lunedì 26 agosto 2013

ASPETTI DELLA GUERRA PER IL PETROLIO/GAS

COME HO COMUNICATO STAMANE, BASTA UN LIBRETTO DI 142 PAGINE PER CAPIRE GLI ASPETTI DELLA GUERRA PER IL PETROLIO/GAS. QUESTA GUERRA OVVIAMENTE NON HA TREGUA E SI BASA SU VALUTAZIONI DI CARATTERE STRATEGICO ( di strategia politica) e DI STRATEGIA COMMERCIALE. D'ALTRONDE, IN UN SISTEMA liberista QUESTA è UNA REGOLA DALLA QUALE non SI può' derogare. COME DIRE CHE LE REGOLE DEL GIOCO VANNO RISPETTATE, VISTO CHE LE HANNO STABILITE LORO A FINE OTTOCENTO.ne consegue che il ruolo del Corno d'Africa resta sempre lo stesso. Quel ruolo che fu identificato a fine ottocento dai "nostri" esploratori: Bottego, Romolo Gessi, Card. Massaja, mons. Comboni, Pellegrino Matteucci, in concorrenza con altri ( Livingstone, poi Stanley. Inglese il primo, amerikano il secondo...bella la scusa di andare a trovare Livingstone e la frase nota: < Livingstone, I suppose!> 
(Era l'unico bianco in un'area di migliaia di kmq...c'era ben poco da supporre...) Gli USA hanno importanto nel 2001, dati che ho rilevato occasionalmente, ma oggi il consumo potrebbe essersi decuplicato, ben 19,9 milioni di barili AL GIORNO. Oltre 80 volte di più della Nigeria, paese produttore. Di fronte a questa FAGOCITA' non c'è religione che tenga. Questi devono andare avanti a succhiare e NOI NON POSSIAMO che difenderci.Ma tale difesa NON è può andare all'infinito a fare a chi arriva primo.Occorre fronteggiare, minacciare, contrastare, colpire.
TORNANDO AGLI OLEODOTTI, questi artifici sono necessari per by passare le strozzature marittime che non permettono più di evolversi in funzione all'aumento dei consumi. Questi chokepoints sono i seguenti:
1) Stretto di Hormuz, nel golfo persico, con transiti giornalieri pari al 20% del consumo totale.( E c'è chi si meraviglia che ci sia tensione con l'Iran!)
2) Stretto di Malacca, con transiti giornalieri pari al 12% del consumo mondiale.
3) Bab El Mandel, tra Yemen, Eritrea e Gibuti con traffico pari al 4% ( E ci stupiamo che ci siano i pirati...)
4) Canale di Suez con traffico pari al 4%. ( E ci stupiamo che ci sia la crisi in Egitto)
5) BOSFORO, tra Turchia europea e Turchia asiatica, pari al 2%.
6) Canale di Panama traffico 1%. Questa è la ragione per la quale stanno costruendo un altro canale. ( Sono i gapponesi?)
Si capisce quanto sia importante il trasporto via terra che permette di bypassare tutti questi ingorghi marittimi. Per quanto ci riguarda, mi limito a segnalare il progettato corridoio terrestre fra Adriatico e Mar Nero.Si tratta del CORRIDOIO 8 del Pane European Networks (PAN) il cui terminale occidentale è Bari. ( E c'è chi si stupisce se abbiamo trovato petrolio da quelle parti e se arrivano a frotte negri schiavizzati). Le zone di transito sono Albania, Kosovo, Macedonia e Bulgaria. I terminali orientali sono i porti bulgari Burgas e varna. A questo punto vorrei fare un considerazione: Intanto questi tracciati sono stati studiati a fondo da tecnici specializzati. POI PROPOSTI alle imprese petrolifere. Poi ai singoli governi interessati e poi al GOVERNO GLOBALISTA il quale deve approntare le truppe necessarie per IMPORRE ai recalcitranti comportamenti ragionevoli. ( Come è il caso della sanguinosissima guerra per lo smembramento della Jugoslavia). tenere presenti questi elementi è necessario per non parlare a vanvera e fare delle inutili supposizioni. La presenza di petrolio nella zona EST del mediterraneo non è casuale.Così come non è casuale la scoperta del petrolio in Basilicata. Con molta intelligenza, è stato scoperto il petrolio in una zona che comunque sarebbe stata coinvolta nella questione. E ciò mi ricorda anche il caso del petrolio libico che c'era MA NON SI TROVAVA. Anzi, affinchè non si trovasse c'è stato anche il morto: Matteotti, che in questo caso va considerato fra i primi martiri italiani di quella che non impropriamente è chiamata la MADONNA del PETROLIO. D'altronde, il nostro famoso geologo, è stato accontentato col K2. gV