mercoledì 2 maggio 2012
PRECISAZIONI
Caro Giorgio,
tento di meditare quasi sempre, prima di scrivere [anche in internet - ove impera VILIpedia - e chi ha di recente interferito meco per diffondersi con altri in nome di “opportuno riserbo”, "s’è indignato" per alcune verità non contestate, additandomi "logorroico e fuso". Il desso – da me frequentato dal 1953 ad oggi - millantante – da destrista – “fede fascista” della quale ha mostrato la vera natura - ha ora esternato suoi motivi certamente psichiatrici (o, al minimo, depressivi, tanto che non si è "firmato" e son dovuto ricorrere al “timbro postale” per tentare d’individuarlo, continuando a non esser sicuro di ciò!), pur non essendo stato "destinatario diretto" delle mie osservazioni!] mi documento.
Approfitto, così, per concretare la taccia di “logorroico”, e mi ripeto volentieri, per determinare due righe di storia vera .
Ora è noto - l'ho pubblicato sovente! - ch'io possieda documenti relativi alla vendita, 1944, del "Popolo d'Italia". In essi è la "assicurazione agli acquirenti" da parte di più maggiorenti militari Alleati insediati in Svizzera,di "immunità da bombardamenti" (cito a memoria!) per quanto acquistato.
Ciò - e non solo! - crea FASTIDIO a molti! Costoro "camparono" sui dettagli! Ed ancor oggi - a sinistra, ma sopratutto a destra - godono di privilegini da mezzecalzette neoricche, sgavazzanti nella "vasta low society dei cafoni e ladri italioti", ma appaganti per chi non ha statura e morale.
Circa Roma, dovrai attendere ed essere acquirente del mio prossimo libro, ora in "fattura", su Domenico Pellegrini Giampietro.
Ma, nell'attesa, potrai dedicare mezz'ora scendendo dalla tua Cassia al MAXXI in via Guido Reni, e, senza perder tempo ad entrare nella chiesa adiacente (che, comunque, ha mosaici dell'inizio del XX secolo di onesta fattura!), e ti soffermerai ai piedi del campanile ove il parroco del 1947 fece erigere – denaro Marshall gestito dalla P.C.A. –Pontificia Commissione Assistenza - una statuetta marmorea effigiante una "madonnina" con scritta di ringraziamento per aver salvato il quartiere dalle bombe della guerra (bombe anonime! ma qualcuno, specie tra i giovani, assai “istruiti”, sa, per “istruzione religiosa e scolastica ”, che i bombardamenti aerei furono “tedeschi”!)! Il vecchio prete incise, a suo modo, "la storia",suggeritagli da un suo potente "protettore", assiduo della canonica anche per ... necessità fisiologiche, che risiedeva, tra il 1940 ed il 1943, in via Chelini, 10. E la madonna, in effetti, (fatalità degli accadimenti! che precedettero i decenni col risultato che oggi una sculettante rokkettara Alleata fa fortuna monetaria con tale nome!) fu, dalla “ sicura” canonica adiacente, la radio ricetrasmittente che segnalò al nemico Alleato gli obiettivi romani da colpire!
Giovanni Guareschi andò in galera per 14 mesi, dopo sentenza di primo grado, senza appellarsi, giacchè un tale (che tu citi, errando nella scrittura: Degasperi, come scritto dal “cospiratore” Spataro durante la RSI in un documento ancor oggi in circolazione, poi così indicato alla Camera dei deputati, prima ancora all'anagrafe del Regio Imperial comune trentino ove nacque, e come lui stesso appose nella firma col ministro austriaco Gruber il 5 settembre 1946 a Parigi quando era "misso dominico" Alleato con delega di questi per la gestione di Italyland, e come ribadì' - NON SMENTITO! - il deputato al parlamento Nino Tripodi anche in un libro!) sostenne non essere vere certe sue lettere su carta intestata vaticana inviate al quartiere generale Alleato per raccomandare luoghi romani da distruggere.
Non smaniare, come il citato desso - da me depennato! - che, fuso per irreversibile arteriosclerosi, sentenzia "ignobili" le verità storiche ormai emerse da decenni! Infatti, il "dettaglio" di via Guido Reni fu anche pubblicato 20 anni fa' da tal De Simone, ex giornalista, in un libro intitolato (cito a memoria) "20.000 angeli sopra Roma", illustrante gli obiettivi "delendi" - non militari - da parte dei liberatori Alleati durante la guerra per occupare l’Italia, per assoggettarla a quello che sarebbe stato il loro centenario dominio economico e fiscale!
E, caro Giorgio, ancor oggi il “magnifico” MAXXI è circondato da edifici militari! Sul suo suolo era la "8.a ORA- Officina Riparazioni Automezzi dell'Esercito Italiano" (ne resta un grande capannone, ora bar e libreria!), ove, durante la guerra e fino al 1960, furono riparati carri armati, semoventi enormi, e mezzi analoghi. Poi verso e su via Giovanni Paolo Pannini è ancor oggi una grande caserma della Polizia, con scattanti "pantere" in servizio. E sul lato opposto della via Guido Reni, di fronte alla chiesa, sono 6 ettari di ghiotti (per i sodali dell'Alè-magno e per il boss di questi) immobili demaniali, militari, oggi ... misteriosamente deserti, che ospitarono - durante la guerra - il secondo enorme SPOLETTIFICIO italiano, poi confinante, verso via Pier della Francesca (in asse con via Pannini), con l'Accademia di Polizia.
Inoltre, in viale Pinturicchio 23/25, a cento metri dal MAXXI, sono altri 2 ettari di aree militari.
E su viale Tiziano, oltre una grande caserma di cavalleria della Polizia, ove oggi è il Villaggio Olimpico, fino al 1958 esistettero 50 ettari di zone militari, includente la Piazza d'Armi!
ERGO : se un territorio romano aveva PRIORITA' militare (spolettificio ed 8.a ORA, più Piazza d’Armi!) da esser distrutto dai nemici, questo era il Quartiere Flaminio!
Ma, per la madonna!, nessuno vi fece cadere una bomba!
Anzi, per la verità, almeno una cadde! Fu un proiettile di mitragliera sparato da serventi italiani, della X.Mas, piazzata oltre il Ponte 28 ottobre (l'attuale Flaminio, quello progettato da Brasini), sulla riva destra del Tevere, presso la anticoromana torre di Villa Lazzaroni, la tarda mattina del 5 giugno 1944, caduto all'angolo tra via Flaminia e viale Pinturicchio. Dissolse un autocarro yankee con 4 "libberatori" a bordo. Poi altro tiro di mitraglia centrò un poveretto, civile italiano, riparato in casa sua. Fino a 4 anni fa’ erano visibili vistose tracce delle schegge sul rivestimento in travertino dei piani bassi del “palazzo Arcobaleno”, ma, malgrado restauro e stuccature, ancora è possibile vedere qualche ombra. I giovani della X.MAS, come anche ricorda Mario Tedeschi in un suo libro di 40 anni fa’, stavano contrastando e rallentando l’occupazione Alleata della Capitale, prima di ritirarsi verso il Nord.
Bombardamenti intelligenti? Chirurgici, direi! Come ho dimostrato per l’edificio de “Il Popolo d’Italia”, integro oggi, ma col cangiato nome di “Palazzo dei giornali”! Passato più volte di proprietà, dopo l’ideatore e creatore!
A Roma (sai meglio di me!) il 19 luglio 1974 furono rasi “a tappeto”, da un migliaio di bombardieri, le popolose zone di : Casilino, Pigneto, Prenestino, San Lorenzo, Cimitero Verano, Città Universitaria, Italia, e parte del Nomentano centrale, fino a via Guattani, ma nessuna bomba distrusse irreparabilmente le linee ferroviarie intorno al nodo di San Lorenzo e tantomeno villa Torlonia, ove abitava la famiglia di Mussolini.
Questi era a Feltre, quel giorno, per l’incontro con Hitler in villa Gaggìa, accompagnato dal colonnello Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo, in alta considerazione nei comandi militari. A bombardamento “sicuramente terminato”, con sceneggiatura da perfetta “fiction”, a disposizione di cineprese organizzate, il pomeriggio si girarono riprese filmiche “starring Eugenio Pacelli tutto in bianco, e Montini tutto in nero, questi dispensatore a morti e sopravissuti di biglietti di banca da lire 100”, ma senza interventi di sanitari, infermieri, medicine ed alimenti necessari per i bombardati. Come l’agiografìa vaticana tramanda. Col solo “neo” (protocollare?) della esondazione - invasione pacelliana in Italia, non concordata, per rito diplomatico ed obbligo concordatario, con le locali autorità e la polizia italiana!
È vero che il nevrotico e “particolare” Montini tubava dal 1940-41 con l’altra isterica principessa, moglie insoddisfatta del distratto (sedotto ed impegnato in estetica maschile, viscontianamente) erede al trono, per organizzare (se non autonomamente, per volere dei “rispettivi sovrani”) la caduta del governo Mussolini e del bieco regime di questi. Mentre nel 1942 a Lisbona il dipendente del banchiere Mattioli (Com.It. governata con Adolfo Tino, Ugo Lamalfa, ed altri che poi saranno vertici “azionisti”) rag. Enrico Cuccia (ferrato in “tangenti etiopi”) subiva piani pluriennali affaristico-monetari con bankieri USA capitanati da tal Meyer. E, nel contempo, dal natale 1940, l’ignaro Mussolini – incapace di gestire in proprio la OVRA, anche perché “affidato” alla “disinteressata Petacci” – era pedinato per molteplici tentativi di “arresto personale”, iniziato persino con l’estromissione “casuale” di Italo Balbo e da quella circostanza.
Mussolini pose Cerica al comando dei Carabinieri, ignorando che questi sin dal gennaio 1943 aveva predisposto vari piani di “arresto” del “dittatore”, tutti sfumati fino al 19 luglio, poi concretati il pomeriggio del 25, col “ricevimento” ospitale in villa Savoia. Operazione svolta simultaneamente dal colonnello Montezemolo, su citato, che si premurò lo stesso pomeriggio di prelevare da Palazzo Venezia tutti i documenti personali di Mussolini e del di questi segretario De Cesare. Documenti poi, la notte del 8 settembre 1943, fatti trasferire “al sicuro” in Vaticano (via castello di Arsoli – storia che il solito Pantano ha “scovato” singolarmente, ma che è confermata nel libro, anche se alquanto fantasioso per alcune indicazioni, comunque interessanti, “Villa Wolkonsky” di Franco Napoli!).
TUTTO “chirurgico”!
Con i miei logorroico-sintetici saluti, tuo Antonio Pantano