venerdì 31 ottobre 2014

Merle Haggard & Jerry Lee Lewis - Good Night Irene

Eric Clapton - Good Night Irene

Un Dante Alighieri ghibellino e alla scoperta del Socialismo Mazziniano

LA RASSEGNA STAMPA DEL 31 OTTOBRE

OPERAI AST SONO SOLO UNA PICCOLA PARTE DELLA CATASTROFE: 155.000 DIPENDENTI A RISCHIO LICENZIAMENTO IN 160 VERTENZE!

"DA QUANDO L'ITALIA HA LANCIATO LA MARE NOSTRUM, AUMENTO SENZA PRECEDENTI DI CLANDESTINI E DI MORTI (GOVERNO INGLESE)

PAOLO GENTILONI NUOVO MINISTRO DEGLI ESTERI. (GENTILONI, IL "NUOVO" AVANZATO)

PADOAN ANNUNCIA CHE LO STATO GRAZIE ALLE RIFORME SE NE FREGHERA' DEI LICENZIATI

LIBIA: I PARTIGIANI DI GHEDDAFI CONTRATTACCANO

The winter is coming...





Kiev non ha presentato le garanzie del pagamento anticipato del gas russo. Lo ha annunciato Aleksandr Novak, ministro dell’energia della Russia. Le trattative trilaterali sulle consegne del gas all’Ucraina vanno avanti. Secondo le parole di Novak, tutti i documenti sono pronti e concordati ma senza le garanzie Mosca non li firmerà.

 Lo schema sembra semplice. Kiev paga il denaro, Mosca fornisce il gas. Ma dove Kiev può prendere il denaro? A questo deve provvedere l’Europa vitalmente interessata a che il gas destinato alla stessa non scompaia senza lasciare traccia nelle sconfinate steppe ucraine. Di ciò si è parlato durante l’incontro a tre, ossia tra Kiev, Mosca ed Eurocommissione, tenutosi a Berlino. Di questo si parla adesso a Bruxelles.

Ma, a quanto risulta, i dirigenti del settore energetico ucraino non lasciano la speranza di ottenere il gas gratis. Pertanto i negoziati procedono a stento e tanto a lungo: le parti hanno condotto trattative tutta la notte tra il 29 e 30 ottobre e le continueranno la sera del 30 ottobre. “Se ci sarà il denaro, ci sarà il gas”, ha riassuto la posizione russa il ministro Novak.

A causa della vicenda del gas l’Europa è venuta trovarsi in una situazione assai ambigua, dice Igor Juškov, analista del Fondo per la sicurezza energetica nazionale:

Sorge la questione della sicurezza energetica degli stessi europei. Gli americani occupano una posizione opposta agli interessi dell’Europa, ossia contano sul fatto che le consegne del gas dalla Russia saranno interrotte, che di conseguenza i prezzi sul mercato europeo aumenteranno e gli americani potranno in futuro fornirvi gas. Gli europei rimangono di fatto soli. Devono pagare con i propri mezzi per il gas invernale per l’Ucraina ed anche per i suoi problemi politici. Naturalmente, non se lo aspettavano.

Il rappresentante della Eurocommissione alle trattative, l’eurocommissario Günther Oettinger, ha dichiarato in precedenza: entro la fine dell’anno l’Ue è pronta a stanziare per Kiev 760 milioni di euro. Ma per il momento Bruxelles non riesce ad ottenere dagli ucraini le garanzie che questo denaro sarà destinato al pagamento delle fatture del gas. Oettinger ha dovuto ammettere che tutto si spiega con il fatto che l’Ucraina non vuole pagare per il gas. Ma le somme richieste sono imponenti, rileva Serghej Pravosudov, direttore dell’Istituto dell’energetica nazionale:

I parametri concordati dalla Russia e dalla Eurocommissione sono i seguenti: estinguere entro la fine dell’anno il debito di 3,1 miliardi di dollari e pagare per il gas un anticipo di circa un miliardo e mezzo di dollari. Allora inizieranno le forniture. L’Ucraina possiede questi 3,1 miliardi, il Fondo monetario internazionale le ha concesso il relativo credito. L’FMI promette un nuovo credito solo in primavera. Per trovare ancora un miliardo e mezzo bisogna – ha detto Angela Merkel – concedere agli ucraini un bridge credit, ossia il denaro da restituire poi in primavera grazie al credito dell’FMI. Ma tutti capiscono che senza il pagamento dell’anticipo il gas non sarà fornito in inverno all’Ucraina che comincerà quindi a prelevare il gas appartenente agli europei.

Eppure questa volta esiste la probabilità di raggiungere un accordo grazie ad alcuni fattori. In primo luogo, è arrivato il freddo che ha messo a repentaglio la sicurezzaa dell’Ue. Stando alle stime della Eurocommissione, senza il gas russo possono gelare 24 paesi dei 28. Pertanto per Oettinger il compito di chiudere al più presto il problema è una questione di principio. Non solo, ma entrano in carica la nuova composizione della Eurocommissione e il nuovo commissario per l’energia. Oettinger dovrà trasmettere gli affari al successore, lo slovacco Maroš Šefčovič, che non si è occupato ancora del tema del gas. Per l’esame della questione ci vorrà parecchio tempo, ma l’Europa non ne dispone in quanto sta per iniziare l’inverno.
Anche la parte russa, dice il ministro Novak, spera di terminare i negoziati con questo round a Bruxelles. Se due negoziatori hanno convenuto su qualcosa, esiste la probabilità di persuadere finalmente il terzo.

giovedì 30 ottobre 2014

Paolo Maleddu "la moneta é un documento contabile"



UN PO' DI MEDITAZIONE - GOVINDA .- MY SWEET LOORD - HARI PURSHAM - HARI KRISHNA





SANTO MANGANELLO

SANTO MANGANELLO

Ricordo uno dei tanti episodi di “Don Camillo”, dell’immenso Guareschi. In una trasferta a Milano, ciascuno sotto mentite spoglie, i due eroi, Don Camillo e Peppone finirono bastonati. Con il contrappasso, però:  Don Camillo fu bastonato dai “neri” , mentre invece Peppone le buscò dai “rossi”. Nemesi storica.
Oggi si sono viste cariche della Polizia contro gli operai.
Cancellati di colpo sessanta anni di storia. La macchina del tempo renziana ed alfaniana ha fatto rivivere Scelba ed il mitico Terzo Celere di Padova, il più duro fra i duri.
Mi sono tornate alla memoria scene di Napoli, quando l’allora ministro dell’Interno Napolitano mandò i suoi uomini a manganellare i disoccupati partenopei.
Deve esserci un diavoletto nascosto ed invisibile fra gli scranni del Governo, che obbliga i rossi (perché sempre trinariciuti sono e restano, comunque cambino il nome) a prendere a botte gli operai. Si ripete la nemesi storica di don Camillo e Peppone.
Sia chiaro che personalmente sto dalla parte degli operai, Mica sono figli di papà, con gli abiti firmati, quelli che vanno in piazza. Sono gente, padri di famiglia, che si sono trovati sulla strada senza lavoro. Poveracci. Come poveracci sono i Poliziotti costretti dalla divisa ad ubbidire. Scontro fra poveri.
Altra cosa sono i black bloks, mascalzoni professionisti prezzolati per creare disordini. Altra cosa sono i “centri sociali”, giovani spaccati, senza voglie né mete, dediti a certi consumi, che odiano tutto ciò che è altro dal disordine, dal vuoto, dal nulla. Contro questi figuri usare il manganello è oggettivamente un atto di misericordia corporale.
Però.
Va bene che al ministero degli Interni c’è una ameba ruggente, tale Alfano, vera pubblicità delle uova pasquali ridanciane. Cioè il nulla. Ma il mio personale diavoletto custode mi sta insinuando nella zucca certe idee….
Non mi tornano i conti. Delle due, una.
O il Governo ha dato ordini severissimi di non turbare la pax germanica, in ossequio all’Angela, oppure ha dato ordini così confusi e elastici da assomigliare ad un piano economico quinquennale della fu Unione Sovietica.
Oppure c’è altro. Cioè la casta sa che di scene come quella di ieri se ne vedranno sempre di più, perché chiuderanno sempre più Aziende, e sempre più grandi.
In altre parole, stanno venendo al pettine i regali della democrazia, della partitocrazia, del servilismo, dell’incapacità.
Annaspa, la casta.
Ciancia di TFR (liquidazione), inventata da Mussolini, che creò, lui sì, lo Stato Sociale: oggi cercano di svuotare la piscina col passa brodo, col setaccio.
E allora cercano di difendersi dalla marea montante di ribellione.
Sia chiaro che gli operai, come i “colletti bianchi” della marcia di Torino, come i contadini (quei pochi rimasti), come gli impiegati privati o pubblici che siano, sono il Popolo. E scontrarsi col Popolo vuol dire perdere. Sempre.
Sia chiaro che le cinture hanno esaurito i buchi da stringere.
Sia chiaro che, come sempre, il Popolo italiano, buono e scanzonato per natura, proprio come i buoni, quando non ce la fa più diventa più feroce di altri. Di prove storiche ne abbiamo a bizzeffe.
Da anni sbraito che si avvicina la stagione dei conti. E che saranno salati. Salatissimi.
Vuoi vedere che è cominciata?
Forza, Gente, che la va a pochi.

Fabrizio Belloni 

Eurogendfor: la denuncia di Igor Gelarda, Segretario Nazionale sindacato di polizia (CONSAP)



Lezione di Morales alla Sapienza



Evo Morales, primo cittadino della Bolivia dal 2006, ha tenuto il 29 ottobre 2014 una "Lectio Magistralis" all'università "La Sapienza" di Roma ed ha rilasciato una piccola intervista a "La Repubblica":



Presidente, è giusta l'analisi secondo la quale il suo miglior risultato è stato quello di riunificare politicamente la Bolivia?
"Sì, non ci sono più le due Bolivie di quando arrivai al potere. Quella delle indios delle Ande e quella dei discendenti europei delle pianure. Il 12 ottobre hanno votato tutti per me, abbiamo vinto in ogni regione del paese, tranne una".

Come è stato possibile? Solo alcuni anni fa si temeva una secessione nel suo paese fra le aree più ricche e le aree delle Ande dove vivono gli indios più poveri. Era anche nato un partito che lottava per l'indipendenza della "mezzaluna", le quattro regioni non andine.
"Non c'è più la mezzaluna, siamo diventati una Luna piena. Per me era molto importante l'unità del paese. Non solo quella territoriale, anche quella culturale, sindacale, sociale. I secessionisti sono stati sconfitti. Abbiamo ottenuto questo risultato lavorando insieme con tutti i Comuni e insieme ai movimenti sociali".

Un'altra cosa che sorprende è la situazione economica. I conti sono in ordine, l'inflazione bassa, la disoccupazione è scesa al 3%, il Pil continua a crescere. Perfino l'odiato Fmi oggi indica la Bolivia come un modello
"Quando il Fondo monetario dice qualcosa di positivo su di noi, mi preoccupo. Ma la verità è che oggi siamo noi a fornire ricette e esempi di amministrazione al Fondo e non più loro a noi. Il nostro ministro dell'Economia non discute solo con il Fondo monetario, ormai lo invitano le Università americane e va a spiegare il nostro modello. E in cosa consiste il nostro modello? Superare l'economia delle risorse naturali e passare da un'economia delle materie prime ad una industriale senza perdere di vista gli aspetti sociali".

Quando Lei arrivò alla presidenza nel 2005 la Bolivia era un paese nel caos, c'erano rivolte contro la privatizzazione delle risorse, i presidenti duravano pochi mesi, uno addirittura fuggì. Cos'è cambiato con l'elezione del primo indio nativo?
"Penso che siamo riusciti a cambiare anche la percezione del fare politico. Prima di noi la politica era gli interessi e gli affari dei politici, l'élite bianca che saccheggiava il Paese. Per loro la politica era la scienza di come utilizzare il popolo. Per noi la politica è la scienza di servire il popolo".

Lei che vince in Bolivia, la Rousseff in Brasile, il partito di Pepe Mujica in Uruguay, la Bachelet in Cile. C'è una sinistra in America Latina che ha dimostrato di saper governare...
"Ero un contadino, un cocalero, coltivavo le foglie di coca, e nel mio Paese si diceva che i contadini servivano solo per votare, mai per governare. Abbiamo dimostrato il contrario. In America Latina c'è un sentimento diffuso di liberazione democratica, di rifiuto delle vecchie politiche di dominazione e saccheggio. Non dico un sentimento anticapitalista ma di certo anticolonialista".

Crede ancora nel "socialismo del XXI secolo"?
"Ogni Paese ha le sue peculiarità. In Bolivia abbiamo un'economia plurale con molta attenzione a ridurre le differenze nel reddito. In meno di 10 anni la povertà estrema è scesa dal 38 al 18% e scenderà ancora. La disoccupazione è al 3%. Tutto ciò lo abbiamo ottenuto nazionalizzando le risorse naturali che prima venivano saccheggiate".

Nel suo Paese c'è tuttora il grave problema del lavoro infantile?
"C'è una differenza culturale. Io ho iniziato a lavorare nella mia famiglia appena ho imparato a camminare. Purtroppo quando si è poveri anche i bambini aiutano le famiglie. Riducendo la povertà risolveremo anche questo dramma".

Fonte:http://www.repubblica.it/esteri/2014/10/30/news/la_lezione_di_morales_cos_ho_fatto_della_bolivia_un_modello_di_sviluppo_copiato_anche_dagli_usa-99362202/

LA RASSEGNA STAMPA DEL 30 OTTOBRE 2014

CRONACA DI UNA GIORNATA "ANNI SETTANTA" A ROMA: BOTTE DA ORBI DELLA POLIZIA A OPERAI IN SCIOPERO (STILE SCELBA)

CAMERON: "ALZO LA SOGLIA DI ESENZIONE TOTALE DALLE_TASSE A 12500 STERLINE E IL MASSIMO CALERA' AL 40% SOPRA LE 50.000"

MISTERIOSO ACQUIRENTE CINESE REGISTRA IL CARICHI DI GREGGIO

LA VITTORIA DEL BANDERISMO RIDURRA' L'UCRAINA AL SOLO BANDERISTAN



L’Ungheria minaccia di uscire dall’Unione Europea





László Kövér, speaker del parlamento ungherese, ha fatto capire che se Bruxelles indicherà all’Ungheria come va governato il paese, l’Ungheria può abbandonare l’Ue. È già il secondo paese che minaccia di uscire dall’Ue. È possibile parlare ormai di una tendenza?

Nell’Ue è difficile trovare un altro paio di Stati tanto dissimili. La Gran Bretagna è un veterano, l’Ungheria è un “coscritto”. La Gran Bretagna è un donatore, e lo scandalo scoppiato tra Londra e Bruxelles è dovuto appunto al fatto che Bruxelles ha chiesto alla Gran Bretagna contributi supplementari. L’Ungheria non pretende affatto al ruolo di donatore. La Gran Bretagna si esprime per l’irrigidimento delle sanzioni antirusse, mentre l’Ungheria ne soffre forse più della Russia stessa.
In altre parole, l’Ungheria e la Gran Bretagna sono sue casi limite. Se quello che le unisce ancora nell’Ue è l’intenzione di uscire dall’Unione Europea e i dubbi in merito alla solidarietà europea, allora si può dire che questi paesi sono arrivati al limite. Anche se è vero che la stessa Ungheria, malgrado tutti i suoi buoni sentimenti nei riguardi della Russia, non revoca la propria firma sotto il cosiddetto terzo pacchetto di sanzioni e non si rifiuta di rafforzare la NATO con un centinaio di militari ungheresi inviati in Lituania, i quali vi sono arrivati il giorno prima nell’ambito della nuova dottrina militare della alleanza per la garanzia della sicurezza dei Paesi baltici.
L’Ungheria non è convinta che l’Ue sia capace di difenderla. Bruxelles non ha fatto niente per proteggere l’Ungheria davanti agli USA e, quindi, ha fatto il gioco degli americani nel tentativo di punire l’Ungheria. Tutti si rendono, infatti, conto che le accuse di corruzione contro una serie di altolocati funzionari unheresi servono solo da copertura. Ciò in primo luogo perché la corruzione in Ungheria non supera il medio livello europeo. In secondo luogo, questi fatti di corruzione non sono stati nemmeno provati.
È invece ovvia l’intenzione del premier Orban e del suo team, malgrado le pressioni esercitate, di mantenere i rapporti con Mosca. Pertanto, stando ai politici ungheresi, i tentativi di punirli per questo rappresentano un’ingerenza negli affari non solo esteri ma anche in quegli interni. Lo speaker László Kövér ha fatto capire che se Bruxelles indicherà all’Ungheria come va diretto il paese, l’Ungheria può uscire dall’Unione Europea. Il deputato dell’Europarlamento, Thomas Deutsch, molto influente in Ungheria, ha detto che i valori europei sono "troppo lontani". "Spetta a noi stessi determinare il nostro fututo nell’Ue ", ha detto il deputato.
Già in agosto Viktpr Orban ha avvertito l’Occidente che la Russia rimane il principale partner economico dell’Ungheria fuori dell’ambito dell’Unione Europea: "In politica cio si chiama segare il ramo sul quale stai seduto”. Se è così, allora l’unica possibilità di non cadere insieme con il ramo è saltare giù dallo stesso da solo.
Riuscirà l’Ungheria a farlo? Risponde Vasilij Koltašov, vicedirettore dell’Istituto della globalizzazione e dei movimenti sociali:
Adesso l’Ungheria non ha dove uscire. Ma le sue autorità cominciano, probabilmente, ad esercitare una seria pressione sulla euroburorazia per strappare cedimenti e per ottenere una migliore posizione nell’ambito dellUe. Si tratta ancora di ricatto. Ma l’Ungheria dimostra di essere pronta ad uscire. Questa disponibilità non è fittizia. Tale quadro è nuovo per le élites europee. Ciò vuol dire che tra qualche tempo anche altri paesi dell’Europa Orientale possono occupare questa posizione. Allora l’Ue avrà a che fare con un’opposizione molto più seria alla propria politica. Alla fine avremo in Eurasia un’integrazione assolutamente nuova.
L’Ue può dare all’Ungheria risorse finanziarie attraverso la Banca Centrale europea. Può allargare le possibilità delle autorità ungheresi per il finanziamento della politica sociale, per la legislazione sul lavoro. L’Ue può persino chiudere un occhio sul fatto che l’Ungheria non eseguirà i molteplici memorandum dell’Ue e non peggiorerà ancora la situazione materiale della popolazione. Ma l’Ue non può proporre all’Ungheria lo sviluppo della sua economia. Pertanto le piccole concessioni che le autorità ungheresi riusciranno a strappare alla burocrazia europea non metteranno il punto nella crisi dei rapporti. Successivamente l’Ungheria dovrà lo stesso sollevare la questione dell’uscita dall’Ue. Ma anche la sola dichiarazione dell’Ungheria cambia già la situazione, in quanto dimostra che la crisi economica, la crisi sociale nell’Unione Europea si è trasformata già non solo in una crisi politica ma anche in preludio alla disgregazione politica.

la storia della crisi economica - doppiato in italiano

Le ragioni nascoste della crisi economica - Croce - Vitali - Pucciarelli

CANCRO LE CURE PROIBITE a cura di Massimo Mazzucco

CANCRO LE CURE PROIBITE a cura di Massimo Mazzucco


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L'EURO E' UNA TRUFFA INFORMATI

Quelli che vogliono esercitare la sovranità in Italia contro il colonizzatore invasore Americano.....!!! e gli imbecilli che gli tirarono pure le monete


mercoledì 29 ottobre 2014

LA RASSEGNA STAMPA DEL 29 OTTOBRE 2014

GLI AVVOLTOI SU BELGRADO

ECCO LA RADIOGRAFIA DEL "LAVORO" DEL GOVERNO RENZI DOPO OTTO MESI. PUNTO PER PUNTO, LE SUE DICHIARAZIONI E LA REALTA'

DEUTSCHE BANK COI CONTI IN ROSSO HA PENDENTI 6000 PROCEDIMENTI GIUDIZIARI SUPERIORI AI 100.000 EURO L'UNO CATASTROFE

USA, PUTIN HA IL CANCRO

LA SVEZIA LANCIA UN DIVERSIVO PER GIUSTIFICARE IL RADDOPPIO DEL PROPRIA FLOTTA AEREA

SOROS E CIA SUBISCONO UNA GRAVE SCONFITTA IN BRASILE








Confessione di un Soldato Americano!

I terroristi infiltrati in tutto il mondo aspettano solo un ordine







Incontrando oggi una delegazione della Cina, il Segretario generale dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), Nikolay Bordyuzha, ha esortato il ripristino della cooperazione tra i maggiori Stati del mondo nell’ambito della lotta al terrorismo.

Nell’intervista esclusiva a “La Voce della Russia” Bordyuzha ha citato una serie di dati, finora tenuti segreti, relativi alla gravità della minaccia del terrorismo e ha spiegato perché i terroristi sono avvantaggiati dall’attuale politica del presidente Obama.
- Nelle file dell'ISIS militano cittadini degli USA, di vari paesi d’Europa e, purtroppo, anche della Russia e di altri paesi che sono membri dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Come intende fronteggiare questa minaccia la CSTO?
Noi già da tempo diciamo che in Afghanistan, e più precisamente al confine col Pakistan, esistono dei campi dove vengono addestrati dei cittadini degli Stati che sono membri di CSTO. Dopo il corso di addestramento fanno poi uno “stage” in Siria o Iraq, sotto lo sguardo di militanti dello “Stato islamico”. Per noi è una minaccia molto seria, perché tutte queste persone in seguito torneranno in casa. Torneranno cioè in Europa e anche nei paesi di CSTO.
Secondo le nostre informazioni in Afghanistan già esistono dei gruppi armati composti da cittadini dei nostri paesi, che stanno solo aspettando un ordine per cominciare un’intensa attività di destabilizzazione.
- Anche in Russia?
In Russia come in Kazakhstan, Kirghizstan, Tagikistan e Uzbekistan. Sono reparti di cui fanno parte dei cittadini dei nostri paesi. Hanno già fatto il corso di addestramento, alcuni anche lo stage. Cioè, sono totalmente pronti, e quando arriva l'ordine – e noi abbiamo delle informazioni in merito – troveremo questi elementi in casa nostra. …
La stampa ha già riferito che il Servizio federale della sicurezza ha arrestato nei pressi di Mosca un gruppo di terroristi che progettavano degli attacchi nella capitale e nella regione di Mosca. Questo gruppo è stato addestrato in Afghanistan.
- Si riferiva anche che alcuni di loro sono legati al Movimento islamico dell’Uzbekistan. E così?
Anche questo è vero. I nostri colleghi in Tagikistan comunicano di aver fermato più di 50 persone che avevano combattuto in Afghanistgan, poi sono tornate in Tagikistan ed erano pronte a eseguire gli ordini. Per noi è una minaccia.
Noi come Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva abbiamo costituito un gruppo di lavoro per la lotta contro il terrorismo e le organizzazioni estremiste. Questo gruppo analizza tutte le informazini che riguardano l’attività estremistica. Uno dei problemi concerne l’invio dei mercenari da addestrare, il successivo stage all’estero e poi il ritorno in caso. Scambiamo questo tipo di informazioni.
Inoltre, nel settembre 2013 CSTO ha deciso di rafforzare la protezione della frontiera tra Tagikistan e Afghanistan, e di fornire relativi aiuti al Tagikistan. Nel quadro di questa decisione in questo periodo alla parte tagika vengono consegnati degli armamenti e degli equipaggiamenti militari. In parallelo viene costantemente monitorata la situazione in Afghanistan e si analizzano eventuali scenari. Un altro aspetto dell’attività di CSTO riguarda il potenziamento della componente di forza. Non si tratta solo delle truppe, ma anche dei reparti antiterroristici e dei reparti speciali della polizia preposti alla lotta contro le formazioni criminali. Il nostro scopo è di far sì che questo potenziale venga adoperato tempestivamente e con efficienza, in modo da parare la minaccia.
Ci sono anche altri piani che mirano a minimizzare la minaccia in questione. Ci stiamo preparando all’eventuale peggioramento della situazione. Non è detto che sarà così, ma il rischio esiste. Facciamo tutto il possibile per evitare tale peggioramento e l’influenza negativa sulla sicurezza dei nostri paesi.
- Quante persone provenienti dai paesi CSI partecipano ai combattimenti in Afghanistan o militano nelle file dei ribelli in Siria?
Non posso indicare i dati che abbiamo, dirò soltanto che recentemente sulla stampa è stato scritto che coloro che sono partiti per la guerra solo dall’Uzbekistan sono da 800 a 1000 persone. È una forza enorme! È una divisione di fanteria! Ad ogni modo si tratta di centinaia di persone. Secondo alcuni dati i cittadini della Russia sono circa 1000. Ci potrebbero essere anche alcune centinaia di tagiki e varie centinaia di persone provenienti dalla Kirghizia. Indicare il numero esatto non è possibile, ma le cifre sono queste.
- Forse dovremmo rafforzare la protezione delle nostre frontiere e irrigidire la politica in materia d' immigrazione?
So che ci sono delle proposte in tal senso, ma così perderemmo i nostri alleati. Chiudere la frontiera e non far entrare nessuno per vivere sani e felici non sarebbe una soluzione. La chiusura delle frontiere non ci darà niente. Un’altra cosa è che unendo gli sforzi possiamo creare una zona di sicurezza nel territorio degli Stati che partecipano all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, piuttosto che spendere miliardi per la costruzione di sbarramenti e chiuderci dai nostri vicini e alleati. Non è una strada da seguire.
Dobbiamo impostare in maniera corretta la nostra politica congiunta sia nel campo della migrazione, sia in quello della sicurezza. Occore organizzare con efficienza le azioni congiunte e potenziare i relativi servizi dei nostri Stati. I nostri alleati, e noi con loro, vogliamo una maggiore sicurezza e siamo pronti a cooperare. Dobbiamo semplicemente usare queste possibilità per portare la cooperazione a un livello più efficiente.
- Esiste per la Russia una minaccia specifica alla luce del ritiro delle truppe USA dall’Afghanistan?
Certо. Questo problema lo studiamo già da tempo su incarico del presidente. A nostro avviso la situazione peggiorerà. Queste valutazioni, tra l’altro, trovano conferma. Sono appena tornato da Dushanbe, dove abbiamo parlato della situazione in Afghanistan. I segnali che arrivano sono tanti e sono tutti negativi.
Secondo i dati dei servizi tagiki, sul versante afgano la frontiera solo in parte è controllata dalle forze del regime. Su alcuni tratti i talebani hanno già raggiunto la linea di confine. Occupano le province, uccidono coloro che lavorano negli organi di potere. Le forze governative sono preparate male, in alcuni casi si danno semplicemente alla fuga. Avevamo detto che la situazione sarebbe peggiorata, e oggi ciò trova la sua conferma.
- C’è anche il traffico di droga...
Quello della droga è un tema a parte. É il nostro mal di testa. Adesso stiamo usando delle nuove forme di lavoro, il controllo delle rotte più pericolose è stato affidato ai reparti speciali. Sebbene la droga stia arrivando anche da altri paesi, la nostra massima priorità è il flusso proveniente dall’Afghanistan.
Il Servizio federale antidroga della Russia e il Consiglio coordinatore di CSTO, presieduto da Viktor Ivanov, stanno facendo tutto il possibile affinché questo lavoro sia efficiente.
- Quali sono oggi le minacce più gravi alla Russia e ad altri paesi CSTO?
Il primo livello dei problemi sono i punti di conflitto. Si prenda ad esempio il Karabakh. I dirigenti dell’Azerbaigian dicono che il problema del Karabakh sarà risolto con la forza.
C’è poi l’Afghanistan. C’è l’Ucraina che pure incide sulla situazione. Ci sono poi conflitti bilaterali e l’instabilità dovuta all’insufficienza delle risorse idriche e dell’energia elettrica. E poi l’attività delle organizzazioni estremistiche.
Tuttavia il problema più importante in questo momento non sono queste sfide concrete. Il problema più grave è la scissione della coalizione antiterroristica, la rottura del sistema di sicurezza globale. Questa è una vera sfida per tutti. Si tratta in sostanza di una contropposizione diretta tra la Russia e i suoi alleati, da una parte, e gli USA con i loro alleati dall’altra. Questa situazione è dovuta agli sforzi dell’amministrazione Obama. La coalizione si è spaccata e le organizzazioni terroristiche ne hanno approfittato.
Di conseguenza in Iraq e Siria vediamo come i terroristi occupano vasti territori, le fonti più importanti di risorse finanziarie, i giacimenti petroliferi. Si tratta di un flusso enorme di petroldollari. Riescono anche a mettere le mani su armamenti moderni e sofisticati, come è successo in Iraq. Tutto ciò è conseguenza della politica che gli USA hanno attuato negli ultimi tempi, a cominciare dall’Ucraina.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_10_28/Nikolay-Bordyuzha-i-terroristi-stanno-solo-aspettando-un-ordine-8878/

Fonte: La voce della Russia

L’improbabile “preghiera laica” di Suor Cristina

L’improbabile “preghiera laica” di Suor Cristina
di Enrico Galoppini 

Ormai non esistono più limiti alla manipolazione e alla destabilizzazione mentale.
Suor Cristina, pardon, “Sister Cristina”, lanciatissima grazie alla vittoria in un famoso concorso canoro televisivo (“The voice”) replicato pedissequamente in ogni paese occidentale, si è cimentata con un rifacimento di Like a Virgin (“Come una vergine”), della celebre cantante pop “Madonna” (al secolo Louise Veronica Ciccone).

prosegue su:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49643

Alla ricerca di un uomo chiamato Gesu


Rassegna stampa sull'attualità-un uomo qualunque.

Intervista ad Alessio Villarosa - M5S - MASSIMO MAZZUCCO

Intervista ad Alessio Villarosa - M5S


“Siamo nati ieri, si; ma di mattina presto”

L’Italia in guerra. Al comando degli USA e della NATO - PRESENTAZIONE LIBRO "ITALIA USA E GETTA"


L’Italia in guerra. Al comando degli USA e della NATO (Seconda parte)

APRITE BENE LE ORECCHIE! PARLA PUTIN!

APRITE BENE LE ORECCHIE! PARLA PUTIN!

martedì 28 ottobre 2014

BANCA D'ITALIA SMASCHERATA in tribunale dal prof. Giacinto Auriti e l'av...

"Vogliamo un Tribunale del Popolo per processare chi ha tradito l'Italia"

“Campi nomadi”: la soluzione arriva dalla “democrazia”!

“Campi nomadi”: la soluzione arriva dalla “democrazia”! 

di Enrico Galoppini

Scandalo, orrore, apriti cielo! La proposta del sindaco di Borgaro Torinese (del Pd), appoggiata da un assessore della sua giunta (di Sel), ha suscitato – come previsto - un vespaio di polemiche.
A seguito di reiterati e continui atti di vandalismo ai danni dei mezzi della linea di autobus 69 e di soprusi nei confronti dei suoi passeggeri compiuti da residenti del “campo nomadi” ubicato lungo il percorso del suddetto mezzo pubblico, il Comune della cittadina dell’hinterland torinese ha esposto al fornitore del servizio una richiesta a dir poco “moderata”, eppure definita “scioccante”: creare due linee “separate” dello stesso 69; una per i rom, comprendente la fermata all’ingresso del loro luogo di residenza, l’altra che non comprende la predetta fermata e che perciò potrà essere utilizzata, con maggior sollievo, da tutti gli altri abitanti della zona.

prosegue su:
http://ideeinoltre.blogspot.it/2014/10/enrico-galoppini-campi-nomadi-la.html


L'EPITAFFIO DI FED./GOLDMAN/MORGAN HA UN NOME: SHANGAI GOLD EXC


LA RASSEGNA STAMPA DEL 28 OTTOBRE 2014

L'ITALIA E' UNO DEI CASI PIU PROBLEMATICI DELL'EUROZONA. LA NUOVA CRISI DELL'EURO COVA IN ITALIA (ZEW,MANNHEIM)

CLAMOROSO / LA GRAN BRETAGNA NON PARTECIPERA ALL'OPERAZIONE TRITON DELLA UE: "INCORAGGIA L'IMMIGRAZIONE, E SBAGLIATA"

CAMPI DI STERMINIO UE IN GRECIA: MIGLIAIA DI PERSONE RINCHIUSE CON LA FORZA IN MANICOMI-LAGER DA POLIZIA E MAGISTRATURA

PERCHE L'INDIA DEVE RIPENSARE IL RAFALE?


IL CROLLO DELLE CERTEZZE EURISTE: I SORCI ABBANDONANO LA NAVE CHE AFFONDA!

Quando la nave affonda, si sa, i sorci la abbandonano. Dopo la mitica manovra degli 80 euro, deliberato tentativo del Salsicciaio di evitare il tracollo dei numeri del nostro paese, i nuovi valori sono questi:

CONSUMI ITALIA

Come si può notare, la manovra degli 80 euro ha funzionato perfettamente, il “Piciernile” di crescita dei consumi si può notare (-8%) si è ampiamente verificato (DIO STENDA UN VELO PIETOSO SULLE PERSONE A CUI GLI IDIOTI ITALIANI DANNO IL LORO VOTO)!
Ed ora iniziano a smarcarsi coloro che hanno compreso benissimo la deriva del paese:
1) CUPERLO


eppure rammento benissimo una delle sue partecipazioni televisive in cui IL SUO MODELLO NELL’EURO SAREBBE STATO QUELLO DI AZIENDE AD ALTA INNOVAZIONE CHE NON HANNO BISOGNO DI TAGLI SALARIALI, già!…..Ma allora era segretario del Partito e teneva tantissimo ALLA POLTRONA DEL PARTITO AL GOVERNO ! ! !
Oggi è fuori dalle logiche di potere e inizia a smarcarsi CONSAPEVOLE DELL’IMMINENTE CROLLO DELL’EUROSTRUTTURA ! ! !
2) STEFANO FASSINA


il quale però, incalzato dalle mie domande, quando era viceministro rispose in un modo che oserei definire EURISTA FINO AL MIDOLLO!
Per un’adeguata comprensione, vi riporto le SLIDE che produssi al termine del mio colloquio avvenuto all’Università di Perugia quando venne ad un convegno di economia:




Questo SORCINO difendeva le manovre di Monti, del suo adorato capo, allora come mai oggi si smarca da Renzi?
Caro Fassina, gli italiani come noi hanno buona memoria! Ricordatelo!

Maurizio Gustinicchi-scenarieconomici.it




lunedì 27 ottobre 2014

IN ITALIA QUANDO UNA COSA FUNZIONA BENE CREA PROBLEMI AGLI ALTRI

Rassegna stampa sull'attualità-un uomo qualunque.

Terrorismo made in USA - i crimini degli americani - REPORT 1/3

LA RASSEGNA STAMPA DEL 27 OTTOBRE 2014

RENZI, IL PD A DESTRA

PADOAN "RISPONDE" ALLA LETTERA DI BRUXELLES ANNUNCIANDO UNA NUOVA "MANOVRINA"

LA LETTERA DI RISPOSTA DI HOLLANDE ALLA COMMISSIONE UE: "SE COSTRINGIAMO LA GENTE AD ALTRI SACRIFICI, LA LE PEN TRIONFA

FRANCIA: NUOVA LEGGE IMPEDIRA' L'INGRESSO D'IMMIGRATI DALLA UE CHE SIANO "MINACCIA ALLA SICUREZZA E ALL'ORDINE PUBBLICO"

KIEV, POROSHENKO HA PERSO?

ORO O CANNONATE: AGIRE CONTRO IL CROLLO DEL DOLLARO





IL SISTEMA E' IL SISTEMA E TU NON SEI UN CAZZO!

Il sistema ha ragione per definizione e non va dimostrato!!

Il cittadino invece deve sempre dimostrare  la sua ragione con i suoi soldi nei tribunali del sistema, mantenuti con i soldi del cittadino!

Il sistemate esegue e reprime all'istante!!

Il sistema non va mai contro se stesso!!

Il sistema ha sempre i suoi tempi che non coincidono con i tempi di giustizia del cittadino!

Il sistema per difendere la "teorica "collettività distrugge ogni individualità!

Il sistema si auto-referenzia e si difende sempre a Prescindere!

Il sistema non ha mai dubbi contro il cittadini solo certezze!

Il cittadino non ha nessuna certezza del sistema se non solo della sua potenza repressiva!!

Il cittadino non sa nulla del sistema !!

Il sistema sa tutto del cittadino!!

I politici  con le leggi dovrebbero adeguare il sistema per il bene dell'uomo, oggi invece i politici adeguano la funzione dell'uomo per il bene del sistema!

e tu continua a credere nel "sistema" come unico modo possibile di vivere
ne vedremo delle belle!!!

Giuseppe Turrisi

Leopolda e le altre... di VIncenzo Manello


....notizie...degne di un casino mediatico.
Faccio fatica,confesso,ad andar dietro alle novità che arrivano ogni momento da radio,televisioni ed internet con un flusso continuo di informazioni che,il giorno dopo,ricerco sui principali organi di stampa.
Ed io sono soltanto una persona che fa questo per passione, dilettantescamente.
Immagino che compito quasi sovraumano debbano svolgere i responsabili delle testate online,specie quelli che desiderano offrire ai lettori "di tutto" nel rispetto del vero pluralismo.
La Leopolda,star indiscussa di questi giorni..., la Camusso e la Cgil già sono state superate da Renzi con la sua scultorea massima : "il posto fisso non c'è piú" !!
Che,unito all'altra (limitata ai postcomunisti) "non ridaremo il partito ai reduci"...ha delineato una volta per tutte il programma di governo del Putto fiorentino,la ideologia (si,proprio ideologia) che lo guiderà e la sua assoluta fiducia nella ignava rassegnazione del popolo italiano.
Niente piú posto fisso....in Italia,Europa e nel mondo. Trionfo auspicato e realizzabile del "sogno americano" :  io ti sfrutto e faccio i soldi...tu non rompere i cabasisi !!
Non è forse questa la massima espressione del liberalcapitalismo ? Sfruttamento della maggioranza assoluta del popolo (bue) e libertà dei ricchi di far ciò che si vuole.
Quindi governo compatto su questa strada con la benedizione dell'UEismo di Bruxelles,di Napolitano,della Confindustria,della finanza globalizzata e,presumo, di Papa Francesco (sempre ossequioso ed ecumenico con il Quirinale).
Spazzati,in un sol colpo,i "reduci" del vecchio Pci....e la sodale di sempre...la Cgil.
In una qualunque nazione che avesse ancora un poco di sangue caldo in circolazione la pubblica ostentazione da parte di un presidente del consiglio, e dei suoi ispiratori banchieri ,della "fine del posto fisso" e della necessità di "limitare (come se già non lo fosse) il diritto di sciopero" avrebbe portato in piazza non qualche centinaio di migliaia di pensionati ed affini per fare una scampagnata a Roma con tamburi ed orchestrine ma milioni di dimostranti ,tutt'altro che pacifici, in ogni piazza d'Italia.
Con in testa i giovani...quelli che rischiano di più....quelli clamorosamente assenti...(salvo lodevolissime,minoritarie eccezioni).
Leopolda...la stazione di partenza di Renzi,già arrivato a Roma profittando del vuoto totale di una qualunque "opposizione". 
Ha dichiarato che,nel 2023,tornerà a fare il comune cittadino.
Si,dopo aver consegnato definitivamente al capitalismo globalizzato l'Italia e gli italiani....,si potrà magari concedere il meritato riposo.
Attenzione,chi legge rifletta e si renderà conto che è uno scenario davvero realizzabile...nefasto per noi ed eredi.

p.s. le "altre" notizie le analizzeremo prossimamente,Leopolda per noi è la piú importante di tutte.

Grazie per l'attenzione.