mercoledì 23 luglio 2025

LUGLIO: DUE date da smitizzare ( nel senso di ricondurle alla dimensione geopolitica).

 Libri di riferimento: Dino Grandi, La fine del Regime, Ed Le Lettere; F.Bellini e G.Bellini: Storia segreta del 25 luglio '43; Otto Skorzeny: Abbiamo perso combattendo.)

Le due date prese come riferimento sono il 20 luglio 44, attentato ad Hitler e 25 Luglio 1943, caduta del Regime FASCISTA.
Per quanto riguarda la caduta del regime Fascista, la percezione della sconfitta militare ormai imminente, ha determinato la FINE non del fascismo ma dell'accordo fra fascisti e Nazionalisti. Sono questi ultimi che hanno chiuso la collaborazione perché  in realtà "monarchici". Ed il Re sabaudo, per una coerenza storica di una dipendenza geopolitica durata due secoli, ha dovuto scegliere fra l'osservanza della talassocrazia  della cosiddetta Anglosfera, e una dipendenza dagli Imperi Centrali che per la casa Savoia non significa molto. ( Ad eccezione dell'unico momento in cui un SAVOIA , Eugenio di Savoia-Carignano, si era impegnato in Europa Centrale, la difesa di Vienna. ma fu solo un episodio marginale). Occorre anche ricordare che l'accettazione dell'istituto monarchico da parte dei fascisti nel 1922 fu un compromesso dovuto prevalentemente all'apporto dei Nazionalisti nel processa della conquista del potere. Va inoltre ricordato che la Francia, vera sponda geopolitica dei Savoia, era all'epoca alleata della Germania.
In conseguenza della defezione sabauda Mussolini, pur in condizioni molto difficili, diede vita alla Repubblica Sociale seguito dalla maggioranza dei fascisti. 
Il 20 luglio del 1944 scoppiò la bomba confezionata dai congiurati. Morirono tre ufficiali dello Stato Maggiore ed uno stenografo. L'attentato è chiaramente di matrice JUNKER. E ci vuol poco a capirlo. La reazione fu spietata, e ce la racconta al dettaglio Skorzeny, anche facile perché si sapeva chi era Junker. Cioè chi proveniva da quelle famiglie di proprietari terrieri prussiani ad Est dell'Elba, che con quest'atto tentavano disperatamente di salvare il salvabile dei loro territori e delle loro famiglie. Se vogliamo risalire alla conflittualità interna alle forze politiche tedesche, dobbiamo per forza ricordare lo spartiacque interno alla Germania, che si è   concretizzato nel primo dopoguerra con la difesa dei confini orientali ( I Corpi Franchi) vedi gli scritti di Von Salomon, il quale scrisse anche un testo significativo: Io resto prussiano. Poi lo scontro cruento noto come Notte dei Lunghi coltelli fra le SS, filo occidentali e le SA filo orientali. Dalla vittoria delle SS è sorta la linea filo occidentale che ha portato alle trattative fra il capo delle SS in Italia, il cattolico austriaco Dollmann e il non meno "christiano" ( tanto da portarne il nome)  Jesus Angleton, auspice il futuro Paolo VI. Che diede il via libera al rientro in Germania ai circa 600.000 tedeschi stanziati in Italia e dintorni, onde far fronte contro i russi avanzanti nel territorio tedesco. Queste brevissime note servono per capire le ragioni di un presunto attuale accanimento tedesco contro la Russia, che non è autentico per due ragioni: 1) La coesistenza pacifica per molti anni fra le due Germanie. Quella occidentalista e quella attivissima sul piano internazionale, dell'Est. 2) La posizione espressa dal Padre della germania moderna, Bismarck, sempre contrario ad una guerra contro la Russia. 
GV 

mercoledì 9 luglio 2025

“LA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ” - GIORGIO BIANCHI

10 luglio 1943 : Onore ai militari tedeschi Caduti, assieme ai commilitoni italiani, nella difesa della Sicilia dalla invasione alleata 💐 (Cimitero di Motta S. Anastasia-CT)

 Oggi,10 luglio 2025, chi senta ancora di essere erede spirituale di quanti si opposero combattendo alla tanto celebrata Operazione Husky non può che rivolgere un doveroso (virtuale) omaggio ai protagonisti di quella strenua e coraggiosa impresa. 


Evento storico che io collego, per personale tributo, ad un "Eroe dimenticato" :       
  • Lembo Filippo, di Angelo,classe 1910, distretto di Messina, sottotenente fanteria di complemento, 134^ reggimento costiero (medaglia d'argento v.m. alla memoria).
Incaricato di recapitare notizie urgenti al comando di reggimento, assalito durante il percorso da soverchianti forze, si asserragliava in una rimessa con un gruppo di fanti e organizzava la resistenza. Caduti e feriti gran parte dei dipendenti, alla intimazione di resa rispondeva col fuoco delle sue armi e protraeva la resistenza fino a quando, colpito a morte, immolava la sua vita al dovere. 
- Gela (Sicilia), 9-10 luglio 1943 -

Questa, ripresa dalla fonte ufficiale del Nastro Azzurro, la motivazione della concessione della altissima onorificenza ad uno delle decine di migliaia di Caduti per la difesa della Sicilia dalla invasione alleata del luglio-agosto 1943.

Nel caso specifico del Ten. Lembo diverse altre fonti completano le informazioni con un non trascurabile dettaglio : i Ranger americani, non avendo per niente gradito la resistenza di quel manipolo di soldati, una volta capito che l'ufficiale aveva la pistola scarica ed era gravemente ferito, lo finirono a colpi di baionetta e ne sfregiarono il volto coi pugnali.

"Incidenti" che capitarono a tantissimi italiani e tedeschi, rei di non essere scappati o arresi alla sola visione dello imponente sbarco alleato.

I siciliani, cadendo l'anniversario in piena canicola, saranno in gran parte al mare proprio nei luoghi storici interessati, quelli del primo giorno, il 10 luglio del 1943.
Magari avranno vicini i bunker ancora in piedi da cui si tentò una prima resistenza...altri sono disseminati all'interno dell'Isola, dalla piana di Gela a quella di Catania fino agli anfratti dell'Etna od ai monti attorno a Messina.
Fortificazioni che, specie nella Sicilia Orientale, diedero del filo da torcere alle truppe di Montgomery permettendo alle truppe italo-tedesche di attraversare ordinatamente lo Stretto il 17 agosto del '43.

So benissimo che il coraggioso Ten. Lembo ed i suoi tanti eroici compagni decorati alla memoria sono stati per circa 60 anni quasi "dimenticati" dalle istituzioni, che pure avevano dovuto omaggiarli sottobanco per il valore dimostrato.
Ma, grazie alla falsa storiografia alleata, alla vergogna italica per i tradimenti (specie della Marina) e l'appoggio della mafia all'impresa, era politicamente scorretto celebrare una Invasione...meglio leccare i nuovi padroni americani (Sigonella e Muos insegnano) parlando di uno "Sbarco liberatorio".

Per non tediare chi mi onorasse nel leggere queste righe, ricordo solo che l'8 settembre era ancora lontano in quei tragici giorni siciliani. 
Le truppe italo-germaniche erano poste a difesa del territorio nazionale ma, pure in situazioni difficilissime e di inferiorità di armamento, fecero in buona parte piú del loro dovere di soldati. Piaccia o meno a molti, questa è la verità storica riportata a galla nell'ultimo ventennio da storici ed appassionati di buona volontà e non legati ai centri del potere del regime partitocratico.
Lo ho fatto pure io, che storico non sono, almeno dagli anni '70 e sempre avendo a cuore la rivalutazione dell'onore combattivo dei nostri soldati (sui tedeschi i dubbi erano stati molto meno infamanti).
Negli anni ho trovato riscontro ed ospitalità nelle testate indipendenti siciliane e non, mai sui media generalisti.
Riprendendo sopra parti di precedenti interventi, pubblicati negli anni passati su Accademia della Libertà, non posso che sperare in una cosa : che non venga perduta la Memoria dei Caduti in Difesa dello Onore.





Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello

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martedì 8 luglio 2025

Già il Barone Giuseppe Corvaja nel 1840 parlava di BANCA DI STATO

 286. Giuseppe Corvaja, La bancocrazia o il gran libro sociale novello sistema finanziario che mira a basare i governi su tutti gl’interessi positivi dei governati. Autore il dottore in legge Barone Giuseppe Corvaja siciliano. Espositore Michele Parma. Volume primo, Milano, presso A. Ubicini, 1840 

In 8, pp. X + (2) + 260. M. pl. coeva. Ed. orig. Primo volume di due (il secondo venne pubblicato l’anno successivo ma entrambi i volumi sono sostanzialmente indipendenti). Opera estremamente rara di questo pensatore ed economista siciliano di derivazione fourierista. Intriso del filantropismo di molti pensatori utopisti della prima metà del XIX secolo, conscio del fatto che i mali dell’uomo derivino dal supporsi socio in mezzo a tanti altri uomini che lo vogliono tale per farlo contribuire al bene di pochi e non socio quando trattasi di farlo partecipare ai beni cui ha contribuito, proclama che non vi è bene sperabile per la maggior parte degli uomini se non quando potranno farsi ammettere come soci materiali in tutte le transazioni possibili. Egli, muovendosi dalla considerazione dell’importanza decisiva del capitale finanziario, sostiene che questo debba essere tolto di mano ai privati e consegnato allo stato, fondando così una banca governativa. In questo modo, tutti i governati avranno in comune i loro interessi e il danno dell’uno sarà il danno dell’altro, rendendo così possibile il benessere per l’umanità intera: insomma, l’essenza costitutiva della vera felicità si compone di due elementi, il credito, che dando corpo a ciò che non esiste, fa diventare più ricco chi si procura una fetta di questa magica ricchezza fittizia convenzionale, e l’associazione che ne accresce la potenza di azione per quel gran pricipio sintetizzabile col motto vis unita fortior. Cfr. Annali universali di statistica..., vol. 56, pp. 311 e segg. Palgrave, I, 432. 


287. Giuseppe Corvaja, Progetto di un banco nazionale svizzero del Barone Giuseppe Corvaja. Siciliano. Autore e propagatore del nuovo sistema di ordinamento sociale intitolato la bancocrazia, Capolago, Tip. e lib. elvetica, 1841

In 8, pp. 36. Br. ed. con dec. tip. Ed. orig. Corvaja, concepita la bancocrazia nella sua omonima opera pubblicata nel 1840, prima ancora di dare alle stampe la seconda parte di quell’opera, elabora un progetto specifico dedicato alla Svizzera e al Canton Ticino in particolare. Introdotto l’argomento con la presa d’atto del progressivo immiserimento dell’Europa contrapposto al parallelo arricchimento degli anglo americani, Corvaja affronta l’idea del credito nelle sue più varie accezioni, “...chi non sa, come individuo, che la sua ricchezza consiste nel credito...” oppure “...il credito forma oggi la ricchezza degli individui, delle famiglie, delle corporazioni industriali e degli stati”. La Svizzera, pur fornita di un grande capitale in termini di sviluppo intellettuale dei suoi abitanti, non è in grado di approfittarne, mancando di un organismo bancario che offra dei capitali metallici per mettere a frutto questa intelligenza. Al fine di ovviare al problema appronta un progetto di costituzione di una banca nazionale, appartenente alla nazione stessa, cioè ai suoi cittadini, con un fondo iniziale di cento milioni in azioni ipotecarie sopra immobili rurali o urbani a garanzia del danaro versato alla banca dai cittadini stessi. La banca limiterà le sue operazioni alla circolazione, allo sconto e al deposito. Essa non potrà mai fare impresa di sorta ma appoggerà i cittadini. Inoltre la banca si incaricherà di una mutua assicurazione per incendi, grandine e disgrazie che possano colpire i cittadini. Nel finale Corvaja, in una nota, rimanda al suo volume sulla bancocrazia in cui afferma di rivelare i mezzi per ovviare al fatale pomo della discordia fra proprietà e proletarismo che minaccia di ricondurre nel circolo vizioso della rivoluzione.


fonte

https://libreriaantiquariacoenobium.it/wp-content/uploads/2016/04/delinquenti_catalogo.pdf