Uomini
ambiziosi, con debolezza per l’esercizio del vero potere, devono per forza
manovrare e andare all’attacco nel mondo che li circonda. Raramente devono
farla da agenti, quasi sempre da rivali, e spesso da nemici mortali di
personaggi che si oppongono o affiancano il loro progresso.
Uomini di
ambizione inferiore, la cui debolezza, e pertanto passione, è per la
pubblicità, le decorazioni, il posto (con prebende e opportunità per il
peculato) devono agitarsi per nascondere una falsa immagine di governo,
simulacro del potere. Si devono dar da fare per superare in astuzia i loro
simili, ma lo fanno in maniera troppo gretta per chiamarla manovra e attacco:
in tali finte ostilità devono, nel loro intimo, trattare ogni rivale político
come collega. Si guardano bene dal fare nemici. Capiscono benissimo la massima
“onore tra ladri”. Tra il primo e il secondo tipo c’è tutta la differenza che
c’è tra il luccio e l’anguilla: tra il soldato e l’attore.
Oggi abbiamo familiarità
con il secondo tipo: i parlamentari. Del primo tipo - Cesare, Napoleone,
Bismarck, Wallenstein – abbiamo perduto la nozione così da tanto tempo che ci
riesce difficile capire la loro maniera di agire. Lo abbiamo dimenticato perchè
nei paesi che vivono di commercio è da più di un secolo e mezzo, e negli altri
da un arco di vita umana, che il potere reale sulla comunità sta sempre di più
con i super ricchi che controllano la produzione e lo scambio, oggi monopolisti
di metalli, carburanti, trasporti, informazione, cibo e finanza.
I privilegi di
costoro, e soprattutto la segretezza nella quale operano, vengono accettati
senza fiatare. Nessuno controlla chi
ci controlla. Coloro ancora oggi etichettati con i vecchi titoli di potere
sono, nel migliore dei casi, uomini intelligenti irritati dalla parte meschina
che sono condannati a svolgere, e nel peggiore, ciarlatani corrotti e malefici;
mentre nell’andazzo generale si muovono individui insignificanti, la cui gloria
è di portare un titolo ufficiale come “Segretario di Stato di questo”,
“Cancelliere di quest’altro” “Président
du Conseil” e simili.
Hilaire Belloc (1870-1953)
Richelieu, 1929
IHS
Press 2006 p. 82
Sottolineati nell’originale