sabato 4 giugno 2016

LA SCHIZOFRENIA DEI SERVI


Viviamo in una larva di Stato che definire marcio e verminoso è un eufemismo.
E questo fa ancora più male per due motivi di fondo: a) in questo sventurato Stivale vi sono tante e tante persone per bene; b) abbiamo avuto in sorte di vivere in uno dei più bei luoghi del mondo, oltretutto riempito di storia, di arte, di cultura e di civiltà.
Non sto ad elencare tutti gli argomenti che da decenni ormai vado sottolineando: mi limito a fotografare le discrasie, le contraddizioni di una cloaca maleodorante affidata ad una classe politica inetta, ignorante, incapace, e ladra. E questi sono i pregi.
Il difetto peggiore è che sono traditori. In parte consciamente e per scelta, in parte per natura amebica, in parte perché non ce la fanno proprio. Se è vero che la funzione sviluppa l’organo, la precaria capacità politica, l’inettitudine storica, la nullità statale ha sviluppato nei piccoli topi di fogna l’illusione di essere statisti, di capire, di riuscire a obnubilare il Popolo, a mentire alla Gente, a far credere quello che vogliono. La megalomania tipica dei mediocri (sopravvalutazione di un usato catorcio) cancella dai residui neuroni dei topi suddetti il senso della realtà, il contatto col Popolo, l’essenza della comunità, la natura della società.
E i poveri vermi si dibattono in gineprai dai quali non sanno uscire.
Prendete l’economia, che boccheggia in una palude viscida e stagnante. I vermi annunciano trionfanti progressi da prefisso telefonico, mentre il mondo ha ripreso a camminare veloce ed in alcuni casi a correre. Eppure non ci vorrebbe molto: Regan abbassò da un massimale dl 78% il l tetto di tassazione ad un intelligente 28% (le cifre le ho ricontrollate, per scrupolo ed incredulità). Risultato: 10.000.000 posti di lavoro in più un anno. La Grande Germania ha avuto anch’essa momenti di difficoltà. Ma sono Tedeschi, seri e cocciuti, grazie ad Odino. Organizzazione, controlli, regole rispettate perché condivise. E oggi il mondo si preoccupa perché finalmente si è accorto che i tedeschi fanno sul serio e che si prendono tutto il Vecchio Continente.
I vermi nostri biascicano e cercano giustificazioni. Non è mai colpa loro, ma cercano di individuare in altrui comportamenti la causa della propria nullità perniciosa. E la nostra economia va a rotoli, svenduta e sputtanata da qualsiasi parte la si osservi. E pensare, -sporchi traditori, pantegane da fogna-, che vantavamo in vari settori primati ed eccellenze invidiate. Traditori! E le nostre “zucche” devono andare all’estero, ove spesso, valutate e stimate, arrivano a posizioni di eccellenza.
Non parliamo di politica: il turpiloquio, le bestemmie da far arrossire il cielo, le più laide invettive sarebbero carezze e  vezzeggiamenti a fronte di quello che si merita una tana di vermi bavosi e striscianti. Semplicemente non c’è più politica in Italia. I vermi si aggrovigliano nelle miserabili finte lotte per una legge elettorale, per una variazione costituzionale del piffero, in referendum inutili e sterili. Tanto se va via la banda che stupra il potere oggi, ne viene un’altra che di diverso ha solo il cognome, ma che è la fotocopia dell’attuale. Credono entrambi, o meglio, tutti i contendenti, di differenziarsi: sono la stessa identica nullità. Per un motivo di una semplicità lapalissiana: sono servi di voleri altrui. Dalla sconfitta del ’45 ne siamo usciti occupati e condizionati. Lo fu anche la Germania, in verità. Ma i Tedeschi, zitti zitti, hanno ricominciato. Ricostruzione, consolidamento, sacrifici, organizzazione, crescita produttiva, qualità di produzione crescente. Oggi gli occupanti devono fare i conti con una Germania che non “ubbidisce” più e che si allea con i Russi. L’Italia invece ha dovuto svendere. I padroni, presa coscienza della qualità della classe politica dello Stivale, hanno scelto la strada del permettere ogni nefandezza e soperchieria interna, limitandosi a dirigere la politica estera del Bel Paese, a depositare qua cento diciotto bombe atomiche di differente potenza e obbiettivo, di mantenere oltre cento basi militari, di farci mandare il maggior numero di soldati “in missione di pace” all’estero, secondi solo agli americani. Che poi i nostri ragazzi vengano massacrati più dall’uranio impoverito “amico” che dal fuoco avversario, è una faccenda che i vermi di cui sopra non hanno il permesso di sollevare. Ed allora si agita un teatrino macabro ed osceno. Signorsì signor padrone. Il colmo della sporca pantomima la mettono in scena nell’ordine: governo, politici, media, opinionisti. Tutti tesi alla miserabile gara della “linguetta d’oro”.
Sono schizofrenici i politici-vermi: fanno una fatica tremenda a fingere di far baruffa su idiozie e su beghe da cortile, con quasi la metà dei giovani disoccupati. Quello che solo interessa loro è a) la rielezione; b) un posto di governo; c) in mancanza almeno un posto di sottogoverno. E che il popolo facesse il piacere di non far domande e di non rompere: non si deve disturbare il grassatore di turno. Scanso equivoci, meno si vota, meglio è, anche se l’astensionismo galoppa. Ogni tanto anche i vermi devono andare in televisione. E qui si raggiunge l’apogeo della schizofrenia: è una sceneggiata che si ripete monotona, con frasi e parole, cifre e situazioni ribadite in continuazione, con modalità da “commedia dell’arte”, che, come ricorderete non aveva copione perché era sempre lo stesso, e gli attori lo conoscevano. I vermi si scambiano anche i ruoli qualche volta, perché la realtà momentanea lo impone. Di fronte alla domanda, per esempio, se si deve accogliere tutta l’Africa a casa nostra, assistiamo a contorcimenti dialettici, a involuzioni verbali, a depistagli logici da far invidia ad un azzeccagarbugli seicentesco, ad una “demi- vierge” settecentesca.
Non ci crede più nessuno, alla pazzia formale dei vermi. Nascono partitini, movimenti, gruppi come i funghi dopo un acquazzone. Si annaspa alla ricerca dell’oro dei Nibelunghi. Manca però un Riccardo che scriva la colonna sonora. Resta solo la pazzia che la menzogna trionfante, unico veicolo che un verminaio asservito, bramoso, avido e corrotto usa come comunicazione, ha imposto come nuovo linguaggio ufficiale.
Si sono cacciati da soli in una ragnatela che li ha avviluppati.
E la Storia non ha mai fatto sconti, né ha percorso scorciatoie.
Prima o poi presenta il conto.
Speriamo sia presto.
Fabrizio Belloni


Venerdì 3 giugno 2016.