giovedì 19 maggio 2016

scrivevo nel 2012

Che l’euro sia una truffa oramai ne sono quasi consapevoli tutti, certamente è difficile capirlo perché la sua introduzione è stata fatta con grande propaganda, ma allora non furono chiariti esattamente i rischi connessi al funzionamento anomalo della BCE, che non è di fatto una banca centrale ma semplicemente una banca sostanzialmente privata che non sostiene le economie nazionali ma si limita semplicemente a badare alla sostenibilità della sua moneta. Ora l’euro è una moneta senza stato cosi come gli stati che l’hanno adottato sono senza moneta. Infatti gli stati dell’euro sono obbligati ad affittare l’euro a costi decisi dal mercato, una entità innaturale ed impersonale che decide se la stessa banconota da 100 euro costa 1 euro oppure 3 o 4. La follia di questa macchina assassina e che la stessa banconota viene acquistata ad un costo diverso se ad acquistarla è la Grecia la Spagna, l’Italia o lo Germania ora e chiaro che chi compra meno il denaro è più facilitato, valga l’esempio di un mutuo al 3% o al 7% il primo sarà più facile da restituire. Ora in una situazione di globalizzazione in cui si spostano le produzioni da una parte all’altra del mondo e dove si gioca giornalmente con la finanza speculativa la situazione europea diventa disastrosa sotto il profilo della restituzione degli interessi. Infatti se io ha un lavoro posso pagare il mutuo diversamente sarà impossibile, lo stesso dicasi per gli stati trasformati in SPA che se non producono (PIL) non possono attingere al denaro. Tutto questo è dovuto all’applicazione della teoria della moneta debito e del neoliberismo che tutto realizza eccetto la crescita sociale. Questa teoria economica ci è stata imposta e i signori la stanno provando sulla nostra pelle, nonostante il fallimento di altre realtà in cui era già stata messa in atto (vedi Argentina) questi signori insistono nella esercizio di questo esperimento rincarando la dose con il sistema Euro (truffa) e ora il MES (ESM)
Berlusconi nel 2005 tento di fare quello che Benito Mussolini fece all’inizio del ventennio. Mussolini dopo aver incontrato EZRA POUND comprese l’importanza della sovranità monetaria e tento di statalizzare il più possibile l’emissione monetaria che è, come disse Giacinto Auriti, il sangue dell’economia. Se il denaro va sempre dal povero verso il ricco inevitabilmente arrivano i disordini sociali, serve quindi un sistema che riporti il giusto denaro (moneta sociale e non moneta debito) fino alle più periferiche parti dell’economia cosi come fa il sangue con i capillari. Questo lo sanno tutti, lo hanno già detto oltre che la scuola Keynesiana, anche due scuole italiane volutamente dimenticate quella di Federico Caffe e quella dell’Hallesismo di Agostino Maria Trucco, ma di questo non si deve ne studiare ne parlare. Mussolini gestendo una serie di pressioni comunque nazionalizzo le banche di interesse nazionale e nel 1936 trovo il compromesso storico racchiuso nella frase “ente di diritto pubblico” che ancora oggi porta ad una marea di interpretazioni false. Tale frase che ha certamente un significato storico, oggi comincia ad essere un alibi troppo scomodo per sostenere che la banca di Italia sia pubblica tanto è vero che dopo una inchiesta si scopri che solo il 5% è di proprietà pubblica. In ogni caso il controllo della emissione monetaria sotto il fascismo fu rigoroso ed ancora più rigoroso lo fu sotto la repubblica sociale che addirittura porto il bilancio dello stato in attivo, ma tutto ciò era l’esatto opposto di quello che volevano i banchieri internazionali ossia stati in debito su cui speculare e guadagnare, sarà anche per questo che gli americani ci hanno liberato? Ma andiamo con ordine Berlusconi è di scuola steineriana e sa perfettamente cosa è la moneta debito, ma è anche un imprenditore e uomo di mondo per cui sa perfettamente che per vivere bisogna esercitare l’altro dei compromessi giornalmente, in ogni caso nel 2005 attraverso Tremonti fece approva re la legge 262 del 28/12/2012, cosa c’era scritto in questa legge, una cosa semplicissima che in base al “vecchio” articolo 3 dello statuto delle banca di Italia le azioni dovevano ritornare in mano di enti pubblici. Era un primo piccolo passo per ri-acquisire un po’ di sovranità dopo l’esproprio avvenuto nel 1992. Berlusconi cadde e nel 2006 Padoa Schioppa, Prodi e Napolitano non ci crederete vanno a cambiare l’articolo 3 dello statuto della Banca di Italia proprio cancellando la seconda parte dove “prescriveva” che la maggioranza delle azioni di Banchitalia dovevano essere di proprietà di enti pubblici. Andiamo di corsa alla caduta dell’ultimo governo Berlusconi, che non voleva cedere ne sulle privatizzazioni ne sul MES, riceve un attacco speculativo in borsa alle sua Azioni e perde in una sola seduta 350 milioni di euro ed ecco che si dimette. La BCE manda dei commissari (c’è un video su youtube nel canale albamed) all’interno dei gruppi parlamentari per accertarsi che venga sostenuto un loro uomo (Monti) casualmente Napolitano lo fa senatore a vita (per ringraziarlo per le azioni future) ed il resto è cronaca. Ora Berlusconi scende nuovamente in campo per cosa? Ha troppo da perdere per realizzare quello che è giusto fare: “l’uscita dall’Euro”.
Giuseppe Turrisi