mercoledì 31 agosto 2022

LA RIVOLUZIONE E EZRA POUND di Antonio Pantano

Il mercato

Come mai il XX secolo vide nascita e

convergenza di avanguardie rivoluzionarie

nella creazione, in cultura come in politica.

Coincidenze storiche non casuali, certamente

non determinate dalla evoluzione tecnica.

All’alba del secolo Ezra Pound scelse il

“mestiere” di poeta, cui impose metodo e

disciplina coordinati dalla consuetudine di

spirito e di orecchio nella familiarità delle

tecniche anche antiche. Strumento

ottimamente usato, facilitato dalla

frequentazione, apparentemente casuale, del

giacimento di studi sinologici di Ernest

Fenollosa. La straordinaria disinvoltura

nell’uso della costruzione e del ritmo poetico

non aiutarono Pound a conquistare i travet

delle università, i mestieranti delle accademie,

i “mancati creatori” costituenti i plotoni

pettegoli della critica: folgorati comunque,

furono tutti sopraffatti dalla più banale invidia

per la naturalezza poundiana nel catturare

suoni antichi e ritmi impossibili, trasformati in

nuovissimi ritmi e suoni impossibili. Il “bel

verso” fulminato da Pound con voluta

incostanza creò delusione negli addetti ai

lavori, i quali sentenziarono ferocemente che

esso era stato trascurato per cervellotici

propositi, tacciata da “idiozie”.

In tal modo il lettore, dilettante o curioso,

preparato o casuale, fu artatamente allontanato

dal “Miglior Fabbro” malgrado a Pound

fossero riconoscenti, per magistrale superiore

capacità, gli altri più validi creatori

contemporanei.

Non solo, ma americano in Europa, e, quindi,

condizionato dalla superficialità scolastica

della terra d’origine soprattutto per

l’educazione umanistica, non fu tollerato da

altri critici, vestali della storia filologica, che

stroncarono aprioristicamente i non comuni

studi comparativi, condotti in una autonoma

ricerca, sulle radici della poetica italica, cioè

su Guido Cavalcanti e Dante Alighieri.

L’intolleranza preconcetta superò ogni limite

con l’addebito a Pound di aver poi infarcito la

maggiore creazione poetica “in progress”, i

Cantos, di innesti di citazioni, di riferimenti