sabato 6 aprile 2013

NEOLIBERSIMO FIGLIO DEL MARXISMO FIGLIO DI WALL STREET?


Il marxismo NON si è imposto facilmente come guida del "proletariato", essendo stato Marx, come fanno credere i suoi adepti ( li abbiamo visti all'azione in URSS) l'unico a proporre il "riscatto" del proletariato. AL CONTRARIO, tutto partì nella conferenza internazionalista di Londra nel 17 settembre 1871, quando i mazziniani furono sopraffatti dai marxisti per la guida del movimento proletario.
Scrive Silvio Pozzani: Mazzini è il fondatore del movimento operaio italiano come movimento cosciente ella propria forma ma altresì dei propri diritti e doveri e della propria missione, né manca chi lo accomuna ai socialisti Proudhon e Lassalle per aver scorto nella cooperativa di produzione lo strumento dell'emancipazione sociale e nel CREDITO la premessa indispensabile della suddetta e chi vede nella sua azione un grande apporto alla nascita del socialismo italiano (socialismo mazziniano, secondo la definizione di Spadolini). Un abisso separa Mazzini da Marx, a parere del Santonastaso. Per Marx la "Classe" vincitrice deve iniziare la nuova società schiacciando le altre classi, per Mazzini, le classi, private di ogni carattere di sopraffazione e di predominio, devono confrontarsi nel giusto princpio di gara e di associazione.
 Notiamo pertanto quanto il concetto di classe "sopraffattrice" sia stato congeniale  quanto ampiamente avvenuto per tutto il XX secolo. Con la scusa della dittatura del proletariato si è instaurato nei paesi assogettati a questa "dottrina" una NOMENKLATURA che tutto era fuorchè proletaria, anzi! come dimostra la storia dell'URSS e dei suoi satelliti e dei processi "seguiti da esecuzioni" di autentici fautori della dittatura del proletariato. Infine, è proprio l'evoluzione "dottrinaria" dei Theocons da "marxisti" a "ultraliberisti" che ci dimostra in maniera "palpabile" la funzionalità dal marxismo al potere unico mondialista di LORSIGNORI. Come del resto ampiamente previsto da Mazzini stesso nelle sue opere polemiche contro il marxismo. 


Giorgio Vitali