Viviamo in una
larva di Stato che definire marcio e verminoso è un eufemismo.
E questo fa ancora
più male per due motivi di fondo: a) in questo sventurato Stivale vi sono tante
e tante persone per bene; b) abbiamo avuto in sorte di vivere in uno dei più
bei luoghi del mondo, oltretutto riempito di storia, di arte, di cultura e di
civiltà.
Non sto ad
elencare tutti gli argomenti che da decenni ormai vado sottolineando: mi limito
a fotografare le discrasie, le contraddizioni di una cloaca maleodorante
affidata ad una classe politica inetta, ignorante, incapace, e ladra. E questi
sono i pregi.
Il difetto
peggiore è che sono traditori. In parte consciamente e per scelta, in parte per
natura amebica, in parte perché non ce la fanno proprio. Se è vero che la
funzione sviluppa l’organo, la precaria capacità politica, l’inettitudine
storica, la nullità statale ha sviluppato nei piccoli topi di fogna l’illusione
di essere statisti, di capire, di riuscire a obnubilare il Popolo, a mentire alla
Gente, a far credere quello che vogliono. La megalomania tipica dei mediocri
(sopravvalutazione di un usato catorcio) cancella dai residui neuroni dei topi
suddetti il senso della realtà, il contatto col Popolo, l’essenza della
comunità, la natura della società.
E i poveri vermi
si dibattono in gineprai dai quali non sanno uscire.
Prendete
l’economia, che boccheggia in una palude viscida e stagnante. I vermi
annunciano trionfanti progressi da prefisso telefonico, mentre il mondo ha
ripreso a camminare veloce ed in alcuni casi a correre. Eppure non ci vorrebbe
molto: Regan abbassò da un massimale dl 78% il l tetto di tassazione ad un
intelligente 28% (le cifre le ho ricontrollate, per scrupolo ed incredulità).
Risultato: 10.000.000 posti di lavoro in più un anno. La Grande Germania ha avuto
anch’essa momenti di difficoltà. Ma sono Tedeschi, seri e cocciuti, grazie ad Odino.
Organizzazione, controlli, regole rispettate perché condivise. E oggi il mondo
si preoccupa perché finalmente si è accorto che i tedeschi fanno sul serio e
che si prendono tutto il Vecchio Continente.
I vermi nostri
biascicano e cercano giustificazioni. Non è mai colpa loro, ma cercano di
individuare in altrui comportamenti la causa della propria nullità perniciosa.
E la nostra economia va a rotoli, svenduta e sputtanata da qualsiasi parte la
si osservi. E pensare, -sporchi traditori, pantegane da fogna-, che vantavamo
in vari settori primati ed eccellenze invidiate. Traditori! E le nostre
“zucche” devono andare all’estero, ove spesso, valutate e stimate, arrivano a
posizioni di eccellenza.
Non parliamo di
politica: il turpiloquio, le bestemmie da far arrossire il cielo, le più laide
invettive sarebbero carezze e
vezzeggiamenti a fronte di quello che si merita una tana di vermi bavosi
e striscianti. Semplicemente non c’è più politica in Italia. I vermi si
aggrovigliano nelle miserabili finte lotte per una legge elettorale, per una
variazione costituzionale del piffero, in referendum inutili e sterili. Tanto
se va via la banda che stupra il potere oggi, ne viene un’altra che di diverso
ha solo il cognome, ma che è la fotocopia dell’attuale. Credono entrambi, o
meglio, tutti i contendenti, di differenziarsi: sono la stessa identica
nullità. Per un motivo di una semplicità lapalissiana: sono servi di voleri
altrui. Dalla sconfitta del ’45 ne siamo usciti occupati e condizionati. Lo fu
anche la Germania ,
in verità. Ma i Tedeschi, zitti zitti, hanno ricominciato. Ricostruzione,
consolidamento, sacrifici, organizzazione, crescita produttiva, qualità di
produzione crescente. Oggi gli occupanti devono fare i conti con una Germania
che non “ubbidisce” più e che si allea con i Russi. L’Italia invece ha dovuto
svendere. I padroni, presa coscienza della qualità della classe politica dello
Stivale, hanno scelto la strada del permettere ogni nefandezza e soperchieria
interna, limitandosi a dirigere la politica estera del Bel Paese, a depositare
qua cento diciotto bombe atomiche di differente potenza e obbiettivo, di
mantenere oltre cento basi militari, di farci mandare il maggior numero di
soldati “in missione di pace” all’estero, secondi solo agli americani. Che poi
i nostri ragazzi vengano massacrati più dall’uranio impoverito “amico” che dal
fuoco avversario, è una faccenda che i vermi di cui sopra non hanno il permesso
di sollevare. Ed allora si agita un teatrino macabro ed osceno. Signorsì signor
padrone. Il colmo della sporca pantomima la mettono in scena nell’ordine:
governo, politici, media, opinionisti. Tutti tesi alla miserabile gara della
“linguetta d’oro”.
Sono schizofrenici
i politici-vermi: fanno una fatica tremenda a fingere di far baruffa su idiozie
e su beghe da cortile, con quasi la metà dei giovani disoccupati. Quello che
solo interessa loro è a) la rielezione; b) un posto di governo; c) in mancanza
almeno un posto di sottogoverno. E che il popolo facesse il piacere di non far
domande e di non rompere: non si deve disturbare il grassatore di turno. Scanso
equivoci, meno si vota, meglio è, anche se l’astensionismo galoppa. Ogni tanto
anche i vermi devono andare in televisione. E qui si raggiunge l’apogeo della
schizofrenia: è una sceneggiata che si ripete monotona, con frasi e parole,
cifre e situazioni ribadite in continuazione, con modalità da “commedia
dell’arte”, che, come ricorderete non aveva copione perché era sempre lo
stesso, e gli attori lo conoscevano. I vermi si scambiano anche i ruoli qualche
volta, perché la realtà momentanea lo impone. Di fronte alla domanda, per
esempio, se si deve accogliere tutta l’Africa a casa nostra, assistiamo a
contorcimenti dialettici, a involuzioni verbali, a depistagli logici da far
invidia ad un azzeccagarbugli seicentesco, ad una “demi- vierge” settecentesca.
Non ci crede più
nessuno, alla pazzia formale dei vermi. Nascono partitini, movimenti, gruppi come
i funghi dopo un acquazzone. Si annaspa alla ricerca dell’oro dei Nibelunghi.
Manca però un Riccardo che scriva la colonna sonora. Resta solo la pazzia che
la menzogna trionfante, unico veicolo che un verminaio asservito, bramoso,
avido e corrotto usa come comunicazione, ha imposto come nuovo linguaggio
ufficiale.
Si sono cacciati
da soli in una ragnatela che li ha avviluppati.
E la Storia non ha mai fatto
sconti, né ha percorso scorciatoie.
Prima o poi
presenta il conto.
Speriamo sia
presto.
Fabrizio Belloni
Venerdì 3 giugno
2016.