La natura umana ha la necessità storica di avere una motivazione per vivere, tale motivazione si estrinseca con un miglioramento del proprio divenire che parte da una situazione di sofferenza e va verso una situazione di benessere. Questa insofferenza è uno dei motori di intere generazioni e di intere nazioni. Capita spesso che il troppo benessere faccia perdere interesse per la vita come se la vita dovrebbe essere proprio un passaggio lavorativo forzato. Come se la natura umana perde di significato se non ha un lavoro da eseguire. Macchine da impiegare ed una coscienza che impone la colpa e la vergogna se non si adempie al proprio essere macchina da essere utilizzata.
La sofferenza dell'anima nasce nel eseguire programmi e protocolli che ci vengono installati dal contesto della società al fine di rendere omologato il comportamento in un sistema che impone l'uguaglianza industriale.
La sofferenza dell'anima nasce nel eseguire programmi e protocolli che ci vengono installati dal contesto della società al fine di rendere omologato il comportamento in un sistema che impone l'uguaglianza industriale.
Quando per caso o per necessità emerge un elemento di unicità ed irrepetibilità spesso può scatenare tra la mente ed il cervello tra l'anima e lo spirito, tra il programma ed il programmato, tra l'io ed sociale una crisi ed un conflitto che spesso si consuma con la distruzione dell'essere macchina che contiene l'anima con la frequenza della vita. Quando c'è quella interferenza che irrompe sul programma di standardizzazione non può che venir fuori una guerra che porta necessariamente alla distruzione del contenitore in quanto elemento di disturbo per la orribile normalità in cui la natura umana è costretta a vivere secondo un programma non scelto dalla propria consapevolezza.
Certamente non si può semplificare il malessere umano dovuto anche al fatto di non comprendere ancora dopo molti anni la funzione dell'uomo e del reale rapporto con l'intero universo.
Il male più tragico è quello che questo malessere sta invadendo sempre più i giovani con cause sempre più disparate che devono comunque sollevare pesanti interrogativi sul valore della vita umana.