lunedì 11 novembre 2019

Irak, ci risiamo...

Solidarietà e rispetto per i militari  feriti ma non parliamo di "missione di pace" e ricordiamo la aggressione all'Irak che portò alla strage di Nassiriya il 12 novembre 2003.
Strage che viene oramai ricordata con la
“giornata dedicata al ricordo dei caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace”. 
Ripeto quanto scritto e detto in quella data e pure successivamente: fatto salvo il rispetto,sentito e dovuto,per le vittime e le loro famiglie,ritengo che quanto affermato nelle cerimonie ufficiali sia una falsificazione della verità storica,e pure una forzatura linguistica.
Perpetuata, dal 2003 ad oggi, mediante la complicità dei media occidentali ed, in Italia, da RadioTiranauno Rai in particolare. L’Irak,nel giorno della invasione,era uno stato sovrano che non costituiva pericolo alcuno per gli Usa,Israele e l’Occidente. Le “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein erano pari a zero. Anzi,meno di zero,perché inventate dalla Cia.
Per le solite motivazioni economiche (petrolio,gasdotti ed affini) la crociata liberal-capitalista della “operazione Antica Babilonia” mise l’intero Irak a ferro e fuoco. Non si fermò neppure con la impiccagione da telefonino di Saddam. Risultato ? 1.221.000 morti tra la popolazione civile ad oggi (Opinion Research Survey). E non è certo finita.
Gli italiani,come al solito a traino degli americani,risposero entusiasticamente “presente”. Le nostre forze armate mostrarono il loro volto partecipando a pieno titolo alle operazioni militari.
Quindi,i fatti parlano,abbattendo uno stato sovrano e promuovendo una guerra civile dagli esiti disastrosi (per gli iracheni).
I morti di Nasiriyya,militari e civili,erano truppe di occupazione. Piaccia o non piaccia come tali erano visti da gran parte del popolo iracheno. E poi,mi sia permesso osservare : “hanno dato la loro vita”,affermano tutti i politici alla radio,alla tv e sui giornali.
Ma quando mai ! Mica erano “kamikaze”,come coloro che fecero esplodere la postazione dei Carabinieri.
Erano militari che facevano il proprio dovere e civili che sapevano dove si trovavano. Non scelsero certo di sacrificare la propria vita ma furono vittime della decisione politica di piazzarli lì,lontano dall’Italia. Armati,in territorio ostile.
E,visto che la giornata ricorda tutti i caduti nelle “operazioni di pace”,come non pensare che l’avventurismo di chi sta a casa (i politici al governo) ha ripetuto l’operazione in Afghanistan ?
Creando nuove vittime tra i militari e lutti tra i loro familiari.
Ieri, solo per miracolo non abbiamo aggiunto ancora morti allo avventurismo dei nostri governi. 
5 militari delle truppe speciali feriti gravemente nella eslosione del loro mezzo blindato. Ed ancora false, ipocrite parole sui media a giustificarne la presenza in "nome della pace" e per "esportare la democrazia". 
Ma, signori del potere (pure mediatico), oggi non siamo più ai tempi di Macallè o Katyn !! Ogni giorno che passa, grazie ad internet, viene sempre più difficile nascondere la verità, malgrado i vostri tentativi di piegarla a vostro uso e consumo ...

Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello