lunedì 28 maggio 2012

HITLER NON E’ MORTO NEL BUNKER DI BERLINO


RITORNANO AGLI SCOOP DEGLI ANNI ’50 –
HITLER NON E’ MORTO NEL BUNKER DI BERLINO
Maurizio Barozzi

Di questi giorni assistiamo ad una nuova ondata di “notizie clamorose” che hanno per oggetto un vecchio argomento, quello che Hitler non sarebbe morto, ma avrebbe vissuto fino al 1959/’62 in Patagonia.
Sono notizie, la fuga di Hitler in sudAmerica, che andavano tanto di moda negli anni ’50 quando i rotocalchi ci vendevano milioni di copie e pubblicazioni massoniche internazionali come la “Selezione di reader’s digest” ci sguazzavano alla grande. Domenica scorsa il quotidiano Il Giornale vi ha dedicato un ampio articolo ed ora un altro articolo, sia pure più defilato, lo ha pubblicato il Sito della Effedieffe.com (lo allego qui)
FACCIAMO CHIAREZZA.
E’ plausibile che i sovietici non hanno detto tutta la verità sulla fine di Hitler, ma questo non autorizza voli di fantasia. Nè può far testo il fatto che molti ufficiali e gerarchi tedeschi trovarono rifugio, soprattutto in sudAmerica, e si badi bene, tutti ben controllati dalle intelligence statunitensi e quasi tutti, in qualche modo, agganciati dalla Cia.
Si dà però il caso che gli atteggiamenti ambigui, quel dire e non dire dei sovietici sulla fine di Hitler, avevano un scopo preciso, alimentare, non ufficialmente, lo spauracchio di Hitler. Lasciar intendere che fosse ancora vivo era utile nei confronti dei paesi dell’est Europa assoggettati, quasi un messaggio come per dire: attenti che Hitler non è morto, ma ci siamo noi a difendervi e quindi dovete stare nel patto di Varsavia. Insomma era una sottile guerra politica psicologica.
Sia pure in misura minore, ma anche agli americani faceva comodo alimentare questa fola. E soprattutto tornava, e come vedo torna, utile agli editori e a chi alimenta le “leggende metropolitane”.
Secondo questa idiozia, dovremmo pensare che Hitler, dapprima volle ostinatamente chiudersi in Berlino, cosciente della fine che lo aspettava e che riteneva giustamente l’unica possibile in quella situazione, di fatto sacrificandosi, coinvolgendo indirettamente anche Goebbels e famiglia che gli vollero rimanere fedeli, poi addirittura  rinnegò Himmler e Goering che in quegli ultimi giorni cercarono contatti per una resa con gli Alleati, ebbe dopo questo fermo e dignitoso atteggiamento, egli se la filò alla chetichella.
Presunti documenti, attestati sovietici e della FBI, interviste rilasciate, a suon di dollari, da personaggi vari, valgono meno di nulla, non c’è alcuna possibilità di controllarli veramente. Sembrano documenti e nomi citati, quasi tutti stranieri ovviamente,  come quando si vuol alimentare bufale sugli Ufo e gli alieni. Nessun storico serio può prenderli sul serio.
Valgono invece due considerazioni a smentire questa stupidaggine:
1. non è possibile che se veramente Hitler avesse vissuto, dal 1945 al 1959/’62 in qualche villaggio della Patagonia o altro, non ci fosse un riscontro documentale oggettivo, e soprattutto una foto. Senza contare la presenza di Eva Braun.
2. ad aprile 1945 Hitler aveva compiuto 57 anni, una età relativamente ancora giovane anche per la vita media di quel tempo (circa 65 anni), ma era in condizioni fisiche disastrose. Ne abbiamo ampie prove. Egli si reggeva in piedi solo con un tremendo sforzo di volontà. Ebbene vi pare possibile che in quelle condizioni fisiche, per non parlare di quelle psicologiche esistenziale dopo il totale crollo del nazionalsocialismo, della Germania, ecc., fuggito alla macchia, potesse campare fino al 1959/62 ?!
E’ con questo chiudo definitivamente queste scemenze. Mi rendo conto che la mancata cattura di Hitler, il suo dignitosissimo suicidio, non sono stati digeriti dai “padroni del mondo”, dai mostri che hanno scatenato il secondo conflitto mondiale, e quindi per tanti, anche questo, è un mezzo per insozzarne la figura, ma tutto c’è un limite.