mercoledì 31 marzo 2021

12 - OLTRE I CONFINI DELL'IRREALTA' CON L'ING. FRANCESCO LUCA'

Caravan ⎪Tommy Emmanuel & Joscho Stephan⎪LIVE

Crozza Figliuolo "Johnson ci porta 25 milioni di vaccini, l'altro Johnso...

AstraZeneca: Effetti Collaterali

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45^_IL MANUALE DELL'INQUISITORE

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Reddito universale a persone di colore ma non ai bianchi. Cristiani = KK...

martedì 30 marzo 2021

Immigrazione, il capo-missione della Ong intercettato: "Mi sono inventat...

ITALIA OSTAGGIO DELLA MASSOMAFIA, DEL COMUNISMO, E DEL MASOCHISMO CHE RI...

Prima vennero...!!! BYOBLU chiuso?

Obbligo vaccinale, arriva il decreto Draghi?

Prima o Poi!!!

 "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".

La scienza è davvero super partes? Intervista a Loretta Bolgan

La Base del Golpe Politico Giudiziario siglato nel 1989. Di Nereo Villa....

A caccia di buone notizie! - ENRICA PERUCCHIETTI - Giornalista e Scrittrice

IL COSTO DELLA TUA IGNORANZA - Antonino Galloni

31_IL MIO WAZ Z1N0 è PIù BELLO DEL TUO

lunedì 29 marzo 2021

Presentazione del libro "Argonauti Digitali nella Noosfera"

UE IN GUERRA FREDDA! Bruxelles tra Russia, Cina e Visegrad

Bambini assembrati in strutture per immigrati. Trump e il nuovo social m...

I tedeschi protestano ma avanza la disillusione

AZIONE DI FORZA CONTRO LA DITTATURA: BLOCCATI 21 KM DI AUTOSTRADA! E' PU...

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Lo strano caso del covid nonchè il delirio anti complottista. Giorgio Vi...

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Myanmar : perché i nostri media piangono tanto…

 

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DALLE ALPI ALLE PIRAMIDI, DAL MANZANARRE AL RENO...SDV 0251 1

30_EBOLLITORI WAZZI NALI

Carlo Palermo racconta 50 anni di misteri irrisolti

Usano paroloni, non ottengono risultati, e prendono in giro gli italiani

Perchè le masse si vaccinano per Covid19, nonostante tutto.

Prodi, il prossimo Presidente della Repubblica ? | trasmissione integral...

La Spagna come campo di sterminio

CHI SI PRENDE GIOCO DEGLI UOMINI ? IL DIAVOLO PROBABILMENTE

 

CHI SI PRENDE GIOCO DEGLI UOMINI ?
IL DIAVOLO PROBABILMENTE

venerdì 26 marzo 2021

Anteporre "Real" alla "Cittadella di Messina" .....!!

 Anteporre "Real" alla "Cittadella di Messina" sarebbe, ad illustre parere di Angelo Sindoni, frutto di "una concezione ingenua e, si direbbe quasi infantile, della storia". 

Essendo il sottoscritto uno (dei pochi, credo) che, fino a giorni fa, ha commemorato  l'anniversario della resa della fortezza borbonica (definendola Real Cittadella) sul blog  
non posso esimermi dal ritenermi "toccato" da quanto sopra. 
Offeso no, scriverei quasi onorato perché ritengo sia meglio essere "infantili ed ingenui", quando si tratta di "leggere ed interpretare" la storia, piuttosto che "sufficientemente maliziosi". Per scriverla ed interpretarla come più comodo ed opportuno (quello dei vincitori e dei relativi eredi). 
Al netto del parere degli "accademici" e degli impiegati del catasto (giustamente legati a termini burocratici-amministrativi), contesto allo estensore dell'articolo che l'aggettivo "Real" sia "anteposto da qualche anno", per fervore "revisionistico" dei fatti e della storia. 
Se avesse avuto la bontà di leggere le parole scritte il 12 marzo 1861 dal Generale Gennaro Fergola nel dar l'addio alle truppe prima della resa, avrebbe trovato il riferimento tanto (da lui) contestato : "Real Cittadella". 
Quindi, 160 anni fa così la denominava chi la comandava e ne sapeva certo più dei "cattedratici".. 
Sarà stato "ingenuo ed infantile" pure lui, visto come gli è finita per averla difesa. Quanto al resto, non credo proprio che Messina abbia "cancellato" volutamente i resti della fortezza per "odio" particolare contro i Borbone. 
La città, nel corso della sua storia, è stata "rasa al suolo" più volte, ad iniziare dai punici .. figuriamoci, dovrebbe avercela con mezzo mondo. Ultimi gli "alleati" che la bombardarono durante l'invasione del 1943 ! 
E, per inciso, l'Italia "democratica" inviò carri armati e paracadutisti a Reggio Calabria nel 1970.. qualche morto ci fu, è sicuro Angelo Sindoni che non avrebbero cannoneggiato la città se gli insorti fossero stati armati ?  

P.s. per coloro cui interessasse : mi dichiaro repubblicano (che non apprezza granché "questa" repubblica) ma tra Borboni e Savoia non avrei avuto dubbi da che parte stare .. "romanticamente" !

Vincenzo Mannello


Questo fu l’addio inviato da Fergola alle sue truppe la sera del 12 marzo: «Uffiziali, Sottouffiziali e Soldati, è questo l’ultimo ordine che io vi rivolgo, e la mano mi trema nel vergarlo. Allorché presi il comando di questa Fortezza e di voi tutti, sacro giurammo di difendere fino agli estremi questo interessante sito fortificato che la Maestà del Re (N.S.) aveva affidato al nostro onore e alla nostra fedeltà. Avete ben veduto che tutti abbiamo mantenuto il giuramento, serbando fedeltà, attaccamento e devozione al nostro amatissimo sovrano Francesco II. Immensi sono stati gli sforzi che per lo spazio di cinque giorni si son fatti colle nostre artiglierie per distruggere i lavori di attacco che il nemico costruiva sulle alture della città di Messina ed in altri siti ancora, ma poco effetto à provocato il nostro fuoco, sì perché quasi tutti i lavori erano al di là della portata delle nostre artiglierie, sì perché altri trovavansi mascherati da casamenti ed oggetti occasionali. Quindi l’inimico profittando di tali suoi vantaggi à compiuto inosservato la maggior parte dei suoi lavori. Poco dopo il mezzo giorno di oggi e precisamente quando estenuati di forze prendevate un po’ di ristoro, à aperto simultaneamente un fuoco formidabile contro questa Real Cittadella, che l’à ridotta in poche ore nello stato in cui si ravvisa, ad onta di quella resistenza che si è potuta fare colle nostre artiglierie di una portata molto inferiore a quella delle sue. Veduto dunque che inutile si rendeva qualunque altro nostro mezzo di difesa, e che eravamo a causa dello incendio sviluppatosi minacciati da una sicura esplosione della gran polveriera Norimbergh e suo magazzino attiguo anche pieno di polvere, se non vi si apportava un pronto rimedio, è chiesta per ben due volte per mezzo di parlamentari una tregua al nemico per la durata di 24 ore. Ma vedendo egli di quanto aveva col suo fuoco prodotto di danno e della trista posizione in cui eravamo, à rigettato la mia domanda, e mi ha fatto sentire che dovevamo renderci a discrezione, e che se a tanto non divenivamo e non gli si dava risposta decisiva per le ore 9 della sera, avrebbe riaperto il fuoco con l’aggiunta di altre batterie che ancora non erano punto a vista della fortezza. In tale stato di cose, riunito il consiglio di difesa e sentitone anche il parere, è stato forza sottoporci a quanto il nemico imponeva. Quindi mio malgrado e vostro, domani la Piazza sarà resa. Così non avrei giammai ceduto, ma gli incendi che seco noi minacciavano 1000 e più tra donne e fanciulli mal ricoverati, e che vi si appartengono, e la nostra eccezionale posizione, perché le potenze europee àn permesso una aggressione non mai letta nelle istorie, e noi da chicchessia sperar non potevamo soccorso di sorte, mi ànno obbligato a cedere. Cediamo alla forza perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori. Certo che la nostra resistenza non avrebbe salvata la Monarchia, sagrificata con la resa di Gaeta; non ci restava che salvar solo l’onore militare e nazionale: e mi lusingo che lo stesso nemico ci farà giustizia di concedercene l’orgoglio, come spero che voi me la farete: nel convenire d’aver visto con voi fino all’ultimo i disagi, le privazioni, ed i pericoli. Un dovere però mi  resta a compiere ed è quello di esternare a voi tutti i miei sentiti e distinti ringraziamenti per aver saputo ognuno così bene secondare le mie vedute nel difendere questa Real Cittadella, ove rinchiusi per circa 8 mesi abbiamo dato le più grandi prove di abnegazione e di fedeltà al nostro Augusto Sovrano Francesco II. Se l’abbiano particolarmente però i signori generali De Martino, Combianchi ed Anguissola, Ten. Col. Recco, Capitani Lamonica, Di Gennaro e Lauria; e fra tutti il mio capo di stato maggiore ed Uffiziali dello stesso signor Ten. Col. Guillamat, Capitani Cavalieri e Subalterni Gaeta e Brath. Io vi ringrazio tutti di cuore, poiché tutti avete gareggiato nella difesa della rocca. Accettate tutti vi prego tali miei ringraziamenti che partono da un cuore leale e riconoscente. Miei bravi compagni d’armi, nella mia lunga carriera militare di 47 anni ò veduto diverse peripezie non dissimili alla presente, ma però la provvidenza o presto o tardi ha fatto sempre rilucere la sua giustizia quando meno si attendeva, per cui non ci perdiamo d’animo, e confidando in essa auguriamoci giorni più felici, i quali compenseranno i tristi e dolorosi che abbiamo sofferti. Mi avevo prefisso di porre ai piedi del Real Trono le mie umili suppliche per chiedere alla munificenza Sovrana un compenso speciale al vostro attaccamento, alla vostra sperimentata fedeltà, ma la sorte avversa delle armi me lo à impedito e con dolore mi divido da voi tutti, ma porterò scolpito profondamente nell’anima mia la rimembranza di voi, della vostra fede. Della vostra lealtà, del vostro militare coraggio. Non so quale sarà il mio destino ed il vostro in avvenire, ma se la mia età mi permetterà in seguito potervi rivedere, sarà sempre una vera gioia per me poter stringere la mano a qualcuno dei difensori di questa Real Fortezza, ai quali né le minacce, né i pericoli, né le lusinghe, né i provi esempi, né men la morte seppe far declinare da quella via d’onore che solo è sprone e ricompensa al prode che pel suo Re combatte per vincere o morire. Addio miei bravi camerati! Addio! La sventura ci divide, fede e lealtà fu la nostra divisa, e questa non si spogli giammai da noi, ciascuno di voi porti scolpita in care la nobile parola, che l’univa con nodo indissolubile al nostro sventurato, ma eroico sovrano. Fergola».



Il LATO OSCURO di DUBAI: così si arricchisce la metropoli del lusso

RISTORANTI IN RIVOLTA ▷ "BASTA, NOI APRIAMO! NON POSSIAMO FALLIRE PERCHE...

giovedì 25 marzo 2021

Giganti: dalla Bibbia all'Europa del Nord con Cinzia Mele e Gianluca Lam...

Il tempo della religione universale

Produrre energia a costo 0? Guai a chi ci prova

"IL MITO DELL'INFEZIONE VIRALE COMPLETAMENTE SFATATO"

 "IL MITO DELL'INFEZIONE VIRALE COMPLETAMENTE SFATATO"

NIETZSCHE E LA DANZA DI SHIVA.

 NIETZSCHE E LA DANZA DI SHIVA.

A guardarlo sembrava uno dei tanti libri lì confusamente ammassati, all’interno degli

angusti locali della libreria Europa. Conosco Miguel Serrano e quel titolo “Nietzsche

e la Danza di Shiva” aveva istintivamente, attratto la mia attenzione. Ad un

superficiale sguardo, avrebbe potuto esser confuso con uno dei tanti manualetti per

iniziandi alla militanza politica. Ma sin dall’inizio della sua lettura, questo testo mi

trascinava via via, in un vortice da cui non riuscivo a riemergere.

Tesi fondante di Serrano, è il parallelismo tra i due pilastri ideologici di Nietzsche,

Volontà di Potenza ed Eterno ritorno e l’Induismo della filosofia Samkhya e del

Tantra Yoga. Tutto il testo è praticamente un inno a quel pensiero Vitalista che in

Nietzsche trova la propria più pregante espressione, nell’idea di “Volontà di

Potenza”, che rappresenta l’anelito primordiale dell’universo tutto e della miriade di

esseri viventi che lo compongono. Tutti egualmente spinti ed animati da quella

Volontà, che porta l’uomo a cercare di superare i propri angusti limiti per farsi

Super/Oltre-Uomo, in un crescente anelito di tensione.

Strumento principe per arrivare a questa trasmutazione di valori o, se vogliamo

parlare in termini esoterici, al raggiungimento di questo superiore stato di coscienza,

è l’accettazione dell’Eterno Ritorno, ovverosia dell’idea della circolarità del tempo.

Ma, badate bene, qui Serrano è molto chiaro, Nietzsche da bravo Vitalista “fin de

siecle”, non è un metafisico, tutt’altro. Egli concepisce la realtà come un immenso

Chaos, o Essere-in Potenza, attraverso le correnti del quale, l’uomo dovrà sapersi

destreggiare, cogliendo qualunque “opportunità” vada via via, presentandosi.

Manifestandosi la realtà tutta, all’interno di un tempo circolare e ciclico ed essendo

costitutivamente finita, ad ogni ciclico alternarsi, essa dovrà tornare a manifestarsi

identica a come si era precedentemente manifestata. L’accettare con spirito

leggiadro, quasi fosse una danza, il continuo ripetersi di gioie e dolori, il nascere,

vivere e morire, per poi rinascere dopo un istante, è ciò che predispone l’uomo a far

di sé un Oltre/Super-Uomo. Ma il riuscire a fruire dell’Eterno Ritorno, all’interno del

Cerchio, non è cosa da tutti.

Prendendo le mosse dalla filosofia Samkhya , Serrano ci dice che a poter vivere

dell’Eterno Ritorno è il Jvanmukti, il “liberato”, colui che dall’umano stato di Jvan,

passa ad uno superiore, in virtù del fatto di essersi riuscito a liberare dall’illusione

ingenerata da Prakriti/Materia, per ricongiungersi a quello di Purusha/Essere. In


ambito tantrico, a mutare sono i nomi dei soggetti del dramma cosmico, laddove,

nella filosofia Samkhya si parla di Purusha e di Prakriti, nel Tantra si parla di Shiva e

di Shakti, ovverosia dell’ordine cosmico maschile e della sua distruttrice forza vitale

femminile Shakti.

Al fine di contenere Shakti, Shiva o Nataraja, danza su una collana di fuoco,

contemperando, al medesimo tempo, creazione e distruzione. E così, nel nome

dell’eterna contraddizione che caratterizza il ciclo dell’Essere tutto, Shakti andrà

assumendo la valenza di Ishvara-Shiva, o Creatore femminile, mentre Shiva

assumerà l’androgina valenza di Parama-Shiva, nel ruolo di principio neutro

emanatore dell’Essere. In tal modo ogni possibile dualismo, è superato, ogni aspetto

molteplice della realtà finisce con il coincidere in un principio unico, a sua volta

però, capace di assumere una infinita molteplicità di aspetti.

Colui che sa osservare la danza dei mondi dal di fuori, ha recepito appieno e fatto

suo il principio primo di Volontà Assoluta, che anima la Shakti, è un Vira/Eroe che

addiviene allo stato di Shudibudishvabhaba/Trasmutato. Attraverso il rituale

Panchatattva, egli andrà a conquistare Icchacuddi o Volontà Assoluta, che ne farà un

semidio o un nume, una vera e propria incarnazione dell’ideale di quell’Oltre/Super

Uomo, in grado di accettare il cerchio dell’Eterno Ritorno.

Forse l’unica discrepanza ravvisabile nel testo del Serrano, sta nel fatto che l’intero

Arya Dharma, (il complesso religioso e ideologico che accomuna Induismo,

Buddhismo e Jainismo...) si fonda sul fatto che vero Moksa/Nirvana/ Liberazione è

l’uscita dal Cerchio ciclico del Samsara, mentre per Nietzsche, vera liberazione è la

permanenza in tale cerchio, attraverso la gioiosa accettazione del continuo ripetersi

del ciclo delle esistenze, ovverosia di quel continuo “ek-sistere”, ovverosia oscillare

tra l’Essere ed il Nulla, la qual cosa fa sì che l’uomo possa porsi nella condizione di

andare, attraverso uno sforzo eroico, oltre i propri umani limiti.

Nietzsche, al pari di altri autori di quell’ambito romantico e vitalista, che va dal 18°

sino alle soglie del 20° secolo, guardò ad Oriente con un occhio di interesse ed

ammirazione. La sua visione incentrata sulla gioiosa accettazione della natura ciclica

della realtà e di tutte le sue conseguenze, non va, in verità, considerata quale laico

ed ateo ripiegamento in favore di un quanto mai arido opportunismo scientista,

quanto nell’ottica dell’esaltazione di quel Selbst/Sé o “Io” potenziato la cui “ipseità”

va proprio rafforzandosi grazie ai continui stimoli offerti dalla circostante realtà.


E questo spiega i postumi interessi di Nietzsche verso le scienze esatte, così come

manifestati in scritti quali “La gaia Scienza” o nei frammenti de “La Volontà di

Potenza”. Lo stesso Serrano ce lo fa capire, citando spesso e volentieri uno studioso

come C.G.Jung, le cui ricerche sulla dimensione più profonda del Sé, ci portano ad

una visione di introspettivo potenziamento dell’ “Io” e delle sue connessioni con

l’Essere attraverso la dimensione del simbolismo archetipico.

Quella di Nietzsche, a detta del Serrano, potrebbe esser considerata una versione

occidentale, “iperborea”, dell’orientale principio di metempsicosi, proprio a causa

del continuo avvicendarsi di cicli vitali che vedono avvicendarsi altrettanti “io”, tutti

identici a sé stessi, ma aperti alla possibilità, attraverso l’Eterno Ritorno, di

potenziarsi, spalancando a quei medesimi “io” la possibilità di divenire altro e meglio

di sé.

E così la personalità diviene solo una maschera, dietro alla quale rimane quel Selbst,

quell’ ”Io-Archetipo”, aperto, tra una pausa dell’Essere all’altra, seguendo la ruota

del Samsara, all’autoperfezionamento. Coerentemente con lo spirito che anima

tutta la sua opera, quella dell’Eterno Ritorno di Nietzsche, non può esser considerata

una costruzione definitiva, ma solamente il momento di un percorso di continuo

auto perfezionamento, legato ad un doppio principio di Volontà-Casualità. A tal

proposito, il Serrano muove una decisa critica ad Heidegger ed alla sua accusa a

Nietzsche, di essere un “metafisico”, proprio a causa, a dire di questi, del suo

presunto tentativo di porre dei paletti ontologici, addivenendo, tramite motivo

come Volontà di Potenza ed Eterno Ritorno, ad una nuova costruzione metafisica.

La qual cosa, potrebbe nuovamente dar l’impressione di allontanare ambedue le

visioni, quella nicciana e quella Hindu, le quali però, sebbene lontane per epoca e

contesto, oltre ai motivi di cui abbiamo poc’anzi parlato, sono accomunate da

un’altra fondamentale e primeva, intuizione.

Una delle vicende portanti del poema Hindu Bhagavad Gita, ci narra della eroica

figura di Arjuna (dalla radice sanscrita “Ar”-quale Virtù, Valore, Coraggio, da cui il

greco “Aretè/Virtù”, il celtico Eire, l’avestico Iran-“Spazio Ario”, etc., sic!) che, preso

dallo sconforto di fronte all’idea di dover combattere contro gli zii ed i cugini

Pandava, viene rincuorato dal dio Krishna che, lo invita a riprendere le armi, non

prima di porsi “al di là del bene e del male”, nel nome della virtù, mantenendo

l’imperturbabile spirito di un vero praticante di Yoga.


Così, quella che fu la primordiale intuizione delle tribù Indo Arie nella notte dei

tempi, si è fatta Archetipo vivente ed è tornata a manifestarsi agli albori di una

Modernità, della quale ha sparigliato, sin dal primo momento, le coordinate. Resta

la conclusione che l’accettazione dell’Eterno Ritorno, attraverso una Volontà di

Potenza, alla base della quale non può che stare il principio del superamento delle

usali coordinate morali di Bene e Male, nel nome di una superiore “virtus”, non è

cosa da tutti. E questo, sia che vi si voglia arrivare da una prospettiva di puro e laico

vitalismo nicciano, che da quella offerta dal Tantra Yoga che, altresì, da quella

offerta dalle Occidentali Scienze Ermetiche.

La realizzazione di un Uomo Nuovo, che sappia porsi al di là degli angusti limiti nei

quali, oggi sempre più, è astretto e costretto un individuo occidentale sempre più

omologato ai desiderata di una disumana tecno-economia, va oggi facendosi nobile

sforzo e tentativo, di creare un esempio che possa porsi quale stella polare, per un

quanto mai alienato e confuso genere umano.

“Buddhiyukto jahati ‘ha ubhe sukrtaduskrte tasmad yogaya yujyasva yogah karmasu

kausalam.

Colui che ha raggiunto l’equilibrio dell’intelligenza aggiogata elimina anche in questo

mondo tutti e due, il bene e il male. Lotta dunque per realizzare lo yoga; lo yoga è

abilità nell’agire.”

(Bhagavad Gita)

UMBERTO BIANCHI

mercoledì 24 marzo 2021

Neolingua: le parole e le frasi con cui vi fregano - Gabriele Sannino

Forze dell'ordine in pericolo, nuove rivelazioni dalla Dottoressa Bolgan

I guai del diritto asimmetrico occidentale

 

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Manuale sulle Terapie Domiciliari

 

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AVV: URGENTE! DOMANI IL PARLAMENTO UE VOTA PER IL CERTIFICATO VACCINALE!...

Da:Chinino di Stato a Prepotenza usuraia (creato con Spreaker)

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Valerio Malvezzi, cosa si nasconde dietro il virus | Notizie Oggi Lineasera

Il vero volto di Laura Boldrini e della "sinistra" italiana

Israele: proteste contro Benjamin Netanyahu

43^_IL W1R U.S. DEL MARKETING OVVERO LA SALUTE COME MERCE

Ezra Pound, la RSI e gli intrighi vaticani. Intervista ad Antonio Pantano.

TELEV IGNOLE: CESARE BATTISTI NELLA STORIA D'ITALIA - 2

LA SIRIA E IL SUO PETROLIO: GLI AMERICANI SI COMPORTANO “COME PIRATI”?

 

LA SIRIA E IL SUO PETROLIO: GLI AMERICANI SI COMPORTANO “COME PIRATI”?

mercoledì 17 marzo 2021

Marco Virginio Fiorini - La costruzione delle Piramidi dell' Antico Egitto

Emilio Spedicato - Lectio Magistralis - Università di Bergamo

FU DETTO

 Io devo studiare sodo e preparare me stesso perché prima o poi verrà il mio momento.

Abraham Lincoln

Emilio Spedicato - Altri impatti meteorici - Lezione n. 6

LE TENEBRE DEL PROGRESSO di Moreno Pasquinelli

 

LE TENEBRE DEL PROGRESSO


Austin si oppone a rimozione obbligo di mascherine. Scandali di Cuomo | ...

Roma - Conferenza stampa di Sara Cunial (11.03.21)

Vaccino o Terapia Genica? LORETTA BOLGAN - Consulente Scientifico (Parte 2)

Italiani: un popolo alla deriva. Giorgio Vitali.

ZONE ROSSE: uscire di casa non è REATO | Avv. Angelo Greco

L' ONESTA'

 L'onestà

L'onestà è un bene unico

i più sono beni falsi o ingannevoli.

Se ti convincerai di questo

e amerai appassionatamente la virtù

"amarla soltanto 

infatti sarebbe troppo poco"

tutto ciò che essa toccherà

sarà per te ricchezza e felicità

comunque la pensino gli altri.

Sia chiaro che niente è buono

se non è onesto

e che tutti i guai a ragione

saranno chiamati beni

se baciati dalla virtù.

Gli uomini onesti sanno

che le ricchezze si trovano

in un luogo diverso

da quello in cui vengono ammucchiate

sanno che si deve riempire l'anima

non il forziere.

Se potessimo vedere l'anima di un uomo 

onesto e virtuoso

che bella figura

che splendore di magnificenza 

e serenità vedremmo.

Da una parte 

risplendono la giustizia e la fermezza

dall'altra 

la temperanza e la prudenza.

E oltre a queste la pazienza 

la generosità 

l'affabilità

e bene raro in un uomo

l'umanità.

Seneca..

News, Iscrizioni Etc... Creiamo Un Esercito Per La LEGALITÀ. Associazion...

martedì 16 marzo 2021

IL REGNO DELL’INIQUO E’ GIA’ TRA NOI

 

IL REGNO DELL’INIQUO E’ GIA’ TRA NOI

Vaticano e Industrie Farmacieutitche - Vaccini, Pfitzer, Coronavirus - obbligo del Vaccino

 1)https://paolopoliti.blog/2018/07/10/vaticano-la-multinazionale-piu-potente-al-mondo/


2) https://laviadiuscita.net/gli-impareggiabili-affari-del-vaticano/


3) https://www.ilfaroonline.it/2021/01/13/covid-19-il-vaccino-della-pfizer-arriva-in-vaticano-prima-dose-somministrata-al-papa/388123/



4) https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/vaticano-possibili-sanzioni-per-chi-non-si-vaccina


5) https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2021-02/nota-vaccini-governatorato-vaticano-coronavirus-norme-lavoro.html


6) https://www.agi.it/cronaca/news/2021-02-18/vaticano-chi-non-vuole-vaccino-rischia-licenziamento-11455550/


7)https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/02/18/vaccini-mano-dura-del-vaticano-contro-i-dipendenti-no-vax_3b54a203-7ed9-4f26-a265-c765353b5294.html

Gaby Moreno - Amor Eterno

28_IGIENE NEL LOKKDAùN

Francesco Amodeo: "30 banchieri decidono quali aziende devono fallire" |...

Stop AstraZeneca: si ferma anche il centro vaccinale Asl 1 a Napoli

I giudici ordinari disintegrano i Dpcm: "Violata la Costituzione"

Nicola Donti - La strada migliore

X Day di Carlo Palermo 29 gen 2021 parte 1

lunedì 15 marzo 2021

L'esodo di Natale negato

Il Tribunale di Reggio Emilia tuona: è indiscutibile l’illegittimità dei...

Onore dimenticato

 - il 13 marzo 1861, dopo una lunga resistenza, capitolava la Real Cittadella di Messina. E proprio a seguito del bombardamento ordinato dal tanto discusso gen. Cialdini, sabaudo di stirpe e di lingua francese, che, usando la potenza dei nuovi cannoni rigati dello esercito piemontese (non italiano, si badi), fiaccava la ultima resistenza e presenza dei soldati del Regno delle Due Sicilie. Gli oltre 4000 soldati ed ufficiali della guarnigione, comandati dal Gen. Fergola, venivano dallo stesso Cialdini sia umiliati con il mancato riconoscimento dello onore delle armi sia insultati (in francese) sprezzantemente dal Cialdini stesso che li definì "animali". Tutti finirono in galera, ospiti dei piemontesi nelle varie fortezze. Alcuni ufficiali addirittura vennero processati come criminali di guerra. Ed andò loro pure bene perché, sia come a Gaeta prima ed a Civitella del Tronto dopo, Cialdini non aveva esitato a far fuoco sulle abitazioni civili pur di fiaccare la resistenza militare. Senza scrivere dei crimini che avrebbe commesso successivamente ai danni della popolazione civile del Meridione nella repressione, questa si italiana, del "brigantaggio". Di certo non ho la pretesa di darmi arie da "storico revisionista" . Non ne ho titolo e capacità. Ma quanto sopra scritto non credo possa venire contestato storicamente. Possono quindi trarsi delle valutazioni, queste evidentemente opinabili. Civitella, Gaeta e la Cittadella di Messina : gli esempi di come soldati meridionali furono , trovando comandanti leali al giuramento fatto, capaci e vogliosi di combattere per la loro Patria e, perché no, per il loro legittimo Re. Contro una aggressione straniera sostenuta dalle potenze europee e dai tradimenti interni allo stesso Regno delle Due Sicilie. 

Stesso copione, ironia della storia, ripetutosi nel luglio 1943 con lo sbarco alleato e la battaglia di Sicilia combattuta da quanti si batterono contro gli invasori esterni ed i traditori interni - (scritto nel 2011)

Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello

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LE BUFALE DI BUTAC

COVID-19 – LA PRIMA EPIDEMIA A EVOLVERE IN PANZOOZIA ?


 

“SarsCov2 è un virus zoonotico che diffondendosi tra gli esseri umani è diventato una pandemia. La trasmissione del virus si è verificata anche da esseri umani a cani, gatti domestici, tigri e leoni”  . Da https://www.veterinariapreventiva.it/esterne/one-health-esterne/covid-19-la-epidemia-evolvere-panzoozia?print=print:

Da Wikipedia:  https://it.wikipedia.org/wiki/Salto_di_specie

“Tra il 2005 e il 2020 dagli animali si sono originate tre epidemie ed una pandemia che hanno interessato la popolazione umana: nel 2003 è comparsa la SARS, che dai pipistrelli si è trasferita agli zibetti e poi all'uomo.[6] Nel 2009 si è diffusa una epidemia di influenza suina causata dal virus H1N1, trasmessa dagli uccelli ai suini e poi passata all'uomo. Nel 2012 è comparsa la MERS, trasmessa dai pipistrelli ai cammelli e all'uomo. Nel dicembre 2019 si è sviluppata una pandemia di COVID-19, provocata dal virus SARS-CoV-2: quest'ultimo è stato probabilmente trasmesso all'uomo dai pipistrelli attraverso un ospite intermedio, forse il pangolino, sebbene vi siano margini di incertezza al riguardo.[6] “

 

L’unica cosa certa sono i margini di incertezza circa la vera causa di queste epidemie-pandemie. L’attuale virologia basa le ricerche sul   salto di specie del virus H1N1 degli uccelli all’uomo  che nel periodo della prima guerra mondiale avrebbe ucciso 50 milioni di persone. Perché gli uccelli in quel periodo sono diventati così pericolosi?  Perché non prima  o dopo quel  periodo?

Nell’elenco di Wikipedia hanno dimenticato anche di inserire l’aviaria che non si è manifestata come previsto   forse perché non è andato a buon fine il progetto tra  banchieri e scienziati.  Afferma infatti  il giornalista Severgnini in questo suo intervento  : “hanno avuto più coscienza  gli scienziati dei finanzieri” – A 17.20’ ca  - “ i pentiti della finanza” https://www.youtube.com/watch?v=KTtdtFXh14Q

A partire dal 2010 si sono susseguite numerose “profezie” sulle future pandemie:

2010 - https://it.scribd.com/document/57237528/rockefellar-foundation-Scenarios-for-the-Future-of-Technology-and-International-Development nel documento è previsto il   decennio delle pandemie  - doom decade – 2010-2020

2015 -  https://www.ted.com/talks/bill_gates_the_next_outbreak_we_re_not_ready/transcript?language=it –  previsione di Gates  

2019 - https://www.brainfactor.it/event-201/  evento “201” alla Johns  Hopkins University

2020 - http://accademiadellaliberta.blogspot.com/2021/01/la-pandemia-spars-2025-2028.html - ultima previsione della Johns  Hopkins University

 

Perché virologi, microbiologi ecc.  non  ricercano le cause  di certe  epidemie  anche in  quei   laboratori di manipolazioni chimiche,genetiche, batteriologiche ecc.  che G. Grabovoi chiese nel 2002 a tutti i governi mondiali di chiudere?    https://www.grabovoifoundation.org/wp-content/uploads/2020/03/VIRUS-IN-EURASIA-2002-Grigori-Grabovoi.pdf

E’ casuale che nel 2001-2002 i governi abbiano ratificato un accordo sul controllo climatico? https://2001-2009.state.gov/g/oes/climate/c22821.htm

Scrisse l’antropologo-teosofo Bernardino del Boca a proposito delle pesti: “Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale”  http://accademiadellaliberta.blogspot.com/2021/01/conoscenza-strumento-di-difesa.html . Ora pullula prevalentemente la sporcizia morale.

Un caro saluto.    Paola  Botta  Beltramo

venerdì 12 marzo 2021

"Guerra fra Dei, altre dimensioni e varchi spazio-temporali" con Nicola ...

Il Libro della Vita ep.8 - Nicola Donti racconta "Così Parlò Zarathustra”

BATTAGLIA DEL GRANO E GRANDE AZZERAMENTO

 

BATTAGLIA DEL GRANO E GRANDE AZZERAMENTO

Proemio

Durante il ventennio fascista, negli anni 1926-1931 si tentò di rendere il Paese autosufficiente nella produzione di frumento. La si chiamò “Battaglia del grano”, ma la somiglianza con il titolo di questo articolo è del tutto casuale. Di ben altro grano tratteremo

Il Grande Azzeramento

La pressante litania di pandemie scoppiate (se è quello che fecero) nel XXI secolo: mucca pazza, SARS avicola, suina, ovina e quant’altro, è ora sfociata nel Grande Azzeramento[1], del quale si fa un gran parlare dall’inizio del fatidico 2020. È l’ultima mossa in esecuzione, ma prima in intenzione, di un processo di secoli, guidato dalla strategia del divide et impera e identificabile, non senza difficoltà, in una congerie di eventi geopolitici: balcanizzazione, l’ossimoronica “scuola obbligatoria e gratuita”, oggi sminuzzata in nozioni slegate online, “distanziamento sociale,” museruole obbligatorie, guerra al lavoro libero e indipendente, al denaro contante, collettivizzazione, pensiero a senso unico, bruttezza morale ed estetica, eccetera. La baracca sta in piedi grazie al controllo della moneta tolto alla politica e monopolizzato dalla finanza privata.

Lo aveva profetizzato Lord Acton (1834-1902) nel quasi preistorico 1875, quando copriva la carica di Chief Justice (Presidente della Corte Suprema) del Regno Unito. Il suo detto piu famoso:

Con il potere in poche mani, è frequente che esso cada sotto il controllo di uomini con la mentalità di gangster. La storia lo ha provato: il potere corrompe, e il potere assoluto corrompe assolutamente.

Ma quale potere? Lo stesso statista britannico lo indica:

La questione che si trascina da secoli, e per la quale prima o poi si dovrà combattere, è quella del popolo contro le banche.

Ne segue che se si trasferisse quel potere dal sistema bancario al popolo, l’operazione metterebbe il sistema in condizioni di non nuocere, per infine debellare il cancro che rode le viscera della civilizzazione occidentale, già Cristianità, da secoli: l’usura.

Sovranità

Il termine, di moda crescente dal Trattato di Westphalia (1648) in poi, è di Jean Bodin (1529-1596), francese e filosofo del diritto, che lo definì come “potere assoluto e perpetuo proprio dello Stato”. Bodin non pensò minimamente di dotare “il popolo” di sovranità. Ci pensò la Rivoluzione, nella Francia del 1789 per estendersi oggi a tutto il mondo, anche se solo a parole. Perfino la Cina si autodichiara “Repubblica Popolare”, dove però  un agricoltore che ha osato generare otto figli è stato multato per l’equivalente di 400mila dollari USA.

Che si abbia il coraggio –o la faccia tosta- di dichiarare il popolo italiano “sovrano” contemporaneamente ingannandolo e bistrattandolo come accade dall’Unità in poi, sorvoliamo. Il fine di questo articolo è suggerire come il popolo italiano possa impadronirsi di sovranità monetaria con metodi pacifici ma del tutto eterodossi, e a dispetto di quelle istituzioni  approvvigionatrici di frodi dette “facoltà” di Economia, Scienze Politiche ecc.

Cominciamo con Marco Polo (1254-1324) osservatore acutissimo di cose cinesi durante il regno di Kublai Khan (1215-1294), dove trascorse 17 anni della sua vita. Una di queste fu la carta moneta, inventata da quella civilizzazione cinque secoli prima, e in auge a quei tempi.

Due misteri avvolgono quel fenomeno. Il primo è il ritardo di ben quattro secoli che ci vollero dal ritorno del Nostro dall’Estremo Oriente perché l’Occidente mettesse in pratica questa grande invenzione. Solo nel XIX secolo gli Stati europei la adottarono massicciamente, ma fingendo di ancorarla ai metalli preziosi con argomenti rocamboleschi e truffaldini che tralasceremo.

Un secondo mistero è come i governi occidentali, europei o americani, si siano lasciati blandamente usurpare il diritto di batter moneta dalla finanza, che con il suo credito bancario menzognero e usurario opprime il popolo come questo mal sa e meno reagisce. Perchè? Per una mimetizzazione così ben riuscita, da irretire milioni di persone nella superstizione di Creso (m. 546 a.C.) secondo la quale una moneta deve avere “valore intrinseco”.

Per capire i quali (superstizione e valore intrinseco), ritorniamo in Estremo Oriente in tempi più recenti di Marco Polo. Spiccano alcuni fatti.

Alla fine del secolo XIX, nei porti cinesi  e giapponesi, “aperti” i primi dalle cannoniere britanniche e i secondi da quelle americane, i doganieri  operavano sotto un perpetuo incubo, dovuto alla confusione di dollari messicani, statunitensi, pesos sudamericani, rupie indiane e tant’altro; ma siccome i vari istituti bancari non si fidavano del “valore intrinseco” delle medesime, le facevano saggiare dai loro esperti e stampigliare con simboli propri per “distinguere” quello che giorno dopo giorno era sempre meno distinguibile.

Furono i giapponesi a tagliare la testa al toro. Nei loro uffici doganali, ai primi del secolo XX, non c’erano più monete sfuse. C’erano invece sacchetti sigillati pieni delle medesime ma alla rinfusa. Il loro valore facciale era ignoto, ma ad ogni sacchetto veniva dato un suo valore monetario, e lo si scambiava senza aprirlo. Era una tacita ammissione che quel che conta in una moneta è quello che dice di fuori, non quello di cui è fatta. Ossia, il valore intrinseco è irrilevante. Ma ancora oggi, la Banca d’Inghilterra “promette di pagare al portatore” la somma di non si sa che “pounds” fantasma, ma alla prova dei fatti altri pezzi di carta più o meno variopinti. La turlupinatura continua, e sarebbe ora di finirla. È possibile? Vediamolo.

La sovranità che conta

Fino a 20 anni fa, pochi conoscevano il detto di Meyer Amschel Rothschild (1744-1812): “Datemi il controllo della moneta, e non mi importa di chi fa le leggi”. Grazie alla Rete, oggi lo conoscono anche le pietre. Ma sapere non è capire, il che né la Rete né men che meno la raccolta di pie favole fatta passare per “storia” dai “programmi ministeriali” promuovono. Se lo facessero, sapremmo che il buon Meyer Amschel si riferiva alla moneta debito. Curioseremo quindi negli anfratti della questione, ben tenuti in ombra anche dai manuali di cosiddetta “economia”.

I quali svelano che nel 1100, anno di accessione al trono inglese di Enrico I ultimogenito di Guglielmo il Conquistatore, questi autorizzava lo Scacchiere ad accettare in concetto di imposte i tally sticks[2], mezzo di pagamento emesso dai produttori di ricchezza e già circolante nel reame,.

Ci importano non tanto i particolari tecnici quanto il principio su cui operavano e la loro durata in circolazione. I tallies, di cui pochissimi esemplari sopravvivono, erano cambiali di legno che tennero banco per ben 726 anni, 1100-1836. Rimangono un esempio di emissione monetaria democratica, saggiamente supportata dal potere regale. In Italia, le cambiali cartacee che diedero vita all’economia degli anni Cinquanta, avevano la stessa funzione; ma il potere politico, in combutta con le banche, invece di sostenerle le snobbò, le screditò, le tassò invece di sussidiarle come aveva raccomandato Silvio Gesell (1862-1930) mezzo secolo prima, e le fece sparire a colpi di leggi e leggine da sempre caratterizzanti i regimi totalitari sotto mentite spoglie “democratiche”.

Tornando all’Inghilterra, il passaggio dalla dinastia dei Plantageneti a quella dei Tudor alla fine della Guerra delle Rose (1485) segnò anche l’ingresso della banca moderna nell’economia. Quanto desse fastidio alla banca la sovranità popolare sulla moneta lo si vide dalla guerra senza quartiere da essa mossa ai tallies, vinta dopo ben tre secoli e mezzo, e i cui particolari sono reperibili altrove. La stessa ostilità viene diretta oggi globalmente al contante, del quale le banche vogliono sbarazzarsi con slogan e ragionamenti di una irrazionalità degna di miglior causa.

Alla sconfitta dei tallies seguì il dominio, sempre più asfissiante, del potere usurario, dovuto, come puntualizzava Gesell, non tanto a uomini quanto alla natura di una moneta con doppia, contradditoria funzione di riserva di valore e mezzo di scambio. Definì l’usura come il potere di imporre tributo da chi possiede la prima funzione, su tutti coloro che bisognano della seconda. L’usura interessa non solo i prestiti, ai quali viene tradizionalmente tracciata, ma anche il commercio e la speculazione, borsistica e non, per non parlare dei fiumi di sangue sparsi in guerre senza fine.

Perchè la guerra? Per impedire ad ogni costo, anche di milioni di vite umane, l’inevitabile scoppio di una bolla finanziaria che inevitabilmente segue la crescita incontrollata dell’interesse composto, anima dell’usura. Ogni guerra ha sempre fatto da Grande Azzeramento pianificato: dopo la distruzione immane di vite umane e di ricchezza materiale, eccoti gli usurai offrire il credito per ricostruire. Oggi, non potendo distruggere fisicamente, lo si fa incutendo terrore mediatico al popolo, impedendo il lavoro, per un bel giorno azzerare. È l’ultima vittoria delle banche sul popolo, come profetizzava Lord Acton nel 1875 e ripeteva Ezra Pound nel 1944.

Moneta del popolo

È ora di chiederci: è possibile, oggi, ribaltare la situazione? Che il popolo si approprii di quel che i banchieri hanno monopolizzato per tanto tempo? E per di più farlo pacificamente, legalmente, naturalmente, anche se in maniera del tutto eterodossa? Sembrerebbe follia affermarlo, e ancor più metterlo in pratica. Ma per lo meno tentiamolo.

La resa incondizionata all’usura dai poteri politici, nonché da quelli ecclesiastici, ha prodotto due idee malsane da cui liberarsi per riconvogliare la sovranità monetaria al controllo popolare:

Una:  La moneta gode di una misteriosa (a tutti gli effetti stregonesca) capacità di riprodursi detta “interesse”;

Due: Una moneta ha valore se e solo se emessa da una “autorità”, sia pubblica (Stato, governo) sia privata (banca).

Nessuna delle due proposizioni è necessariamente vera.

Abbiamo visto come i tallies inglesi, imprestabili e infalsificabili, impedirono all’usura di spadroneggiare colà per sette secoli. Ma erano manufatturati, e quindi soggetti a legislazione ostile.

La funzione di mezzo di scambio, d’altro canto, è stata storicamente espletata non solo da metalli preziosi, ma anche da metalli vili, conchiglie, vetro, cuoio, i wampum amerindi, peltri di animali selvatici, e un lungo eccetera.

Ergo, la prima cosa da fare è sradicare le idee false e radicare quelle vere. Che sono:

Una: La moneta emessa dal popolo può e deve essere, totalmente e naturalmente, libera da interesse, e quindi emessa senza indebitare nessuno;

Due: L’unico, ripeto unico, valore di una moneta è quello indotto, come non si stancava di ripetere Giacinto Auriti (1923-2006), cioè la sua accettazione in pagamento di qualsiasi bene o servizio anche pubblico, come fece lo Scacchiere di Enrico I.

Pane e usura

Detto ciò, si presti la massima attenzione alle granaglie: non solo cereali: frumento, riso, mais, orzo ecc., ma anche legumi: fagioli, piselli, lenticchie, ceci ecc. Sono semi duraturi, a differenza di frutta e verdure. Possono quindi essere monetizzate, non nel senso di venderle per “realizzarle” in moneta ufficiale, ma di comprare con esse beni e servizi. Il sistema in auge non prevede un tale uso. Esso penalizza e sfrutta tanto i produttori di granaglie quanto i loro consumatori.

I primi sanno troppo bene come li tratta il “mercato”: il prezzo all’ingrosso si aggira, per i cereali, attorno alla miseria di 300 euro/tonnellata, o 30 euro/quintale.

I secondi non possono acquistarle se non in quantità industriali, così venendo penalizzati molto più di quanto essi si rendano conto.

Che fare? Andiamo al grano, anzi al Grano. Il primo è la cariosside[3] di Triticum sativum, del quale la battaglia storica  del 1926-31 non arrivò ai 90 milioni di quintali desiderati. Il secondo, con G maiuscola, è una quantità molto più modesta, intesa a fare da unità monetaria naturale e popolare, descritta infra. Ben altro grano, quindi, come recita il titolo di questo saggio.

Ma per capire la questione in profondità, è necessario un excursus che introduca la dimensione sanitaria concomitante a quella monetaria.

Riportiamoci a prima del lontanissimo 1868, anno della tassa sul macinato, imposta dal governo sabaudo per pagare interesse sui prestiti usurari che aveva contratto. Ci interessa la natura di quel macinato, non la politica[4].

I contadini portavano una certa quantità di grano al mugnaio. Costui lo macinava integralmente, cioè schiacciandone i tre componenti: germe, crusca e endosperma[5], insieme. Ne tratteneva una parte in pagamento del servizio, e ritornava il resto. Il ciclo durava una settimana.

Chiediamoci il perché di questo ciclo, oggi del tutto sconosciuto e meno ancora capito dalle folle malate di consumismo e rincoglionite da una “educazione” che di tale non ha che il nome.

Il macinato andava panificato entro tre giorni. A non farlo, il germe, la parte più nutriente e appetitosa della cariosside si sarebbe irrancidita, divenendo immangiabile. Il pane di allora si manteneva per una buona settimana.

Chi ha mai assaggiato “quel” pane non ne dimenticherà mai il gusto. Faceva venire l’acquolina in bocca solo a odorarlo.

Ma il progresso, si sa, è inarrestabile. Un brutto giorno esso si abbattè sul macinato nella forma “moderna”, naturalmente, di cilindri prima e dischi dopo, di acciaio, che calibrati accuratamente non schiacciano i tre componenti del cereale insieme, ma li separano nettamente l’uno dall’altro.

Di quel “progresso” se ne impadronì immediatamente l’usura. Vendendo i tre separatamente, si ottengono profitti inaspettati, e non solo: l’amido puro ha una durata praticamente illimitata negli scaffali di un supermercato, che lo rifila ai consumatori come “farina 00” e simili arcana. Neanche agli insetti fa gola: una vera bonanza per Mammona.

Tralascio gli effetti deleteri sulla salute per dare al lettore una buona notizia. Il progresso è sì inarrestabile, ma c’è quando prende il senso giusto. Sono apparsi sul mercato centinaia di modelli di mulini elettrici capaci di macinare i cereali all’antica, ma dentro le mura del focolare domestico, senza accudire al mugnaio. Il che importa non solo alla salute, ma anche alla sovranità monetaria come vedremo. Descriviamola dunque per chiudere la questione.

Il Grano

Entriamo ora nei particolari della nostra unità monetaria. Vogliamo comprare con essa, vedremo cosa e come. Fa da Grano la quantità naturale di cento grammi di cereale, o legume.

È evidente che valore facciale e valore intrinseco coincideranno sempre. Cento grammi di cereali o legumi possono essere lavorati in pane, pasta, polenta, panelle, piadine e quel che la fantasia e abilità culinarie dettino. E possono sempre sfamare un essere umano adulto per un giorno. La necessità fisiologica, uguale per tutti, dipende non dal portafoglio ma dallo stomaco.

Chi può emettere Grano? Lettore, potresti essere tu, ad avere accesso a granaglie coltivate in proprio o acquistate come possibile. Anche da solo? Anche da solo. Come?

Prima fase: prepararne l’accettazione. Sigillare Grano in sacchetti trasparenti (secondo il modello giapponese) da 100, 200, 500, 1000, 2000, 5000, 10mila unità, cioè grammi, ciascuno. Sigillato, il Grano è moneta; aperto, è cibo. Tertium non datur.

E tutto quel peso? Ammesso e concesso che è notevomente superiore a quello del contante cartaceo, en guerre comme en guerre; chi milita sa che deve fare extra sforzo. Non è poi tanto: anche un ottantenne può caricarsi di cento Grani, pesanti dieci chili, in uno zainetto.

Il tasso di scambio non è fisso: lo si negozia caso per caso, e giorno dopo giorno, luogo per luogo, secondo bisogno; l’unico rapporto fisso è quello tra il Grano e il volume gastrico.

Seconda fase: spacciare. Dove? Evidentemente non in supermercati o in esercizi bolscevizzati, cioè pensati per le moltitudini consumiste. La prudenza suggerisce di tentare prima con chi può fare il doppio uso del Grano: vengono a mente i ristoratori, specialmente se dotati di mulino elettrico come descritto. Il Grano è pensato per i piccoli operatori economici (incluso lo spacciatore) la cui libertà e indipendenza sono giornalmente minacciate dal potere. Propone loro una compra per tot Grani, o per un miscuglio di questi e di contante, quest’ultimo  reso permanentemente scarso grazie alla politica statale e bancaria. Chi accetta la transazione, e fa circolare Grani, farà muovere l’economia senza attrarre l’attenzione del fisco e di kleptocrati parassiti, attuando da habitué del Grano emesso dal Popolo Sovrano.

Le piccole quantità spacciate e la loro versatilità potrebbe incentivare alcuni possessori di scarso contante a “venderlo” per Grani. Con un generoso “sconto” naturalmente, ma al rovescio: una maggiore quantità di Grani. Il prezioso contante andrebbe dove ve ne sarebbe più bisogno. 

Terza fase: passaparola. Si sappia sempre di più che il Grano funziona, anche in piccolo. Si promuova l’uso di mulini domestici, così diffondendo la circolazione di Grano. Raggiunta una certa massa critica nessuno sarà in grado di fermarlo. Produttori e spacciatori copriranno prima o poi il territorio nazionale, eludendo la kleptocrazia per poi ispirare i popoli oltre confine.

I vantaggi del Grano sono inevitabilmente unilaterali: esso avvantaggia chi lavora a spese di chi non lo fa. Con la mercede del lavoro sottratta alla tassazione in auge, iniqua e truffaldina, chi oggi guadagna senza lavorare si dovrà preparare a soffrirne le conseguenze.

Il potere politico sarà costretto a promuovere il bene comune assumendosi il dovere di emettere il mezzo di pagamento per quelle tasse giuste che esso ha il diritto di imporre. Questo vorrà dire due cose:

Prima, lasciare l’Euro dov’è, ma per transazioni internazionali, per le quali dopo tutto era stato progettato; e affiancarlo ad un contante nazionale a circolazione forzata, esclusivamente per uso domestico, inconvertibile, capace di soddisfare la spesa pubblica e il pieno impiego della forza lavoro senza limiti di sorta.

Seconda, spostare l’imponibile fiscale dal valore aggiunto dallo sforzo di chi lavora a quello sottratto all’uso pubblico, in primis la rendita da ubicazione del suolo, che monetizzata dallo Stato è in grado di coprire tutta la spesa pubblica produttiva e improduttiva: difesa, ordine pubblico, elettricità, acqua, educazione, sanità, diplomazia ecc.

Sarà possibile pagare non tanto un reddito di cittadinanza quanto uno di maternità, così retribuendo il lavoro più duro e necessario che il sistema in auge punisce invece di premiare[6].

Sorprendentemente quindi, e dulcis in fundo, il Grano è in grado di far sparire l’usura. Come i tallies inglesi da Enrico I a Vittoria, non è né prestabile né falsificabile. Esso garantirà pertanto la vittoria del popolo sulle banche e su politiche antipopolo. La monetizzazione delle granaglie farà da base a una sovranità popolare de facto e non solo de iure come oggi[7].


29 gennaio 2021

Riveduto e aumentato 11 marzo 2021

 



[1] Great Reset in inglese, con l’accento sulla seconda “e” di reset. Ho tradotto con “azzeramento”.

[2] Tally vuol dire “far combaciare” le due metà di un bastoncino con tacche sui margini indicanti la somma emessa e poi spaccati, metà per il creditore e l’altra per il debitore. Erano pertanto infalsificabili.

[3] Termine botanico. In volgare, “chicco”.

[4] Se questo è il motivo per l’espressione “governo ladro” non mi è dato sapere.

[5] Termine botanico. In volgare, “amido”

[6] Tutte queste misure vigevano nella Libia di Muammar Gaddafi nel 2011, quando finirono per costargli la vita.

[7] Consti che le suddette conclusioni me le ha imposte la logica, non il pregiudizio o simili. Sarò lieto di rispondere a chi le volesse contestare, promettendo di ritirare incodizionalmente qualsiasi asserzione dimostrata falsa.