan o militano nelle file dei ribelli in Siria?
Non posso indicare i dati che abbiamo, dirò soltanto che recentemente sulla stampa è stato scritto che coloro che sono partiti per la guerra solo dall’Uzbekistan sono da 800 a 1000 persone. È una forza enorme! È una divisione di fanteria! Ad ogni modo si tratta di centinaia di persone. Secondo alcuni dati i cittadini della Russia sono circa 1000. Ci potrebbero essere anche alcune centinaia di tagiki e varie centinaia di persone provenienti dalla Kirghizia. Indicare il numero esatto non è possibile, ma le cifre sono queste.
- Forse dovremmo rafforzare la protezione delle nostre frontiere e irrigidire la politica in materia d' immigrazione?
So che ci sono delle proposte in tal senso, ma così perderemmo i nostri alleati. Chiudere la frontiera e non far entrare nessuno per vivere sani e felici non sarebbe una soluzione. La chiusura delle frontiere non ci darà niente. Un’altra cosa è che unendo gli sforzi possiamo creare una zona di sicurezza nel territorio degli Stati che partecipano all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, piuttosto che spendere miliardi per la costruzione di sbarramenti e chiuderci dai nostri vicini e alleati. Non è una strada da seguire.
Dobbiamo impostare in maniera corretta la nostra politica congiunta sia nel campo della migrazione, sia in quello della sicurezza. Occore organizzare con efficienza le azioni congiunte e potenziare i relativi servizi dei nostri Stati. I nostri alleati, e noi con loro, vogliamo una maggiore sicurezza e siamo pronti a cooperare. Dobbiamo semplicemente usare queste possibilità per portare la cooperazione a un livello più efficiente.
- Esiste per la Russia una minaccia specifica alla luce del ritiro delle truppe USA dall’Afghanistan?
Certо. Questo problema lo studiamo già da tempo su incarico del presidente. A nostro avviso la situazione peggiorerà. Queste valutazioni, tra l’altro, trovano conferma. Sono appena tornato da Dushanbe, dove abbiamo parlato della situazione in Afghanistan. I segnali che arrivano sono tanti e sono tutti negativi.
Secondo i dati dei servizi tagiki, sul versante afgano la frontiera solo in parte è controllata dalle forze del regime. Su alcuni tratti i talebani hanno già raggiunto la linea di confine. Occupano le province, uccidono coloro che lavorano negli organi di potere. Le forze governative sono preparate male, in alcuni casi si danno semplicemente alla fuga. Avevamo detto che la situazione sarebbe peggiorata, e oggi ciò trova la sua conferma.
- C’è anche il traffico di droga...
Quello della droga è un tema a parte. É il nostro mal di testa. Adesso stiamo usando delle nuove forme di lavoro, il controllo delle rotte più pericolose è stato affidato ai reparti speciali. Sebbene la droga stia arrivando anche da altri paesi, la nostra massima priorità è il flusso proveniente dall’Afghanistan.
Il Servizio federale antidroga della Russia e il Consiglio coordinatore di CSTO, presieduto da Viktor Ivanov, stanno facendo tutto il possibile affinché questo lavoro sia efficiente.
- Quali sono oggi le minacce più gravi alla Russia e ad altri paesi CSTO?
Il primo livello dei problemi sono i punti di conflitto. Si prenda ad esempio il Karabakh. I dirigenti dell’Azerbaigian dicono che il problema del Karabakh sarà risolto con la forza.
C’è poi l’Afghanistan. C’è l’Ucraina che pure incide sulla situazione. Ci sono poi conflitti bilaterali e l’instabilità dovuta all’insufficienza delle risorse idriche e dell’energia elettrica. E poi l’attività delle organizzazioni estremistiche.
Tuttavia il problema più importante in questo momento non sono queste sfide concrete. Il problema più grave è la scissione della coalizione antiterroristica, la rottura del sistema di sicurezza globale. Questa è una vera sfida per tutti. Si tratta in sostanza di una contropposizione diretta tra la Russia e i suoi alleati, da una parte, e gli USA con i loro alleati dall’altra. Questa situazione è dovuta agli sforzi dell’amministrazione Obama. La coalizione si è spaccata e le organizzazioni terroristiche ne hanno approfittato.
Di conseguenza in Iraq e Siria vediamo come i terroristi occupano vasti territori, le fonti più importanti di risorse finanziarie, i giacimenti petroliferi. Si tratta di un flusso enorme di petroldollari. Riescono anche a mettere le mani su armamenti moderni e sofisticati, come è successo in Iraq. Tutto ciò è conseguenza della politica che gli USA hanno attuato negli ultimi tempi, a cominciare dall’Ucraina.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_10_28/Nikolay-Bordyuzha-i-terroristi-stanno-solo-aspettando-un-ordine-8878/

Fonte: La voce della Russia