lunedì 26 gennaio 2015

Con Syriza al potere non cambia nulla e l’euro è salvo! (di Antonio Maria Rinaldi)




Se saranno confermati i dati emersi dagli exit poll, che attribuiscono alla lista Syriza la maggioranza assoluta dei seggi, da domani avremo un governo “monocolore” guidato da suo leader Alexis Tsipras. Infatti la legge elettorale greca di tipo proporzionale, attribuisce un premio di 50 seggi al partito che ottiene il maggior numero di voti e questo potrebbe determinare che il “partito anti-austerity” ellenico superi la soglia di 150 dei 300 seggi che compongono il Parlamento.

Ma cosa cambierà nello scenario politico greco e soprattutto cosa succederà nei rapporti con l’Unione Europea e con i sottili equilibri con l’euro? Venerdì scorso la Borsa di Atene ha “festeggiato” con un rialzo del 6,14% e i rendimenti dei decennali con un arretramento dal 9,2 all’8,7%, dando l’impressione di scontare che la certa vittoria di Syriza dovesse essere necessariamente condivisa con altre alleanze per poter governare il paese.
“Dando l’impressione” perché, se invece avesse prevalso la convinzione fra gli investitori che il partito di Tsipras avesse conseguito la maggioranza assoluta in modo autonomo, i mercati avrebbero reagito in modo diametralmente opposto.
Invece le piazze finanziarie hanno compreso esattamente che con i sedicenti “anti Troika” al governo di fatto cambierà ben poco in quanto, aldilà degli slogan prettamente elettorali tesi ad accaparrarsi i consensi della popolazione esasperata dalle politiche deflazionistiche imposte dalla Troika, i giochi erano già stati fatti fra i tavoli di Bruxelles e Berlino. Potrà esserci qualche oscillazione dei mercati nei prossimi giorni ma poi tutto si stabilizzerà. Una pantomimica concordata per far confluire i consensi della gente esasperata su un nuovo soggetto politico capace di anestetizzare la protesta fin tanto da non farla più esplodere nelle piazze.

Gli uomini del giovane e scaltro Alexis Tsipras da mesi fanno la staffetta con le cancellerie europee per rassicurare che un conto sono le promesse da dare in pasto ai greci e un’altra saranno poi gli atteggiamenti da assumere quando si governerà il paese. Una classica e prevedibile strategia per poter ottenere i benefici su due fronti: da una parte il consenso popolare più ampio possibile e dall’altro l’accreditamento benevolo fra i “padroni del vapore” in Europa.
Nella verità qualsiasi scenario è stato considerato, valutato e soprattutto concordato preventivamente e non certo lasciato al caso e c’è da scommetterci che la Grecia a guida Tsipras, non uscirà mai dall’euro e tantomeno opererà con operazioni di ristrutturazione del proprio debito senza averlo minuziosamente condiviso con il placet della Troika.
Insomma cambia tutto con Tsipras affinchè non cambi nulla, come nella più classica gattopardiana visione, se non l’illusione effimera di un giorno che per una volta abbiano vinto le ragioni di un popolo ormai in ginocchio e senza più speranza. Cosa si può ragionevolmente pensare di cambiare nel paese, visto che Syriza ha affermato in ogni occasione che continuerà a rispettare gli obiettivi fiscali indicati dai trattati europei e si limiterà invece solamente a rivedere gli accordi firmati dal precedente governo con i creditori esteri?
Con la quota del debito precedentemente ristrutturato, ma “riconvertito” sotto la legislazione inglese in modo che, vita natural durante, dovrà comunque essere rimborsato in euro, gli spazi di manovra sembrano molto limitati e questo è perfettamente a conoscenza degli esperti greci.
Piuttosto gli stessi esperti economici chiamati dal nuovo “Perseo”, non hanno capito che l’attuale situazione che li ha distrutti è scaturita proprio perché si vuole ostinatamente continuare a perseguire gli obiettivi fiscali dei trattati che invece desiderano continuare a rispettare e che l’entità del debito non è altro che la conseguenza di quegli errati vincoli?
E’ la politica economica imposta dai vincoli esterni dei trattati quella da ripudiare perché non idonea alle esigenze dell’economia del paese, ma su questo fronte Syriza continua ad essere supina più che mai alla UE!

Il fiero paese ellenico, culla di civiltà che per millenni nessuno era mai riuscito a dominare se non per mano dei Romani, solo la Troika è riuscita ora nel distruggerlo irreversibilmente.
Forse era questa l’irreversibilità dell’euro tanto decantata da Draghi?

Antonio Maria Rinaldi