mercoledì 5 marzo 2014

LA RIPROVA di Fabrizio Belloni

Quello cui stiamo assistendo in Europa oggi, con le “frizioni” tra Russia e Ucraina è l’ennesima riprova dell’esistenza di un equivoco geo politico che, per fortuna, va schiarendosi e palesandosi.
La situazione: Putin si è stancato delle trame viscide e subdole che i “poteri forti” stavano intessendo a danno della Russia. E, tanto per non parlare politichese, le trame di cui sopra miravano e mirano a sgretolare ed accerchiare la Russia ed i suoi alleati. E, sempre per non usare il fumoso politichese, i “poteri forti”, sono quelli finanziari che hanno come porta bandiera la Goldman Sachs, la banca ebrea degli ebrei fratelli Rotshild. Attraverso il loro “gaulaiter” europeo, l’ebreo Soros, hanno provocato e finanziato i moti di piazza a Kiev, per portare anche l’Ukraina, dopo le tre repubbliche baltiche, nell’ambito e sotto il controllo della finanza occidentale. (Del resto le guerre scatenate contro Libia, Iraq, Iran, Siria ecc, sono, guarda caso tutte portate a Paesi le cui banche Centrali non sono sotto il controllo della famigerata Goldman Sachs).
Ma l’Ukraina è geopoliticamente indispensabile alla Russia: nel Mar Nero vi è gran parte della flotta Russa, ed attraverso la stessa repubblica passano essenziali gasdotti con i quali la Russia riversa enormi quantità di energia nell’Europa occidentale, ricavandone cospicui fondi.
L’Ukraina è divisa in due parti: quella occidentale, più sensibile alle sirene consumistiche europee, e quella orientale, che si sente sorella della Russia, di cui parla pure la lingua. Con tutto ciò in libere elezioni, tutta l’Ukraina ha eletto un Presidente filo russo. Piaccia o non piaccia.
Le dimostrazioni di Kiev sono state una forzatura, provocata ad arte.
Putin si è scocciato ed ha mostrato i muscoli.
E ha provocato la crisi.
Gli SUA dicono che non lo invitano a merenda. La Francia galletteggia, al solito, ma soffre della posizione geografica decentrata. L’Inghilterra sta con i figlioli prodighi yankee, né potrebbe fare diversamente, visto che non si è più risollevata dalla Seconda Guerra Mondiale. Diversa nella sostanza la posizione di Germania ed Italia: più smussata, anche se nelle alleanze, più disponibile al dialogo, alla difesa d’interessi contingenti e, soprattutto, futuri.
Putin lo sa, e giocherà il vecchio gioco delle docce scozzesi: un po’ sorrisi, un po’ Armata Russa. E’ sicuro che potrà anche far leva sull’elastico economico, senza dover pagare dazio né correre rischi. Ha in mano l’energia e le materie prime.
E, così facendo, ha messo a nudo l’equivoco di cui si parlava.
Che è la differenza fra “Occidente” ed Europa.
L’Occidente è formato da Inghilterra, Canada, Stati Uniti e Israele.
L’Europa è quella che ci consegnano le carte geografiche, “pulita” dell’isola albionica.
E, pian piano, la differenza si sta delineando sul teatro della Storia. Ci sarà fumo, si faranno lunghe ed inutili e sterili polemiche. Si dibatterà in mille tavole rotonde e si affacceranno in televisione e sulla carta stampata centinaia di facce di politichetti che faranno i bizantini. Tutto sterile e tutto inutile: la nuova Europa, vivaddio, sta nascendo attorno all’asse Berlino – Mosca.
E, al di là dei miliardi di parole e di distinguo, si avvicina il giorno dell’Armaggheddon, il giorno della chiarezza, “Han till Ragnarock!”, finalmente.
Europa, erwache!
Ancora una volta, come nella nostra millenaria storia, alziamo le nostre insegne e prendiamoci il posto nel mondo che da sempre è stato nostro.
Europa, erwache!
Fabrizio Belloni