sabato 1 dicembre 2012
I MAGHI VANNO BENE SOLO QUELLI PUBBLICIZZATI SU MEDIAVIDEO GLI ALTRI VA DISTRUTTI DA STRUSCIA LA NOTIZIA
Giovanni Panunzio
La sentenza penale della Corte d'Appello di Milano che il 15 giugno
scorso aveva assolto il fondatore di Osservatorio Antiplagio, Giovanni
Panunzio, dall'accusa di aver diffamato Antonio Ricci, è definitiva. La
Procura generale infatti non l'ha impugnata. Il 16 febbraio 2006, dopo
aver testimoniato al processo Wanna Marchi, Panunzio aveva contestato a
Ricci di usare due pesi e due misure, ovvero di fare battaglie contro i
ciarlatani, ma non contro quelli reclamizzati in oltre 200 pagine del
teletext di Mediaset. "Non è azzardato affermare - aveva aggiunto
Panunzio - che parte dei compensi degli autori e conduttori di "Striscia
la notizia" deriva dai proventi dei sedicenti maghi di Mediavideo". Dopo
l'assoluzione di Panunzio, Antonio Ricci specificò in una nota: "E'
falso che Striscia utilizzi due pesi e due misure, avendo trasmesso di
fronte a milioni di telespettatori anche accuse contro maghi
pubblicizzati nel teletext di Mediaset". Osservatorio Antiplagio
ribadisce invece che queste accuse di "Striscia la notizia" non
esistono, e sfida Antonio Ricci a elencarne le date, purché precedenti
alle critiche di Panunzio. Nel processo lo stesso Ricci ha detto di non
sapere dei maghi reclamizzati su Mediavideo, confermando sostanzialmente
che non sono stati oggetto di critiche da parte sua. Malgrado la Corte
d'Appello di Milano abbia definito temeraria e contraddittoria la
querela di Antonio Ricci, l'autore di "Striscia la notizia" ha chiesto
alla Corte di Cassazione che Giovanni Panunzio venga comunque giudicato
in sede civile, formalizzando di fatto la dodicesima citazione contro il
fondatore di Osservatorio Antiplagio.