lunedì 16 settembre 2024

Cosa ha "fiutato" il Sultano ?

👉Erdogan ha dichiarato, nei giorni scorsi : "sosteniamo fermamente l'integrità dell'Ucraina' - "Il nostro sostegno all'integrità territoriale, alla sovranità e all'indipendenza dell'Ucraina rimane incrollabile". 🔴Strano sia "sfuggita" alla generale attenzione (di chi segue gli eventi in questione) questa perentoria dichiarazione del Sultano sulla "appartenenza" della Crimea alla Ucraina, pur fatta in una sede nella quale "non poteva dire altro". Erdogan è senza dubbio la "migliore" incarnazione di quel che, un tempo, si indicava come "levantino" : in sostanza un essere troppo indecifrabile, teso agli interessi personali, a trattative complicate .. una persona altamente inaffidabile, in sintesi. È, credo fino a ieri, l'unico interlocutore NATO che possa colloquiare con Putin. Quello che, avendo riportato la Turchia ad essere considerata una potenza regionale di primo peso e trovandosi persino in una posizione geografica privilegiata, può dar seguito ai primi, ed unici, tentativi di mediazione tra Russia ed Ucraina. Tralascio la (molto trascurata) considerazione di come, occupando le truppe turche una parte del territorio siriano, Erdogan non possa essere proprio lui a dare lezioni di diritto internazionale a nessuno, ed evidenzio solo un problema pratico : la Crimea, oramai, è parte integrante della Federazione Russa. Piaccia o meno a chiunque nel mondo, questa scelta è stata pure legittimata dalla volontà popolare con un referendum dallo esito incontrovertibile. Come potrà lo stesso Erdogan, dopo una simile dichiarazione di "sostegno incrollabile" alle ragioni della Ucraina, porsi nuovamente come mediatore di pace tra Zelensky e Putin ? Proprio per questo, per questa presa di posizione "troppo" netta, mi sorge il dubbio che il Sultano stia intravedendo all'orizzonte "nuvole nere" che non promettono niente di buono e che sia (ancora una volta) pronto a "riposizionarsi" con Washington 😏😏 Grazie per l'attenzione Vincenzo Mannello

Le origini della Mafia

Il principe di Salina - ci racconta Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo impareggiabile Il Gattopardo - aveva ricevuto nel suo palazzo di Donnafugata (nome di fantasia usato dallo scrittore per dissimulare il suo paese, Palma di Montechiaro) un incaricato del govemo del nuovo Regno d'Italia, tal Chevalley, che si era sobbarcato un lungo viaggio da Torino per offrirgli la nomina a senatore. Il principe ringraziò, ma garbatamente rifiutò e, alle domande di spiegazione, così rispose: «Abbia pazienza, Chevalley.... noi siciliani siamo stati avvezzi da una lunga, lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la nostra lingua, a spaccare i capelli in quattro. Se non si faceva così non si scampava dagli esattori bizantini, dagli emiri berberi, dai viceré spagnoli... In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è quello di ”fare”. Siamo vecchi,Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui noi abbiamo dato il la.... da duemilacinquecento anni siamo colonia››. Al deluso piemontese il principe di Salina dette poi un consiglio: "C'è un nome che io vorrei suggerire per il Senato: quello di Calogero Sedara". Di umilissime origini - suo suocero, che poi finì eliminato con dodici colpi di lupara sulla schiena, era un mezzadro «tanto sudicio e servaggio che tutti lo chiamavano Peppe Mmerda» - Sedara era il tipico amministratore che curava gli interessi dei nobili, dei latifondisti. Furbo e capace, aveva imparato, come tutti i suoi colleghi, a gestire il potere con la prepotenza - tanto incontrastata quanto disinvolta - a determinare l'ordine sociale - di fatto svolgeva quel ruolo di composizione delle controversie e imposizione delle decisioni «autorevoli» che normalmente è ricoperto dalla magistratura - e a garantire quello status quo tanto agognato sia dai nobili latifondisti, sia dalla massima autorità politica che albergava sempre lontano. Questi individui, massari, gabellotti, campieri, bravi- guardie armate al servizio delle baronie - formavano quella categoria, presente in Sicilia da diversi secoli, che nell' Ottocento qualcuno aveva cominciato a indicare come Maffia. **** La storia della Sicilia, come ben ricordava il principe di Salina, è molto antica. Il Palazzo dei Normanni, che oggi ospita l'Assemblea regionale siciliana, fu inaugurato nel 1130 e si chiamava Palazzo degli Emiri. Alle sue fondamenta sono stati rinvenuti reperti di epoca fenicia, punica, greca, romana, bizantina e araba. Dopo i Normanni lo hanno abitato gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi,gli Spagnoli e i Borboni. Poi arrivò Garibaldi e il potere passò ai Savoia. Si pensi che a Roma Palazzo Madama, attuale sede del Senato, fu eretto nel 1503, il Quirinale, il palazzo dove ora dimora il presidente della Repubblica, è del 1583 e Montecitorio, dove legiferano i deputati, risale al 1653. I luoghi dove risiedeva la massima autorità politica sono stati dunque sempre molto lontani dall' isola di Trinacria: Atene, Roma, Costantinopoli, Castel del Monte, Napoli, Madrid, Torino. Conseguentemente, a un potere formale sempre latitante, quindi estremamente debole - peraltro perennemente osteggiato dalla popolazione con istintiva diffidenza e ostilità - ha sempre fatto da contrappasso un potere reale molto forte, fondato sulla famiglia, sulle clientele e sull”ordine sociale ed economico imposto dai baroni e dalle milizie private al loro servizio. Un potere sempre legittimato dalla benevolenza di chi, da lontano, era titolare della sovranità, ma considerava un peso doversi occupare dell'amministrazione locale e dell'ordine pubblico. ln diverse occasioni questo delegare potere e autorità ottenne una vera e propria investitura con atti ufficiali. Nel 1600 Filippo III, da Madrid, concesse ai baroni siciliani il Moerum et mixtum imperium, cioè l'autorità e il diritto di amministrare la giustizia anche nei suoi aspetti punitivi. E quindi, automaticamente, venivano legalizzati i «bravi» che rispondevano direttamente ad una nobiltà sostanzialmente desiderosa di curare solo i propri interessi e di garantire pro domo sua l'ordine e la tranquillità sociale. «Bravi» che, nella certezza di poter operare in completa impunità, facevano uso della violenza, con tracotanza e spregiudicatezza, spesso anche solo a proprio vantaggio. Le tristemente note "lupare", "ammazzatine" e vendette che per secoli hamio riempito le cronache quotidiane in terra di Trinacria, nascono proprio da questa situazione, cosi come, in quanto loro diretta conseguenza, si è radicata la diffusa omertà della popolazione. Ben sapendo che la vera autorità era quella di chi comandava sul posto, e non il lontano potere politico, era sempre più consigliabile rispettare, accettare e non interferire. La paura era il più efficace strumento adoperato per ottenere il consenso. Tutte le tradizioni isolane riportano proverbi e «consigli» molto significativi: «L 'omu chi parra assai nun dici nienti, l'omu che parra picca è sapienti» (L”uomo che parla molto non dice niente, l'uomo che parla poco è saggio); «Bell 'arti parrari picca» (Una bell”arte parlare poco); «Cu è surdu, orbu e taci campa cent 'anni 'mpaci» (Chi non ascolta, non vede e non parla vive cent'anni in pace); «L'omu chi è omu non rivela mai mancu si avi carpa di coltello» (L'uomo veramente uomo non rivela mai niente, neanche sotto le pugnalate); «Chi mangia zucca muore appiccato» (Chi fa la spia muore impiccato); « 'A megghiu parola è chídda ca 'un si dici» (La migliore parola è quella che non si dice); «La tistimonianza è bona sino a quannu nun fa mali a lu prossimu» (Testimoniare è bene quando non si danneggia il prossimo). Così era avvenuto fin dai tempi dei Normanni e non era cambiato per nulla con gli Spagnoli e i Borboni. Anzi, il passare dei secoli non ha fatto altro che incancrenire e trasformare in consuetudine e costumanza sociale ciò che era nato come necessità di subire per il quieto vivere e di accettare per la sopravvivenza economica. Quando nel 1812 i Borboni, che si erano rifugiati a Palermo in fuga da Napoli dove erano stati cacciati dall”esercito napoleonico, approvarono una Costituzione che abrogava molti privilegi della nobiltà, i baroni, di cui è ben noto il cronico assenteismo in fatto di amministrazione del potere, si trasferirono, per cautelare i propri interessi da ulteriori limitazioni, nelle grandi città siciliane e lasciarono i loro latifondi in mano ai gabellotti - piccoli affittuari e uomini di fiducia - e ai campieri - guardie private armate - che poterono così irrobustire indisturbati la propria rete di interessi e di potere: quella che diventerà poi la rete della Mafia. Neppure col Risorgimento e l'unità d'Italia le cose cambiarono. Lo sbarco di Garibaldi con i suoi «Mille» a Marsala ne è la riprova. Per quanto scalcinato fosse l'esercito borbonico, se l'Eroe dei due Mondi si fosse trovato contro il potere espresso dalle baronie e, soprattutto, da quella rete che controllava i latifondi e la società isolana, non avrebbe fatto molta strada. Fin dalla prima battaglia, quella di Calatafimi, era apparso ben chiaro come stavano le cose. Se da una parte la nobiltà aveva compreso che «se vogliamo che tutto rimanga com 'è bisogna che tutto cambi», dall'altra quella che qualcuno cominciava a chiamare Maffia aveva subodorato una grande occasione per il proprio potere: agire, come aveva sempre fatto, per lo stretto controllo dell'amministrazione locale, ma in più, questa volta, varcare i confini dell'isola e partecipare direttamente al governo nazionale, controllando strettamente le elezioni e quindi determinando la scelta dei deputati da mandare a Torino, poi a Firenze e infine a Roma. A proclamare il nuovo Regno, in nome di Vittorio Emanuele re d'Italia, assieme a Garibaldi, ci furono da subito - come consigliato dal principe di Salina - anche i notabili della baronia e i loro uomini. Poi non parve vero al piemontese Giovanni Giolitti e ai suoi colleghi trovare chi era disposto a risolvere, in blocco, tutti i problemi di controllo di una intera regione d'Italia che per secolari questioni economiche e sociali poteva rivelarsi una bomba innescata, bell'e pronta ad esplodere. Poco più di dieci anni fa sono stati desegretati gli archivi della questura di Palermo; una volta consultati, si è avuta la conferma che sino alla fine dell' Ottocento e agli inizi del Novecento, i «mafiosi di ogni rango» si scambiavano abitualmente informazioni e favori con poliziotti e questori. Soprattutto in Sicilia i governi giolittiani attuarono la politica del «lasciar fare›› e di fatto favorirono i desideri di maggiore tolleranza verso l'illegalità e una richiesta di autonomia dal potere nazionale. In un discorso parlamentare rimasto famoso - del 23 novembre 1899 - dell'on. De Felice Giuffrida, il govemo fu clamorosamente accusato di aver fatto uscire di prigione, prima delle elezioni, un cospicuo numero di uomini della Mafia e delinquenti comuni,consentendo loro di andare addirittura al seggio armati, per favorire il partito al potere. E dove ciò non era risultato sufficiente, si era fatto ricorso alla più antica truffa elettorale, talvolta usata anche ai nostri giorni: la "pastetta" o "coppino". Si gonfia il numero dei voti compilando le schede elettorali anche per i morti, gli ammalati intrasportabili, gli emigrati e gli analfabeti che fino al 1913 non avevano il diritto di voto. In quella che oggi siamo abituati a chiamare trattativa tra Stato e Mafia, in epoca giolittiana si può dire che fosse quasi sempre la seconda a vincere le più importanti partite: controllo della politica e del sistema sociale, economico e territoriale. Inoltre, i capi mafiosi e gli «amici degli amici» erano praticamente esentati dall'obbligo del pagamento delle tasse. Lo Stato, che aveva occupato militarmente il territorio, fin da subito, come autorità e potere locale, aveva già abdicato. Un esempio significativo: a fine Ottocento, dei 76 comuni della provincia di Palermo 19 non disponevano nemmeno di un campiere comunale (guardia campestre) e 42 nemmeno di un campiere a cavallo; l'ordine pubblico e l'amministrazione dell'autorità erano coperti dallo Stato solo in 15 comuni su 76: nemmeno sul 20% del territorio. Certe aree, come quella delle Madonie, erano considerate vere e proprie zone franche; carabinieri e polizia non si facevano mai vedere. Di conseguenza l'esistenza stessa di una milizia annata privata operante su un territorio dove è latitante la forza dello Stato generava nella popolazione il convincimento che la convivenza tra latifondisti, mafiosi e autorità pubbliche fosse cosa ineluttabile e assolutamente naturale. Conseguentemente l'atteggiamento della popolazione verso i rappresentanti dello Stato andava dalla più completa estraneità al sospetto, all'ostilità e al rifiuto di ogni forma di collaborazione. L'ordine pubblico era garantito da altri e ad altri andavano tributati rispetto e ubbidienza. Il Risorgimento era passato in Sicilia senza provocare nessuna sostanziale rivoluzione sociale o risolvere le antiche questioni economiche. Si era trattato di una sostituzione di deleghe politiche che nessun reale benefico cambiamento aveva prodotto per la popolazione dell'Isola. Anzi, la più rilevante migrazione siciliana la si ha in piena età giolittiana,quella che nei libri di storia viene indicata per il resto d'Italia come un'età prospera. I siciliani erano stati costretti dalle difficoltà economiche e dalla chiusura ad ogni nuova e diversa prospettiva sociale - che in Sicilia avrebbe dovuto essere rivoluzione agricola e fine del latifondo - a paitire con le loro leggendarie valigie di cartone legate con lo spago, oltre che verso il nord Italia, che si stava industrializzando, anche verso altre nazioni. Nei primi 13 anni del Novecento 1.092.527 siciliani - un quarto dell'intera popolazione isolana - si imbarcarono per le Americhe. *** Dunque l'errore più grande che si possa fare, volendo individuare l'origine della Mafia, è quello di identificarla tout court con la malavita e il banditismo. Anzi, in determinati periodi è riuscita a formarsi ed attecchire proprio per - o con la scusa di - difendere i latifondisti e la popolazione dalla malavita e dal banditismo. La Mafia è un fenomeno di potere che nasce e prospera dove l'autorità è debole o assente. Quando la forza della legge e dello Stato sono carenti e non riescono a garantire un'efficace protezione della popolazione e dei patrimoni,arrivano gli "uomini d'onore", i "padrini", i personaggi di fiducia delle baronie a garantire la protezione dai malviventi, la composizione delle controversie, il mantenimento dell'ordine (2). Con la differenza sostanziale che, mentre lo Stato rappresenta la legge e dovrebbe impone l'applicazione con la forza, la Mafia utilizza la violenza e la prepotenza seguendo la stella polare degli interessi privati, delle prevaricazioni economiche e della conservazione dei privilegi. Ben sintetizza Giovanni Falcone: «La Mafia non è una società di servizi che opera a favore della collettività, bensì un 'associazione di mutuo soccorso che agisce a spese della società civile e a vantaggio solo dei suoi membri››.(3) Il termine Mafia (inizialmente usato con la doppia effe) probabilmente ha origine arabe: mu (forza) afah (protezione), anche se l'Accademia della Crusca non esclude che potrebbe derivare da San Matteo (Maffeo), l'unico degli apostoli a non essere un semplice pescatore, ma un ricco pubblicano. Certamente in passato - praticamente fino alla seconda metà del XIX secolo - non era stata adoperata con un'accezione negativa. Mafioso era un aggettivo usato come sinonimo di eccellenza, affidabilità e baldanza; "maffiosa" era la donna formosa e procace. Non a caso li esponenti della Mafia fino ai nostri giori sono stati chiamati "uomini d”onore" e "uomini di rispetto". È particolarmente significativo il tono usato da Pasquale Sciortino - un componente della banda di Salvatore Giuliano - il 2 luglio del 1970 di fronte alla Commissione antimafia. All'on. Li Causi, che gli chiedeva dei rappoiti tra Giuliano e la Mafia, così rispose: «Guardi che Mafia, da noi, è una parola piccola, ma racchiude un 'immensità... Se lei vuole interpretare la Mafia come delinquenza, dica delinquenza, non dica Mafia. Se lei dice rapinatore, allora dica rapinatore e non Mafia...››. In un'opera letteraria il termine compare nel 1863 - I mafiosi di la Vacaria di Giuseppe Rizzotto - mentre in un atto della magistratura il procuratore di Trapani Pietro Ulloa Calà già nel 1838 aveva scritto di «associazioni mafiose». La Mafia dunque si differenzia dalle analoghe associazioni presenti nel Sud Italia - ”Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita - proprio perché inizialmente non è composta da briganti e criminali, ma da uomini "di rispetto",uomini di potere. Il rapporto con il brigantaggio e la criminalità si sviluppa in modo ondivago e contraddittorio, giacché mentre questi vengono avversati per la tutela dell'ordine e il mantenimento dello status quo, talvolta invece sono utilizzati come vivaio di manodopera violenta di cui la Mafia ha sempre bisogno per i propri omicidi, vendette ed estorsioni (4) Perché chi sbaglia deve pagare - anche in maniera plateale - chi tradisce deve essere punito e umiliato e le protezioni devono essere sempre in qualche modo retribuite. Mentre banditi e criminali si pongono fuori e contro la legge, vivono alla macchia e si nascondono, i mafiosi si qualificano "uomini d'ordine", agiscono pubblicamente e le leggi preferiscono aggirarle. Vito Cascio Ferro - famoso boss mafioso che proveniva da umilissime origini contadine, operò tra l'Italia e gli Stati Uniti a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento e ottenne notorietà per il sospetto di essere l'assassino del poliziotto italo-americano Joe Petrosino - si trovò sul banco degli imputati ben 69 volte, ma fu sempre assolto. Per farlo condannare bisognerà aspettare - nel 1926 - uno Stato che nei confronti della Mafia aveva cambiato atteggiamento - come ora vedremo - e un personaggio come il prefetto Cesare Mori. 1) GIUSEPPE TOMMASI DI LAMPEDUSA, Il Gattopardo, Feltrinelli, 1961, pag. 209. Sull'indisponibilità dei siciliani a «fare» e risolvere i problemi è significativo anche il racconto Lighea (La Sirena) sempre di Tomasi di Lampedusa, dove il prof. La Ciura racconta: «Chiudete in una stanza cinque siciliani e cinque piemontesi col compito di risolvere un problema. Dopo un quarto d'ora i siciliani avranno una qualche soluzione in testa, e i piemontesi nessuna. Ma dopo un'ora i piemontesi avranno risolto il problema, e i siciliani no». GIUSEPPE TOMASI D1 LAMPEDUSA, I racconti, Feltrinelli, 1961. 2) Questo ruolo è stato ricoperto dalla Mafia fin ai nostri giomi; come ricorda il giudice Giovanni Falcone, «Stefano Bontate [famoso boss mafioso] quando alla fine degli anni Sessanta impartì l'ordine di far piazza pulita di tutti i ladri del suo quartiere, compì un 'operazione di ordine pubblico e gli valse notevole credito agli occhi della popolazione locale». GIOVANNI FALCONE, Cose di Cosa Nostra, Bur, Rizzoli, 1917, pag. 106. Ed ancora,: «A causa della lentezza dei tribunali nel dirimere le liti, è frequente il ricorso a un "uomo di rispetto"››. Intervista a Giovanni Falcone su La Repubblica del 16 ottobre 1990. 3) GIOVANNI FALCONE, Cose di Cosa Nostra, op. cit. pag. 106. 4) Chi non accetta la protezione spontaneamente deve essere "convinto". Prima si esponevano gli stessi boss, o i loro diretti collaboratori, con discorsi a «trasi e nesci» con i quali si diceva e non si diceva, si usavano esempi e sottintesi, si «consigliava» con fare complimentoso. Se tutto ciò non funzionava, si passava la mano ai «collaboratori armati», quelli che si reclutavano tra il brigantaggio e la criminalità comune, i quali iniziavano con una «fucilata di chiacchiaria» (un colpo che non doveva colpire, ma solo spaventare), poi si passava a una «proposta che non si poteva rifiutare» (resa popolare dal film Il Padrino) con la quale si colpiva un bene o un parente del malcapitato, fino ad arrivare - nei casi più estremi e a monito per tutti gli altri - all'opera definitiva della lupara. 5) Vito Cascio Ferro negli Usa dette vita a una diffusa rete mafiosa - la Mano Nera - che si specializzò nelle «protezioni» e nell'esigere il «pizzo›› da ampi strati della popolazione italo-americana. Tra gli sfortunati «clienti» della Mano Nera ci fù anche il famoso tenore Enrico Caruso. (Mario Consoli)

Ritorna, pure in Africa : il comunismo

🔴 questo ottimo articolo rende più chiaro cosa stia ritornando in Africa e, probabilmente, ovunque la Cina investa le proprie poderose risorse : il COMUNISMO 😏 Di certo in "salsa cinese", con un mix di capitalismo e marxismo tipico del regime di Pechino. Non quello vecchio stalinista, di matrice sovietica, che pure infestò il Continente nero prima e dopo la "decolonizzazione". E che oggi, alla luce dei discorsi e dei propagandistici appelli alla "lotta antifascista" di Putin e degli stati "alleati" della Federazione Russa, sembra "rinascere" in alcune parti del mondo. Dalla America latina alla Asia mediorientale cresce, in alcuni stati, la "nostalgia" per i bei tempi di Stalin e della stessa Unione Sovietica, rappresentate dallo (ex) Zar e dalla potenza militare della neo "armata rossa" di Mosca. Che, però, non convince del tutto i sostenitori viste le non eccelse prove di efficienza fornite in Ucraina e nella stessa Russia. Conclusione del discorso, per non farla lunga ? Gli stati africani, quelli che ci provano, fanno benissimo a volersi liberare della opprimente presenza militare ed economica dello imperialismo americano ed occidentale. Trovo opportuno e sacrosanto che si appoggino a qualunque potenza possa aiutarle nella riuscita del recupero della sovranità nazionale. Spero tuttavia, per il loro e nostro bene, "che non caschino dalla padella alla brace". 👉La Cina ora importa merci ed esporta il suo sistema di potere https://www.avvenire.it/mondo/pagine/la-cina-ora-importa-merci-ed-esporta-il-suo-sistema-di-potere Grazie per l'attenzione Vincenzo Mannello

LIDIA SELLA - Senza paura

sabato 14 settembre 2024

‘Putin Is Not Enemy’: Italians Protest Against Aiding Ukraine; Zelensky ...

la-pcr-e-inaffidabile-fabio-franchi-roberto-serpieri-settembre-2022

SI', LA PCR E' INAFFIDABILE - Fabio Franchi, Roberto Serpieri (settembre 2022)

ARMANDO CASALINI

ACCADEMIA DELLA LIBERTA': Corrado Malanga intervistato da Massimo Mazzucco ♥...

ACCADEMIA DELLA LIBERTA': Corrado Malanga intervistato da Massimo Mazzucco ♥...

ACCADEMIA DELLA LIBERTA': Corrado Malanga intervistato da Massimo Mazzucco ♥...

ACCADEMIA DELLA LIBERTA': Corrado Malanga intervistato da Massimo Mazzucco ♥...

UBALDO CROCE

UBALDO CROCE

venerdì 13 settembre 2024

Corrado Malanga intervistato da Massimo Mazzucco ♥️. 1piu1fa1

Cosa ha "fiutato" il Sultano ?

👉Erdogan ha dichiarato, nei giorni scorsi : "sosteniamo fermamente l'integrità dell'Ucraina' - "Il nostro sostegno all'integrità territoriale, alla sovranità e all'indipendenza dell'Ucraina rimane incrollabile". 🔴Strano sia "sfuggita" alla generale attenzione (di chi segue gli eventi in questione) questa perentoria dichiarazione del Sultano sulla "appartenenza" della Crimea alla Ucraina, pur fatta in una sede nella quale "non poteva dire altro". Erdogan è senza dubbio la "migliore" incarnazione di quel che, un tempo, si indicava come "levantino" : in sostanza un essere troppo indecifrabile, teso agli interessi personali, a trattative complicate .. una persona altamente inaffidabile, in sintesi. È, credo fino a ieri, l'unico interlocutore NATO che possa colloquiare con Putin. Quello che, avendo riportato la Turchia ad essere considerata una potenza regionale di primo peso e trovandosi persino in una posizione geografica privilegiata, può dar seguito ai primi, ed unici, tentativi di mediazione tra Russia ed Ucraina. Tralascio la (molto trascurata) considerazione di come, occupando le truppe turche una parte del territorio siriano, Erdogan non possa essere proprio lui a dare lezioni di diritto internazionale a nessuno, ed evidenzio solo un problema pratico : la Crimea, oramai, è parte integrante della Federazione Russa. Piaccia o meno a chiunque nel mondo, questa scelta è stata pure legittimata dalla volontà popolare con un referendum dallo esito incontrovertibile. Come potrà lo stesso Erdogan, dopo una simile dichiarazione di "sostegno incrollabile" alle ragioni della Ucraina, porsi nuovamente come mediatore di pace tra Zelensky e Putin ? Proprio per questo, per questa presa di posizione "troppo" netta, mi sorge il dubbio che il Sultano stia intravedendo all'orizzonte "nuvole nere" che non promettono niente di buono e che sia (ancora una volta) pronto a "riposizionarsi" con Washington 😏😏 Grazie per l'attenzione Vincenzo Mannello

come è!

 

giovedì 12 settembre 2024

L'Egitto degli atlantidei - Massimiliano Caranzano

Elisabetta Frezza: Agenda Gender, LGBT, Femminismo, Plagio, Bambini, Aut...

Federico Faggin - Oltre l'Invisibile

 Il prof. Federico Faggin, fisico, imprenditore, inventore del microprocessore, del touch screen e del touch  pad, autore dei libri “Silicio”, “Irriducibile” e “Oltre l’invisibile”, è intervenuto in varie Università, Scuole Superiori e Scuole di Medicina  per esporre la sintesi   delle  sue trentennali  ricerche sulla Coscienza.

Sul web numerosi  i video relativi ai  suoi interventi.

 Da “Oltre l’Invisibile” . pag. 260 - 261  “Scienza, spiritualità e religioni”

“I moderni scienziati riscoprono solo antiche verità. Religione e scienza, nell’antichità, erano collegate più strettamente di due gemelli.   Con attributi reciprocamente convertibili, la scienza era spirituale e la religione era scientifica. L’intuizione spirituale era pronta a supplire i limiti dei sensi fisici. Una volta separate, la scienza esatta rifiuta l’aiuto della voce interiore, mentre la religione diviene una semplice teologia dogmatica; e ognuna è solo un cadavere senz’anima” H.P. BLAVATSKY, Iside svelata

Nel mondo d’oggi, la scienza si occupa della realtà esteriore e la spiritualità della realtà interiore. I loro scopi e le loro visioni sono talmente differenti che c’è un abisso a dividerle. Infatti, la maggior parte dei fisici considera la realtà interiore un epifenomeno, cioè un’illusione, e quindi non la ritiene nemmeno un problema degno di studio.

La spiritualità si basa su esperienze unitive che cambiano radicalmente il senso della propria vita, la relazione tra sé e l’universo e la concezione della realtà fisica. L’esperienza di unione tra il mondo esteriore e quello interiore crea un forte bisogno di comprendere la natura della realtà più profonda, che si rivela in un vissuto straordinario.

Le religioni sono dottrine e pratiche di vita basate su filosofie e dogmi che hanno una forte connessione con la spiritualità, perché spesso fondate da persone ispirate da profonde esperienze spirituali. Le religioni si occupano del bisogno spirituale delle persone mediante dogmi e riti, che raramente conducono a quelle esperienze trasformative che ne sono all’origine. Esse hanno poco in comune con la scienza, e la mancanza di una base esperienziale ne rende pressoché impossibile l’unione.

Albert Einstein ha detto che “la scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca”. Ma in realtà egli credeva nel determinismo in cui non c’è posto né per il libero arbitrio né per la coscienza. E quindi la sua affermazione ha più valore poetico che scientifico.

I padri della fisica quantistica, Plank, Schrodinger, Heisenberg, Pauli, von Neumann e altri avevano intuito   invece che la coscienza era un aspetto fondamentale   della realtà, connesso con la natura dell’osservatore.          Purtroppo, non essendo mai riusciti a trovare la connessione precisa tra la coscienza e la fisica quantistica, questa intuizione è rimasta sterile.

L’introduzione dell’IA nella quotidianità della nostra vita, e il recente aumento di esperienze di risveglio, hanno fatto sì che molti siano diventati consapevoli del bisogno di integrare scienza, spiritualità e religioni in una visione coerente e inclusiva che vada oltre il materialismo e lo scientismo.  

L’unione di cui parlo riguarda l’interiorità con l’esteriorità, il soggettivo con l’oggettivo, il semantico con il simbolico, l’intuitivo con il razionale, l’emotivo con l’intellettuale, l’introverso con l’estroverso, il determinismo con l’indeterminismo   e l’astratto con il concreto.

Credo che solo una visione unitaria potrà illuminare e guidare il cammino dell’umanità   “verso una nuova aurora” (Giordano Bruno). Cammino che sarà particolarmente arduo in questo secolo dominato dal consumismo materialista e da uno scientismo militante. “

Un caro saluto.   Paola Botta Beltramo

Elisabetta Frezza: "Nuova educazione civica coincide con l'agenda 2030" ...

ARMANDO CASALINI

mercoledì 11 settembre 2024

L' 11 settembre secondo Massimo Mazzucco in diretta TV a Canale Italia

la "lotta al Fascismo" contagia Damasco

 pure la Siria, a quanto pare, sempre più vicina alla grandissima minchiatona della "lotta al fascismo nel mondo" .. ed al richiamo vetero comunista della propaganda stalinista messa in atto dalla Russia per "imbrogliare le carte" nella battaglia contro gli ex alleati delle "democrazie" liberalcapitaliste e socialiste europee. Sanno tutti, i governanti ed i media del globo intero, che non esiste un solo stato "fascista" sul nostro pianeta. Esistono i frutti della degenerazione partitocratica in Occidente e quelli, deleteri pure essi, del marxismo al potere in molti stati del resto del pianeta. Più, per completare, i servi di comodo degli uni o degli altri sparsi qua e là nei vari continenti. TUTTI eredi diretti dei "vincitori" della Seconda Guerra mondiale, dove ENTRAMBI i sistemi politici ed ideologici erano ALLEATI. Oggi, nel nuovo conflitto, invece di superare vecchi steccati ideologici per fermare lo imperialismo statunitense, Mosca ed alleati si rifugiano nello stantio slogan grazie al quale dei criminali incalliti come Stalin, Mao, Polonia Pot ed Ho Chi Min potevano mascherare le proprie azioni. "Sorvolando" sul dato di fatto incontrovertibile che, a dichiarare la UNICA guerra contro gli Stati Uniti, furono SOLTANTO Mussolini, Hitler ed Hiro Hito. Non i comunisti ed i loro eredi che oggi inventano un Fascismo che non c'è più dal 1945 🤫🤫


P.s. per quanto riguarda la Siria, la cui causa ho sempre sostenuto (nel mio piccolo), trovo persino che stia tradendo lo "spirito originario" del Partito Baath .. che, più che "marxista", ritenevo fosse "nazionalsocialista"🤔


👉Mosca, 11 settembre (SANA) Con la partecipazione della Siria, sono iniziati mercoledì a Mosca i lavori del Forum internazionale antifascista.
In poche parole, il rappresentante dell’ambasciata siriana, il consigliere Abdulrazzaq Ismail, ha sottolineato l’eccezionale importanza di questo forum alla luce delle complesse circostanze regionali e internazionali che il mondo sta attraversando.
Ismail ha fatto riferimento al ritorno delle tendenze razziste, fasciste e neonaziste, soprattutto in Ucraina, e alle pratiche del regime nazista Zelenskyj contro i residenti di origine russa nella regione del Donbass. Ha anche definito i crimini commessi da “Israele” contro il popolo palestinese “pulizia etnica e genocidio”.
“I tentativi di consacrare l’egemonia e l’unipolarismo occidentale sugli affari internazionali, le manifestazioni di neocolonialismo, le misure restrittive e le sanzioni illegali, che costituiscono tutte immagini di neofascismo e razzismo”, ha aggiunto.
Il diplomatico siriano ha sottolineato che “la vittoria sul neonazismo è una vittoria per la maggioranza mondiale”, ribadendo il rifiuto assoluto della Siria della supremazia e dell'unipolarismo.

 Grazie per l'attenzione 



Le Famigerate Esecuzioni delle Guardie Naziste dopo la Seconda guerra Mo...

World Skate Games Italia 2024 - Mondiali di Pattinaggio Artistico Rimini...

"11 settembre - La Nuova Pearl Harbor" - versione integrale

domenica 8 settembre 2024

Foggia assediato il Pronto Soccorso

 la violenza non è mai una scelta saggia, oltreché perseguibile penalmente. Ma in questo, come in altri casi, occorrerebbe riportare pure le ragioni dei (presunti) aggressori. Come sempre, da parte delle autorità e dei media associati, nessun cenno ad eventuali "mancanze" degli operatori sanitari coinvolti. Per carità, sappiamo TUTTI quanto possa essere difficile esercitare in un Pronto Soccorso ma sempre TUTTI conosciamo lo stato in cui viene a trovarsi chiunque, più o meno in qualsiasi parte d'Italia, si trovi a dovervi ricorrere per necessità. Più degli altri reparti ospedalieri, più di ambulatori ed uffici ticket, ancor più delle famigerate liste d'attesa un povero disgraziato che varchi la soglia di un Pronto Soccorso si ritrova scaraventato in un girone infernale degno della Divina Commedia. Presumo che qualsiasi lettore avrà avuto contezza di quanto sopra, per esperienza personale, di familiari o di conoscenti. Senza contare la marea di scandali riguardanti la Sanità pubblica (e privata) che trapela sui quotidiani e dai social. E che, spesso, non trova nessuna condanna reale da parte degli ordini professionali, amministrativi e dalla classe politica che vi sono direttamente coinvolti. TUTTI, per primi coloro che si sono opposti alla deriva morale e legale della dittatura sanitaria di Conte e Draghi, abbiamo avuto diretta conoscenza del comportamento della classe medica, dello asservimento (quasi) generale a provvedimenti liberticidi e pure agli interessi primari di Pfizer e soci. Hanno (i sanitari) contato numerose vittime tra le loro fila ? Forse si, certo che hanno nascosto delle verità oggi (parzialmente) svelate, comprese quelle, gravemente indiziarie, su troppe morti di pazienti per intubazioni forse non necessarie. Hanno guadagnato in euro e possibilità di carriera ? Questo è accertato .. ma la "credibilità" della categoria è stata fortemente intaccata, specie dalla mancanza di umanità dimostrata ferocemente con la supina accettazione degli ordini piovuti "dall'alto". Se poi aggiungiamo le croniche disfunzioni organizzative, i tagli 50ennali alla sanità pubblica, la chiusura di interi ospedali con tanti punti di Pronto Soccorso, la presenza dei "gettonisti" e delle cooperative dove non dovrebbero essere .. tiriamo le somme😏😏


martedì 3 settembre 2024

La crisi dell'imperialismo americano. Giorgio Vitali.

MADRE TERRA

 MADRE TERRA

Le popolazioni tradizionali di tutto il mondo hanno creduto in una MADRE TERRA che dona la vita e accoglie i morti nel suo terreno fertile. Gli antichi Greci la chiamavano Gaia, la presenza terrena dell' Anima Mundi, vasta e misteriosa intelligenza primordiale che costantemente fa nascere tutto ciò che esiste, la grande soggettività nutritiva, insieme s spirituale che materiale, che sostiene tutto ciò che è.  Tale antica conoscenza si rivela nella parola dghem che in qualche modo riconduce alla parola Earth ( inglese) ed a quelle ad essa collegate,

come Erde nelle lingue germaniche. Stepha Harding si delizia con un termine paragonabile: ANIMA MUNDI che tradotto dal Latino ha il significato di "Anima della Terra".
L'idea di una Terra vivente e viva continua ad influenzarci oggi attraverso un percorso platonico indiretto: nel suo TIMEO Platone afferma: " Questo mondo è in realtà un essere vivente dotato di anima e intelligenza....una sola entità visibile, che contiene tutte le altre entità viventi"
E da dghem, la parola indicante Terra,derivano per esempio "humus", "acido humico", "umore", "umanità" "umanista","studi umanistici" e la più significativa: "umano".  Harding, armato di passione scientifica e di una prosa brillante, ci mostra che NOI, membri di quel genere vivente, spacciato per "saggio",il cosiddetto Homo Sapiens, con la nostra capacità intrinsecamente fantastica di negazione e auto-inganno sappiamo in realtà di appartenere alla Terra, e lo sappiamo fin di primi documenti scritti, come anche nel profondo delle nostre coscienze intuitive....Come dichiaravano gli Antichi, quelli di Noi che non muoiono sopra l'oceano per un dirottamento aereo o non sono vittime di devastazioni provocate dalle bombe di una guerra, o riescono ad avere una cremazione privata  come alternativa "amica dell'ambiente", saranno accolti nel fertile terreno della Madre Terra in qualità di "suoi defunti". Lynn Margulis. GV.       

Il crollo dell'occidente è iniziato in Germania

PDR #63 GIADA MESSETTI: Quello che non sai sulla Cina

Il crollo dell'occidente è iniziato in Germania

I progetti del futuro

domenica 1 settembre 2024

Plutone retrogrado🌖​ in Capricorno🐐⚡​"Messe Nere e Futuri Piani" - Franc...

Praga, agosto 1968 .. meglio ricordare

 ⚠️ 20 agosto 1968 Cecoslovacchia: invasione sovietica .. lo stesso esercito che viene continuamente esaltato dalla propaganda di Mosca come erede della "guerra patriottica" di Stalin. Vinta, certamente non da solo, ma che rese schiavi della dittatura comunista i paesi occupati dal 1945 al 1991 


🔴 proseguendo con la assurda accusa di "lotta al nazismo", invece che di quella allo imperialismo americano, è naturale che, in Europa, si rammenti pure a Putin cosa sia stata la Russia comunista e cosa rappresenti, pure oggi, la "armata rossa" per i popoli a suo tempo oppressi. 




Grazie per l'attenzione 
Vincenzo Mannello 

Don Curzio Nitoglia: "Ho personalmente assistito ad alcuni esorcismi. Il...

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