lunedì 29 luglio 2013

LA CRISI IN EGITTO E UNA POSSIBILE TERZA FORZA? CIA, DGSE, MI6 E LA SIRIA

Mideast Egypt

L’Esercito di liberazione del Kosovo, le milizie libiche e l’esercito libero siriano sono spuntati dal nulla divenendo delle potenti forze in una notte, chiaramente ciò non può avvenire senza l’intromissione di nazioni estere e la collaborazione di gruppi terroristici. Vari gruppi terroristici sunniti e affiliati ad al-Qaida in Afghanistan (anni ’80 e ’90), Bosnia, Kosovo e Libia, furono convenientemente sostenuti dalla stessa parte che attualmente aggredisce la Siria con il brutale assalto terroristico, del Golfo ed occidentale. Quindi, come è possibile che i jihadisti ottengano potenza e influenza sotto il dominio politico di Mursi in Egitto, nel caso della regione del Sinai? E’ chiaramente noto che l’amministrazione Obama degli USA sperasse che i Fratelli musulmani riempissero il vuoto creato dalla scomparsa di Mubaraq. Questa politica è continuata  destabilizzando la Siria, mentre sono emersi altri legami tra l’amministrazione Obama e i resti di questa organizzazione in altre nazioni. Potrebbe anche essere che i Fratelli musulmani e gli USA prevedessero un futuro attacco contro questo movimento reazionario che vuole controllare tutte le leve del potere in Egitto. Se è così, allora il Sinai potrebbe essere l’”asso nella manica” da usare e manipolare quando le forze democratiche si svegliano, dopo tutto gli attacchi terroristici avvengono assai regolarmente nel Sinai, e questo in coincidenza con la cacciata dal potere di Mursi.
In Afghanistan, Iraq, Libia e Siria l’unica realtà costante sono gli affiliati al-Qaida, varie altre reti terroristiche sunnite, USA, Regno Unito e le potenti nazioni del Golfo che condividono lo stesso ambito. L’Iraq è unico, nel senso che l’Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo si sono opposti al nuovo dominio sciita nel corpo politico di questa nazione. Questa realtà ha fatto sì che la maggior parte dei jihadisti internazionali mandati in Iraq ad uccidere le forze alleate, gli sciiti e a diffondere il caos, provenga dall’Arabia Saudita. Tuttavia, proprio come soprattutto cittadini sauditi erano  coinvolti nell’11 settembre, è chiaro che questa nazione sembra avere mano libera da parte delle élite di Londra e Washington. In altre parole, i civili e i militari di USA e Regno Unito sono anche sacrificabili se ciò permette che l’unione tra USA, Arabia Saudita e Regno Unito rimanga in gran parte intatta. Tale anomalia non è un’eccezione quando si tratta di USA e Regno Unito, che sacrificano le proprie truppe mentre cosiddetti amici partecipano all’uccisione di militari statunitensi e inglesi. Il Pakistan è un altro esempio, perché è evidente che molti gruppi terroristici islamici hanno mano libera nel compiere carneficine in Afghanistan. Pertanto, nonostante il Pakistan riceva assistenza economica e militare da USA e Regno Unito, la stessa nazione restituisce il favore permettendo alle forze terroristiche anti-alleati di crescere e prosperare in Pakistan per lanciare la jihad in Afghanistan.
Nel Sinai ora c’è una pletora di gruppi terroristici che ricevono armamenti dalla Libia e da altre destinazioni. Naturalmente, l’angolo libico viene usato anche contro la Siria, coinvolgendo agenti segreti di CIA, MI6 e DGSE nelle politiche di destabilizzazione, e il citato angolo libico è una coincidenza o implica qualcosa di sinistro? E’ facile vedere complotti quando non possono esistere, ma è noto che le agenzie segrete ed al-Qaida hanno trovato terreno comune in Afghanistan (dagli anni ’80 fino all’11 settembre), Bosnia, Kosovo, Libia, Pakistan (fino all’11 settembre) e Siria. In effetti, alcuni rapporti ora suggeriscono che gli islamisti in Afghanistan e Pakistan sono coinvolti in Siria. Se questo è confermato, anche DGSE, CIA, ISI e MI6 sono coinvolte in questa avventura di al-Qaida per rovesciare il governo laico della Siria?
Negli ultimi giorni le forze armate egiziane sono state attaccate in diverse parti del Sinai, e sembrerebbe che Hamas vi sia collegata. Dopo tutto, i Fratelli musulmani e Hamas sono fratelli in armi e lo stesso vale per i brutali settari taqfiri in Siria. Gli attacchi hanno avuto luogo a Rafiah, Shaikh Zawid e in altri settori, tra cui un attentato fallito contro al-Arish, base di addestramento della polizia presa a bersaglio. Questi attacchi includono l’uso di razzi RPG, mortai e armi varie. Va ricordato che Mursi e i Fratelli musulmani condividono le opinioni anti-governative siriane dell’amministrazione Obama. VOA (Voice of America, la radio della CIA e di Soros. NdT) riporta che “Durante il suo governo, il presidente Mursi ha invitato il presidente siriano Bashir al-Assad a dimettersi e ha esortato la comunità internazionale ad imporre una no-fly zone sulla Siria. Il suo dominante movimento dei Fratelli musulmani, il mese scorso ha aderito all’appello di alcuni religiosi sunniti per la jihad contro il governo siriano e i suoi alleati sciiti.” Pertanto, l’alleanza anti-siriana ha perso la fertile sponsorizzazione del governo dell’Egitto, e le mutevoli sabbie ostacoleranno Hamas nella sua avventura anti-siriana. Grandi manifestazioni continuano in Egitto e, in base alle ultime relazioni, è chiaro che molte persone sono state uccise. Se la truppa dei Fratelli musulmani è contro la violenza politica, l’ala militante dei Fratelli musulmani è coinvolta assieme ad altre organizzazioni militanti. Nel frattempo, una terza forza era presente nel primo periodo in Libia e in Siria, e lo stesso potrebbe accadere in Egitto. Pertanto, questa terza forza avrà il desiderio di inserire un cuneo tra l’esercito e le masse. Gli eventi nel Sinai dalla caduta di Mursi indicano che un ben congegnato piano è già in cantiere. Tuttavia, attualmente non è noto se sia pienamente interno o esterno. Questa realtà indica che spetta alle forze armate egiziane schiacciare le varie forze terroristiche nel Sinai e affrontare il problema militante in tutto l’Egitto. Se questo non può essere raggiunto e la Fratellanza musulmana non cerca un compromesso, l’Egitto dovrà affrontare una minaccia alla sua sovranità.
In un altro articolo di Modern Tokyo Times su Hezbollah e la crisi in Siria, è stato affermato che “i radicali islamisti taqfiri e altri gruppi terroristici entrano in Siria da innumerevoli diverse nazioni in cui sono sostenuti da CIA, MI6, DGSE e altri servizi segreti, con importanti finanziamenti dalle monarchie feudali del Golfo. E’ evidente che le forze governative anti-siriane sono pagate, addestrate e coordinate da varie potenze occidentali e del Golfo che sostengono il terrorismo, il settarismo e la sedizione. Il solito trio USA, Francia e Regno Unito non può resistere alle sue amate monarchie feudali del Golfo. Inoltre, data la possibilità d’indebolire l’ultima potente nazione di lingua araba, i sostenitori degli “stati falliti” si attivano di nuovo. Hezbollah in Libano comprende pienamente la situazione e sa benissimo che se la Siria cade, il suo governo si rivolterà contro di loro, ed altri nel prossimo futuro.”
L’Egitto è più complesso poiché Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo non supportano i Fratelli musulmani. Allo stesso modo, gli USA non si aspettavano che i Fratelli musulmani perdessero il potere e fossero cacciati dalle manifestazioni di massa. Chiaramente, si ha un quadro molto complesso, ma è preoccupante che l’amministrazione Obama spinga per una politica pro-Fratellanza musulmana. In effetti, l’ambasciatore statunitense in Egitto non poteva nascondere la sua vicinanza ai Fratelli musulmani. Michael Rubin (American Enterprise Institute) afferma che il presidente Obama “…ha avuto delle cattive idee, ma dare aiuto ai Fratelli musulmani è la peggiore… Per otto decenni, la Fratellanza musulmana ha promesso il mondo agli egiziani, perché eran all’opposizione e non aveva responsabilità reali… Una volta al potere, però, si è concentrata sulla repressione delle donne, nell’incitare all’odio contro le minoranze e a consolidare la dittatura piuttosto che a svolgere il duro lavoro per migliorare l’economia dell’Egitto, cosa su cui gli egiziani speravano...” Prima che avessero luogo le importanti manifestazioni in Egitto, è chiaro che gli USA cercavano di proteggere i Fratelli musulmani. Al-Ahed news afferma che “A sostegno di Mursi e del suo regime, l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Egitto cercava d’impedire agli egiziani di protestare, anche ai copti“. “Secondo l’edizione del 18 giugno di ‘Sadi al-Balad’, l’avvocato Ramses Naggar, consulente legale della chiesa copta, durante l’incontro del 17 giugno di Anne Patterson con Papa Tawadros“, lei gli ha chiesto di sollecitare i copti a non partecipare “alle manifestazioni contro Mursi e la fratellanza.” AP riporta anche che prima della cacciata di Mursi dal potere, “ambasciatrice degli USA Anne Patterson, varie volte accusata dall’opposizione di parzialità a favore di Mursi, ha suscitato indignazione questa settimana, quando ha detto di essere “profondamente scettica” verso le proteste e per aver difeso come necessari i rapporti degli Stati Uniti con Mursi e la sua Fratellanza, poiché il gruppo fa parte del governo egiziano democraticamente eletto.”
La vicinanza dei Fratelli musulmani all’amministrazione Obama solleva serie questioni sull’Egitto. Dopo tutto, alle forze terroristiche islamiste, alle potenze del Golfo e agli Stati occidentali non interesserebbe destabilizzare delle nazioni in cui le giuste condizioni prevalgono. Purtroppo, questa “empia trinità” è brava a trascinare le nazione nel vuoto, creando “un domino di Stati falliti.” Questa “empia trinità” sa bene che Afghanistan, Iraq e Libia sono Stati falliti e che non sono altro che l’ombra del loro passato, dopo l’ingerenza esterna. Invece di cercare di risolvere la carneficina che contribuiscono a creare, semplicemente passano ad altro, ed attualmente è il turno della Siria. Pertanto, l’Egitto dovrebbe preoccuparsi perché le convulsioni attuali sono dovute alle questioni interne dell’Egitto e del Sinai, o dietro la crisi v’è una terza forza? A differenza della Siria, in cui le nazioni del Golfo, CIA, DGSE, MI6 e Turchia collaborano con vari gruppi terroristici e settari, in Egitto è chiaro che l’Arabia Saudita sia contro la Fratellanza musulmana. Questo significa che il Qatar ha bisogno di fare attenzione a non oltrepassare il limite. Pertanto, questa realtà è la salvezza per l’Egitto, ma una terza forza può ancora causare caos e le vicende del Sinai puntano verso una certa direzione. Allo stesso modo, la propaganda mediatica sull’Egitto non è paragonabile a quella sulla Siria, ma è ancora molto sbilanciata sui grandi media. L’unica cosa certa dell’attuale crisi in Egitto è che vi sono incertezza tra le masse e forze sinistre coinvolte nella diffusione del caos sulla base di vari fattori.