domenica 3 febbraio 2013

IL LECCACULISMO PROFESSIONISTICO

In questi giorni il “leccaculismo” imperversa.

Inviti, party, volantini, comizi, talk show, facebook impestato di loghi elettorali, le cassette delle poste piene di mondezza che ti chiedono il voto.

Tutti hanno un programma, tutti vogliono fare il bene del paese, tutti hanno una ricetta per tutto.

Sembrano tante fotocopie, poi, una volta eletti, arrivederci a tutti….

A mio modo di vedere, oggi come oggi, chi entra in politica e si presenta alle elezioni, ha un interesse personale. Sicuro, come il sole che sorge all’alba.

Non che ieri era molto diverso, ma la degenerazione dei costumi e la complessità nefasta della società dei consumi hanno ancora di più acuito questo malcostume.

Oltretutto poi, le elezioni, per una speranza di cambiamento, sono diventate del tutto inutili perché in questi ultimi anni l’Italia è stata ancor più omologata al sistema europeo e ancor più è stato stretto il cappio al collo della nazione attraverso accordi, protocolli e trattati, l’ultimi il MES che obbligano i governi a fare certe operazioni. Addirittura hanno cambiato anche la Costituzione per rendere operative queste subordinazioni. Ergo, se prima potevamo dire che i nostri parlamentari o ministri erano i “camerieri dei banchieri”, per indicare una loro acquiescenza a questi poteri forti, oggi possiamo dire che i nostri parlamentari non sono e non contano più niente.

Figuratevi a che punto è arrivata la inutilità dei partiti. Che vinca l’uno o vinca l’altro non può produrre alcun cambiamento sostanziale nel paese.

Pensare poi che un gruppo o un movimento antagonista al sistema, almeno a parole, perché poi anche qui ho i miei dubbi, possa vincere le elezioni, ben orchestrate con meccanismi, finanziamenti e utilizzo dei mass media e della giustizia a orologeria, è pura illusione.

Quindi che fare? Quello che ho sempre fatto: mandarli tutti a fare in culo.

Resta il fatto che mi rendo perfettamente conto che poi COMUNQUE, qualcuno al parlamento o negli Enti locali ci dovrà pure andare e quindi la mia astensione è irrilevante.

E’ per questo che non mi sento di condannare, a prescindere, chi, bontà sua, vorrà votare, per qualche gruppo che magari ritiene utile. Mah. Fate pure. Se vikete guicò, giocate.

Maurizio Barozzi