lunedì 9 maggio 2016

DELLA LUNA: GIUDICI E BANCHIERI: MARRA LI SFIDA

Alfonso Luigi Marra
17 ore fa
L'amico Marco Della Luna, che non ha la pagina FB, ha pubblicato sul suo sito l'articolo che segue, in cui, definito «formalmente e giuridicamente fondatissimo»il mio appello alla magistratura, fa un'analisi, come sempre accorta e coscienziosa, delle forze che si oppongono al nostro sforzo, e che noi riteniamo saranno battute dallo sdegno della società non appena, molto presto, avrà capito. Riporto di seguito l'articolo di Marco. Alfonso Luigi Marra
Marco della Luna
DELLA LUNA: GIUDICI E BANCHIERI: MARRA LI SFIDA
L'avv. Gino Marra, dopo aver invano esortato pubblicamente i magistrati a porre fine alla illegittima creazione di moneta da parte dei banchieri privati, convoca per il 23 Maggio a Roma, Piazzale Clodio, una manifestazione per denunciare questo rifiuto della magistratura di applicare la legge agli interessi forti.
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Fa scalpore se un magistrato o un membro del CSM dice che bisogna fermare Renzi e la sua riforma costituzionale. Dovrebbe per contro far scalpore che chiunque abbia giurato fedeltà alla Costituzione, magistrati e militari innanzitutto, non faccia quanto in suo potere per fermarli entrambi, dato che la riforma Renzi stravolge l'impianto della carta fondamentale, abolisce la stessa separazione dei poteri dello Stato concentrandoli nel premier, mentre la Costituzione, art. 138, ammette solo revisioni, cioè ritocchi e aggiornamenti, non trasformazioni, tantomeno radicali, e ancor meno se fatte da una maggioranza parlamentare che sussiste solo in forza di una legge maggioritaria già dichiarata essa stessa incostituzionale.
Fermare Renzi è dunque un preciso dovere giuridico di chiunque abbia giurato fedeltà alla Costituzione – un dovere sulla carta, che si traduce in niente sul piano dell'agito pratico, a conferma del costante dato empirico, ossia che gli organi giudiziari e gli altri “tutori della legge” servono a difendere non la legalità, ma le apparenze di legalità dell'ordinamento reale del potere, cioè la legittimità di facciata, nascondendone le pratiche e gli interessi, che seguono leggi non dichiarate e contrarie a quelle ufficiali. In cambio di questo servizio, la categoria dei magistrati riceve privilegi invidiabili. Ma guai a quelli di loro che non stanno a al gioco.
In effetti, nel complesso, il potere giudiziario in Italia non ha mai colpito alla radice la corruzione e la mafia: ha mirato agli effetti e non alle cause, alle singole manifestazioni ma non alla struttura, anche quando ha agito in modo di eliminare i partiti storici popolari escluso il PCI, e ogni altra volta in cui ha svolto un pesante ruolo politico, suscitando entusiasmo e solidarietà popolari. Mani Pulite non ha risanato nulla, anzi...
Renzi e la Boschi hanno dietro il potere forte, cioè la casta bancaria, che infatti comprende anche i loro padri nonché il Verdini; questa casta, con la suddetta riforma e la nuova legge elettorale, vuole concentrare tutti i poteri dello Stato nella persona del suo fiduciario, così da poter disporre impunemente come vuole del Paese e dei risparmi e i redditi degli Italiani, come abbiamo visto nei recenti disastri di numerose banche, MPS in testa. Berlusconi non aveva la classe bancaria dietro di sé, quindi molti più magistrati proclamavano liberamente e senza destare scalpore che egli era un pericolo per la Costituzione e bisognava fermarlo, anche se in realtà non attentava affatto all'impianto costituzionale, al contrario di Renzi oggi.
Vi sono non pochi magistrati che sfidano il potere politico della casta bancaria dichiarando la nullità delle clausole comportanti interessi usurari o indebitamente anatocistici nei contratti finanziari. Però anche in fatto di banche nessun magistrato, che io sappia, è disposto ad andare alla radice dell'illecito, ossia al fatto che l'emissione dell'Euro (valuta legale) è per legge monopolio della BCE, e che, ciononostante, le banche ordinarie creano ex nihilo, cioè mediante semplice scritturazione elettronica, nell'atto di erogare prestiti o eseguire pagamenti, masse monetarie denominandole falsamente “Euro”, e per giunta non le contabilizzano come ricavi e le sottraggono all'imposizione fiscale. Grazie a questa illegale prassi, la classe bancaria si è impadronita della politica e delle istituzioni, nell'inerzia del potere giudiziario.
Come avvocato, ho formalmente sottoposto questo problema di legalità, e altri connessi, a numerosi magistrati, oramai, e tutti lo hanno eluso, o facendo finta che non l'avessi sollevato, o ricorrendo a pretesti talvolta infantili, o arrampicandosi sugli specchi. E' come quando Galileo invitava cardinali e teologi a guardare nel telescopio per convincersi che la Terra orbita intorno al Sole e che la Luna è un corpo materiale, ma essi rifiutavano di guardare la realtà perché riconoscerla era contrario ai loro interessi, legati alle false dottrine filosofico-cosmologiche della Chiesa. Rifiutarono finché la diffusione del telescopio e delle cognizioni di astronomia reale resero la loro posizione insostenibile e ridicola, sicché dovettero “convertirsi” per non perdere ogni residua credibilità. Al contrario degli avvocati, che per fare il loro lavoro devono “fare la pensata”, i giudici, come dice Marra, non hanno bisogno di sviluppare l'ingegno, perché leggono le leggi, leggono le carte delle parti, e poi decidono usando il loro potere. Quindi tendono al conformismo, alla conservazione, alla scolastica (in termini filosofici), specialmente se gli conviene: culturalmente e mentalmente formano un clero.
Pertanto, seppur formalmente e giuridicamente fondatissimo, l'appello dell'amico Gino Marra ai magistrati affinché pongano fine alle prassi illecite dei banchieri e addirittura li arrestino, assieme alla sua manifestazione del 23 Maggio, deve fare i conti con questo clero e con rapporti di forza materiale che non permettono ai magistrati di fare il loro teorico dovere, quand'anche ne abbiano voglia e interesse.
Tuttavia, se i mass media ne divulgheranno la conoscenza, se l'opinione pubblica capirà di che cosa si tratta, se glie ne importerà qualcosa, se scoppierà lo scandalo – allora Gino Marra festeggerà la sua vittoria, perché avrà dato una potente spinta alla diffusione del telescopio galileiano, cioè alla conoscenza diffusa di quella realtà politico-economica illegale e antisociale che oggi il clero giudiziario nasconde e si nasconde, ma un domani dovrà riconoscere per non perdere completamente credibilità e legittimazione.
07.05.16 Marco Della Luna
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