L’altro giorno, mi sono imbattuto in queste poche parole di un articolo di Ambrose Evans Pritchard e sono stato colpito quasi come da una sorta di empatia, che a sua volta mi ha fatto sentire un po’ stupido, perché è tutto così ovvio. Quello che ha scritto Ambrose (e questa volta non mi sto prendendo gioco di lui), era relativo alla zona euro (UEM), di cui ha detto:
“Il Nord è competitivo. Il Sud è del 20% sopravvalutato”.
E mi sono reso conto che questo è tutto quello che c’è da sapere sulla zona euro e sul perché fallirà. O meglio, è già fallita, per essere più precisi. Non ci sono altre informazioni richieste. A parte un po’ il contesto, forse per chiarire.
Prima dell’euro e della zona euro, paesi come la Grecia, la Spagna, l’Italia, il Portogallo, potevano essere del 20% meno performanti economicamente di quanto la Germania o l’Olanda fossero. E quella era una sorta di bene, perché periodicamente i loro governi e le banche centrali avrebbero rivalutato (svalutato) le loro monete verso il basso contro, per esempio, il marco tedesco, di quello stesso 20% o giù di lì.
Naturalmente la Germania odiava questo, dal momento che ha reso più difficile per le sue industrie competere con le aziende italiane e greche. Che può, tra l’altro, essere stata, per loro, una ragione per lo più nascosta per spingere i paesi mediterranei nella zona euro. La svalutazione ha funzionato ancora per qualche anno e, per lo stato attuale, sarebbe stata l’unica cosa che avrebbe potuto funzionare.
Oggi, visto che ora tutti hanno la stessa moneta e la svalutazione è quindi impossibile, l’Europa meridionale continua ad essere meno performante del nord e c’è un solo risultato possibile: il sud diventa sempre più povero nel tempo. È inevitabile. A meno che la Grecia inizi a produrre come i tedeschi e tutti noi cominciamo a guidare auto greche di qualità; ma questo non è nelle previsioni.
L’errore fatale nel modello della zona euro è che non c’è modo, senza clausola di salvaguardia, per correggere le differenze ereditarie tra nord e sud. Inoltre, poiché non c’è, le differenze devono e diventano più grandi. Non c’è niente che un qualsiasi tipo di stimolo da parte della BCE o della UE può fare al riguardo.
A meno che non si tassino direttamente i tedeschi gli olandesi ed i finlandesi, con lo scopo dichiarato di girare ciò che si raccoglie direttamente ai Greci. Non succederà. E non c’è mai stata alcuna intenzione di fare una cosa del genere. I tedeschi volevano espandere il loro mercato della distribuzione, ed ai Greci era stato promesso che sarebbero diventati più ricchi in automatico se avessero aderito alla moneta comune.
Nessuna delle due parti aveva pensato questo attraverso una visione di più lungo – o anche medio – termine. I Greci sono stati del tutto i primi a pagare il prezzo, ma anche i tedeschi finiranno per pagare, non importa quanto le crescenti tensioni e le differenze finiranno per essere risolte.
Tutti avevano sempre considerato una marea in grado di sollevare tutte le barche. Ma non c’è nessuna marea ora. Non c’è crescita economica, eccetto forse in alcuni mercati di nicchia (e cadranno anche loro). E non sono mai state redatte previsioni o piani in cui questo avvenga.
Il 20% di Ambrose può sottovalutare le cose, o sopravvalutare. Non fa alcuna differenza, tranne forse nel calendario degli eventi. E non tutte le nazioni del sud saranno sopravvalutate o sotto rendimento, in confronto alla Germania, della stessa percentuale. Ma questo non conta, nemmeno su tutta la linea.
Tutti i paesi che nel passato hanno aderito all’Unione hanno ricevuto ingenti somme di denaro per cose come i progetti di infrastrutture. Ma quel denaro è finito da molto. Ora ci sono di nuovo agli stessi indici di performance che esistevano da molti decenni, se non da secoli.
L’unica cosa che potrebbe aiutare l’Europa meridionale, a questo punto, sarebbe una ristrutturazione del debito su larga scala. Ma, questo sarebbe considerato troppo costoso dal nord, ammesso che questo potesse essere realizzato in un sistema di finanza globalizzata (guardate l’Argentina).
Ciò che rende questo interessante è che sussiste ora una questione di responsabilità. Sono solo i greci responsabili dei loro debiti o è l’intera zona euro, dal momento che condividono una moneta comune?! Si tratta di questioni che sarebbero dovute essere risolte in tempi di abbondanza; in tempi peggiori si riveleranno estremamente difficile se non impossibili da risolvere.
Gli europei del nord vedono i loro stili di vita essere ristretti da più parti per la crisi in corso, ed inoltre non accetterebbero più che fosse preso a loro per dare alla Grecia. Anche se più del 50% dei giovani greci non ha un posto di lavoro, ed oltre il 40% dei bambini greci cresce in condizioni di povertà. Non è così che l’Unione è stata spiegata a loro. E loro non avrebbero accettato se avessero saputo che sarebbe stata così.
Il fatto poi che Bruxelles abbia attirato una razza molto dubbia di uomo politico e burocrate certamente non ha aiutato e, ancora, non aiuta tuttora. Ma non è il problema centrale. Il nucleo è che non c’è mai stato un meccanismo per conciliare le differenze del 20%, ciò che significa che siamo velocemente in viaggio per differenze del 30% e più. Niente e nessuno può fare altro, al riguardo, che lasciare l’Unione.
L’Unione Europea è stata fondata su ideali di pace. Ma a meno che qualcuno faccia qualcosa, in fretta, sarà la fonte di aspri e sanguinosi combattimenti. Meglio aprire gli occhi adesso, ragazzi (e non intendo la leadership, loro andranno avanti fino alla fine). In matematica, ci sono cose che proprio non tornano. Questa è uno di quelle.