mercoledì 8 agosto 2012

ULTIMO PENSATORE DELL'UMANITA'


Scrive Maria Luisa Cohen a commento dell’articolo di Giuseppe


altromondo.blogspot.it/2012/08/giuseppe-turrisi-luguaglianza-imposta-e.html:
“Le idee (buone o meno ) devono essere chiaramente spiegate ,
altrimenti la lettura diventa difficile perchè le frasi fatte sono
troppe e mal agganciate l'una al'altra in maniera logica. Per esempio,
non si potrebbe spiegar meglio, con una frase meno convoluta questo
concetto: "Sono condizioni che si realizzano in forza delle relazioni
con il contesto fatto dal sistema dove insistono anche gli "altri". Ma
che vuol dire? Cerchiamo di essere semplici, lineari, chiari. Leggiamo
un po' di Wittgenstein, per favore”


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Cara Luisa se tutto quello che si deve dire viene detto, vuol dire che si può dire, contrariamente a cosa dice il grande Ludwig W.
se cosi non fosse, lo scrittore non avrebbe bisogno di scrivere, ed il lettore non avrebbe bisogno di leggere, perché tutto quello che si poteva dire era (è) stato detto dai fatti. Il mondo non si può vedere solo con i fatti, la tecnica del linguaggio è la smentita del fatto, in quanto il linguaggio è la tecnica della mediazione tra il mondo reale e mondo percepito,  in oltre dopo i fatti c'è la necessità  di rappresentare e di scrivere, parlare, leggere, raccontare contraddire, riformulare, interpretare,  dietro i fatti ci sono sempre le cause. Diversamente non servirebbe più scrivere libri, poiché tutto è chiaro e semplice basterebbe guardare i fatti. 
C'è sempre il mare tra il piano linguistico ed il piano fenomenico, se non fosse cosi bastava Socrate o Platone a spiegare tutto ed invece ci sono fiumi e fiumi di filosofi che sI arrovellano il diritto (tra cui Kant, Cartesio, Hegel, Croce ec) che vogliono trovare con la prova del nove la legge logica universale ineccepibile che spiega in maniera indiscutibile la fenomenologia tutta. (men che mai ci posso provare io ultimo pensatore dell'umanità)
Quante volte avrei voluto dire la sua stessa frase  ai miei professori o a libri che tutt'ora sono illeggibili. 
Secondo punto le parole fanno altre parole, i libri si fanno dai libri, a anche le frasi fatte si fanno da altri frasi fatte.
Sfido qualunque scrittore a scrivere tutto ex novo dovrebbe creare neologismi in continuazione magari in contrasto proprio con L.W. che vorrebbe l'essenza dei fatti. 
Ogni parola rappresenta un immaginario che può non essere uguale (a proposito di uguaglianza industriale ed ingegneria dell'uguaglianza) per tutti, in oltre queste immagini legate tra loro possono non dare l'effetto desiderato, lo stesso libro letto da diversi lettori non da lo stesso risultato, chi lo comprende, chi lo ama, chi lo odia, chi non lo comprende, chi lo suggerisce ad altri, chi lo rilegge e poi  scrive altri libri o articoli!!.....se le immagini (fatti) wittgensteiniane  fossero chiare semplici e lapalissiane per tutti dalla semplice analisi (di chi?) L.W. sarebbe Platone, e forse non ci sarebbero meno guerre.

Andiamo alla frase "incriminata"  naturalmente tolta dal contesto viene snaturata,  ma ci provo..
La condizione dell'uguaglianza (obbligatoria) si realizza in forza delle relazioni (essere studente, essere figlio, essere lavoratore ecc che sono relazioni che nascono da un rapporto di contesto-relazionale) con il contesto ( il sistema di riferimento macroscopico= la società ed il sistema particolare, la scuola, l'azienda, la famiglia, ecc) contesti in cui nella uguaglianza forzata  "ci sono e partecipano" (insistono) anche gli altri (uguali che fanno parte del programma dell'uguaglianza).

Spero di essere stato il più wittgensteiniano possibile
in ogni caso grazie, le osservazioni migliorano sempre lo spirito,
cercherò di fare meglio
con simpatia
Giuseppe Turrisi